Styxosaurus

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Styxosaurus
Cranio olotipo di Styxosaurus snowii
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Superordine †Sauropterygia
Ordine †Plesiosauria
Famiglia †Elasmosauridae
Sottofamiglia †Elasmosaurinae
Genere Styxosaurus
Welles, 1943
Sinonimi
  • Cimoliasaurus snowii Williston, 1890
  • Elasmosaurus snowii (Williston, 1890)
  • Ogmodirus ischiadicus Williston & Moodie, 1903/1913
  • Thalassonomosaurus marshi (Williston, 1906) Welles, 1943 [originally Elasmosaurus]
  • Alzadasaurus pembertonii Welles & Bump, 1949
  • Alzadasaurus kansasensis Welles, 1952
Specie
  • S. snowii (Williston, 1890; specie tipo)
  • S. browni Welles, 1943

Styxosaurus (il cui nome significa "sauro del fiume Stige") è un genere estinto di plesiosauro appartenente alla famiglia Elasmosauridae, vissuto nel Cretaceo superiore, circa 83.5–80.5 milioni di anni fa (Campaniano), in quella che un tempo era il Mare Interno Occidentale, in Nord America. Il genere contiene due specie: la specie tipo S. snowii e S. browni.

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Diagrammi del cranio di S. snowii (sopra) e S. browni (sotto)

L'esemplare olotipo di Styxosaurus snowii venne descritto da Samuel Wendell Williston[1][2] sulla base di un cranio completo e 20 vertebre che formano l'olotipo dell'animale.[2]

Un esemplare più completo, SDSMT 451, è stato scoperto vicino a Iona, Dakota del Sud, sempre negli Stati Uniti, nel 1945. L'esemplare venne originariamente descritto e nominato come Alzadasaurus pembertoni da Welles e Bump (1949) e tale è rimasto fino a quando non è stato sinonimizzato in S. snowii da Carpenter.[3] Nella cavità toracica dell'animale sono stati rinvenuti circa 250 gastroliti, o "pietre dello stomaco". Un calco dell'esemplare è stato montato alla School of Mines, sebbene sia stato montato con la testa sollevata ed il collo ad S come se stesse scrutando fuori dall'acqua, anche se tale posizione sarebbe fisicamente impossibile per l'animale in vita.[4]

Styxosaurus prende il nome dal mitologico fiume Stige (Στυξ), che separava l'oltretomba greco dal mondo dei vivi. Il suffisso -saurus deriva dal greco sauros/σαυρος, significa invece "lucertola" o "rettile".

L'esemplare tipo venne ritrovato ad Hell Creek nella Contea di Logan, Kansas, ed è la fonte del nome del genere coniato da Samuel Paul Welles, che descrisse il genere nel 1943.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Styxosaurus era un grande elasmosauride, plesiosauri di grandi dimensioni dotati di un collo particolarmente lungo. Il collo era composto da oltre sessanta vertebre cervicali e da solo poteva raggiungere circa 5,25 metri di lunghezza.[3][6] La lunghezza totale dell'animale si aggirava intorno ai 10,5 metri, per un peso di 2,3 tonnellate.[7] Il cranio era piccolo e piatto, dotato di denti affilati e conici, più adatti all'impalare e trattenere le prede piuttosto che lacerarle; per questo, come per altri plesiosauri, si pensa che Styxosaurus ingoiasse le sue prede intere.[8]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Cranio di S. browni
Ricostruzione artistica S. snowii

Styxosaurus snowii appartiene a un clade chiamato Elasmosauridae ed è strettamente imparentato con Elasmosaurus platyurus, anch'esso ritrovato in Kansas, USA, nel 1867.[9]

Il primo esemplare di Styxosaurus ad essere descritto fu inizialmente nominato Cimoliasaurus snowii da Samuel Wendell Williston, nel 1890.[1] L'esemplare includeva un cranio completo e più di 20 vertebre cervicali (KUVP 1301) ritrovate vicino a Hell Creek, nel Kansas occidentale dal giudice EP West.[1]

Il nome fu poi cambiato in Elasmosaurus snowii da Williston nel 1906[10] e poi in Styxosaurus snowii da Welles, nel 1943.[5]

Una seconda specie, Styxosaurus browni, venne nominata da Welles, nel 1952. Anche se sinonimizzata in Hydralmosaurus serpentinus da Kenneth Carpenter nel 1999, la specie è stata riconvalidata da Rodrigo A. Otero nel 2016.[3][11]

Il seguente cladogramma mostra il posizionamento di Styxosaurus all'interno di Elasmosauridae a seguito di un'analisi di Otero (2016):[12]

Elasmosauridae

Eromangasaurus carinognathus

Callawayasaurus colombiensis

Libonectes morgani

Tuarangisaurus keyesi

Thalassomedon haningtoni

CM Zfr 115

Hydrotherosaurus alexandrae

Futabasaurus suzukii

Aristonectinae

Kaiwhekea katiki

Alexandronectes zealandiensis

Morturneria seymourensis

Aristonectes parvidens

Aristonectes quiriquinensis

Elasmosaurinae

Terminonatator pointeixensis

Elasmosaurus platyurus

Albertonectes vanderveldei

Styxosaurus sp. (="Hydralmosaurus serpentinus")

Styxosaurus snowii

Styxosaurus browni

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione di S. snowii con un banco di Xiphactinus, nell'antico Mare interno occidentale

Sebbene la maggior parte dei predatori non utilizzi gastroliti per macinare il cibo, quasi tutti gli esemplari di elasmosauro ragionevolmente completi includono gastroliti nella loro cavità toracica. Sebbene sia possibile che Styxosaurus usasse queste pietre come zavorra, un esemplare di Styxosaurus ritrovato nel Pierre Shale del Kansas occidentale includeva lische di pesce macinate mescolate insieme a gastroliti.[13] Inoltre, il peso dei gastroliti trovati in esemplari di elasmosauri è sempre molto inferiore all'1% del peso stimato dell'animale vivente.[14]

Mentre i coccodrilli e alcuni altri animali odierni usano i gastroliti come zavorra, sembra probabile che gli elasmosauri li usassero anche come mulino gastrico, utilizzando le pietre ingerite ed i movimenti dell'apparato digerente per sminuzzare il cibo ingoiato intero dall'animale.[15]

Come la maggior parte degli altri plesiosauri, Styxosaurus, probabilmente, si nutriva di belemniti, pesci (Gillicus, ecc.) e calamari. Con i suoi sottili denti conici intrecciati, Styxosaurus era un predatore lento che utilizzava il lungo collo per avvicinarsi alle sue prede, per poi arpionarle con i lunghi denti conici prima di ingoiarla intera.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Williston S. W., Structure of the Plesiosaurian Skull, in Science, vol. 16, n. 405, 1890a, pp. 262, DOI:10.1126/science.ns-16.405.262, JSTOR 1766513, PMID 17829759. ( text on www.oceansofkansas.com.
  2. ^ a b Williston S. W., A New Plesiosaur from the Niobrara Cretaceous of Kansas, in Transactions of the Annual Meetings of the Kansas Academy of Science, vol. 12, 1890b, pp. 174–178, DOI:10.2307/3623798, JSTOR 3623798.
  3. ^ a b c Carpenter, K. 1999. Revision of North American elasmosaurs from the Cretaceous of the western interior. Paludicola 2(2):148-173.
  4. ^ M. J. 2005 Everhart, Oceans of Kansas - A Natural History of the Western Interior Sea, Indiana University Press, 2005.
  5. ^ a b Welles, S. P. 1943. Elasmosaurid plesiosaurs with a description of the new material from California and Colorado. University of California Memoirs 13:125-254. figs.1-37., pls.12-29.
  6. ^ J.P. O'Gorman, A Small Body Sized Non-Aristonectine Elasmosaurid (Sauropterygia, Plesiosauria) from the Late Cretaceous of Patagonia with Comments on the Relationships of the Patagonian and Antarctic Elasmosaurids, in Ameghiniana, vol. 53, n. 3, 2016, pp. 245–268, DOI:10.5710/AMGH.29.11.2015.2928.
  7. ^ Gregory S. Paul, The Princeton Field Guide to Mesozoic Sea Reptiles, Princeton University Press, 2022, pp. 117–118, ISBN 9780691193809.
  8. ^ National Geiographic "Styxosaurus", su animals.nationalgeographic.com. URL consultato il 21 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2007).
  9. ^ oceansofkansas.com. URL consultato il 21 febbraio 2008.
  10. ^ Williston S. W., North American plesiosaurs: Elasmosaurus, Cimoliasaurus, and Polycotylus, in American Journal of Science, Series 4, vol. 21, n. 123, 1906, pp. 221–236, Bibcode:1906AmJS...21..221W, DOI:10.2475/ajs.s4-21.123.221.
  11. ^ Otero RA. (2016) Taxonomic reassessment of Hydralmosaurus as Styxosaurus: new insights on the elasmosaurid neck evolution throughout the Cretaceous. PeerJ 4:e1777 https://doi.org/10.7717/peerj.1777
  12. ^ R. A. Otero, Taxonomic reassessment of Hydralmosaurus as Styxosaurus: new insights on the elasmosaurid neck evolution throughout the Cretaceous, in PeerJ, vol. 4, 2016, pp. e1777, DOI:10.7717/peerj.1777, PMC 4806632, PMID 27019781.
  13. ^ Cicimurri, D. J. and M. J. Everhart, 2001. An elasmosaur with stomach contents and gastroliths from the Pierre Shale (late Cretaceous) of Kansas. Kansas Acad. Sci. Trans 104(3-4):129-143.
  14. ^ Everhart, M. J. 2000. Gastroliths associated with plesiosaur remains in the Sharon Springs Member of the Pierre Shale (Late Cretaceous), western Kansas. Transactions of the Kansas Academy of Science 103(1-2): 58-69.
  15. ^ Wings, Oliver (2004): Identification, distribution, and function of gastroliths in dinosaurs and extant birds with emphasis on ostriches (Struthio camelus). Ph.D. Thesis, The University of Bonn, Bonn, Germany, 187 pp. URN: urn:nbn:de:hbz:5N-04626 PDF fulltext (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Williston, S. W. 1890a. Structure of the plesiosaurian skull. Science 16(407):290.
  • Williston, S. W. 1890b. A new plesiosaur from the Niobrara Cretaceous of Kansas. Kansas Academy Science, Transactions 7:174-178, with 2 fig.
  • Williston, S. W. 1893. An interesting food habit of the plesiosaurs. Kansas Academy of Science, Transactions 13:121-122, 1 plate.
  • Williston, S. W. 1906. North American Plesiosaurs: Elasmosaurus, Cimoliasaurus, and Polycotylus. American Journal of Science 4(21):221-236.
  • Welles, S. P. and Bump, J. 1949. Alzadasaurus pembertoni, a new elasmosaur from the Upper Cretaceous of South Dakota. Journal of Paleontology 23(5): 521-535.
  • Welles, S. P. 1943. Elasmosaurid plesiosaurs with a description of the new material from California and Colorado. University of California Memoirs 13:125-254. figs.1-37., pls.12-29.
  • Welles, S. P. 1952. A review of the North American Cretaceous elasmosaurs. University of California Publications in Geological Sciences 29:46-144. figs. 1-25.
  • Welles, S. P. 1962. A new species of elasmosaur from the Aptian of Columbia and a review of the Cretaceous plesiosaurs. University of California Press, Berkeley and Los Angeles.
  • Carpenter, K. 1999. Revision of North American elasmosaurs from the Cretaceous of the western interior. Paludicola 2(2):148-173.
  • Everhart, M. J. 2000. Gastroliths associated with plesiosaur remains in the Sharon Springs Member of the Pierre Shale (Late Cretaceous), western Kansas. Kansas Academy of Science, Transactions 103(1-2): 58-69.
  • Cicimurri, D. J. and M. J. Everhart, 2001. An elasmosaur with stomach contents and gastroliths from the Pierre Shale (late Cretaceous) of Kansas. Kansas Acad. Sci. Trans 104(3-4):129-143.
  • Everhart, M. J. 2005a. Oceans of Kansas - A Natural History of the Western Interior Sea. Indiana University Press, 320 pp.
  • Everhart, M. J. 2005b. Elasmosaurid remains from the Pierre Shale (Upper Cretaceous) of western Kansas. Possible missing elements of the type specimen of Elasmosaurus platyurus Cope 1868? PalArch 4(3): 19-32.
  • Everhart, M. J. 2006. The occurrence of elasmosaurids (Reptilia: Plesiosauria) in the Niobrara Chalk of Western Kansas. Paludicola 5(4):170-183.
  • Henderson, J. 2006. Floating point: a computational study of buoyancy, equilibrium, and gastroliths in plesiosaurs. Lethaia 39: 227-244.
  • Sven Sachs; Johan Lindgren; Benjamin P. Kear (2018). "Reassessment of the Styxosaurus snowii (Williston, 1890) holotype specimen and its implications for elasmosaurid plesiosaurian interrelationships". Alcheringa: An Australasian Journal of Palaeontology. 42 (4): 560–574. doi:10.1080/03115518.2018.1508613. S2CID 134569623.

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