Alfredo Codacci Pisanelli

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Alfredo Codacci Pisanelli

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXX, XXI, XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXVI, XXVII
CircoscrizioneTricase poi Lecce poi Puglie
Sito istituzionale

Sottosegretario di Stato al Tesoro
Durata mandato28 dicembre 1904 –
31 marzo 1905

Durata mandato13 febbraio 1906 –
31 maggio 1906

Sottosegretario di Stato all’Agricoltura Industria e Commercio
Durata mandato14 dicembre 1909 –
2 aprile 1910

Dati generali
Partito politicoDestra storica poi Partito Nazionale Fascista
Titolo di studiolaurea

Alfredo Codacci Pisanelli, nato Codacci, cognome modificato per adozione, (Firenze, 7 agosto 1861Roma, 21 febbraio 1929) è stato un giurista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alfredo Codacci Pisanelli nacque da Luigi Codacci, che morì pochi giorni dopo la sua nascita[1], e Bianca Naldini che, nell’aprile 1869, sposò in seconde nozze il celebre giurista e Ministro del Regno d'Italia, Giuseppe Pisanelli, che lo adottò per testamento[2].

Laureatosi in Giurisprudenza nel 1883 a Napoli e specializzatosi l'anno successivo a Berlino[1], nel 1885, appena ventiquattrenne, cominciò la sua carriera universitaria che lo vide docente presso le università di: Camerino, Pavia, Pisa e Roma. Si distinse come intellettuale reazionario, specialmente per la sua opera del 1891, "Il dogma della Sovranità popolare" che egli, per l'appunto, rifiutava[3].

Fu deputato del Regno per otto legislature, dal 1897 al 1929, militando nelle file della Destra storica e aderendo poi al fascismo[4]. Fu Sottosegretario di Stato al Tesoro, una prima volta dal 28 dicembre 1904 al 31 marzo 1905, e poi di nuovo dal 13 febbraio al 31 maggio 1906 e Sottosegretario di Stato all’Agricoltura Industria e Commercio dal 14 dicembre 1909 al 2 aprile 1910[2].

Suo figlio, Giuseppe, è stato deputato e ministro della Repubblica italiana.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • L’Azione popolare, 1887
  • Legge e Regolamento, 1891
  • Il dogma della Sovranità popolare, 1891
  • L’eccesso di potere nel Contenzioso Amministrativo, 1892
  • Scritti di Diritto pubblico, 1900
  • Lezioni di Diritto amministrativo, 1901
  • Lezioni di scienza dell’amministrazione, 1928

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dizionario Biografico Treccani
  2. ^ a b Vittorio Emanuele Orlando, intervento in occasione della morte di Alfredo Codacci Pisanelli, 1929
  3. ^ Egli dunque, si rifiuta risolutamente ad ammettere le dottrine del diritto naturale e del contratto sociale; dimostra l’insussistenza logico giuridica del “dogma” della sovranità popolare che da quelle dottrine derivava; alle quali contrappone, difende ed illustra quel principio dell’unità dello Stato e della sua personalità come fonte della sovranità, che costituì il perno del sistema adottato dalla giovane scuola italiana., V.E. Orlando, op. cit.
  4. ^ Ma l'avanzare del movimento fascista, che in Puglia aveva dato dimostrazione di sé con le violenze squadristiche del febbraio-aprile 1921, aveva scalzato nella vecchia classe politica liberale la fiduciosa convinzione di trovarsi - a maggior ragione nelle lontane province meridionali - in una situazione immutata e immutabile, mentre il "pericolo rosso" l'aveva inesorabilmente spinta verso un accordo con il fascismo. Fu così che nelle elezioni politiche del maggio 1921 il Codacci aderì alla lista del Fascio nazionale per essere eletto nuovamente deputato nel nuovo collegio provinciale di Lecce. L'adesione alla scelta politica di Salandra - a lungo vicino a Mussolini, seppure con qualche perplessità, e da questo corteggiato - fece sì che alle successive elezioni del 1924 lo statista pugliese lo imponesse come candidato nel "listone" accanto all'altro suo seguace di Foggia E. Maury. Il Codacci fu così rieletto nel collegio unico della regione pugliese. Ma nonostante il compromesso raggiunto con il nuovo governo fascista, il ruolo politico del Codacci andò progressivamente tramontando insieme con quello del suo protettore Salandra: utilizzati per l'influenza che ancora esercitavano sull'elettorato della loro regione, gli ultimi esponenti della Destra liberale dovevano però farsi da parte davanti al sempre maggiore potere dei leader fascisti locali. Dizionario Biografico Treccani

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN88636559 · ISNI (EN0000 0000 6180 5815 · SBN SBLV224170 · BAV 495/165678 · WorldCat Identities (ENviaf-88636559