Alessandro Riberi
Alessandro Riberi | |
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Senatore del Regno di Sardegna e del regno d'Italia | |
Durata mandato | 20 ottobre 1849 – 18 novembre 1861 |
Legislatura | dalla III (nomina 10 luglio 1849) all'VIII |
Tipo nomina | Categorie: 18, 20 |
Incarichi parlamentari | |
Commissioni:
Deputazioni:
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Sito istituzionale | |
Deputato del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 8 maggio 1848 – 30 dicembre 1848 |
Legislatura | I |
Collegio | Dronero |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in chirurgia Laurea in medicina |
Professione | Docente universitario |
Alessandro Riberi (Stroppo, 24 aprile 1794 – Cuneo, 18 novembre 1861) è stato un medico e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Alessandro Riberi, appartenente ad una famiglia agiata, nacque il 24 aprile 1794 a Stroppo. Laureatosi in Chirurgia presso l'Università degli Studi di Torino nel 1815 e in Medicina presso l'Università degli Studi di Genova nel 1817, nel 1820 divenne Assistente nella Clinica Operativa dell'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e già nel 1822 fu nominato Chirurgo assistente e Incisore anatomico dello stesso ospedale. Nello stesso anno venne nominato dal Re Carlo Felice Chirurgo Maggiore della 4ª Compagnia delle Guardie del Corpo del Re. Professore Sostituto di Chirurgia dell'Università nel 1825 e, l'anno successivo, Professore di Chirurgia operativa e di Ostetricia, fondò il Laboratorio di Anatomia e Chirurgia (tuttora esistente e a lui intitolato) per la ricerca scientifica e per la formazione degli studenti.
Divenuto Re di Sardegna nel 1831 Carlo Alberto, riconobbe i meriti del medico Riberi nominandolo Chirurgo della Casa Reale e della Sua Persona e il 20 giugno 1842 Chirurgo della Real Persona e dei suoi Familiari, del Duca e della Duchessa di Genova. Nominato Presidente del Consiglio Superiore Militare di Sanità il 16 luglio 1843, «fece approvare una legge che prescriveva che ogni medico militare dovesse essere medico-chirurgo, obbligando i già laureati a prendere la seconda laurea mancante»[1], fondendo così i due corsi di laurea e fondò il Giornale di medicina militare.
Presidente della Società medico-chirurgica di Torino nel 1845, la trasformò con altri suoi colleghi in Accademia di Medicina con Regio Biglietto del 24 febbraio 1846, sul modello dell'Accademia delle Scienze, di cui era Socio residente dal 23 gennaio 1842, ma rigorosamente specializzata nelle materie mediche. Introdusse negli ospedali l'uso dell'anestesia e spesso praticò l'agopuntura «sia per interventi chirurgici di vario genere sia per dare sollievo in diverse manifestazioni dolorose»[2].
Nel 1848 fu eletto deputato nel Collegio di Dronero, l'anno successivo, il 10 luglio entrò in Senato. Fu Consigliere del Re dal 1848, Membro, prima Straordinario dal 1850 e poi Ordinario dal 1856 al 1861, del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione di cui divenne Vice Presidente.
Nel giugno 1849 andò a Porto per curare l'amico Carlo Alberto che, ormai moribondo, rinnovò la stima reciproca esclamando
«quanto è grande o Riberi, l'arte medica; essa non è solo l'esercizio di un'arte benefica, ma è il più sublime grado di virtù, una continua prova della più soave amicizia!»
e infine, riferendosi all'Italia, gli sussurrò:
«si conseguirà un giorno quello che io ho tentato[3].»
Fu anche Membro straordinario del Consiglio superiore di sanità, Membro del Consiglio direttivo delle cliniche universitarie nell'Ospedale Maggiore di S. Giovanni Battista, dell'Amministrazione dell'Opera di maternità e dell'Ospizio generale di carità di Torino. Inoltre fu Socio corrispondente dell'Accademia di Medicina di Francia, dell'Accademia Imperiale Medico-Chirurgica di S. Pietroborgo, dell'Accademia Fisico-Medico-Statistica di Milano, della Società Accademica di Medicina di Marsiglia, delle Società Mediche di Barcellona, di Lisbona, Consigliere del Magistrato del protomedicato e Preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino.
Fu abile chirurgo, i suoi allievi
«potevano non ammirare nelle sue grandi operazioni la sicurezza sapiente, la pacatezza inalterabile, la regolarità calcolata, la previsione mai difettante, il riparo pronto»
era nei consulti privati
«per lo più cortesissimo, istruttivo, indagatore paziente, minuto, assoggettante, né mai difettante di nuove indicazioni e di nuovi mezzi curativi»[4].»
Nel giugno 1861 cercò inutilmente di curare Camillo Benso di Cavour.
Visse celibe ed a chi gli chiedeva il motivo della scelta, rispondeva di non aver tempo per pensarci.
Di animo nobile e gentile, fu generoso con tutti, in vita e in morte. Negli ultimi anni della sua vita iniziò a proprie spese un Museo patologico nell'Ospedale di San Giovanni, nel quale fu Chirurgo ordinario per trentacinque anni. Rinunziò sempre al suo stipendio per qualche acquisto o miglioramento dell'Ospedale.
Fondò un premio di lire mille per un concorso di medicina-chirurgica per i medici militari e una borsa di studio di lire seicento. Redigendo il testamento, lasciò un milione di lire a suo nipote e una serie di donazioni per varie opere, concorsi e premi tra cui uno ogni triennio per sette volte di Lire 20 000 all'accademia medico-chirurgica che contribuì a formarla.
Colpito da "entero-peritonite acuta" morì il 18 novembre 1861. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze sabaude
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mario Umberto Dianzani, Excursus sulla storia della Facoltà di Medicina, Biblioteca Centralizzata di Medicina e Chirurgia - Polo biologico. (Sito Università Degli studi di Torino Archiviato il 25 luglio 2014 in Internet Archive.)
- ^ Bruno P. Pieroni, Sanita: nuovo potere, Fatti e personaggi degli ultimi 30 anni raccontati da un inviato nel mondo della salute, Milano, Springer-Verlag, 2004, p. 77. (on line).
- ^ Atti della reale accademia di Medicina di Torino, vol. V, Torino, Tipografia C. Favale e Compagnia, 1869, pp. 218-220. (on line).
- ^ Gazzetta medica italiana. Province Sarde, anno XII, serie II, vol. XI, Torino, Tipografia di Gaetano Biancardi, 1861, p. 380. (on line).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Umberto Dianzani, Alessandro Riberi: un mito nella medicina torinese dell’800, Torino, 2007.
- Silvano Montaldo, Un medico riformatore e innovatore: Alessandro Riberi, su L'Ospedale militare. Una risorsa per Torino, iris.unito.it, Centro Congressi Torino Incontra, 2006, pp. 75-132. URL consultato il 6 giugno 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Alessandro Riberi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alessandro Riberi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pierangelo Gentile, RIBERI, Alessandro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 87, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
- Alessandro Riberi, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Alessandro Riberi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- RIBERI Alessandro, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
- Giornale di Medicina Militare, su difesa.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 12709700 · ISNI (EN) 0000 0000 6140 2792 · SBN TO0V308435 · BAV 495/241364 · CERL cnp00999478 · GND (DE) 103120793 |
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