Alepisauridae

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Alepisauridi
Alepisaurus ferox
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Aulopiformes
Famiglia Alepisauridae
Genere Alepisaurus
Alepisaurus ferox

La famiglia Alepisauridae comprende 2 specie di pesci abissali, appartenenti all'ordine Aulopiformes. Comprende il solo genere Alepisaurus.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questi pesci sono diffusi negli abissi dell'Atlantico e del Pacifico. Si ritrovano anche nelle acque profonde del Giappone, Portogallo e Madera. Alepisaurus ferox è stato segnalato anche nel mar Mediterraneo in acque italiane.

Fanno vita batipelagica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo è molto allungato e sottile, non appiattito lateralmente ma a sezione più o meno circolare. Bocca ed occhi grandi. I denti sono sottili e molto lunghi. La pinna dorsale è lunga e molto alta. La pinna anale è piccola; le pinne ventrali sono inserite molto indietro (all'incirca a metà della pinna dorsale). La pinna caudale è biloba. Le scaglie, i fotofori e la vescica natatoria sono assenti.

Il colore di questi pesci quando sono vivi è biancastro madreperlaceo sul ventre e più scuro sul dorso con pinne molto scure o nere.

Sono pesci di grandi dimensioni, fino a 2 metri di lunghezza.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Poco nota. Effettuano migrazioni oceaniche anche su lunghissime distanze.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Sono ovipari ed ermafroditi. Uova e larve sono pelagiche.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di cefalopodi, crostacei, salpe e pesci.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della famiglia deriva dalle parole greche a, senza + lepis, scaglie + sauros, lucertola e significa lucertola senza scaglie, certamente dovuto all'aspetto da rettile delle due specie.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Si catturano molto raramente con reti a strascico o palamiti.

Le carni sono commestibili ma flaccide e di scarsissimo valore, inoltre l'aspetto inquietante non favorisce il consumo di questi pesci.

Specie[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975 p. 204
  • "Alepisauridae" FishBase. Ed. Ranier Froese and Daniel Pauly. February 2006 version. N.p.: FishBase, 2006.
  • T. Kubota & T. Uyeno (1978). "On some meristic characters of lancetfish, Alepisaurus, collected from Suruga Bay, Japan". Journal of Faculty of Marine Science and Technology, Tokai University 11: 63–69.
  • A. S. Jensen (1948). "Contributions to the ichthyofauna of Greenland". Spolia Zool. Mus. Havn. Shriff Univ. Zool. Mus. Københaven 9: 1–182.
  • Alepisaurus ferox (TSN 162527) Integrated Taxonomic Information System. Accessed on 19 March 2006.
  • "Alepisaurus ferox" FishBase. Ed. Ranier Froese and Daniel Pauly. February 2006 version. N.p.: FishBase, 2006.
  • "Alepisaurus brevirostris" FishBase. Ed. Ranier Froese and Daniel Pauly. February 2006 version. N.p.: FishBase, 2006.
  • Scholz, Tomáš; Euzet, Louis & Moravec, František (1998): Taxonomic status of Pelichnibothrium speciosum Monticelli, 1889 (Cestoda: Tetraphyllidea), a mysterious parasite of Alepisaurus ferox Lowe (Teleostei: Alepisauridae) and Prionace glauca (L.) (Euselachii: Carcharinidae). Systematic Parasitology 41(1): 1–8. DOI10.1023/A:1006091102174 (HTML abstract)

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