Aldo Gentilini

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Aldo Gentilini (Genova, 7 febbraio 1911Volpeglino, 10 agosto 1982) è stato un pittore e scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Genova il 7 febbraio 1911, si stabilì con la famiglia a Courmayeur, dove possedevano un albergo, trascorrendovi la giovinezza. Ritiratosi per tre anni ha vissuto in isolamento in un monastero a Pietrasanta sotto la guida di don Luigi Orione.[1] Estimatore di Francesco d'Assisi, praticava l'ascetismo.[2] All'inizio degli anni sessanta Gentilini si ritirò a Volpeglino, dove rimase fino alla morte avvenuta il 10 agosto 1982.[1]

Ha esposto in numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero; si ricordano le mostre alla Galleria San Matteo di Genova (1953), al Palazzetto Venezia a Roma (1959), al Museo San Fedele di Milano (1958, 1967).[3] Nel 1973 espone in antologia al chiostro del Monastero di Pietrasanta, nel 1975 al Museo della scienza di Milano[4] e nel 1976 a Lugano.[3]

Tra le sue opere maggiori, spesso a tematica sacra, si ricordano i dipinti a olio delle Madonne, d'ispirazione cubista,[4] oppure sculture in legno quali il ciclo dei Totem o i Mulini ad acqua.[3]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Arte Moderna - Arte Contemporanea - Arte '900, Aldo Gentilini, Torino, S.E.N. Edizioni Artistiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Antologica di Aldo Gentilini, aspettando il museo, Novi Online, 12 luglio 2015. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  2. ^ In cerca di Dio - Con sculture e macchine simboliche Aldo Gentilini attua la mistica dottrina del "ranismo", su patrimonio.archivioluce.com, 18 novembre 1954. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  3. ^ a b c GENTILINI, Aldo, su treccani.it. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  4. ^ a b Milano. Le Madonne di Aldo Gentilini al Museo della scienza, su patrimonio.archivioluce.com, 1975. URL consultato il 20 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Dizionario degli artisti italiani del XX secolo, vol. 1, G. Bolaffi, 1979, p. 161.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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