Alaa Abd el-Fattah

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ʿAlāʾ ʿAbd al-Fattāḥ

ʿAlāʾ ʿAbd al-Fattāḥ (in arabo علاء أحمد سيف الإسلام عبدالفتاح?; 18 novembre 1981) è un attivista e informatico egiziano.

È un popolare blogger, sviluppatore di software e attivista per la democrazia.

È diventato famoso per aver fondato, insieme alla moglie Manal, l'aggregatore egiziano di blog Manalaa, che ha vinto nel 2005 il premio Weblog Awards di Reporter senza frontiere.[1][2]

Ha scritto articoli di opinione per Mada Masr,[3] per al-Shorouk,[4] e anche per il Guardian.[5][6]

Contesto familiare[modifica | modifica wikitesto]

Entrambi i genitori erano attivisti di sinistra già durante il regime di al-Sadat.[7] Suo padre, Ahmad Seyf, fu incarcerato e torturato nel 1983 dal regime di Mubarak; in carcere poté studiare legge, diventare avvocato e fondare nel 1999 il Hesham Mubarak Law Centre.[8] Nel corso della carriera di avvocato seguì diversi casi di interesse nazionale come ad esempio gli omosessuali della Queen Boat nel 2001, e gli scioperi di El-Mahalla nel 2008.[9] Sua madre, la prof. Layla Suʿeyd, è docente di matematica presso l'università del Cairo ed ha preso parte all'organizzazione di molte manifestazioni di piazza contro Mubarak.[10][11][12]

Attivismo politico[modifica | modifica wikitesto]

Primo arresto[modifica | modifica wikitesto]

Domenica 7 maggio 2006 el-Fattah è stato arrestato durante una protesta pacifica a favore di una magistratura egiziana indipendente.[2] In solidarietà ad el-Fattah in seguito a questo arresto, avvenuto insieme a quello di numerosi altri blogger e attivisti per la democrazia, si è espresso Human Rights Watch.[13] Tra le principali iniziative volte a chiedere la sua liberazione è da segnalare la creazione del blog Free Alaa, espressamente dedicato alla causa di el-Fattah.[14] È stato liberato il 20 giugno 2006 dopo aver trascorso 45 giorni in prigione.[15]

Periodo sudafricano e primavera araba[modifica | modifica wikitesto]

El-Fattah in Piazza Tahrir.

A seguito della detenzione, el-Fattah emigrò con la moglie in Sudafrica, dove lavorarono entrambi come programmatori.[16] Quando scoppiò la primavera araba, tornarono in Egitto per partecipare alle manifestazioni, di cui el-Fattah divenne uno dei volti più noti.[17]

La conoscenza della storia sudafricana, e in particolare la redazione della Carta della Libertà da parte dei movimenti anti-apartheid nel 1955,[18] ispirò la campagna Let's write our Constitution ("Scriviamo la nostra Costituzione") promossa tra gli altri da el-Fattah[19] nel giugno 2011.[20]

Massacro del Maspero e secondo arresto[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 ottobre 2011 prese parte ad una manifestazione al Cairo organizzata dalla comunità copta[21] per protestare contro la demolizione di due chiese e di alcune decine di abitazioni nella provincia di Aswan.[22] Gli eventi di quella manifestazione divennero tragicamente noti con il nome di massacro di Maspero,[23] in quanto 24 manifestanti rimasero uccisi schiacciati dai mezzi blindati dell'esercito e sotto i colpi di armi da fuoco, e più di trecento rimasero feriti.[24] El-Fattah, secondo la sua stessa testimonianza, giunse sul luogo quando gli scontri erano già iniziati e prestò soccorso ai feriti, trasportandoli all'ospedale copto; successivamente, all'obitorio, si spese affinché venissero svolte le autopsie sui deceduti.[25][26] Nei giorni successivi al massacro, el-Fattah fu fra quelli che denunciarono che l'esercito era responsabile delle violenze.[26][27][28] Al contrario, il procuratore del tribunale militare ha disposto l'arresto di el-Fattah con le accuse di aver incitato alla violenza contro l'esercito,[27] aver rubato una pistola ad un militare, aver danneggiato oggetti di proprietà delle Forze armate ed aver attaccato il personale militare.[29]

Fu quindi arrestato il 30 ottobre 2011[30] e sottoposto alle udienze dinanzi al tribunale militare. Egli dichiarò di non riconoscere la legittimità del procedimento militare e chiese di essere giudicato da un tribunale civile.[27] Dopo qualche settimana di pressioni da parte dei movimenti egiziani contrari ai processi militari per i civili, il suo caso venne trasferito ad un tribunale civile (High State Security Prosecutor).[31][32] Venne rilasciato il 25 dicembre 2011.[31] Il Parlamento europeo accolse con favore la scarcerazione ma ribadì che né lui né altri blogger, giornalisti o attivisti per i diritti umani avrebbero mai dovuto subire processi penali militari.[33]

Nomination al Premio Sakharov[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2014 il Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo ha promosso la sua candidatura per il Premio Sakharov. La candidatura è stata subito contestata da alcuni commentatori, che hanno accusato El Fattah di esprimere una violenta retorica contro Israele, sulla base di alcuni tweet dell'attivista;[34][35][36] questo ha portato al ritiro della candidatura da parte degli stessi europarlamentari che l'avevano proposta.[37]

Durante il regime di al-Sisi[modifica | modifica wikitesto]

Nel giugno 2014 venne condannato a quindici anni di carcere per aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata, nel novembre 2013, all'esterno del parlamento egiziano. Il processo venne poi ripetuto perché era stato celebrato in assenza dell'imputato,[38] e la nuova sentenza, giunta il 23 febbraio 2015, fu ridotta a cinque anni di reclusione.[39][40] Fu rilasciato il 29 marzo 2019,[41] ma con la misura cautelare di trascorrere le notti, dalle sei di sera alle sei di mattina,[42] in una stazione di polizia per i successivi cinque anni.[43]

Nel settembre 2019 ci sono state alcune pacifiche manifestazioni di protesta in alcune città egiziane, a seguito delle dichiarazioni di un imprenditore egiziano in esilio in Europa, che avrebbe rivelato alcuni casi di corruzione da parte del regime egiziano.[44] Ne è seguita una stretta repressiva[45] con 4 300 arresti,[46] in parte per le strade e in parte con arresti mirati. In particolare Abd el-Fattah è stato arrestato il 29 settembre, e secondo la sua famiglia è stato bendato, spogliato, picchiato e derubato, e in seguito minacciato affinché non rivelasse gli abusi, che però lui ha denunciato al magistrato.[47] Il Parlamento europeo, con la risoluzione del 24 ottobre 2019, ha richiesto il rilascio immediato e incondizionato Abd el-Fattah e di altri attivisti come Ezzat Ghoniem e Ibrahim Metwaly, che sarebbero «detenuti solamente per aver difeso legittimamente e pacificamente i diritti umani».[48]

Il 19 novembre 2020 la Corte Penale del Cairo ha iscritto el-Fattah nell'elenco nazionale dei terroristi.[49][50] La decisione è stata confermata dalla Corte di Cassazione il 18 novembre 2021.[51]

Nell'aprile 2022 ha ottenuto la cittadinanza britannica, assieme alle sue sorelle, grazie al fatto che la madre nacque a Londra.[52] Il 2 aprile 2022 ha iniziato uno sciopero della fame parziale.[53] Dopo oltre 200 giorni, il 1º novembre ha comunicato che sarebbe passato allo sciopero della fame totale e che dal 6 novembre, giorno di apertura della COP27 a Sharm el-Sheikh, avrebbe iniziato lo sciopero della sete.[54] Il 23 novembre 67 parlamentari ed europarlamentari francesi hanno firmato un appello in cui chiedono che il governo francese e gli altri governi europei intervengano per il suo rilascio.[55] Il 24 novembre 2022 una nuova risoluzione del Parlamento europeo deplorava la repressione contro i dissidenti pacifici in Egitto, denunciava la carcerazione di decine di migliaia di prigionieri di coscienza, chiedeva il rilascio immediato di alcuni attivisti tra cui el-Fattah, Ezzat Ghoniem e Ibrahim Metwaly e invitava a revocare il divieto di viaggio a Patrick Zaki.[56]

Vita privata e professionale[modifica | modifica wikitesto]

Mentre era detenuto nel dicembre 2011, è nato suo figlio Khāled,[57] al quale ha voluto dare lo stesso nome di Khāled Muhammad Saʿīd, un ragazzo ucciso dalla polizia che è diventato un simbolo delle proteste del 2011 che poi hanno scatenato la rivoluzione.[32]

Si è dedicato attivamente allo sviluppo di versioni in lingua araba di importanti applicazioni e piattaforme software.[58]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Alaa Abd el-Fattah, Non siete stati ancora sconfitti, traduzione di Monica Ruocco, Torino, Hopefulmonster, 2021, ISBN 978-8877572882.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Deutsche Welle Weblog Awards: Egyptian Weblog wins Special Award from Reporters Without Borders, su Reporters without borders, 14 novembre 2005. URL consultato il 24 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2021).
  2. ^ a b Egitto, liberato il blogger simbolo della rivoluzione anti Mubarak, in Rai News, 15 settembre 2014. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  3. ^ (EN) ALAA ABD EL FATTAH, su Mada Masr.
  4. ^ (AR) أحدث مقالات علاء عبد الفتاح [Gli ultimi articoli di Alaa Abd El Fattah], su al-Shorouk news.
  5. ^ (EN) Alaa Abd El Fatah, After Tunisia: Alaa Abd El Fatah on Egypt, su the Guardian, 28 gennaio 2011. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  6. ^ (EN) ‘I was terribly wrong’ - writers look back at the Arab spring five years on, su the Guardian, 23 gennaio 2016. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  7. ^ (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, A family nurtured in rebellion, su Los Angeles Times, 13 febbraio 2011. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  8. ^ (EN) Ahmed Seif, Who Was Tortured in Egypt and Became Rights Defender, Dies at 63, in The New York Times, 29 agosto 2014. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  9. ^ (EN) Ahmad Seif el-Islam Hamad: Egypt loses a tireless champion of human rights, su Amnesty International, 29 agosto 2014. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  10. ^ EGITTO. L'icona della rivoluzione torna a casa, rilasciato (a metà) Alaa Abdel Fattah, in Near East News Agency (Nena News), 30 marzo 2019.
  11. ^ Letizia Tortello, Laila Soueif: “Mio figlio picchiato nelle carceri di Al Sisi, aiuterò i Regeni per la verità su Giulio”, in La Stampa, 27 dicembre 2021.
  12. ^ (EN) For Egyptian online warrior, father's torture fueled activism, su CNN. URL consultato il 1º gennaio 2022.
  13. ^ (EN) Cairo clamps down on dissent, in The Guardian, 8 maggio 2006. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  14. ^ (EN) Protest imprisonment of 100+ Egyptian free speech activists!, su Association for Progressive Communications, 9 maggio 2006.
  15. ^ (EN) Egypt releases blogger jailed for 45 days after 'insulting' President, in The Independent, 21 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2011).
  16. ^ Philip Di Salvo, Non siete ancora stati sconfitti, il libro che racconta il decennio dalla Primavera araba, in Wired, 26 dicembre 2021. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  17. ^ (EN) Icons of Egypt's 2011 revolution: Where are they now?, in Deutsche Welle, 24 gennaio 2021. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  18. ^ (AR) مَنْ يگتب الدستور؟ - علاء عبد الفتاح - بوابة الشروق [Chi scriverà la Costituzione?], in al-Shorouk, 10 giugno 2011. URL consultato il 2 gennaio 2022.
  19. ^ (EN) Initiative invites Egyptians to write new constitution, in Daily News Egypt, 29 giugno 2011.
  20. ^ (EN) Our common ground: a salute to the Young Global Collective, su openDemocracy. URL consultato il 2 gennaio 2022.
  21. ^ IL CAIRO. Massacro di copti, tribunale egiziano archivia il caso, in Avvenire, 28 aprile 2012. URL consultato il 25 dicembre 2021.
  22. ^ Egitto nel caos, a un anno dal massacro dei copti a Maspero, in AsiaNews, 18 ottobre 2012. URL consultato il 25 dicembre 2021.
  23. ^ dal nome del palazzo del Maspero e del quartiere Maspero del Cairo, dove hanno avuto luogo parte degli scontri.
  24. ^ (EN) Maspero survivors finally testify: army shot at unarmed demonstrators without provocation, in Al-Ahram Weekly, 13 ottobre 2011. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  25. ^ (EN) Egyptian Military Detains Prominent Activist, in Pulitzer Center, 31 ottobre 2011. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2021).
  26. ^ a b (EN) Issandr El Amrani, In Translation: Alaa Abdel Fattah on Meena Daniel, su arabist.net, 28 ottobre 2011. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  27. ^ a b c (EN) Egyptian revolutionary Alaa Abd El Fattah arrested by junta, in The Guardian, 31 ottobre 2011. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  28. ^ (AR) Alaa Abd El Fattah, مع الشهداء ذلك أفضل جدًا, in Al-Shorouk, 21 ottobre 2011.
  29. ^ (EN) The face of protest, in Al-Ahram Weekly, 17 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2011).
  30. ^ Petizione per liberare Alaa, su accessnow.org (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2012).
  31. ^ a b (EN) Prominent activist and blogger @Alaa released from prison, in Al-Ahram, 25 dicembre 2011. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  32. ^ a b (EN) Robert Mackey, Egypt Drops Some Charges Against Blogger, in The New York Times, 13 dicembre 2011. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  33. ^ Parlamento europeo, 2012
  34. ^ L'eroe della lista Tsipras è un blogger arabo che incita a uccidere ebrei, in il Giornale, 30 settembre 2014. URL consultato il 18 aprile 2022.
  35. ^ (EN) A Dissident for Hate - A nominee for the Sakharov Prize has called for violence against Israeli civilians., in The Wall Street Journal, 30 settembre 2014. URL consultato il 18 aprile 2022.
  36. ^ Candidato al Premio Sacharov 2014 chiede l’assassinio degli israeliani, su Comunità ebraica di Milano, 29 settembre 2014. URL consultato il 18 aprile 2022.
  37. ^ (EN) Alaa Abd el-Fattah, On the Sakharov Prize, in Mada Masr, 7 ottobre 2014. URL consultato il 18 aprile 2022.
  38. ^ Chi è Alaa Abdel Fattah, il blogger egiziano condannato a cinque anni di carcere, in Internazionale, 23 febbraio 2015. URL consultato il 9 novembre 2022.
  39. ^ La condanna di El-Fattah e il pugno duro di Al-Sisi, in Panorama, 23 febbraio 2015. URL consultato il 9 novembre 2022.
  40. ^ (EN) Alaa Abdel Fattah: Egypt jails activist-blogger for five years, in BBC News, 23 febbraio 2015. URL consultato il 9 novembre 2022.
  41. ^ (EN) Egyptian pro-democracy activist free after 5 years in prison, in the Hindu, 29 marzo 2022. URL consultato l'11 novembre 2022.
  42. ^ (EN) Abd el-Fattah will stay in prison ‘as long as Sisi is in power’, in Al-Jazeera. URL consultato l'11 novembre 2022.
  43. ^ el-Fattah, p.195.
  44. ^ Egitto, protesta in piazza Tahrir contro il presidente Sisi: almeno 150 arresti, in la Repubblica. URL consultato il 13 novembre 2022.
  45. ^ (EN) Egyptian activist Alaa Abdel Fattah disappeared from police station, says family, in Middle East Eye, 29 settembre 2019. URL consultato il 13 novembre 2022.
  46. ^ Parlamento europeo, 2019, p.4 (punto A).
  47. ^ el-Fattah, p.244.
  48. ^ Parlamento europeo, 2019, p.5 (punto 3).
  49. ^ (EN) Head of Egyptian rights group held in solitary confinement - lawyers, in Reuters, 23 novembre 2020. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  50. ^ (EN) Kati Piri e Pierfrancesco Majorino, Motion for a resolution on The deteriorating situation of human rights in Egypt, in particular the case of the activists of the Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR) (PDF), su Parlamento europeo, 15 dicembre 2020. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  51. ^ (EN) Egyptian court includes Abdel Moneim Aboul Fotouh and Alaa Abdel Fattah on terrorist lists, in Egypt Independent, 19 novembre 2021. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  52. ^ (EN) Egyptian activist gains UK citizenship while serving jail sentence, in the Guardian, 11 aprile 2022. URL consultato il 9 novembre 2022.
  53. ^ (EN) Britain must end its silence on Egyptian hunger striker Alaa Abd El Fattah, family demand, in the Guardian, 5 giugno 2022. URL consultato il 6 novembre 2022.
  54. ^ In sciopero della fame da oltre 200 giorni: Alaa rischia di morire in una prigione egiziana, su Amnesty International - Sezione Italiana, 3 novembre 2022. URL consultato il 6 novembre 2022.
  55. ^ 67 European parliamentarians, calling for the immediate release of Alaa Abd el-Fattah, su Cairo Institute for Human Rights Studies, )23 novembre 2022. URL consultato il 15 maggio 2023.
  56. ^ Parlamento europeo, 2022.
  57. ^ el-Fattah, pp.43-49.
  58. ^ (EN) ARABIZATION - IT'S HARDER THAN JUST RIGHT TO LEFT, su worldchanging.com, 21 dicembre 2004 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2006).

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