al-Fātiḥa

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Al-Fātiḥa (in arabo in arabo الفاتحة?, in italiano l'Aprente) è la prima sūra del Corano.

Per i musulmani, racchiude l'essenza del loro Libro; è usata come preghiera (l'unica sura indispensabile per la ṣalāt) e come formula rituale per sottolineare la pietas islamica di chi la recita. In talune cerimonie, specie nella stipula di contratti (quali il matrimonio) che implicano l'assunzione di diritti e doveri, la recitazione della Fatiha costituisce il momento fondamentale.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

  1. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso: Formula introduttiva
  2. La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi: La sura si apre con la lode e la gratitudine a Allah, il Creatore e il Sostentatore dell'intero universo. Questa apertura sottolinea l'importanza di riconoscere la grandezza di Dio e di esprimere gratitudine nei confronti del Creatore.
  3. Il Compassionevole, il Misericordioso: Vengono menzionati due degli attributi principali di Allah, la Misericordia e la Compassione. Questi attributi evidenziano la natura amorevole di Dio e stabiliscono un tono di speranza e fiducia nella relazione tra l'individuo e il Creatore.
  4. Re del Giorno del Giudizio: Sovrano del Giorno del Giudizio (Maliki Yaumid-Din): Questo versetto richiama l'attenzione sulla realtà del Giorno del Giudizio, sottolineando che Allah è il Sovrano di quel giorno in cui ognuno sarà chiamato a rendere conto delle proprie azioni.
  5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto: Gli esseri umani riconoscono la loro sottomissione a Dio e dichiarano apertamente che Lui solo è degno di adorazione. Chiedono anche il Suo aiuto, sottolineando la dipendenza assoluta da Allah.
  6. Guidaci sulla retta via: Si chiede la guida divina sulla retta via, il sentiero della verità e della giustizia. Questa è una preghiera fondamentale per la guida spirituale e morale.
  7. La via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati: Si fa riferimento ai profeti, agli uomini giusti e coloro che hanno ricevuto la grazia di Allah. Gli adoratori pregano di seguire il sentiero di coloro che sono stati benedetti e guidati da Allah. Si chiede di essere preservati dalla via di coloro che hanno guadagnato l'ira di Dio a causa della loro disobbedienza, e da coloro che sono andati fuori strada a causa della loro stessa negligenza.

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Per molti versi anomala – per la sua brevità – rispetto alle altre sure del Corano (collocate invece in ordine di lunghezza decrescente), questa sua peculiarità è messa in luce dal trovarsi al principio del Libro.

Inoltre, se le altre sure sono espressione della parola di Dio (sicché è Allah a rivolgersi direttamente a Muhammad, usando in genere la terza persona per gli altri uomini; spesso con la formula imperativa di' [loro]), la Fātiḥa si presenta sotto la forma di una preghiera rivolta a Dio dagli uomini [1].

Si noti che la formula d'apertura «Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso», detta basmala, assurge nel primo versetto (āya) a pieno titolo (è quindi computata nel numero dei suoi āyāt); pronunciata all'inizio delle restanti sure (eccetto la IX), la basmala comunque non rientra fra i versetti veri e propri.

Riguardo al contenuto, molti sono i punti ad aver suscitato dubbi interpretativi: in particolare, l'identificazione delle categorie cui si allude al v. 7 («coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira» e «gli sviati»). In ogni modo, le esegesi tradizionali vogliono che nei primi siano indicati gli israeliti e nei secondi i cristiani [2].

In chiusura, un'osservazione circa la aṣ-ṣirāṭ al-mustaqīm [الصراط المستقيم] (accennata in questa sura): l'interpretazione più immediata è 'la retta via', con evidente significato spirituale. Eppure, almeno in chiave escatologica, a questo elemento risponderebbe qualcosa di reale: una sorta di immenso ponte, arcuato e sottile come il filo di una spada, che i defunti dovranno attraversare per giungere al Paradiso. Se i beati non troveranno difficoltà nell'impresa (per essi sarà una vera e propria 'strada'), i malvagi non riusciranno a oltrepassarlo e precipiteranno nell'Inferno [3].

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Arabo[modifica | modifica wikitesto]

  1. بِسْمِ اللّهِ الرَّحْمـَنِ الرَّحِيمِ
  2. الْحَمْدُ للّهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
  3. الرَّحْمـنِ الرَّحِيمِ
  4. مَـالِكِ يَوْمِ الدِّينِ
  5. إِيَّاك نَعْبُدُ وإِيَّاكَ نَسْتَعِينُ
  6. اهدِنَــــا الصِّرَاطَ المُستَقِيمَ
  7. صِرَاطَ الَّذِينَ أَنعَمتَ عَلَيهِمْ غَيرِ المَغضُوبِ عَلَيهِمْ وَلاَ الضَّالِّينَ

Traslitterazione[modifica | modifica wikitesto]

La sura al-Fātiḥa, recitata dopo la formula d'apertura con cui si cerca rifugio dal male: aʿūdhu bi-llāh min al-shayṭān al-rajīm ('Mi rifugio in Allāh dal diavolo, il lapidato').
  1. bismi llāhi ṛ-ṛaḥmāni ṛ-ṛaḥĩm ͥ
  2. ͣl-ḥamdu li-llāhi ṛabbi l-ɛālamĩn ͣ
  3. ͣṛ-ṛaḥmāni ṛ-ṛaḥĩm ͥ
  4. māliki yawmi d-dĩn ͥ
  5. 'iyyāka naɛbudu wa 'iyyāka nastaɛĩn ͧ
  6. 'ihdinaͣ ṣ-ṣiṛāṭa l-mustaqĩm ͣ
  7. ṣiṛāṭa l-laḏīna 'anɛamta ɛalayhim ġayri l-maġḍūbi ɛalayhim wa-la ḍ-ḍãllĩn ͣ .[4]

Italiano[modifica | modifica wikitesto]

  1. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
  2. La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi
  3. Il Compassionevole, il Misericordioso,
  4. Re del Giorno del Giudizio.
  5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
  6. Guidaci sulla retta via,
  7. La via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati [5].

Si usa dire 'āmīn [6] ("Amen") al termine della sua recitazione nella preghiera collettiva del venerdì, e nelle cinque preghiere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In quanto preghiera fornita ai fedeli dalla stessa divinità, in tal senso è comparabile al Padre Nostro dei cristiani [tra gli altri, cfr. Winkler 1928]
  2. ^ Cfr. al-Banna 1976: 46 «al-maghdūb ʿalay-him hum al-yahūd [...] al-dāllūn hum al-naṣāra»
  3. ^ Sull'evoluzione di questa concezione, cfr. Stricker 1993.
  4. ^ Trascrizione fonetica: Dott. Diab Haitali, Dottore di Ricerca in Culture, Civiltà e Società dell'Asia e dell'Africa, Specializzato in Lingua e Dialettologia Araba – Universita' di Roma "La Sapienza"
  5. ^ Fonte: http://www.corano.it/; traduzione di Roberto Hamza Piccardo.
  6. ^ La parola 'āmīn non è scritta nel Corano.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H. Winkler, "Fātiḥa und Vaterunser", Zeitschrift für Semitistik und verwandte Gebiete vol. 6 (1928), pp. 238-246
  • Hasan al-Banna, Tafsīr Fātiḥat al-Kitāb, Tunisi, Maṭbaʿa al-shahsī, 1396 H./1976
  • B.H. Stricker, "Ṣirāṭ al-Mustaqīm", in A la croisée des études libyco-berbères. Mélanges offerts à Paulette et Lionel Galand, Parigi, Paul Geuthner, 1993, pp. 419-428
  • Alberto Ventura, al-Fātiḥa - l'Aprente, Genova, Marietti, 1991

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