al-Fātiḥa

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Al-Fātiḥa (in arabo: الفاتحة‎ «l'Aprente») è la prima sūra del Corano.

Per i musulmani, racchiude l'essenza del loro Libro; è usata come preghiera (l'unica sura indispensabile per la ṣalāt) e come formula rituale per sottolineare la pietas islamica di chi la recita.

In talune cerimonie, specie nella stipula di contratti (quali il matrimonio) che implicano l'assunzione di diritti e doveri, la recitazione della Fatiha costituisce il momento fondamentale.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Per molti versi anomala – per la sua brevità – rispetto alle altre sure del Corano (collocate invece in ordine di lunghezza decrescente), questa sua peculiarità è messa in luce dal trovarsi al principio del Libro.

Inoltre, se le altre sure sono espressione della parola di Dio (sicché è Allah a rivolgersi direttamente a Muhammad, usando in genere la terza persona per gli altri uomini; spesso con la formula imperativa di' [loro]), la Fātiḥa si presenta sotto la forma di una preghiera rivolta a Dio dagli uomini [1].

Si noti che la formula d'apertura «Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso», detta basmala, assurge nel primo versetto (āya) a pieno titolo (è quindi computata nel numero dei suoi āyāt); pronunciata all'inizio delle restanti sure (eccetto la IX), la basmala comunque non rientra fra i versetti veri e propri.

Riguardo al contenuto, molti sono i punti ad aver suscitato dubbi interpretativi: in particolare, l'identificazione delle categorie cui si allude al v. 7 («coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira» e «gli sviati»). In ogni modo, le esegesi tradizionali vogliono che nei primi siano indicati gli israeliti e nei secondi i cristiani [2].

In chiusura, un'osservazione circa la aṣ-ṣirāṭ al-mustaqīm [الصراط المستقيم] (accennata in questa sura): l'interpretazione più immediata è 'la retta via', con evidente significato spirituale. Eppure, almeno in chiave escatologica, a questo elemento risponderebbe qualcosa di reale: una sorta di immenso ponte, arcuato e sottile come il filo di una spada, che i defunti dovranno attraversare per giungere al Paradiso. Se i beati non troveranno difficoltà nell'impresa (per essi sarà una vera e propria 'strada'), i malvagi non riusciranno a oltrepassarlo e precipiteranno nell'Inferno [3].

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Arabo[modifica | modifica wikitesto]

  1. بِسْمِ اللّهِ الرَّحْمـَنِ الرَّحِيمِ
  2. الْحَمْدُ للّهِ رَبِّ الْعَالَمِينَ
  3. الرَّحْمـنِ الرَّحِيمِ
  4. مَـالِكِ يَوْمِ الدِّينِ
  5. إِيَّاك نَعْبُدُ وإِيَّاكَ نَسْتَعِينُ
  6. اهدِنَــــا الصِّرَاطَ المُستَقِيمَ
  7. صِرَاطَ الَّذِينَ أَنعَمتَ عَلَيهِمْ غَيرِ المَغضُوبِ عَلَيهِمْ وَلاَ الضَّالِّينَ

Traslitterazione[modifica | modifica wikitesto]

La sura al-Fātiḥa, recitata dopo la formula d'apertura con cui si cerca rifugio dal male: aʿūdhu bi-llāh min al-shayṭān al-rajīm ('Mi rifugio in Allāh dal diavolo, il lapidato').
  1. bismi llāhi ṛ-ṛaḥmāni ṛ-ṛaḥĩm ͥ
  2. ͣl-ḥamdu li-llāhi ṛabbi l-ɛālamĩn ͣ
  3. ͣṛ-ṛaḥmāni ṛ-ṛaḥĩm ͥ
  4. māliki yawmi d-dĩn ͥ
  5. 'iyyāka naɛbudu wa 'iyyāka nastaɛĩn ͧ
  6. 'ihdinaͣ ṣ-ṣiṛāṭa l-mustaqĩm ͣ
  7. ṣiṛāṭa l-laḏīna 'anɛamta ɛalayhim ġayri l-maġḍūbi ɛalayhim wa-la ḍ-ḍãllĩn ͣ .[4]

Italiano[modifica | modifica wikitesto]

  1. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
  2. La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi
  3. Il Compassionevole, il Misericordioso,
  4. Re del Giorno del Giudizio.
  5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
  6. Guidaci sulla retta via,
  7. La via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati [5].

Si usa dire 'āmīn [6] ("Amen") al termine della sua recitazione nella preghiera collettiva del venerdì, e nelle cinque preghiere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In quanto preghiera fornita ai fedeli dalla stessa divinità, in tal senso è comparabile al Padre Nostro dei cristiani [tra gli altri, cfr. Winkler 1928]
  2. ^ Cfr. al-Banna 1976: 46 «al-maghdūb ʿalay-him hum al-yahūd [...] al-dāllūn hum al-naṣāra»
  3. ^ Sull'evoluzione di questa concezione, cfr. Stricker 1993.
  4. ^ Trascrizione fonetica: Dott. Diab Haitali, Dottore di Ricerca in Culture, Civiltà e Società dell'Asia e dell'Africa, Specializzato in Lingua e Dialettologia Araba – Universita' di Roma "La Sapienza"
  5. ^ Fonte: http://www.corano.it/; traduzione di Roberto Hamza Piccardo.
  6. ^ La parola 'āmīn non è scritta nel Corano.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H. Winkler, "Fātiḥa und Vaterunser", Zeitschrift für Semitistik und verwandte Gebiete vol. 6 (1928), pp. 238-246
  • Hasan al-Banna, Tafsīr Fātiḥat al-Kitāb, Tunisi, Maṭbaʿa al-shahsī, 1396 H./1976
  • B.H. Stricker, "Ṣirāṭ al-Mustaqīm", in A la croisée des études libyco-berbères. Mélanges offerts à Paulette et Lionel Galand, Parigi, Paul Geuthner, 1993, pp. 419-428
  • Alberto Ventura, al-Fātiḥa - l'Aprente, Genova, Marietti, 1991

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