Aktion Krakau

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Aktion Krakau
massacro
Tipostrage
Data inizioGiugno 1942
Data fineMarzo 1943
LuogoCracovia
StatoBandiera della Germania Germania
ComandanteAmon Göth, Julian Scherner, Odilo Globočnik
ResponsabiliWaffen-SS, Schutzstaffel, Battaglioni dell'Ordnungspolizei, Sicherheitsdienst
Conseguenze
MortiPiù di 11 000[1]

L'Aktion Krakau, nome in codice tedesco per indicare l'operazione Reinhard a Cracovia, fu un'importante operazione nazista del 1942 contro gli ebrei di Cracovia, in Polonia. Fu guidata dal SS- und Polizeiführer Julian Scherner delle Waffen-SS. La retata fece parte della più ampia Operazione Reinhard, cioè l'omicidio di massa degli ebrei polacchi nel cosiddetto Governatorato Generale sotto il comando delle SS- und Polizeiführer Odilo Globočnik.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1941, a tutti gli abitanti ebrei di Cracovia fu ordinato di trasferirsi nel ghetto della città, di nuova costituzione situato nel distretto di Podgórze, lontano dal quartiere prevalentemente ebraico di Kazimierz. In concomitanza, fu istituito un nuovo ufficio del lavoro tedesco (Arbeitsamt) per coloro che lavorano fuori dal ghetto.

All'inizio del 1942, l'intera popolazione ebraica della Grande Cracovia (compresi i 29 villaggi circostanti) fu costretta a trasferirsi nello stesso ghetto dove furono concessi 4 metri cubi di spazio per ogni persona. Il 1º giugno 1942 il ghetto fu circondato dalla polizia tedesca e dalle SS. Per nascondere lo scopo dell'Aktion e calmare la popolazione ebraica, gli ufficiali della SD e della SiPo, tra cui il SS-Obersturmbannführer Willi Haase, il SS-Obersturmführer Becher ed il SS-Hauptscharführer Heinrich, raccontarono agli ebrei di un programma di "reinsediamento". Gli ebrei che lavoravano nelle fabbriche tedesche poterono rimanere, il primo trasporto di 7 000 ebrei fu radunato in piazza Zgody e scortato alla stazione ferroviaria di Prokocim. Il 5 giugno 1942, altri 4 000 ebrei furono deportati nel campo di sterminio di Bełżec.

Il 13 marzo e il 14 marzo 1943 i nazisti effettuarono la definitiva liquidazione del ghetto sotto il comando del SS-Hauptsturmführer Amon Göth. Le persone ritenute in grado di lavorare furono trasportate nel campo di concentramento di Płaszów. Circa 2 000 ebrei impossibilitati a muoversi o che tentarono di scappare furono uccisi nelle strade e nelle loro case, i prigionieri furono portati ad Auschwitz.

Come notato dagli storici Ernst Klee, Willi Dressen e Volker Riess, la polizia tedesca dell'ufficio del Grenz Polizeikommissariat fu piuttosto ansiosa di prendere parte all'assassinio degli ebrei a Cracovia e dintorni, in previsione dei notevoli guadagni economici:[1]

«I membri del Grenzpolizeikommissariat furono, con poche eccezioni, abbastanza felici di prendere parte alle sparatorie degli ebrei. Avevano una palla! Ovviamente non possono dirlo oggi! Nessuno ha mancato di presentarsi [...] Voglio ripetere che la gente oggi dà una falsa impressione quando dice che le azioni contro gli ebrei sono state compiute controvoglia. C'era un grande odio contro gli ebrei; era vendetta e volevano denaro e oro. Non prendiamoci in giro, c'era sempre qualcosa in palio durante le azioni ebraiche. Ovunque andassi c'era sempre qualcosa da prendere. I poveri ebrei furono portati dentro, i ricchi ebrei furono prelevati e le loro case furono perquisite.»

La fabbrica di smalti[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte degli ebrei sopravvissuti al programma di liquidazione del ghetto di Cracovia del 1942-1943 proveniva dalla Deutsche Emaillewaren-Fabrik (DEF) di proprietà dell'industriale tedesco dei Sudeti e profittatore di guerra Oskar Schindler. Avvisato della chiusura della fabbrica, Schindler convinse i funzionari delle SS a permettergli di trasferire i suoi 1 200 lavoratori ebrei dal ghetto di Cracovia al campo di lavoro di Brünnlitz a Brněnec, nel Protettorato di Boemia e Moravia, risparmiandoli così dalla deportazione nei campi di sterminio.[2]

Il trasferimento della fabbrica di Schindler non deve essere confuso con l'analoga evacuazione degli ebrei di Przemyśl dalla deportazione a Bełżec. La liquidazione del ghetto di Przemyśl avvenne il 27 luglio, il 31 luglio ed il 3 agosto 1942. L'operazione fu diretta dall'SS-Hauptsturmführer Martin Fellenz. Il 27 luglio 1942, il comandante militare di Przemyśl, Max Liedtke, ordinò alle sue truppe di impadronirsi del ponte sul fiume San che collegava la città divisa di Przemyśl e di fermare l'evacuazione. La Gestapo fu costretta a dargli il permesso di trattenere i lavoratori che prestavano servizio per la Wehrmacht. Per le azioni intraprese da Liedtke e dal suo aiutante Albert Battel a Przemyśl, Yad Vashem in seguito li proclamò Giusti tra le nazioni.[3]

Dopo l'Azione, agli ebrei del Ghetto fu chiesto di pagare le spese di trasporto per la cosiddetta evacuazione. Da allora in poi furono tutti deportati nel campo di sterminio di Bełżec.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ernst Klee, Willi Dressen e Volker Riess, The Good Old Days: The Holocaust as Seen by Its Perpetrators and Bystanders, p. 76, ISBN 1-56852-133-2.
  2. ^ Obituaries, The list which helped Oskar Schindler save 1,200 Jews from the Nazis, su telegraph.co.uk, The Telegraph, 15 giugno 2011. URL consultato il 5 novembre 2012.
  3. ^ Daniel Fraenkel, Akte 1979. Battel, Albert. Die deutschen Gerechten, Wallstein Verlag, 2005, pp. 65–, ISBN 9783892449003. URL consultato il 23 maggio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jewish Virtual Library, a division of AICE. "Glossary of terms." (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007). Search keywords: 1.Aktion, 2.Kraków.
  • The Simon Wiesenthal Center, 1997, "Aktion Reinhard.". URL consultato il 6 aprile 2022 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2006).  No Internet Archive
  • "The Kraków Ghetto.". Aktion Reinhard, 2006. Sources: Robin O'Neil, Belzec; Anna Pioro, The Cracow Ghetto 1941–1943; Encyclopaedia of the Holocaust, Photographs and Documents, Holocaust Historical Society.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]