Aïstopoda

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Aïstopoda
Ricostruzione di Oestocephalus
Stato di conservazione
Fossile
Periodo di fossilizzazione: Carbonifero - Permiano
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Amphibia
Sottoclasse Lepospondyli
Ordine Aïstopoda
Miall, 1875

Gli aistopodi (Aïstopoda Miall, 1875) sono un ordine di anfibi altamente specializzati, vissuti tra il Carbonifero inferiore e il Permiano inferiore (336 – 272 milioni di anni fa). I loro resti fossili sono stati ritrovati in Europa e in Nordamerica.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo degli aistopodi era serpentiforme, di lunghezza compresa tra appena cinque centimetri a oltre un metro. Le zampe erano totalmente assenti e non vi era traccia nemmeno di cinti scapolari o pubici, ma le specializzazioni riguardavano anche il cranio: le orbite erano grandi e le finestre temporali erano altrettanto ampie. Le ossa posteriori del cranio erano fortemente ridotte o addirittura assenti. Alcune forme primitive, come Ophiderpeton, possedevano ossa dermiche molto simili a quelle dei temnospondili, ma in generi evoluti come Phlegethontia e Dolichosoma il cranio era molto leggero e aperto, ridotto a una serie di barre che sostenevano la scatola cranica contro la mandibola inferiore, proprio come nei serpenti odierni. È possibile, quindi, che gli aistopodi del Paleozoico occupassero la stessa nicchia ecologica dei serpenti attuali.

Il corpo era estremamente allungato; le vertebre (fino a 230 in alcuni esemplari) erano olospondile (con una sola parte ossificata per segmento). Mancava un intercentro, anche nella coda, e non c'erano archi emali liberi. L'arco neurale era basso e fuso con il centro. La struttura di queste vertebre era molto simile a quella dei nectridei (Nectridea), e rappresentava la tipica condizione vertebrale dei lepospondili. Le costole erano sottili, mentre la coda era corta e primitiva.

Ricostruzione di Phlegethontia

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Le parentele evolutive degli aistopodi con altri tetrapodi del Paleozoico non sono affatto chiare; il più antico aistopodo conosciuto, Lethiscus stocki, era già altamente specializzato e non permette di capire le possibili relazioni con altri gruppi. Gli aistopodi sono stati classificati nei lepospondili, insieme ai microsauri e ai nectridei, ma altri studiosi pensano che questo gruppo si sia originato prima della separazione tra batracomorfi e rettiliomorfi. Alcune forme sopravvissero anche nel Permiano inferiore. Di seguito viene mostrato un cladogramma tratto dallo studio di Anderson e colleghi (2003):


Aistopoda

Lethiscus

Ophiderpeton

Oestocephalidae

Coloraderpeton

Oestocephalus

Pseudophlegethontia

Phlegethontiidae

Sillerpeton

Phlegethontia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Aistopoda, in Fossilworks. URL consultato il 28 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Benton, M. J. (2000), Vertebrate Paleontology, 2nd ed. Blackwell Science Ltd
  • Carroll, RL (1988), Vertebrate Paleontology and Evolution, WH Freeman & Co. pp. 176–7
  • Reisz, Robert Biology 356 - Major Features of Vertebrate Evolution (online)
  • von Zittel, K.A (1932), Textbook of Paleontology, CR Eastman (transl. and ed), 2nd edition, vol.2, p. 221-2, Macmillan & Co.
  • Anderson, J.S.; Carroll, R.L.; Rowe, T.B. (2003). "New information on Lethiscus stocki (Tetrapoda: Lepospondyli: Aistopoda) from high-resolution computed tomography and a phylogenetic analysis of Aistopoda" (PDF). Canadian Journal of Earth Sciences 40 (8): 1071–1083. doi:10.1139/e03-023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Aïstopoda - Palaeos, su palaeos.com. URL consultato il 9 aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2005).
  • Aistopoda - phylogeny, su fmnh.helsinki.fi. URL consultato il 20 maggio 2005 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2005).
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