Aimone I di Tarantasia

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Aimone I di Tarantasia
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Tarantasia
 
Decedutodopo il 996
 

Aimone I di Tarantasia, noto anche come Amizone (... – dopo il 996), è stato un nobile e arcivescovo borgognone.

Fu il primo arcivescovo di Tarantasia investito anche del potere temporale sui territori della propria diocesi.

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome esatto di questo personaggio non è riportato allo stesso modo dalle varie fonti e l'ortografia dipende spesso dalle diverse traduzioni e trascrizioni che se ne sono fatte. Le forme che si trovano più spesso sono: Aimone (in latino Aimo)[1][2][3] e Amizone (Amizo).[1][2][4][5][6][7] Il nome è anche riportato come Anusio (Anusius),[8] Amisone (Amiso),[9] Anizone (Anizo)[3] o Emmone (Emmo).[1][3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine e la vita di questo arcivescovo sono sconosciute. Nel corso del 996, l'arcivescovo Aimone ricevette da Rodolfo III di Borgogna il comitatus sulla sua diocesi,[4][7] cioè l'elevazione de «l'arcivescovado a contea, nella sua interezza e senza restrizioni o clausole», come sottolinea l'archivista Jacqueline Roubert.[10] Aimone ottenne perciò l'honor, cioè i diritti e l'autorità di conte e al tempo stesso il territorio su cui esercitarli.[7] Tale carta, il più antico documento conservato nell'Archivio Dipartimentale della Savoia, è denominata “carta di Rodolfo III”.[4] L'atto fu redatto presso l'Abbazia di San Maurizio d'Agauno.[4]

Rodolfo III donò all'arcivescovo e alla Chiesa di Tarantasia questa contea (denominata perciò "di Tarantasia") «come compensazione per lo spopolamento dei territori dell'arcivescovado causato dalle incursioni dei saraceni».[4][11] Tuttavia il documento non specifica in nessun passaggio l'estensione di questo territorio.[12] È probabile si trattasse in realtà solo di una parte minore della valle.[9] Per il re questa concessione fu un mezzo per rafforzare i propri legami con la Chiesa e per avere al contempo un maggiore controllo sui propri possedimenti.[4][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Besson, p. 193
  2. ^ a b Oursel, p. 92
  3. ^ a b c Lovie, p. 277
  4. ^ a b c d e f «Carta di Rodolfo III»
  5. ^ Borrel, p. 229
  6. ^ Leguay, p. 33
  7. ^ a b c Bergerie, pp. 293-296
  8. ^ Hudry, p. 29
  9. ^ a b Gros, p. 460
  10. ^ Roubert, p. 59
  11. ^ Borrel, p. 216
  12. ^ Bergerie, pp. 296-297
  13. ^ Brondy, p. 21

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo metropolita di Tarantasia Successore
Lizone prima del 990 - dopo il 996 Baldolfo