Ah Toy

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Toy Ah[3] (亞彩 taishanese: /a˧ tʰɔi˥/, cantonese: Aa3 Coi2,[1] o 阿台; Canton, maggio 1829San Jose, 1º febbraio 1928) è stata una prostituta e tenutaria statunitense di origine cantonese[2], attiva a San Francisco (durante la corsa all'oro californiana), e presumibilmente la prima prostituta cinese di San Francisco.[4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ah Toy nacque nella Cina dei Qing e, da Hong Kong, lasciò la Cina (assieme al marito) per raggiungere San Francisco negli Stati Uniti d'America nel 1849[5]; tuttavia, il marito morì durante il viaggio e, di conseguenza, cercò di mantenersi diventando l'amante del capitano della nave (il quale, le diede molto denaro); raggiunta la città, divenne ben presto la più famosa donna asiatica del West[6][7]. Notando gli sguardi che attirava dagli uomini, intuì che avrebbero anche pagato pur di "dare un'occhiata più da vicino": immediatamente, ebbe un grande successo (pare si facesse pagare un'oncia d'oro per una "sbirciatina"[8]). Nel giro di poco tempo, divenne la più famosa prostituta cinese (nonché, una delle più pagate e ricercate) di San Francisco; grazie al grande successo ottenuto, riuscì perfino ad aprire una catena di bordelli in cui fece lavorare ragazze cinesi anche minorenni.

Il successo di Ah Toy, tuttavia, non avvenne soltanto grazie alla propria avvenenza ma anche grazie alla propria determinazione e intelligenza: infatti, ricorse frequentemente al Tribunale di San Francisco[9] per proteggere sé stessa e i suoi affari dallo sfruttamento[10]. Verso il 1854, tuttavia, non fu più in grado di ricorrere al tribunale: infatti, nel caso People v. Hall, la Corte suprema della California ribaltò la condanna di un uomo che aveva assassinato un cinese, aggiungendo anche i cinesi a una legge secondo la quale gli afroamericani e i nativi americani non potessero testimoniare in tribunale [11]. Benché la legge non fosse rivolta alle prostitute, compromise gravemente la capacità di Ah Toy di proteggersi dalle Tong che cercavano da tempo di controllarla; inoltre, nel 1854, venne emanata anche la legge anti-prostituzione (adottata principalmente contro le prostitute cinesi), la quale fece sì che la donna si ritirasse dal settore della prostituzione di San Francisco.

Verso i suoi ultimi anni, ritornò in Cina, come donna ricca, per vivere il resto dei suoi giorni nell'agio[12], tuttavia, tornò in California non molto tempo dopo. Dal 1868 fino alla sua morte, visse a San Jose e ritornò all'attenzione pubblica solo quando morì il 1º febbraio 1928[13] (tre mesi prima del suo novantanovesimo compleanno)[14][15].

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

In Warrior, Ah Toy, interpretata da Olivia Cheng, compare nell'episodio pilota[16].

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Ah Toy è la protagonista del romanzo storico Daughter of Joy, scritto da Jo Ann Levy nel 1998[17][18].

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Su Tex (nella storia Quartiere cinese), il protagonista e i suoi amici affrontano Ah-Toy (detta anche La Figlia del Drago), una donna bella e spietata che comanda una pericolosa organizzazione criminale cinese di San Francisco implicata in vari traffici: dalla tratta di giovani donne cinesi al gioco d'azzardo e all'estorsione[19]. Pur essendo ispirata a lei, tuttavia, questo personaggio se ne differenzia perché è anche un'assassina.
  • Su Dampyr (nella storia Chinatown), appare Ah-Toy come una dei membri dei super-vampiri immortali, nemici del protagonista[20][21].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biographical Dictionary of Chinese Women: the Qing Period, 1644-1911
  2. ^ Autumn Stephens, Wild Women: Crusaders, Curmudgeons, and Completely Corsetless Ladies in the Otherwise Virtuous Victorian Era, Conari, 1992, p.  164., ISBN 0-943233-36-4.
  3. ^ Nell'onomastica di questa lingua il cognome precede il nome. "Toy" è il cognome.
  4. ^ Herbert Asbury, The Barbary Coast: An Informal History of the San Francisco Underworld, Thunder's Mouth Press, 2002, p.  172., ISBN 1-56025-408-4.
  5. ^ Yen Le Espiritu, Asian American Women and Men: Labor, Laws and Love, Rowman & Littlefield, 1997, p. 32, ISBN 0-8039-7255-5.
  6. ^ Gary Y. Okihiro, Common Ground: Reimagining American History, Princeton University Press, 2001, pp.  99., ISBN 0-691-07007-5.
  7. ^ Alton Pryor, Fascinating Women in California History, Stagecoach Pub., 2003, p. 36, ISBN 978-0-9660053-9-4.
  8. ^ Curt Gentry, The Madams of San Francisco: A Highly Irreverent History, New York, Signet, 1964, pp. 1-109, ISBN 978-0-89174-015-5.
  9. ^ Gentry (1964), p. 59.
  10. ^ Jacqueline B. Barnhart, Fair but Frail: Prostitution in San Francisco, 1894-1900, University of Nevda Press, 1986, p.  47., ISBN 978-0-874-17102-0.
  11. ^ SCOCAL, People v. Hall, su scocal.stanford.edu, 62 Cal.2d 104. URL consultato il 7 maggio 2013.
  12. ^ Alton Pryor, The Bawdy House Girls: A Look at the Brothels of the Old West, Stagecoach Publishing, 2006, pp. 36-38, ISBN 978-0-9747551-7-5.
  13. ^ Gentry (1964), p. 65.
  14. ^ Judy Yung, Unbound Feet: A Social History of Chinese Women in San Francisco, University of California Press, 1995, p.  34., ISBN 0-520-08867-0.
  15. ^ James R. Smith, San Francisco's Lost Landmarks, Quill Driver Books, 2005, p. 76, ISBN 978-1-884995-44-6.
  16. ^ ASSAF BERNSTEIN TO DIRECT THE PILOT EPISODE FOR ‘WARRIOR’, CINEMAX’S UPCOMING TONG WARS DRAMA SERIES, su primarywave.com, 12 ottobre 2017. URL consultato il 4 gennaio 2018.
  17. ^ Editorial Reviews, su amazon.com. URL consultato il 3 gennaio 2018.
  18. ^ Jo Ann Levy, Daughter of Joy: A Novel of Gold Rush California, Women of the West, Forge, 1998, ISBN 978-0-312-86502-3.
  19. ^ Quartiere cinese, su ubcfumetti.com. URL consultato il 3 gennaio 2018.
  20. ^ Chinatown, su sergiobonellieditore.it. URL consultato il 3 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2018).
  21. ^ La riscossa di Ah-Toy, su sergiobonellieditore.it. URL consultato il 6 luglio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]