Aetheretmon valentiacum

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Aetheretmon
Fossile di Aetheretmon valentiacum
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Osteichthyes
Sottoclasse Actinopterygii
Ordine Palaeonisciformes
Famiglia Rhabdolepididae
Genere Aetheretmon
Specie A. valentiacum

Aetheretmon valentiacum è un pesce osseo estinto, appartenente agli attinotterigi. Visse nel Carbonifero inferiore (circa 350 - 345 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pesce era di piccole dimensioni, e solitamente non raggiungeva i 10 centimetri di lunghezza. Il corpo era leggermente compresso lateralmente e dall'aspetto alto e tozzo. La testa era piuttosto grande, con un muso smussato. Gli occhi erano grandi, e la bocca era ampia. La pinna dorsale era posta appena dopo la metà del corpo, ed era opposta a quella anale, grande e di forma simile. La pinna caudale, negli esemplari adulti, era eterocerca e dotata di un lobo superiore molto allungato. Le pinne pettorali erano strette, mentre le pinne pelviche erano piccole e di forma triangolare. Le scaglie erano di forma quadrata nella parte dorsale del corpo, allungate e rettangolari nella zona ventrale, ed erano tutte disposte in file diagonali.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Aetheretmon valentiacum venne descritto per la prima volta nel 1927 da White, sulla base di resti fossili risalenti all'inizio del Carbonifero inferiore e rinvenuti in Scozia. Aetheretmon è stato attribuito ai Rhabdolepididae, una famiglia di pesci ossei arcaici, solitamente inclusi nei paleonisciformi e caratterizzati da piccole scaglie.

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio compiuto nel 2016 sui fossili delle larve di Aetheretmon ha permesso di conoscere in dettaglio l'anatomia caudale di questi animali. Aetheretmon, nella fase larvale, possedeva due "code": una carnosa e una simile a una pinna. Nel corso dello sviluppo, queste due strutture si univano fino a sviluppare la pinna eterocerca, tipica degli adulti, con un lobo superiore sviluppato. Questa scoperta ha aiutato a confermare l'ipotesi secondo la quale sia i pesci attinotterigi attuali che quelli arcaici avessero uno sviluppo della pinna caudale esattamente nello stesso modo (Sallan et al., 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • E. I. White. 1927. The fish fauna of the Cementstones of Foulden, Berwickshire. Transactions of the Royal Society Edinburgh 55:255-287
  • K. Dietze. 2000. A revision of paramblypterid and amblypterid actinopterygians from Upper Carboniferous - Lower Permian lacustrine deposites of Central Europe. Palaeontology 43(5):927-966
  • Sallan, L. 2016. “Fish ‘tails’ result from outgrowth and reduction of two separate ancestral tails.” Current Biology 26: R1224-R1225