Aequat omnes cinis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La locuzione è di Lucio Anneo Seneca, riportata nelle Epistulae morales ad Lucilium (XCI, 16):

Non est quod nos tumulis metiaris et his monumentis quae viam disparia praetexunt: aequat omnes cinis. Inpares nascimur, pares morimur.

che tradotto significa:

Non è che ci si può giudicare dalle svariate tombe e monumenti funebri che adornano le strade: la cenere appaia tutti. Nasciamo diversi, eguali moriamo.

Seneca invita Lucilio a non giudicare il valore delle persone tumulate in base alla magnificenza delle lapidi che si incontravano presso i cigli delle strade.