Achillea
Achillea | |
---|---|
![]() | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Matricariinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Matricariinae |
Genere | Achillea |
Nomi comuni | |
Millefiori, Erba pennina, ortica del diavolo | |
Specie | |
(Vedi: Specie di Achillea )
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Achillea è un genere di piante dicotiledoni della famiglia delle Asteracee, notevole per il numero di specie e di diverse taglie (alcune grandi, altre nane).
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome del genere fu fissato da Linneo e deriva dalla credenza che Achille avesse usato queste piante durante l'assedio di Troia (così ci racconta Plinio) per curare le ferite insanabili di Telefo, dietro consiglio di Venere, avendo appreso da Chirone le virtù medicinali delle stesse.
Questo genere comunque doveva essere ben noto ai botanici prima di Linneo. Infatti lo troviamo nell'erbario di Jerome Bock (1498 – 1554) un ministro luterano noto anche col nome di Hieronymus Tragus; anche Robert Morison (1620 Aberdeen -1683) nel suo “Plantarum Historiae Universalis Oxoniens” (1680-1699) chiama alcune specie di questo genere “Achillea montana purpurea”. Mentre a metà del Settecento si registravano già una ventina di specie in coltivazione nei giardini inglesi.[1]
I francesi nominano queste piante “Achillées”, mentre gli inglesi le chiamano “Yarrow” oppure “Milfoil”.
Morfologia[modifica | modifica wikitesto]
Le piante del genere Achillea sono di tipo erbaceo, perenne, qualche volta anche suffruticose (ma in questo caso non sono molto alte).
Radici[modifica | modifica wikitesto]
Radici secondarie da rizoma.
Fusto[modifica | modifica wikitesto]
I fusti ipogei sono del tipo a rizoma; mentre la parte epigea è villosa, semplice o ramificata, ascendente che può raggiungere fino 80 cm in altezza. In generale l'aspetto delle piante è densamente cespitoso.
Foglie[modifica | modifica wikitesto]
Le foglie hanno una disposizione alterna e presentano un lieve aroma canforato. La forma è semplice o composta. Le foglie basali sono normalmente picciolate; mentre le foglie cauline in genere non hanno picciolo, e sono quindi sessili.
Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]
I fiori sono raccolti in capolini calatidi dal diametro di pochi millimetri in infiorescenze corimbose molto caratteristiche di questo genere. In alcuni casi si riscontra delle infiorescenze di tipo racemoso.
La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma emisferica composto da più squame (o brattee) con margine scarioso e nero[2] che fanno da protezione al ricettacolo piatto a pagliette trasparenti[1] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati disposti in un unico rango e quelli interni tubulosi.
Fiori[modifica | modifica wikitesto]
I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (quelli tubulosi) sono bisessuali.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale: * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[3]
- Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: i fiori periferici sono sub-rotondi a disposizione raggiante; iniziano alla base con una corolla tubulosa che termina poi con una ligula allargata con 3-5 denti ottusi. Quelli del disco centrale hanno delle corolle tubulari a 5 denti.
- Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
- Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido giallo (sporgente dalla fioritura) con le estremità troncate[2] e linee stigmatiche disposte marginalmente[2]; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: da aprile a ottobre.
Frutti[modifica | modifica wikitesto]
I frutti sono degli acheni privi di pappo.[1] La forma è compressa quasi appiattita.[4]
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Queste piante sono proprie delle regioni temperate dell'emisfero boreale. È facile quindi trovarle in Europa e nelle zone temperate dell'Asia. Alcune specie crescono anche in America del Nord.
In Italia sono state individuate una ventina di specie spontanee e sono distribuite su tutta la penisola sia su suoli pesanti e umidi, che nei fossi e margini stradali. A volte si spingono fino al limite delle nevi eterne.
Altitudine: dal piano fino a 3000 m s.l.m. e oltre.
Della 23 specie spontanee della flora italiana 20 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[5].
Specie | Comunità vegetali |
Piani vegetazionali |
Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
A. ageratum | 11 | collinare | Ca – Ca/Si | basico | basso | secco | A4 B2 | IM SV CN TO |
A. atrata | 3 | alpino subalpino |
Ca - Ca/Si | basico | basso | medio | C3 | tutto l'arco alpino (escl. CN TO AO VA CO) |
A. barrelieri subsp. oxyloba | 3 | alpino subalpino |
Ca | basico | basso | medio | C3 | SO TN BZ BL UD |
A. clavennae | 10 | alpino subalpino |
Ca | basico | basso | secco | C2 C3 F5 | CO BG BS TN BZ BL UD |
A. collina | 9 | montano collinare |
Ca – Ca/Si | basico | basso | arido | F2 F7 G4 | tutto l'arco alpino (escl. VC VA SO BZ) |
A. distans | 11 | montano collinare |
Ca – Ca/Si | basico | alto | medio | B6 C2 C3 F2 F3 G2 G4 I1 I3 | CN AO VC CO BG SO BS BZ UD |
A. erba-rotta | 3 | alpino subalpino |
Si | acido | basso | medio | C2 C3 F5 | CN TO |
A. macrophylla | 13 | subalpino | Ca – Si | neutro | alto | medio | G2 H1 I1 I2 | tutto l'arco alpino |
A. millefolium | 11 | subalpino collinare |
Ca – Si | neutro | medio | secco | B1 B4 B6 B8 F2 | tutto l'arco alpino |
A. moschata | 3 | alpino subalpino |
Ca/Si - Si | acido | basso | medio | C3 F5 | tutto l'arco alpino (escl. CN TO) |
A. nana | 3 | alpino | Si | neutro | basso | medio | C3 | tutto l'arco alpino (escl. BL UD) |
A. nobilis | 9 | collinare | Ca – Ca/Si | basico | basso | secco | F2 | CN TO AO BZ |
A. pannonica | 9 | collinare | Ca – Ca/Si | basico | basso | secco | F2 | UD |
A. pratensis | 11 | montano collinar |
Ca – Si | neutro | medio | medio | F3 | TN BZ UD |
A. ptarmica | 11 | collinare | Ca – Si | acido | medio | umido | A3 F3 G2 | CN AO VC CO SO BS UD |
A. roseoalba | 11 | montano collinare |
Ca – Si | neutro | basso | medio | E1 F3 | tutto l'arco alpino (escl. CN TO) |
A. setacea | 9 | montano collinare |
Ca – Si | basico | basso | arido | F2 | AO CO SO BG |
A. stricta | 11 | subalpino | Ca – Si | neutro | alto | medio | F3 F5 | tutto l'arco alpino (escl. TO BZ) |
A. tomentosa | 9 | montano collinare |
Si | acido | basso | arido | F2 | CN TO AO VC NO VA BG BS SO TN BZ |
A. virescens | 9 | montano collinare |
Ca – Ca/Si | basico | basso | secco | C2 F2 | TN VR |
Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). |
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
La famiglia di appartenenza (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[6] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[7]). Il genere è composto da circa un centinaio e più di specie, delle quali due dozzine circa fanno parte della flora spontanea italiana. Dal punto di vista sistematico queste specie si dividono in due gruppi principali:[1]
- (1) con capolini a 3 -5 fiori ligulati; in questo gruppo possiamo citare: Achillea tomentosa, Achillea tourneforti, Achillea filipendulina, Achillea falcata, Achillea nobilis e la più famosa Achillea millefolium;
- (2) con capolini aventi da 6 a 20 fiori ligulati; gruppo suddiviso ancora ulteriormente:
- (A) specie a fiori bianchi; come ad esempio: Achillea ageratifolia, Achillea ptarmica, Achillea moschata, Achillea clavenae, Achillea herba-rota, Achillea umbellata;
- (B) specie a fiori gialli (specie di minore interesse).
Altri autori comunque preferiscono organizzare i vari gruppi secondo la taglia: specie grandi ossia alte oltre 50 cm e specie piccole da pochi cm fino 50 cm.
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Achillea è chiamata Compositae. Attualmente, in base alle ultime ricerche filogenetiche, il genere Achillea è assegnato alla sottotribù delle Matricariinae (tribù Anthemideae, sottofamiglia Asteroideae).[8]
Specie spontanee della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della nostra flora) l'elenco che segue utilizza il sistema delle chiavi analitiche.[9][10][11]
- Gruppo 1A : ogni fusto ha un solo capolino;
- Gruppo 2A : piante glabre o con pochi peli;
- Achillea oxyloba (DC.) Sch.-Bip. – Millefoglie dei macereti : grandi foglie basali con lacinie intere o divise e terminanti con 1-3 punte;
- Achillea barellieri subsp. mucronulata (Bertol.) Heimerl (sinonimo: Achillea mucronulata Bertol.) – Millefoglio appenninico : grandi foglie basali con lacinie divise in tre parti e ognuna terminante in tre stretti lobi;
- Gruppo 2B : piante tomentose con densi peli (feltro compatto):
- Achillea barrelieri s.l. Ten. – Millefoglio di Barrelier
- Gruppo 2A : piante glabre o con pochi peli;
- Gruppo 1B : l'infiorescenza è del tipo a corimbo terminale (diversi capolini per fusto);
- Gruppo 3A : capolini da 6 – 12 fiori ligulati; lunghezza dei fiori maggiore dell'involucro;
- Gruppo 4A : foglie intere o dentate; divisioni fogliari minime (1/3 della parte intera);
- Gruppo 5A : fusti alti da 30 a 80 cm; foglie lineari - lanceolate e dentate;
- Achillea ptarmica L. – Millefoglio palustre
- Gruppo 5B : fusti bassi (fino a 20 cm) e spesso striscianti; foglie spatolate; dentate solo all'apice o intere;
- Achillea erba-rotta s.l. All. – Millefoglio erba-rotta : foglie dei getti sterili oblanceolato – spatolate, ottuse verso l'apice e con 4-7 denti per lato;
- Achillea rupestris Porta - Millefoglio del Pollino : foglie dei getti sterili lineari – spatolate, acute e intere;
- Gruppo 5A : fusti alti da 30 a 80 cm; foglie lineari - lanceolate e dentate;
- Gruppo 4B : foglie singolarmente o doppiamente pennatosette (parte indivisa uguale alle lacinie laterali);
- Gruppo 6A : fusti abbastanza grandi (da 30 a 90 cm); foglie con numerosi segmenti lanceolati larghi fino a 1 cm;
- Achillea macrophylla L. - Millefoglio delle radure;
- Gruppo 6B : fusti bassi fino a 25 cm; foglie completamente divise in strette (2–3 mm) lacinie;
- Gruppo 7A : foglie e fusti coperti da un feltro di fitti peli (tomentose);
- Achillea clavennae L. - Millefoglio di Clavena : peli setolosi – appressati; foglie inferiori con segmenti interi o poco dentati e molto spaziati fra di loro;
- Achillea nana L. - Millefoglio nano : peli lanosi – irsuti; foglie inferiori con segmenti a denti strettamente ravvicinati;
- Gruppo 7B : foglie con pochi peli (o glabre); fusti subglabri;
- Gruppo 8A : foglie una volta pennatosette; squame con margine bruno poco largo (0,2 mm);
- Achillea erba-rotta subsp. moschata (Wulfen) I.Richardson (sinonimo: Achillea moschata Wulfen) - Millefoglio del granito : il margine delle squame è intero o dentellato all'apice; peduncoli dei capolini con pochi peli;
- Achillea rupestris subsp. lucana (Pignatti) Greuter (sinonimo: Achillea lucana Pign.) - Millefoglio della Basilicata : il margine delle squame è membranoso; i peduncoli hanno peli lanosi di mezzo millimetro;
- Gruppo 8B : foglie due volte pennatosette; squame con margine nero più largo (0,5 mm) ;
- Achillea atrata L. - Millefoglio del calcare;
- Gruppo 8A : foglie una volta pennatosette; squame con margine bruno poco largo (0,2 mm);
- Gruppo 7A : foglie e fusti coperti da un feltro di fitti peli (tomentose);
- Gruppo 6A : fusti abbastanza grandi (da 30 a 90 cm); foglie con numerosi segmenti lanceolati larghi fino a 1 cm;
- Gruppo 4A : foglie intere o dentate; divisioni fogliari minime (1/3 della parte intera);
- Gruppo 3B : capolini da 4 – 5 fiori ligulati; lunghezza dei fiori minore dell'involucro;
- Gruppo 9A : fiori di colore giallo;
- Achillea ageratum L. – Millefoglio agerato : foglie subglabre, vischiose con lamina intera e dentate;
- Achillea tomentosa L. - Millefoglio giallo : foglie tomentose e due volte pennatosette;
- Gruppo 9B : fiori di colore bianco (o giallastro) a volte roseo pallido;
- Gruppo 10A : foglie medie del fusto a contorno ovale; fiori ligulati lunghi 1/3 dell'involucro;
- Gruppo 11A : presenza di brevi stoloni; squame bruno-chiare sul bordo;
- Achillea virescens s.l. (Frenzl) Heimerl - Millefoglio verdastro : il tubo dei fiori ligulati è lungo fino a 2 mm; squame bruno - chiare sul bordo;
- Achillea virescens subsp. tenotei (Grande) Bassler (sinonimo: Achillea tenorii Grande) - Millefoglio di Tenore : il tubo dei fiori ligulati è meno lungo (fino a 1 mm); squame quasi nere sul bordo;
- Gruppo 11B : senza stoloni; squame ialine sul bordo;
- Achillea nobilis L. - Millefoglio nobile : foglie divise in lacinie sottili 1 mm; le foglie cauline sono a contorno ovato – lanceolato; le squame sono più lunghe che larghe; le ligule dei fiori sono giallastre;
- Achillea ligustica All. - Millefoglio ligure : foglie divise in larghe lacinie (fino a 3 mm); le foglie cauline sono a contorno triangolare – ovato; squame molto allungate; ligule dei fiori di colore bianco;
- Gruppo 11A : presenza di brevi stoloni; squame bruno-chiare sul bordo;
- Gruppo 10B : foglie medie del fusto a contorno lanceolato; fiori ligulati lunghi 1/2 dell'involucro;
- Gruppo 12A : foglie cauline con rachide (non alata e intera);
- Gruppo 13A : foglie basali strette con lacinie filiformi; nella parte finale del fusto le foglie sono ravvicinate;
- Achillea setacea Waldst. & Kit. - Millefoglio setaceo;
- Gruppo 13B : foglie basali larghe (fino a 6 cm); anche le lacinie sono larghe; foglie superiori più spaziate;
- Gruppo 14A : fusto sottile, incurvato alla base; ligule dei fiori arrossate;
- Achillea roseo-alba Ehrend - Millefoglio bianco-rosso
- Gruppo 14B : fusto ingrossato, eretto alla base; ligule dei fiori arrossate o bianche;
- Achillea collina Becker ex Rchb. - Millefoglio comune : capolini piccoli (fino a 3,5 mm) con ligule bianche; foglie strette (meno di 1,5,cm), lati del contorno paralleli e segmenti ovato - lanceolati ravvicinati;
- Achillea millefolium L. - Millefoglio montano : capolini più grandi (fino a 5 mm) con ligule bianche (o lievemente arrossate); foglie larghe (fino a 3 cm) con contorni arcuati e segmenti lineari – lanceolati spaziati;
- Gruppo 14A : fusto sottile, incurvato alla base; ligule dei fiori arrossate;
- Gruppo 13A : foglie basali strette con lacinie filiformi; nella parte finale del fusto le foglie sono ravvicinate;
- Gruppo 12B : foglie cauline con rachide alata, larga fino a 4 mm e dentata;
- Achillea distans subsp. stricta Janch. (sinonimo: Achillea stricta Koch) - Millefoglio subalpino : foglie cauline con rachide larga fino a 2 mm, e segmenti divisi fino a metà;
- Achillea distans s.l. Waldst. & Kit. ex Willd. - Millefoglio maggiore : : foglie cauline con rachide larga fino a 4 mm, e segmenti dentati o lievemente divisi;
- Gruppo 12A : foglie cauline con rachide (non alata e intera);
- Gruppo 10A : foglie medie del fusto a contorno ovale; fiori ligulati lunghi 1/3 dell'involucro;
- Gruppo 9A : fiori di colore giallo;
- Gruppo 3A : capolini da 6 – 12 fiori ligulati; lunghezza dei fiori maggiore dell'involucro;
Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[8]
- Leucocyclus Boiss.
- Otanthus Hoffmanns. & Link
- Anacyclus L.
- Heliocauta Humphries
- Matricaria L.
Usi[modifica | modifica wikitesto]
Le “Achillee” sono piante amare, lievemente aromatiche, ma dal punto di vista tossico fondamentalmente innocue. Fare attenzione a non esporre ai raggi del sole la pelle bagnata dal succo della pianta.
La achillea è una pianta mellifera e si può produrre un miele, ma è raro in quanto non ci sono grandi distese di achillea.
Farmacia[modifica | modifica wikitesto]
Tra i composti di queste piante è presente l'achilleina un glicoside già usato in farmaceutica, ora solo in liquoreria.
Anticamente (ancora al tempo di Linneo) le specie di Achillea erano molto considerate per le loro proprietà medicinali: astringente e vulneraria. I succhi di queste piante erano usati dai montanari contro le ragadi, le ferite, le ulcerazioni delle varici e le emorroidi.
Gli infusi sono indicati anche per i disturbi genitali femminili (mestruazioni irregolari, ansia da menopausa), nei disturbi digestivi.
Si utilizzano per infusi le parti fiorite fatte essiccare in luogo ombroso. La tintura ottenuta lasciando macerare in alcool per alcuni giorni i fiori di achillea, può essere ingerita per alleviare i disturbi digestivi. Viene utilizzata anche in tricologia per trattamenti per le alopecie
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Alcune specie sono utilizzate per scopi alimentari. La specie Achillea moscata viene usata in Svizzera per un liquore stomachico. Mentre alcune “Achillee” in Svezia sono usate per insaporire la birra. La Achillea ptarmica il cui sapore si avvicina all'Artemisia, viene usata nell'insalata. In Inghilterra, dissecata e ridotta in polvere viene usata come tabacco economico da fiuto (viene chiamata “erba da starnuti”). Molto spesso le “Achillee” vengono usate come sostituti del tè. Alcune specie possono provocare effetti collaterali quali vomito.
Giardinaggio[modifica | modifica wikitesto]
L'utilizzo attuale è comunque circoscritto al giardinaggio. Le più usate (anche per la possibilità di creare buoni ibridi) sono: Achillea ptarmica – Achillea millefolium – Achillea filipendulina con le quali si creano aiuole e bordure di sicuro effetto.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
-
Achillea asplenifolia
-
Achillea clavenae
-
Achillea millefolium (infiorescenza violetta)
-
Achillea millefolium (infiorescenza bianca)
-
Achillea millefolium (infiorescenza viola)
-
Achillea nana
-
Achillea ageratum
-
Achillea filipendulina
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d Motta 1960, Vol. 1 – pag. 25.
- ^ a b c Judd 2007, pag. 522.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 7.
- ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 484-496.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ a b Oberprieler 2007, Pag. 102.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 77.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 45.
- ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 28 febbraio 2012.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. pp.171-189. URL consultato il 5 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- Christoph Oberprieler, Sven Himmelreich & Robert Vogt, A new subtribal classification of the tribe Anthemideae (Compositae) (PDF) [collegamento interrotto], in Willdenowia 37 – 200, pp. pp.102-103.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 24.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 77-86, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2 anno=2004, Bologna, Zanichelli, p. 484-496.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 45, ISBN 88-7621-458-5.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Botanica Sistematica, su homolaicus.com. URL consultato l'11 dicembre 2007.
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