Abbazia di Santa Maria di Acquaformosa

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Abbazia di Santa Maria
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàAcquaformosa
Coordinate39°43′28″N 16°05′22″E / 39.724444°N 16.089444°E39.724444; 16.089444
Religionecattolica
TitolareMaria
Arcidiocesi Cosenza-Bisignano
ArchitettoLuca Campano
Stile architettonicoStile Romanico
Ordine cistercense
Inizio costruzione1195
Completamento1203
Demolizione1807

Santa Maria di Acquaformosa è un'abbazia cistercense, nota anche col nome di Santa Maria di San Leucio, situata presso l'omonima località di Acquaformosa, in Calabria.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

La data di fondazione dell'abbazia è ancora oggetto di discussione. L'opinione seguita maggiormente dagli studiosi è che l'abbazia di Acquaformosa sia stata fondata nel 1195 da una comunità di Cistercensi dell'abbazia di Santa Maria della Sambucina sotto il governo dell'abate Luca Campano, lo stesso che nel 1203 fu eletto arcivescovo di Cosenza.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

L'abbazia di Acquaformosa raggiunse in breve tempo un certo prestigio. Nel 1204 il papa Innocenzo III affiancò l'abate di Acquaformosa all'abate di Santa Maria di Corazzo e al Vescovo di Martirano per un contratto di permuta tra l'arcivescovo di Cosenza e l'abate dell'abbazia di San Giovanni in Fiore. L'abbazia di Acquaformosa divenne infatti in breve tempo molto ricca soprattutto grazie alle generose donazioni da parte di Federico II il quale nel 1206 donò all'abate di Acquaformosa, già donata da Federico II all'Abbazia, l'Isola di Dino ,e Corazzo, presso Praia a Mare, Scalea, il Mercurion e le rendite per lo sfruttamento di una miniera di ferro (sale) nei pressi di Lungro (Salina di Lungro).

Declino[modifica | modifica wikitesto]

Il declino dell'abbazia di Acquaformosa iniziò già nel XIV secolo. Sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, con il decreto 13 febbraio 1807 il monastero di Acquaformosa fu definitivamente soppresso, come peraltro numerosi altri monasteri e conventi del Regno di Napoli.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro de Leo, Certosini e Cisterciensi nel Regno di Sicilia, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1993, ISBN 88-7284-159-3

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]