Abbazia di Borzone

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Abbazia di Borzone
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàBorzone (Borzonasca)
Coordinate44°25′24.77″N 9°24′35.05″E / 44.423547°N 9.409736°E44.423547; 9.409736
Religionecattolica di rito romano
TitolareAndrea
Diocesi Chiavari
Inizio costruzione712
Completamento714
Sito web Sito ufficiale.

Il complesso abbaziale di Sant'Andrea è un luogo di culto cattolico situato nella località di Borzone nel comune di Borzonasca, nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Sturla e Graveglia della diocesi di Chiavari. Dal 1910 è stato dichiarato monumento nazionale italiano[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La navata centrale della chiesa

Il complesso è situato a 335 m s.l.m. in un luogo solitario, distante dal centro abitato di Borzonasca all'incirca tre chilometri. La storia sulla sua fondazione è ancora oggi incerta, poiché non esistono date certe sugli avvenimenti storici. Secondo alcune testimonianze la chiesa e il monastero furono costruiti per volere del re longobardo Liutprando tra il 712 e il 714, con annessa residenza regia, in sostituzione della fortezza eretta dai Bizantini nel VI secolo, ormai in decadenza. Essa fu dapprima dedicata a san Giorgio.

Due documenti attesterebbero la presenza di un nucleo monastico a Borzone di antica data da parte dei monaci dell'abbazia di San Colombano di Bobbio: il primo è del 774 in cui Carlo Magno delimitando la giurisdizione del monastero di Bobbio cita Borzone (Bresone), e il secondo è del 972 in cui Ottone I riconferma la giurisdizione di Bobbio citando espressamente "il monastero e la villa di Borzono"[1]. Nel XII secolo fu sottoposto alla giurisdizione dell'abate del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, fino al successivo passaggio nel 1128 al vescovo di Genova.

Grazie ai conti Fieschi di Lavagna, divenuti i nuovi proprietari di Borzone nel 1145, la chiesa ebbe il titolo di abbazia nel 1184[2] dall'arcivescovo di Genova Ugone della Volta e fu affidata all'abate benedettino Lantelmo, della "congregazione religiosa della casa di Dio". L'anno successivo, 1185, divenne commenda parrocchiale rimanendo tale fino al 1847. La chiesa è ancora menzionata inoltre in un'iscrizione del 1244[1][3].

Fino al 1536 la maggior parte del territorio della Valle Sturla con Borzonasca (tranne le parrocchie rimaste sotto la Diocesi di Bobbio fino al 1989) e Mezzanego fu soggetto all'abbazia.

Antica stampa del primitivo impianto abbaziale

Attualmente la proprietà del complesso, dichiarato monumento nazionale il 10 marzo 1910[1], è gestita dalla diocesi di Chiavari per mezzo della locale parrocchia di Borzonasca.

Nel XVII secolo la chiesa subì dei rimaneggiamenti: nel periodo tra il 1644 e il 1704, vennero aggiunte nuove finestre, nuove decorazioni interne e altari in marmo.

Tra il 1834 e il 1835 l'abbazia subì diversi interventi strutturali come la trasformazione del presbiterio e la soprelevazione della navata, che modificarono anche l'aspetto della facciata esterna.

Tra il 1950 e il 1958 la soprintendenza per i beni architettonici della Liguria ha attuato interventi di restauro, che hanno permesso di riportare alla luce le originarie strutture medievali del complesso monastico. Un secondo intervento fu realizzato nel 1983 nella chiesa, comprendendo il restauro della casa dei frati.

Nel settembre 2014[4] la diocesi di Chiavari ha nominato padre Attilio Fabris quale primo monaco diocesano dell'abbazia di Borzone; la presenza nella struttura degli ultimi monaci, dell'ordine benedettino, era datata al 1536.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Particolare del polittico

Il complesso monastico comprende la chiesa, la sacrestia, un chiostro, un edificio adibito a canonica e una casa colonica. Una torre, in blocchi bugnati degli inizi del XIII secolo, fu trasformata nel 1310 in campanile mediante l'aggiunta della cella campanaria.

Le altre strutture presenti sono risalenti al XVI o XVII secolo, ad eccezione della foresteria costruita nel XIX secolo.

Il cipresso antistante la chiesa è classificato fra gli Alberi monumentali della Regione Liguria.

Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio si presenta ad unica navata di tre campate e ospita un altare maggiore, della prima metà del XVIII secolo e tre laterali.

L'altare destro, collocato nella seconda campata fu eretto nel 1644 e dedicato originariamente alla Vergine Maria e dal 1680 alla Madonna del Rosario. Il tabernacolo fu sostituito da quello attuale nel 1898. Il primo altare di sinistra, sempre nella seconda campata, costruito nel 1683 era dedicato al Crocifisso e conserva originali la predella e la mensa d'altare, con una seicentesca statua in marmo della Madonna con Bambino.

Fino al 2003 la chiesa ha ospitato il polittico raffigurante l'apostolo Andrea - opera attribuita a Giovanni da Barbagelata o a Carlo Braccesco - attualmente ospitato presso il museo diocesano di Chiavari. Tuttavia nell'abbazia, sopra l'altare maggiore, è collocata una copia dell'opera d'arte. Nello scomparto superiore centrale è raffigurata la Crocifissione con la Vergine e san Giovanni Battista; a destra sono presenti san Bernardo abate e santa Apollonia, mentre a sinistra i santi Eufemiano e Antonio abate. Nella parte inferiore, al centro, sono raffigurati i santi Andrea, Pietro, Sebastiano, Lorenzo e Caterina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Fonte dal sito ufficiale dell'abbazia di Borzone-Cenni storici, su abbaziaborzone.it. URL consultato il 17 novembre 2014.
  2. ^ Volantino pubblicitario della Provincia di Genova, numero identificativo 2 563289 547621
  3. ^ Bolzonasca, Sant’Andrea di Borzone, descrizione artistica, su artigullio.scuolaeformazioneliguria.it, Liceo Statale Marconi-Delpino, Progetto Artigullio.
  4. ^ Padre Fabris primo monaco della diocesi di Chiavari, in Il Secolo XIX, 21 settembre 2014. URL consultato il 24 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Duilio Citi, Guida all'Abazia di Borzone, Chiavari, 1994.
  • Celstino Brusco, L'abbazia di Borzone in val di Sturla, Rapallo, 1968.
  • Giovanni Brizzolara, Storia dell'abbazia parrocchiale e plebana di S. Andrea di Borzone nella valle di Sturla presso Chiavari, San Pier d'Arena, 1891.
  • "L'abbazia di Borzone, memoria e futuro, Chiavari, 2001. Atti del convegno tenutosi a Chiavari nel 2001, che comprendono testi di Carlo Moggia ("Una signoria monastica nel Tigullio medioevale: l'abbazia di Borzone ed il suo patrimonio fondiario (XII - XV)"), Duilio Citi ("Descrizione critica del complesso monumentale allo stato attuale") e Bruno Repetto ("L'Abbazia di Borzone: restauro conservativo e valorizzazione del contesto territoriale").
  • L'abbazia di Borzone, verso la rinascita, Chiavari, 2003. Atti del convegno tenutosi a Borzonasca nel 2003, che comprendo testi di Valeria Polonio ("Il monastero di Borzone: quali radici ?"), Italo Comelli ("Gente in cammino tra il Po ed il Tirreno"), Osvaldo Garbarino ("Abbazia dei Santi Giorgio ed Andrea di Borzone. Elementi per una analisi archeologica degli elevati"), Bruno Repetto ("L'abbazia di Borzone: criteri e strategie d'intervento in relazione alle attuali risorse disponibili per l'opera di restauro") e Tiziano Mannoni ("Conclusioni sul convegno dell'Abazia di Borzone del 10 maggio 2003").
  • M. Chiappe Il Tigulio e il suo entroterra.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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