11º Reggimento artiglieria da campagna semovente "Teramo"

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
11º Reggimento artiglieria da campagna (semovente) "Teramo"
Stemma dell'11º Reggimento artiglieria da campagna (semovente) "Teramo"
Descrizione generale
Attiva1º agosto 1920 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio Esercito
Esercito Italiano
TipoArtiglieria
DimensioneReggimento
Guarnigione/QGPersano
EquipaggiamentoLand Rover AR 90, M577, M548, PzH 2000
MottoTemprato il cuore più del nostro acciaio
Battaglie/guerreseconda guerra mondiale
campagna italiana di Russia
DecorazioniMedaglia d'argento al valor militare Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
Parte di
"Brigata meccanizzata "Pinerolo""
"Brigata bersaglieri "Garibaldi""
Reparti dipendenti
  • Comando di reggimento,
  • 1 batteria di supporto logistico,
  • 1 batteria di acquisizione obiettivi,
  • 1 gruppo semoventi,
  • alimentato da volontari in ferma breve e in servizio permanente.
11º Reggimento Artiglieria da Campagna Semovente "Teramo".
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

L'11º Reggimento artiglieria da campagna semovente "Teramo" è stato un'unità dell'Esercito Italiano e ancora prima con altra denominazione del Regio Esercito.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il reggimento venne costituito ad Acqui il 1º agosto 1920 con la denominazione di 11º Reggimento artiglieria pesante campale su quattro gruppi ed un deposito, con il concorso di personale del 23º Reggimento artiglieria da campagna.

Il motto era: "Victoriae validissime confero"

Il reggimento, sciolto il 30 novembre 1926, viene ricostituito a Cormons, il 10 novembre 1939, come 11º Reggimento artiglieria di Corpo d'Armata, articolato su comando, reparto comando, tre gruppi da 105/32 e deposito e posto alle dipendenze dell'XI Corpo d'Armata di Udine. Nel corso del secondo conflitto mondiale il deposito del reggimento ha costituito e mobilitato numerose unità.

Il 1º febbraio 1940 viene costituito l'11º Raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata che prese parte, inquadrato nel Corpo d'armata alpino alle operazioni sul fronte russo dove, per il comportamento dei suoi artiglieri, ha meritato una medaglia d’argento al valore militare.

L'11º Raggruppamento artiglieria di Corpo d'armata durante la spedizione in Russia aveva la seguente fisionomia organica:

  • Comando
  • LI Gruppo cannoni da 105/32
  • LII Gruppo cannoni da 105/32
  • LIII Gruppo cannoni da 105/32
  • CXVII Gruppo obici da 149/13
  • 39ª Batteria controaerea da 20/65
  • 41ª Batteria controaerea da 20/65
  • 11º Reparto specialisti di artiglieria

Il comandante dell'11º Raggruppamento artiglieria di Corpo d'armata era il colonnello Guglielmo Maj, mentre capo dell'ufficio comando dei reggimenti di artiglieria aggregati al Corpo d'armata alpino era il colonnello Giovanni Giua, che[1] durante il ripiegamento conseguente alla offensiva sovietica Ostrogorzk-Rossoš, era alla testa dell'11º Raggruppamento di artiglieria di Corpo d'armata che costituiva la formazione di coda del 5º reggimento della 2ª Divisione alpina "Tridentina" in ritirata.[2]

L'unità i cui superstititi sono rientrati in Patria nel marzo 1943 era in fase ricostituzione alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre, ma in seguito alle vicende armistiziali venne sciolta insieme al deposito.

11º Gruppo artiglieria pesante campale "Teramo"[modifica | modifica wikitesto]

Nel quadro della ristrutturazione dell'Esercito Italiano il 1º ottobre 1976, viene costituito a Persano l'11º Gruppo artiglieria pesante campale "Teramo", che eredita le tradizioni dell'11º Reggimento artiglieria di Corpo d'armata del quale riceve la bandiera.

Il gruppo venne posto alle dipendenze della Regione militare meridionale.

Nel 1980 il gruppo ha prestato soccorso alle pololazione campane colpite dal terremoto dell'Irpinia, meritando una medaglia di bronzo al valore dell'esercito

11º Gruppo artiglieria da campagna "Teramo"[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 dicembre 1981 il gruppo viene posto alle dipendenze della Brigata meccanizzata "Pinerolo" assumendo la denominazione di 11º Gruppo artiglieria da campagna "Teramo".

11º Reggimento Artiglieria da Campagna Semovente "Teramo"[modifica | modifica wikitesto]

Con il riordinamento dell'Esercito Italiano, che prevedeva la ricostituzione del livello reggimentale abolito nel 1975, il gruppo perde la propria autonomia il 10 settembre 1992 per essere inquadrato il giorno successivo nell'11º Reggimento artiglieria da campagna semovente "Teramo" che viene costituito a Persano.

A seguito del trasferimento della Brigata bersaglieri "Garibaldi" da Pordenone a Caserta, il reggimento la Brigata "Pinerolo" per entrare a far parte, trasformato in reggimento "professionalizzato" nella Brigata "Garibaldi". Il reggimento è stato il primo reparto dell'artiglieria italiana ad essere impiegato come tale, dopo la seconda guerra mondiale, in una missione estera in Albania ed in seguito ha partecipato a tutte le operazioni che hanno coinvolto la Brigata "Garibaldi" in Italia ed all'estero.

Dal 1º ottobre 2001, per cambio di denominazione, sempre nella sede di Persano, ha ridato vita all'8º Reggimento artiglieria terrestre "Pasubio", che il 30 settembre 2001, in seguito ai provvedimenti ordinativi discendenti dal Decreto Legislativo 214/2000, ha cessato di esistere nella sede di Udine per essere ricostituito il giorno successivo, alle dipendenze della Brigata “Garibaldi”, nella sede di Persano, con personale e materiali del disciolto 11º Reggimento artiglieria da campagna semovente "Teramo".[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valore dell'esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«"Immediatamente dopo il terremoto del 23 novembre 1980, interveniva iniziativa e con grande slancio con un complesso di circa 250 uomini tra Ufficiali, Sottufficiali ed Artiglieri nei comuni di Battipaglia - Campagna - Colliano la provincia di Salerno. Con la generosità propria dei soldati di leva operava incessantemente durante i primi otto giorni, rinunciando anche ai turni di riposo, per salvare i superstiti dalle macerie, provvedere al recupero e alla pietosa inumazione delle salme, allestire tendopoli a Colliano - Laviano e Valva, confezionare e somministrare 700 pasti Idi giornalieri, assistere i feriti sul posto e presso gli ospedali di Battipaglia e Eboli, distribuire materiale di vestiario ed equipaggiamento, contribuendo con calore umano a ridare fiducia e serenità là dove gli effetti del disastro avevano annientato la forza di reazione e la volontà di ripresa. La a azione, iniziata nel periodo più caldo dell'emergenza, in condizioni ambientali rese proibitive dalle avversità atmosferiche e dal susseguirsi di scosse telluriche, si protraeva sino al 31 gennaio 1981, senza che alcun militare manifestasse il minimo cenno di cedimento, lasciando negli abitanti dei comuni dove aveva operato profondi sentimenti di riconoscenza, di stima e affetto. Chiara espressione di virtù militari e civiche, di altissimo spirito di sacrificio e di profonda solidarietà umana che ha contribuito ad elevare ancor i il prestigio dell'Esercito"[4]»
— Alta Valle del Sole, 23/30-1980 17 dicembre 1980 31 gennaio 1981[4]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Scudo: d'azzurro, al capriolo d'argento, accompagnato dal tridente bizantino d'Ucraina d'oro in punta e da una stella d'argento a cinque punte nel cantone destro del capo

Ornamenti esteriori

  • lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: "TEMPRATO IL CUORE PIÙ DEL NOSTRO ACCIAIO"
  • nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ministero della Difesa, Direzione generale personale ufficiali, Divisione matricole e libretti personali, Stato di servizio di Giua Giovanni, pag. 9.
  2. ^ Alfio Caruso, Tutti i vivi all’assalto. L’epopea degli alpini dal Don a Nikolajevka, TEA, Milano, 2003, pagg. 238-9.
  3. ^ 8º Reggimento Artiglieria Terrestre "Pasubio" (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015)..
  4. ^ a b sul sito del Quirinale..

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Guerra: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di guerra