10º anniversario della Repubblica Popolare Cinese

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Il ministro della difesa nazionale Lin Biao davanti alle truppe cinesi in Piazza Tienanmen

Il 10º anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese (庆祝中华人民共和国成立10周年大会, Qìngzhù zhōnghuá rénmín gònghéguó chénglì 10 zhōunián dàhuì) ebbe luogo il 1º ottobre del 1959; la celebrazione principale di questa ricorrenza avvenne in piazza Tienanmen, a Pechino, in seguito a un banchetto a cui presero parte diversi dignitari stranieri.[1]

Celebrazioni a Pechino
Carri armati
Colonne di carri armati in viale Chang'an
Armi contraeree
Armi contraeree davanti alla Grande sala del popolo.

I preparativi[modifica | modifica wikitesto]

A Pechino, in preparazione a questo evento, sono stati costruiti i "Dieci grandi edifici" (十大建筑S, shí dà jiànzhúP), tra cui la Grande sala del popolo.[2]

A Pechino[modifica | modifica wikitesto]

Riunione celebrativa (28–29 settembre)[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 e il 29 settembre del 1959 ebbe luogo una riunione celebrativa nella Grande sala del popolo, con più di 10.000 partecipanti. L'evento era presieduto dal presidente del partito comunista Mao Zedong e dal presidente della repubblica Liu Shaoqi, il quale tenne un discorso programmatico di fronte a un pubblico che comprendeva, tra gli altri, il presidente vietnamita Ho Chi Minh, il politico sovietico Michail Andreevič Suslov, il politico albanese Mehmet Shehu, il politico bulgaro Dimităr Ganev, il presidente del consiglio della presidenza ungherese István Dobi, il presidente del consiglio di stato polacco Aleksander Zawadzki, il politico mongolo Yumjaagiin Tsedenbal, il leader supremo nordcoreano Kim Il-sung e il primo segretario del partito comunista cecoslovacco Antonín Novotný.[1]

Il banchetto (30 settembre)[modifica | modifica wikitesto]

Durante la sera del 30 settembre venne allestito un banchetto giubilare nella Grande sala del popolo. Il numero degli ospiti, provenienti da circa 80 nazioni diverse, si aggirava intorno ai 5.000. Mao Zedong fece ingresso insieme al primo segretario del partito comunista sovietico Nikita Sergeevič Chruščëv; i due politici vennero accolti da uno scroscio di applausi. Il primo ministro cinese Zhou Enlai, accompagnato da Chruščëv, pronunciò poi un discorso ai convitati, tra i quali figurava anche il ministro degli affari esteri dell'Unione Sovietica Andrej Andreevič Gromyko.[1]

Chruščëv era arrivato in Cina il giorno stesso, in seguito a una visita negli Stati Uniti d'America. Il suo primo discorso venne pronunciato immediatamente dopo l'atterraggio, quando si trovava ancora all'aeroporto.[1]

Parata militare in Piazza Tienanmen (1º ottobre)[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i reportage dei media cinesi, 700.000 persone erano riunite in piazza Tienanmen. La coreografia dell'evento includeva una riproduzione dello stemma cinese con, ai lati, i numeri "1949" e "1959", resa possibile grazie al contributo di migliaia di collaboratori. Alle 9:45 l'evento venne ufficialmente aperto da una banda di mille musicisti forniti di altrettanti ottoni, che suonarono il celebre brano L'Oriente è rosso. Mao Zedong e Nikita Chruščëv, una volta conclusa l'esecuzione del pezzo, fecero il loro ingresso seguiti da diversi dignitari (i.e. il presidente Liu Shaoqi, i vicepresidenti Song Qingling e Dong Biwu, il ministro della difesa nazionale Lin Biao, il presidente del comitato permanente dell'assemblea nazionale del popolo Zhu De, il futuro leader cinese Deng Xiaoping et cetera).[1]

Il sindaco di Pechino, Peng Zhen, dichiarò l'inizio della cerimonia alle ore 10:00. La banda suonò l'inno nazionale e una delegazione di 400 giovani pionieri presentò un tributo floreale ai piedi del Monumento agli eroi del popolo.[1]

Dopo un discorso del ministro della difesa nazionale Lin Biao, ebbe inizio la vera e propria parata militare, seguita da un corteo di operai, contadini, studenti e atleti.[1][3]

Delegazioni internazionali agli eventi principali a Pechino[modifica | modifica wikitesto]

Durante il banchetto del 30 settembre parteciparono diverse delegazioni, in rappresentanza di partiti o di governi comunisti. I nomi dei capi delle delegazioni sono riportati tra parentesi.[4]

Blocco socialista[modifica | modifica wikitesto]

Le delegazioni congiunte provenienti dal blocco socialista, rappresentanti sia lo stato che il partito, erano in tutto undici:

Africa[modifica | modifica wikitesto]

Americhe[modifica | modifica wikitesto]

Asia e Pacifico[modifica | modifica wikitesto]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Delegazioni di altri stati[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito sono elencate le delegazioni ufficiali di stati non appartenenti al blocco socialista:

Organizzazioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Giacimento petrolifero di Daqing[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 settembre 1959, pochi giorni prima dell'anniversario, venne scoperto un giacimento petrolifero a Datongzhen.[6] Il centro abitato venne rinominato in Daqing ("grande celebrazione"), in riferimento alle celebrazioni del decimo anniversario della repubblica.[6][7]

Altre regioni[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º ottobre vennero organizzate delle parate anche in altre città cinesi, come Shanghai, Chongqing, Guangzhou, Xi'an, Shenyang e Tientsin.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Pai Wan Chuang, National Day, 1959 (PDF), in Peking Review, vol. 2, n. 40, 6 ottobre 1959, pp. 4–6. URL consultato l'8 novembre 2019.
  2. ^ (EN) Lin Xiaoping, Children of Marx and Coca-Cola: Chinese Avant-Garde Art and Independent Cinema, University of Hawaii Press, 2 novembre 2009, p. 52. URL consultato l'8 novembre 2019.
  3. ^ (EN) Liu Anqi, The National Day military parade of 1959: Different parade Commander and parade Director, su english.cctv.com, 17 giugno 2009. URL consultato l'8 novembre 2019.
  4. ^ (EN) Pai Wan Chuang, Guests of Honour Present at the Banquet (PDF), in Peking Review, vol. 2, n. 40, 6 ottobre 1959, pp. 11–12. URL consultato il 10 novembre 2019.
  5. ^ Emilio Sarzi Amadé, 700.000 cinesi sulla Tienanmen per la sfilata del Primo Ottobre (PDF), in l'Unità, 2 ottobre 1949.
  6. ^ a b (EN) Marius S. Vassiliou, The A to Z of the Petroleum Industry, The Scarecrow Press, Inc., 24 settembre 2009, p. 152, ISBN 9780810870666. URL consultato il 10 novembre 2019.
  7. ^ (EN) People's Republic of China Yearbook, vol. 29, Xinhua Publishing House, 2008, p. 613. URL consultato il 10 novembre 2019.

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