2060 Chiron

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Chirone
(2060 Chiron
95P/Chiron)
Rappresentazione di Chirone in Celestia
Stella madreSole
Scoperta18 ottobre 1977
ScopritoreCharles Kowal
ClassificazioneAsteroide centauro,
cronosecante,
uranosecante
Classe spettraleB
Designazioni
alternative
1977 UB, 95P/Chiron
Parametri orbitali
(all'epoca JD 2458000,5
4 settembre 2017)
Semiasse maggiore2041772755 km
13,6482136 au
Perielio1261296345 km
8,4311253 au
Afelio2822249164 km
18,8653019 au
Periodo orbitale18416,72 giorni
(50,42 anni)
Velocità orbitale7750 km/s (media)
Inclinazione
sull'eclittica
6,94969°
Eccentricità0,3822543
Longitudine del
nodo ascendente
209,20090°
Argom. del perielio339,67667°
Anomalia media153,57909°
Par. Tisserand (TJ)3,352 (calcolato)
Ultimo perielio28 febbraio 1996
Prossimo perielio31 luglio 2046
Dati fisici
Diametro medio166 km
Massa
2,4-3,0×1018 kg
Densità media2,0? × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,037-0,040 m/s²
Velocità di fuga70-75 m/s
Periodo di rotazione0,2466 giorni
(5,918 ore)
Temperatura
superficiale
~75 K (media)
Albedo0,10?
Dati osservativi
Magnitudine ass.5,9

Chirone (ufficialmente 2060 Chiron) fu inizialmente identificato come un asteroide, ma è in realtà una delle più massicce comete periodiche conosciute del sistema solare. La sua designazione cometaria è 95P/Chiron. È inoltre considerato il prototipo della classe degli asteroidi centauri, caratterizzati da orbite comprese fra quella di Giove e quella di Nettuno.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chirone fu scoperto nel 1977 dall'astronomo statunitense Charles Kowal,[1] dal telescopio Schmidt da 120 cm dell'Osservatorio di Monte Palomar; confrontando due lastre fotografiche relative alla stessa regione della volta celeste prese in due momenti diversi, egli notò un oggetto che si muoveva sullo sfondo delle stelle fisse: un asteroide.

Si trattava tuttavia di un corpo assolutamente inusuale per le conoscenze scientifiche dell'epoca; Chirone si muoveva su di un'orbita che lo portava addirittura ad avvicinarsi ad Urano (non si conoscevano altri asteroidi che raggiungessero simili distanze dal Sole). I suoi parametri orbitali facevano piuttosto pensare ad una cometa, ma l'oggetto non mostrava alcuna coda visibile, e le sue dimensioni — nell'ordine dei 200 km di diametro — ne escludevano la natura puramente cometaria. Kowal battezzò allora il planetoide con il nome del centauro Chirone, per analogia con la duplice natura di asteroide e cometa. Chirone, secondo la mitologia greca, era inoltre figlio di Crono (Saturno) e nipote di Urano.

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

Orbita di Chirone rispetto ai giganti gassosi

Chirone si muove lungo un'orbita ellittica, di tipo caotico, compresa all'interno di quella del pianeta Urano, e che interseca periodicamente quella di Saturno (si tratta cioè di un asteroide cronosecante). La sua orbita viene pesantemente modificata ogni poche decine di migliaia d'anni dal passaggio ravvicinato con i giganti gassosi del sistema solare, e questo la rende fortemente instabile e difficile da prevedere.

Alcuni astronomi hanno fatto notare che Febe, uno dei satelliti naturali più esterni del pianeta Saturno, che ruota attorno al pianeta madre in direzione retrograda, potrebbe in verità condividere la stessa, misteriosa origine di Chirone.

È stato calcolato che nel 1664 a.C. Chirone abbia attraversato il sistema di Saturno, passando ad appena 16 milioni di chilometri dal pianeta (una distanza appena 3 milioni di km superiore rispetto al semiasse maggiore dell'orbita di Febe).

Dati fisici[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1988 si è osservato che Chirone stava mostrando un aumento di luminosità nell'ordine di una magnitudine; il comportamento, tipico delle comete, risulta tuttavia anomalo per un asteroide. Successive osservazioni, nel 1989, permisero di individuare la chioma cometaria dell'oggetto, durante la fase di avvicinamento al perielio.

Attualmente si conosce un altro centauro, Echeclo, che presenta un comportamento cometario; gli unici altri tre asteroidi classificati anche come comete sono Wilson-Harrington, Elst-Pizarro e LINEAR.

In seguito alla scoperta nel 2014 di un sistema di anelli attorno al centauro 10199 Chariklo, José L.Ortiz e colleghi hanno rianalizzato i dati raccolti durante le occultazioni stellari che hanno coinvolto Chirone. Sono così giunti alla conclusione che le strutture simmetriche attorno all'asteroide — che erano state identificate come getti derivanti dall'attività cometaria — potrebbero essere degli anelli, con un diametro stimato in 324±10 km. Ciò spiegherebbe anche alcune osservazioni spettroscopiche sulla composizione dell'asteroide.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles T. Kowal, William Liller e Brian G. Marsden, The discovery and orbit of /2060/ Chiron, in In: Dynamics of the Solar System; Proceedings of the Symposium, Tokyo, Japan, May 23–26, 1978, vol. 81, dicembre 1978, pp. 245–250, Bibcode:1979IAUS...81..245K.
  2. ^ (EN) J.L. Ortiz et al., Possible ring material around centaur (2060) Chiron. URL consultato il 31 gennaio 2015. Sottoposto alla rivista Earth and Planetary Astrophysics il 23 gennaio 2015.

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