Coordinate: 46°26′00″S 52°18′00″E

Île de l'Est

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Île de l'Est
L'Île de l'Est in una foto satellitare della NASA.
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano Indiano
Coordinate46°26′00″S 52°18′00″E
ArcipelagoIsole Crozet
Superficie130 km²
Geografia politica
StatoFrancia (bandiera) Francia
Territorio d'oltremare Terre australi e antartiche francesi
DistrettoIsole Crozet
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Oceano Indiano
Île de l'Est
Île de l'Est
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L'île de l'Est è un'isola dell'arcipelago sub-antartico delle Crozet, appartenente alle Terre australi e antartiche francesi.

Insieme all'Île de la Possession da cui dista 18 km, al di là del Canal des Orques, forma il gruppo orientale dell'arcipelago.

Con 130 km² di superficie, l'île de l'Est è la seconda più grande dell'arcipelago. Il punto più alto dell'isola (e di tutte le Isole Crozet) è il monte Marion-Dufresne, che raggiunge un'altitudine di 1050 m.

L'île de l'Est fu scoperta il 24 gennaio 1772 dall'esploratore francese Nicolas Thomas Marion-Dufresne. All'epoca le venne dato il nome île Aride, in seguito île Chabrol nel 1825.[1]

Sull'isola giunsero diversi cacciatori di foche provenienti dalla Gran Bretagna, dalla Nuova Inghilterra e dalla Francia. Il più famoso di questi fu Guillaume (William) Lesquin, originario di Roscoff, il quale, a 22 anni, il 29 luglio 1825 naufragò con l'equipaggio ormai ridotto a soltanto 6 persone della nave l'Aventure (il resto dell'equipaggio, ossia 9 marinai, erano sbarcati all'île aux Cochons e perirono in mare nel tentativo di andarsene) sulla spiaggia che fu proprio per l'appunto chiamata plage du Naufrage, sulla costa settentrionale dell'isola. Salvato il 6 gennaio 1827 dalla nave britannica Cape Pucket, Guillaume Lesquin tornerà in Francia il 7 maggio 1827.[1]

L'île de l'Est, così come le altre isole dell'arcipelago, è un'area protetta in quanto compresa nella Riserva naturale nazionale delle terre australi francesi. Tale protezione include sia lo spazio terrestre dell'isola che le sue acque territoriali.[2]. Pertanto, vi sono autorizzate esclusivamente attività di ricerca scientifica e tecnica.[3].

I primi rilievi vulcanologici sull'île de l'Est furono effettuati nel dicembre del 1975 e nel gennaio 1976 da Jean Lameyre e Jacques Nougier, con il supporto degli elicotteri dell'Armée de l'air. L'isola è ciò che resta di un potente stratovulcano fortemente eroso dai ghiacciai del Quaternario.[4]

Il centro del vulcano coincide con il centro dell'isola. Il suo "cuore" (nell'area del col des Rafales) è costituito da rocce e dicchi che hanno subìto un leggero metamorfismo (epidoto), iniettati di rocce plutoniche del tipo gabbro-diorite, risalenti a 8,75 milioni di anni fa (Miocene). Tutto ciò costituisce la fase 1 della formazione dell'isola.[4]

Al di sopra e in disarmonia con le formazioni della prima fase, vi sono strati di agglomerati con oltre 1000 metri di spessore (fase 2 e fase 3). Questi agglomerati sono rinforzati da una rete densa di filoni e dicchi che costituiscono i rilievi degli attuali monti Duclesmeur e Lesquin. La fase 3 risale a circa un milione di anni fa (Pleistocene) e consistette nell'emissione di lave basaltiche di varie composizioni.[4]

L'ultima attività vulcanica (fase 4) è caratterizzata da coni di tipo stromboliano (soprattutto a Mont Marion). Si stima abbia avuto luogo meno di 200.000 anni fa (per quanto riguarda alcune formazioni anche meno di 5.500 anni fa), ossia contemporaneamente o in seguito alla grande glaciazione che ha ricoperto l'île de l'Est, simile a quella attuale dell'Isola Bouvet nell'Atlantico meridionale.[4]

La suddetta glaciazione, approfittando della rete di faglie e dicchi e della consistenza friabile degli agglomerati, ha modellato delle valli brevi e ripide. Le scogliere, che proteggono l'isola lungo quasi tutto il perimetro, testimoniano un'intensa attività di erosione litoranea.[4]

Si può considerare l'île de l'Est come un vulcano quiescente, ma ad un grado inferiore rispetto alle vicine Île de la Possession e Île aux Cochons.

Si tratta di una delle poche isole australi a non essere stata contaminata da ratti, conigli o gatti; ne consegue una fauna particolarmente ricca ed unica, ragione degli sforzi di conservazione.

  1. ^ a b Amapof, Trois naufrages pour trois îles, Editions de la Dyle, 1998, pp. 29-81, ISBN 90-801124-9-6.
  2. ^ (FR) « Decreto n° 2006-1211 del 3 ottobre 2006 che sancisce la creazione della Riserva naturale nazionale delle terre australi francesi Archiviato il 13 novembre 2008 in Internet Archive. ».
  3. ^ (FR) « Lista delle zone protette Archiviato il 6 agosto 2011 in Internet Archive. ».
  4. ^ a b c d e J. Nougier e J.W. Thomson in Volcanoes of the Antarctic Plate and Southern Oceans, American Geophysical Union (1990).

Voci correlate

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