Édouard Daladier
Édouard Daladier | |
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Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica francese | |
Durata mandato | 31 gennaio 1933 – 24 ottobre 1933 |
Presidente | Albert Lebrun |
Predecessore | Joseph Paul-Boncour |
Successore | Albert Sarraut |
Durata mandato | 30 gennaio 1934 – 7 febbraio 1934 |
Presidente | Albert Lebrun |
Predecessore | Camille Chautemps |
Successore | Gaston Doumergue |
Durata mandato | 10 aprile 1938 – 20 marzo 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Predecessore | Léon Blum |
Successore | Paul Reynaud |
Ministro degli affari esteri | |
Durata mandato | 30 gennaio 1934 – 7 febbraio 1934 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Édouard Daladier |
Predecessore | Joseph Paul-Boncour |
Successore | Louis Barthou |
Durata mandato | 13 settembre 1939 – 20 marzo 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Édouard Daladier |
Predecessore | Georges Bonnet |
Successore | Paul Reynaud |
Durata mandato | 18 maggio 1940 – 5 giugno 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Paul Reynaud |
Predecessore | Paul Reynaud |
Successore | Paul Reynaud |
Ministro della difesa nazionale e della guerra | |
Durata mandato | 29 ottobre 1925 – 28 novembre 1925 |
Presidente | Gaston Doumergue |
Capo del governo | Paul Painlevé |
Predecessore | Paul Painlevé |
Successore | Paul Painlevé |
Durata mandato | 18 dicembre 1939 – 29 gennaio 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Joseph Paul-Boncour Édouard Daladier Albert Sarraut Camille Chautemps |
Predecessore | Joseph Paul-Boncour |
Successore | Jean Fabry |
Durata mandato | 4 giugno 1936 – 18 maggio 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Léon Blum Camille Chautemps Édouard Daladier Paul Reynaud |
Predecessore | Louis Maurin |
Successore | Paul Reynaud |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Radicale |
Titolo di studio | Aggregazione di storia |
Firma | ![]() |
Édouard Daladier (Carpentras, 18 giugno 1884 – Parigi, 10 ottobre 1970) è stato un politico francese.
Fu Primo ministro della Francia per tre volte: la prima dal 31 gennaio al 26 ottobre 1933, la seconda dal 30 gennaio al 9 febbraio 1934 e la terza dal 10 aprile 1938 al 21 marzo 1940, quando venne sostituito da Paul Reynaud. Partecipò alla conferenza di Monaco (con Chamberlain per gli inglesi, Mussolini per l'Italia e Hitler per la Germania) nel 1938 come capo del governo francese.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Primi anni[modifica | modifica wikitesto]
Nato a Carpentras da una modesta famiglia, fu sindaco della sua città natale nel 1911; datosi alla carriera politica, nel 1919 venne eletto deputato del dipartimento del Vaucluse nelle file del Partito Radicale. Grazie al suo impeto, alla sua oratoria e al suo vigore, Daladier fu soprannominato "il toro di Vaucluse".
Al governo con le sinistre: Il Fronte popolare[modifica | modifica wikitesto]
Più volte ministro, il 31 gennaio 1933 costituì il suo primo governo, in un momento di difficile situazione interna e internazionale: infatti sullo scenario europeo si avvertiva tutta la potenza aggressiva della Germania di Adolf Hitler e l'impotenza della Società delle Nazioni.
Dimessosi il 24 ottobre dello stesso anno, Daladier riebbe l'incarico ministeriale il 30 gennaio 1934: il suo nuovo gabinetto durò appena una settimana, in quanto si dimise il 7 febbraio (malgrado la Camera avesse votato la fiducia) in seguito ai violenti scontri di piazza del giorno precedente a Parigi tra forze dell'ordine e associazioni di ex-combattenti conservatori, che manifestavano in seguito all'insabbiamento del "caso Stavisky", un episodio di corruzione in cui erano implicati uomini politici del precedente esecutivo; gli scontri terminarono con un totale di 16 morti e 1.435 feriti.
Dopo le nuove dimissioni riprese il controllo del Partito radicale, e nel marzo 1934, per combattere le leghe di estrema destra, creò il Comité d'action anti-fasciste. Fu poi tra i promotori della creazione del Fronte popolare, l'unione delle sinistre francesi (socialisti, radicali e comunisti), che nel 1936 vinsero le elezioni e andarono al governo; il nuovo capo dell'esecutivo, Léon Blum, nominò Daladier ministro della Difesa. Dopo la rottura e la caduta della coalizione e le dimissioni di Blum, nel 1938 fu nuovamente incaricato di presiedere il Consiglio dei ministri.
Dopo il Fronte popolare: la conferenza di Monaco e la guerra[modifica | modifica wikitesto]
Come capo del governo dovette affrontare vari problemi, sia interni sia sul fronte internazionale: la sua politica interna, volta a ristabilire la situazione economica e finanziaria (per la quale aveva ricevuto dal Parlamento pieni poteri), fu indirizzata sia a un rinnovamento sociale sia all'aumento della produzione industriale.

Infatti Daladier, a tal fine, stabilì ore supplementari alla giornata lavorativa settimanale, suscitando le proteste della Confederazione Generale del Lavoro (il principale sindacato francese) e, stabilizzata la situazione finanziaria, poté dare avvio al programma di armamento. In politica estera, il Primo ministro francese seguì la politica di appeasement, ossia di cedimento verso le pretese territoriali tedesche e italiane allo scopo di evitare una guerra; per questo motivo fu tra i promotori della Conferenza di Monaco, durata dal 28 settembre al 30 settembre 1938 per risolvere il problema della regione dei Sudeti, territorio cecoslovacco abitato da una minoranza tedesca che Hitler voleva annettere al Reich tedesco. Insieme con il ministro inglese Chamberlain, Daladier cedette alle richieste del dittatore tedesco, supportato da Mussolini, pur di scongiurare il pericolo di una guerra.
Convinto di aver evitato lo scoppio del conflitto, il Primo ministro francese ostacolò non solo un accordo con l'Unione Sovietica, ma pose addirittura fuorilegge il partito comunista francese dopo la conclusione del Patto Molotov-Ribbentrop (23 agosto 1939). Ostile all'espansionismo tedesco, dopo l'invasione della Polonia, avvenuta il 1º settembre 1939, Daladier dichiarò guerra alla Germania nazista il 3 settembre successivo, dopo il governo di Londra. Nel marzo 1940 abbandonò la Presidenza del Consiglio e assunse il portafoglio della Difesa e degli Esteri, ma dopo la rapida Campagna di Francia, in cui i francesi furono sconfitti dalle forze naziste (cui si unirono, il 10 giugno, gli italiani), il 5 luglio 1940 fu definitivamente eliminato dal governo.
Arrestato dopo la firma dell'armistizio, Daladier fu tra gli imputati del processo di Riom, tenuto dal 10 febbraio all'11 aprile 1942 dal governo di Vichy, insieme con Blum, La Chambre, Gamelin e altri alti esponenti della Terza Repubblica. Era un maldestro tentativo del governo collaborazionista di screditare i simboli del regime parlamentare, ma essendo venute a galla anche alcune responsabilità di esponenti di Vichy (come lo stesso Pétain), Hitler ne ordinò la sospensione. Daladier venne comunque deportato in Germania nell'aprile 1942 e rinchiuso in un lager; sopravvissuto alla prigionia, dopo essere stato liberato nel corso della battaglia di Itter del 5 maggio 1945, poté rientrare in patria alla fine delle ostilità, riprendendo la sua attività politica.
Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]
Si candidò alla prima Assemblea costituente, nel 1945, ma non fu eletto; l'anno seguente però riuscì nell'intento per la seconda Assemblea costituente. Rieletto deputato alle elezioni legislative del novembre 1946, mantenne il seggio sia alle elezioni del 1951 sia in quelle del 1956. Fu anche eletto sindaco di Avignone nel 1953. Fu favorevole al governo di Mendès France e al suo tentativo di rinnovamento del Partito Radicale. Nel 1957 presiedette il Raggruppamento delle Sinistre Repubblicane. Nel 1958 si oppose al ritorno di Charles de Gaulle e votò contro la concessione dei pieni poteri. Arrivato solo al terzo posto al primo turno delle elezioni legislative del 1958, si ritirò dal secondo turno e si dimise anche da sindaco di Avignone.
Morì a Parigi il 10 ottobre 1970, a 86 anni; il suo corpo è sepolto nel Cimitero di Père-Lachaise.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Daladier, Édouard, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Édouard Daladier, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Édouard Daladier, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Édouard Daladier, su Sycomore, Accademia nazionale.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 24647874 · ISNI (EN) 0000 0001 0879 5627 · SBN RAVV049337 · BAV 495/195634 · LCCN (EN) n91035678 · GND (DE) 119022303 · BNE (ES) XX1209087 (data) · BNF (FR) cb121964450 (data) · J9U (EN, HE) 987007259996605171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n91035678 |
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