École française di Roma

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Palazzo Farnese, sede dell'École Française de Rome

L'École française di Roma (Scuola francese di Roma) è un istituto francese che si occupa di ricerca storica, archeologica e di scienze sociali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Raccoglie l'eredità dell’Institut de correspondance archéologique, creato nel 1829 per accogliere a Roma gli studiosi stranieri. Composto principalmente da francesi e tedeschi, l'Institut fu soppresso durante la Guerra franco-prussiana del 1870. Sulle sue ceneri sorse nel 1871 l'Istituto archeologico germanico e poi, nel 1873, una sezione romana dell’École française di Atene. Quest'ultima, nel 1875, divenne l’École française de Rome.

Dal 1876, ha sede al secondo piano del Palazzo Farnese, nella stessa sede dell'ambasciata di Francia in Italia. Ogni anno accoglie 18 nuovi membri (generalmente per 3 anni) e offre 150 borse di studio di uno o due mesi a giovani ricercatori le cui ricerche richiedono la presenza in Italia.

L'archeologia italiana dell'Ę́cole française di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Fin dai primi anni, sotto l'impulso del direttore Auguste Geffroy[1], i membri della Scuola francese di Roma si dedicarono alla raccolta delle iscrizioni in Italia centrale e allo studio di siti o reperti archeologici. Emmanuel Fernique fu uno dei primi a raccogliere le iscrizioni del territorio dei Marsi, a studiare la collezione del Museo di Capua (1874), le vestigia di Preneste (1880), e infine a condurre sondaggi nella campagna prenestina [2]. Subito dopo di lui, René de la Blanchère si dedicò allo studio dei resti di Terracina e delle paludi Pontine [3], mentre nel 1889 Stéphane Gsell scavò una parte della necropoli di Vulci, sulle proprietà dei Torlonia. Poco dopo Albert Grenier dedicò un ampio studio a Bologna, villanoviana ed etrusca [4].

Dopo l'istituzione del protettorato sulla Tunisia nel 1881, i membri della Scuola francese di Roma iniziarono a orientare la loro attività archeologica prevalentemente verso il Nord Africa. In Italia l'attività archeologica degli istituti stranieri ricominciò dopo la seconda guerra mondiale. Già nel 1946 Raymond Bloch iniziò le ricerche intorno a Bolsena e, a partire dal 1962, gli scavi a Volsinii permisero la scoperta del foro di epoca romana e di abitazioni adiacenti. Dal 1949, sotto la direzione di François Villard e Georges Vallet, iniziò lo scavo della colonia megariana di Megara Hyblaea, sulla costa orientale della Sicilia, che durò fino al 1992. Lo scavo è ripreso nel 2006, sotto la direzione di Henri Tréziny. A partire dal 1956, con il reclutamento di Georges Laplace, l'EFR si impegnò nell'archeologia preistorica. Successivamente, l'EFR è intervenuto in numerose regioni d'Italia, in particolare intraprendendo ricerche sulla collina del Pincio (1982-2005) o sul Palatino (1985-1998), riprendendo lo scavo del porto fluviale di Aquileia (1991-2005), dell'agglomerato lucano della Civita di Tricarico in Basilicata, della città greca poi lucana di Paestum, della colonia tarquiniana di Musarna e delle sue necropoli e partecipando allo scavo della necropoli celto-etrusca di Monterenzio Vecchio (2000-2005). Altri interventi sono stati realizzati nei Balcani (Sirmio, Salona, Giustiniana Prima).

Le attività più recenti in Italia sono relative al periodo preromano (prospezioni e sondaggi sugli habitat fortificati dei Vestini e dei Peligni Superaequani, in Abruzzo), romano (studio delle vestigia dello stadio di Domiziano in Piazza Navona, delle Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, della Vigna Barberini sul Palatino, con carotaggi nella zona di Portus e lo studio dei magazzini di Traiano, del tempio della Fortuna Augusta e dei panifici di Pompei).

Mélanges de l'École française de Rome[modifica | modifica wikitesto]

L'istituto pubblica Mélanges de l'École française de Rome, rivista di storia e archeologia, in lingua inglese e francese, i cui numeri e archivio storico sono liberamente consultabile in modalità Open Access. Pubblicata col titolo iniziale di Mélanges d'archéologie et d'histoire , esistono le seguenti serie[5]:

  • Mélanges de l'École française de Rome: Antiquité (MEFRA)
  • Mélanges de l'École française de Rome: Moyen Âge (MEFRM)
  • Mélanges de l'École française de Rome: Italie et Méditerranée (MEFRIM)

La rivista ha fondato e promuove il programma OpenEdition Freemium, un partenariato con biblioteche, campus e centri di ricerca, che prevede la pubblicazione di libri, riviste e paper scientifici in modalità mista: gratuitamente consultabili per chiunque in formato HTML, scaricabili a pagamento in formato PDF ed ePub per gli utenti delle istituzioni partner e abbonate. I proventi vengono reinvestiti nel potenzialmento del servizio web.[6]

Direttori dell’École française di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Ordine cronologico

Altri membri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Auguste Geffroy (1820-1895), storico. Professore di storia antica alla Sorbonne nel 1872, direttore dell'Ę́cole française di Roma dal 1875 al 1882 e poi dal 1888 al 1895.
  2. ^ Fernique Marie Emmanuel (1854-1885), Inscriptions inedites du pays des Marses recueilles par M. E. F., Paris , Thorin , 1879 ,pp 26 (Antinum, Alba Fucens, Luco, Trasacco, Marruvium);
    e ancora: De Regione Marsorum, Lutetiae Parisiorum, 1880
    Études sur Préneste, ville du Latium (1880) e Carte des ruines du temple de la Fortune à Preneste.
  3. ^ René du Coudray de La Blanchère (1853-1896), all' École française di Roma dal 1878 al 1881, soggiornò nelle paludi Pontine, analizzando i metodi romani di drenaggio, risanamento e canalizzazione. Dal 1881 lavorò sul Nord Africa, divenendo capo della missione dell'Africa del Nord dal 1890.
  4. ^ Albert Grenier (1878-1961), storico e archeologo, specialista di storia del Galli e dei Celti; all'Ę́cole française di Roma dal 1904 al 1907 studia la civiltà etrusca e partecipa agli scavi nella necropoli villanoviana di Bologna, alla quale dedicherà la sua tesi di dottorato nel 1912 (Bologne villanovienne et étrusque (VIIIe-IVe s. av. notre ère))
  5. ^ Les Mélanges de l'École française de Rome
  6. ^ (FR) Il programma OpenEdition Freemium, su openedition.org. URL consultato il 19 ottobre 2019 (archiviato il 19 ottobre 2019).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN147238430 · ISNI (EN0000 0001 2294 4481 · BAV 494/31256 · ULAN (EN500219638 · LCCN (ENn80131703 · GND (DE1003497-3 · BNE (ESXX84437 (data) · BNF (FRcb11868472t (data) · J9U (ENHE987007309181905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n80131703