Epsilon Eridani b

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Epsilon Eridani b
Epsilon Eridani b, visto col programma Celestia
Stella madreEpsilon Eridani
Scoperta7 agosto 2000
ScopritoriArtie Hatzes et al.
CostellazioneEridano
Distanza dal Sole10,5 anni luce
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta03h 32m 55,8s
Declinazione-09° 27' 29"
Parametri orbitali
Semiasse maggiore3,53 UA[1]
Periodo orbitale2671+17
−23
 giorni
[1] (7,32 anni)
Inclinazione orbitale78,81°+28,69°
−21,56°
Eccentricità0,070
Dati fisici
Massa
0,66+0,12
−0,09
 MJ
[1][2]

Epsilon Eridani b è un pianeta extrasolare orbitante attorno alla stella Epsilon Eridani, alla distanza di 10,5 anni luce dal Sistema solare. Al momento della scoperta, nel 2000, si trattava dell'esopianeta di cui si fosse certi dell'esistenza più vicino alla Terra. Nel dicembre del 2015, l'Unione astronomica internazionale ha annunciato i nomi scelti nel concorso pubblico NameExoWorlds per la scelta dei nomi di 19 esopianeti e delle loro stelle che ancora non avessero un nome proprio; per il pianeta è stato scelto AEgir e per la stella Ran[3].

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta è stata annunciata nell'agosto del 2000 da un team di astronomi guidato da Artie Hatzes del McDonald Observatory dell'Università del Texas)[4], ma solo nell'ottobre del 2006, grazie ai dati ricavati dal telescopio spaziale Hubble, G.F. Benedict e B.E. McArthur ne hanno potuto dimostrare definitivamente l'esistenza.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentazione artistica del pianeta.

Si tratta di un gigante gassoso con una massa attorno all'80% di quella di Giove, collocato ad una distanza media di circa 3,5 UA dalla stella, lungo un'orbita che, dagli ultimi studi del 2019, non pare particolarmente eccentrica, come invece era stato suggerito in precedenza (e=0,07). Studi del 2021 ridimensionano leggermente la massa del pianeta a 0,66 MJ.[1]

È stata inoltre ipotizzata la presenza di un secondo pianeta (Epsilon Eridani c) ad una distanza di circa 40 UA e con un decimo della massa di Giove, ma la sua esistenza non è stata ancora provata definitivamente.

Il 27 ottobre 2008 alcuni astronomi, usando il telescopio spaziale Spitzer della NASA, hanno dimostrato l'esistenza di due fasce di asteroidi. Di queste, la più interna è collocata grosso modo nella stessa posizione che la fascia principale degli asteroidi occupa nel Sistema Solare. La scoperta, complessivamente, di tre distinti dischi di materia circumstellare nel sistema di Epsilon Eridani ha portato a ritenere che la stella sia orbitata da almeno tre pianeti di massa considerevole, tuttavia questo prima del ribasso del valore dell'eccentricità.[2]

Ricerca di satelliti extrasolari[modifica | modifica wikitesto]

AEgir è uno dei pochi esopianeti conosciuti aventi una massa maggiore di quella gioviana e che è visualmente separato dalla stella madre più di 0,5 secondi d'arco, di conseguenza è uno dei migliori candidati per la ricerca di esolune di dimensioni terrestri tramite osservazioni nell'infrarosso col telescopio spaziale James Webb, entrato in funzione nel 2022.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Jorge Llop-Sayson et al., Constraining the Orbit and Mass of ε Eridani b with Radial Velocities, Hipparcos IAD-(Gaia~DR2) Astrometry, and Multi-epoch Vortex Coronagraphy Upper Limits (PDF), agosto 2021.
  2. ^ a b Dimitri Mawet et al., Deep Exploration of ϵ Eridani with Keck Ms-band Vortex Coronagraphy and Radial Velocities: Mass and Orbital Parameters of the Giant Exoplanet, in The Astronomical Journal, vol. 157, n. 1, 2019, p. 33, DOI:10.3847/1538-3881/aaef8a, OCLC 7964711337, arXiv:1810.03794. URL consultato il 5 febbraio 2021.
  3. ^ Final Results of NameExoWorlds Public Vote, su iau.org, International Astronomical Union, 15 dicembre 2015.
  4. ^ Artie P. Hatzes et al., Evidence for a Long-Period Planet Orbiting ε Eridani, in The Astrophysical Journal, vol. 544, n. 2, agosto 2000, pp. L145–L148.arΧiv:astro-ph/0009423
  5. ^ Evangelia Kleisioti et al., Could we observe exomoons around ε Eridani b?, Europlanet Science Congress 2022, Granada, 23 settembre 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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