Certosa di San Martino: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:46, 18 mar 2009

Coordinate: 40°50′36″N 14°14′28.46″E / 40.843333°N 14.24124°E40.843333; 14.24124
File:Sanmartino.jpg
Veduta della Certosa
La Certosa e Castel Sant'Elmo da piazza del Plebiscito
La certosa e Castel Sant'Elmo con due torri di Castel Nuovo visti dal molo Beverello

La Certosa di San Martino è tra i maggiori complessi monumentali di Napoli; costituisce, in assoluto, uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca insieme alla Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro. Essa è situata sulla collina del Vomero, accanto a Castel Sant'Elmo.

Dal 1866 la certosa ospita il Museo di San Martino.

Storia

Nel 1325, Sulla sommità del colle, Carlo duca di Calabria, primogenito di Roberto d'Angiò, fece erigere il monastero. I certosi entrarono nel monastero nel 1337 e la chiesa nel 1368 fu consacrata sotto il regno di Giovanna d'Angiò. Alla fine del XVI secolo la Certosa subì un rimaneggiamenti e ampliamenti in stile tardomanierista e Barocco. I lavori vennero affidati dal 1589 al 1609 al Dosio; Dal 1618 al 1625 la direzione del cantiere passò a Giovan Giacomo di Conforto; 1623 al 1656 passò a Cosimo Fanzago che lasciò la sua impronta artistica. Nella prima metà del XVIII secolo i lavori passarono al Tagliacozzi Canale e al Vaccaro. Nel 1799 i certosini vennero cacciati per giacobinismo, ritornarono nel 1804 e dopo un po' vennero di nuovo espulsi; nel 1836 vennero di nuovo riammessi e infine espulsi definitivamente nel 1866.

La piazza, il cortile d'onore e la chiesa

Sul piazzale c'è la chiesa delle donne opera del Dosio, e ornata da stucchi nel XVII secolo. A destra è l'ingesso, nell'androne è situato uno stemma angioino. Dall'ingresso si accede al cortile d'onore realizzato sempre dal Dosio. Sulla sinistra prospetta la chiesa trecentesca rimaneggiata dal Dosio (che riadattò il pronao da cinque arcate a tre arcate ricavandone due cappelle) e da Cosimo Fanzago (che costrui una serliana per mascherare la facciata precedente); la parte superiore e le pareti sono del Tagliacozzi Canale. Nello spazio tra la serliana e la facciata ci sono gli affreschi di Micco Spadaro, Giovanni Baglione e Belisario Corenzio.

L'interno della chiesa

La chiesa, a navata unica con quattro cappelle (due di esse sono comunicanti con le prime di destra e di sinistra), presenta un alto livello di decorazione a cavallo tra il XVI secolo e il XVIII secolo. Cosimo Fanzago è l'autore delle transenne delle cappelle e della decorazione delle cappelle di San Bruno e del Battista; sempre del Fanzago sono i festoni di frutta sui pilastri e quattro putti marmorei sulle arcate delle cappelle.

Interno della chiesa delle Donne (Cosimo Fanzago)
Adorazione dei pastori (1635 circa)
La balaustrata dell'altare maggiore (G. Sanmartino su disegno di Tagliacozzi Canale)

Il pavimento marmoreo della navata è di frà Bonaventura Presti che riutilizzò alcuni marmi intarsiati dal Fanzago. Ai lati del potale d'ingresso ci sono due statue del medesimo Fanzago, che tuttavia furono terminate da Alessandro Rondone; sempre nei pressi del portale sono collocate due tele di Jusepe de Ribera e sopra il portale una Deposizione di Massimo Stanzione. La volta è arricchita da un ciclo pittorico di Giovanni Lanfranco che maschera le strutture a crociera della copertura.

Cappelle di destra

  1. Cappella di Sant'Ugo: vi sono affreschi dello Stanzione, di Andrea Vaccaro e di Belisario Corenzio e sculture di Matteo Bottigliero. A destra si accede alla Cappella del Rosario, decorata da Domenico Antonio Vaccaro, dove si trova pure una tela di Battistello Caracciolo.
  2. Cappella del Battista: decorata dal Fanzago, si presenta con dipinti di Carlo Maratta, di Paolo De Matteis e dello Stanzione, e con sculture di Lorenzo Vaccaro, terminate dal figlio Domenico Antonio.
  3. Cappella di San Martino: c'è una decorazione del Seicento trasformata da Nicola Tagliacozzi Canale nel Settecento. La cappella è arricchita con statue di Giuseppe Sanmartino, affreschi di Paolo Finoglio, mentre le due tele laterali sono opera di Francesco Solimena.

Cappelle di sinistra

  1. Cappella di San Gennaro: decorata con marmi commessi del primo Seicento, presenta affreschi e tele di Battistello Caracciolo, ed altorilievi e statue di Domenico Antonio Vaccaro. A destra si accede alla Cappella di San Giuseppe, decorata dal medesimo Domenico Vaccaro.
  2. Cappella di San Bruno: decorazione fanzaghiana e pittorica dello Stanzione e statue di Lorenzo Vaccaro (terminate dal figlio Domenico Antonio). Sempre di Lorenzo Vaccaro sono il pavimento e due angioletti marmorei.
  3. Cappella dell'Assunta: presenta una decorazione secententesca completata da Nicola Tagliacozzi Canale; sull' altare e alle pareti dipinti di Francesco de Mura, nella volta affreschi di Battistello Caracciolo, statue di Giuseppe Sanmartino. A destra si accede alla Cappella di San Nicola con affreschi di Belisario Corenzio e una tela di Pacecco De Rosa.

Presbiterio e abside

Nel presbiterio, antistante all'altare, c'è la balaustra in pietre dure realizzata su disegno del Tagliacozzi Canale. L'altare invece è realizzato su disegno di Francesco Solimena. L'abside vanta un pavimento marmoreo del Fanzago ed un grandioso coro ligneo del 1629. Nella parete di fondo sono disposte statue di Pietro Bernini e Giovanni Battista Caccini e una Natività di Guido Reni. Gli affreschi della volta sono del Cavalier d'Arpino e di Giovanni Lanfranco. Nella parete destra vi sono affreschi dello Stanzione, di Carletto Caliari; in quella di sinistra invece gli affreschi sono di Jusepe de Ribera e di Battistello Caracciolo.

Sala Capitolare

Nella Sala Capitolare sono presenti affreschi di Belisario Corenzio, Paolo Finoglio, Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione e Francesco De Mura.

Coro dei Conversi

Vi sono vedute della certosa gotica e arazzi, e un lavamano di Cosimo Fanzago.

Cappella della Maddalena

La cappella è affrescata con prospettive e sull'altare è collocata una tela di Andrea Vaccaro.

Sagrestia e Cappella del Tesoro

La sagrestia è decorata con affreschi del Cavalier d'Arpino e di Massimo Stanzione. Agli affreschi posti nel passaggio alla cappella lavorarono Massimo Stanzione, Luca Giordano, Paolo De Matteis e Micco Spadaro. La Cappella del Tesoro è affrescata da Jusepe de Ribera e da Luca Giordano.

I chiostri

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiostri di San Martino.
  1. Chiostro dei procuratori: disegnato dal Dosio con puteale al centro. Ad esso è collegato il corridoio che porta al refettorio del XVIII secolo disegnato da Nicola Tagliacozzi Canale.
  2. Chiostro Grande: progettato dal Dosio, fu rifatto dal Fanzago che realizzò le mezze lesene agli angoli dell'ambulacro; i busti sulle sette porte sone dello stesso Fanzago, tranne due che sono opera di Domenico Antonio Vaccaro. La balaustra del cimiterino dei monaci è di Cosimo Fanzago che realizzò un motivo con teschi ed ossa. Al centro un puteale del Dosio.

Il museo

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo di San Martino.

Voci correlate

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