Osservazione di Giove: differenze tra le versioni

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== Osservazione dei satelliti principali ==
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[[Immagine:Jupiter_double_shadow_transit.jpg|thumb|250px|Simulazione di un transito doppio sul disco di Giove]]
[[Immagine:Jupiter_double_shadow_transit.jpg|thumb|250px|Simulazione di un transito doppio sul disco di Giove]]
Dei quattro [[satelliti medicei]], solo [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]] è visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore è dotato di una vista acuta; le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese [[Gan De]], nel [[364 a.C.]]<ref>Xi Zezong, "The Discovery of Jupiter's Satellite Made by Gan De 2000 years Before Galileo," ''Chinese Physics'' 2 (3) (1982): 664-67.</ref> Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una [[magnitudine apparente]] inferiore alla 6a - che corrisponde al limite di visibilità - se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove.
Secondo fonti storiche, dei quattro [[satelliti medicei]], [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]] sarebbe visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore fosse dotato di una vista acuta; infatti, le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese [[Gan De]], nel [[364 a.C.]]<ref>Xi Zezong, "The Discovery of Jupiter's Satellite Made by Gan De 2000 years Before Galileo," ''Chinese Physics'' 2 (3) (1982): 664-67.</ref> che sarebbe riuscito a vedere il satellite schermando la vista di Giove con un albero o qualcosa di analogo. Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una [[magnitudine apparente]] inferiore alla 6a - che corrisponde al limite di visibilità - se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove.<ref name=Gaspani/> Considerazioni recenti, mirate a valutare il potere risolutivo dell'[[occhio]] nudo sembrerebbero tuttavia escludere questa possibilità.<ref name=Gaspani>{{cita web|url=http://www.brera.mi.astro.it/~gaspani/gande.htm |titolo=Gan De vide Ganimede? |autore=Adriano Gaspani |accesso=11-02-2009}}</ref> La combinazione della ridotta distanza angolare tra Giove ed ognuno dei suoi satelliti e della luminosità del pianeta (anche valutando le condizioni in cui questa sarebbe minima) renderebbero impossibile per un uomo riuscire ad individuare uno dei satelliti.<ref name=Gaspani/>


Basta un piccolo [[cannocchiale]] o [[telescopio rifrattore]] per poter osservare con facilità i satelliti medicei,<ref>{{cita web|lingua=en |autore=Arlot, J.-E. |coautori=Lainey, V |url=http://www.rssd.esa.int/SA/GAIA/docs/Gaia_2004_Proceedings/Gaia_2004_Proceedings_279.pdf |formato=PDF |titolo=Observations of the satellites of Jupiter and Saturn |accesso=11-02-2009}}</ref> che appaiono come quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell'equatore del pianeta,<ref name="planetobs">{{cita web |url=http://www.planetobs.com/planete.php?page=15| titolo= Observer les planètes : Système solaire : Jupiter |accesso=4-01-2009.}}</ref> e seguirne la rotazione attorno al pianeta tra una notte e l'altra. Essi infatto orbitano attorno a Giove molto rapidamente ed il più interno, [[Io (astronomia)|Io]], arriva a compiere tra una notte e l'altra quasi un'orbita completa.È osservando questo moto che [[Ole Rømer]] arrivò a scoprire che la [[luce]] possiede una [[velocità della luce|velocità finita]].<ref name="Teuber">{{cita libro|autore=Jan Teuber |anno= 2004| titolo= Ole Rømer og den bevægede Jord - en dansk førsteplads? |curatore= Per Friedrichsen, Ole Henningsen, Olaf Olsen, Claus Thykier, Chr. Gorm. Ole Rømer Tortzen - videnskabsmand og samfundstjener|lingua = danese| città= Copenhagen| eduìitore= Gads Forlag| pagine= 218|id= ISBN 87-12-04139-4}}</ref>
Basta comunque un piccolo [[cannocchiale]] o [[telescopio rifrattore]] per poter osservare con facilità i satelliti medicei,<ref>{{cita web|lingua=en |autore=Arlot, J.-E. |coautori=Lainey, V |url=http://www.rssd.esa.int/SA/GAIA/docs/Gaia_2004_Proceedings/Gaia_2004_Proceedings_279.pdf |formato=PDF |titolo=Observations of the satellites of Jupiter and Saturn |accesso=11-02-2009}}</ref> che appaiono come quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell'equatore del pianeta,<ref name="planetobs">{{cita web |url=http://www.planetobs.com/planete.php?page=15| titolo= Observer les planètes : Système solaire : Jupiter |accesso=4-01-2009.}}</ref> e seguirne la rotazione attorno al pianeta tra una notte e l'altra. Essi infatto orbitano attorno a Giove molto rapidamente ed il più interno, [[Io (astronomia)|Io]], arriva a compiere tra una notte e l'altra quasi un'orbita completa.È osservando questo moto che [[Ole Rømer]] arrivò a scoprire che la [[luce]] possiede una [[velocità della luce|velocità finita]].<ref name="Teuber">{{cita libro|autore=Jan Teuber |anno= 2004| titolo= Ole Rømer og den bevægede Jord - en dansk førsteplads? |curatore= Per Friedrichsen, Ole Henningsen, Olaf Olsen, Claus Thykier, Chr. Gorm. Ole Rømer Tortzen - videnskabsmand og samfundstjener|lingua = danese| città= Copenhagen| eduìitore= Gads Forlag| pagine= 218|id= ISBN 87-12-04139-4}}</ref>


Ogni 5,93 anni la Terra si trova per alcuni mesi in prossimità del piano su cui giacciono le orbite dei satelliti medicei. In questa occasione è possibile assistere a [[Transito (astronomia)|transiti]] ed [[eclisse|ecclissi]] tra i satelliti e Giove ed anche tra i satelliti stessi.<ref name=mutual_eclipse>{{cita libro|cognome=Price |nome=Fred William |titolo=The Planet Observer's Handbook |url=http://www.cambridge.org/catalogue/catalogue.asp?isbn=0521789818 |datadiaccesso= 11-02-2009 |anno=2000 |editore=Cambridge University Press |lingua=en |id= ISBN-13: 9780521789813|doi= |pagine=429 |edizione=2a |capitolo=Jupiter |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=GnrAVhVZ3wMC&printsec=frontcover#PPA263,M1}}</ref> Queste occultazioni mutue sono state utilizzate per confrontare i satelliti in [[albedo]].<ref name=mutual_eclipse/> Questi fenomeno non sono rari, anzi ne possono capitare anche qualche centinaio durante una fase di periodico allineamento.<ref name=mutual_eclipse/> È in generale complesso osservare l'eclissi di una luna per opera di un'altra luna, perché l'ombra del corpo anteriore non è visibile sullo sfondo dello spazio finché il corpo posteriore non l'attraversa; di più semplice osservazione è il caso in cui l'ecclissi avvenga mentre l'ombra del corpo anteriore ed il corpo celeste posteriore stiano transitando sul disco di Giove. Sebbene raro, è possibile che si verifichi l'ecclissi di un satellite per opera di un'altro, mentre le ombre di entrambi stiano transitando sul disco di Giove. Durante questo evento, avvenuto ad esempio l'[[11 giugno]] [[1991]] tra [[Io (astronomia)|Io]] e Ganimede, si osservano le due ombre raggiungersi ed unirsi, mentre il satellite più interno diventa scuro.<ref name=mutual_eclipse/> Un'altra rara possibilità è che un satellite esterno sia occultato da un satellite più interno ecclissato a sua volta da Giove.<ref name=mutual_eclipse/>
Ogni 5,93 anni la Terra si trova per alcuni mesi in prossimità del piano su cui giacciono le orbite dei satelliti medicei. In questa occasione è possibile assistere a [[Transito (astronomia)|transiti]] ed [[eclisse|ecclissi]] tra i satelliti e Giove ed anche tra i satelliti stessi.<ref name=mutual_eclipse>{{cita libro|cognome=Price |nome=Fred William |titolo=The Planet Observer's Handbook |url=http://www.cambridge.org/catalogue/catalogue.asp?isbn=0521789818 |datadiaccesso= 11-02-2009 |anno=2000 |editore=Cambridge University Press |lingua=en |id= ISBN-13: 9780521789813|doi= |pagine=429 |edizione=2a |capitolo=Jupiter |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=GnrAVhVZ3wMC&printsec=frontcover#PPA263,M1}}</ref> Queste occultazioni mutue sono state utilizzate per confrontare i satelliti in [[albedo]].<ref name=mutual_eclipse/> Questi fenomeno non sono rari, anzi ne possono capitare anche qualche centinaio durante una fase di periodico allineamento.<ref name=mutual_eclipse/> È in generale complesso osservare l'eclissi di una luna per opera di un'altra luna, perché l'ombra del corpo anteriore non è visibile sullo sfondo dello spazio finché il corpo posteriore non l'attraversa; di più semplice osservazione è il caso in cui l'ecclissi avvenga mentre l'ombra del corpo anteriore ed il corpo celeste posteriore stiano transitando sul disco di Giove. Sebbene raro, è possibile che si verifichi l'ecclissi di un satellite per opera di un'altro, mentre le ombre di entrambi stiano transitando sul disco di Giove. Durante questo evento, avvenuto ad esempio l'[[11 giugno]] [[1991]] tra [[Io (astronomia)|Io]] e Ganimede, si osservano le due ombre raggiungersi ed unirsi, mentre il satellite più interno diventa scuro.<ref name=mutual_eclipse/> Un'altra rara possibilità è che un satellite esterno sia occultato da un satellite più interno ecclissato a sua volta da Giove.<ref name=mutual_eclipse/>

Versione delle 20:38, 11 feb 2009

Voce principale: Giove (astronomia).

Giove è un pianeta facilmente osservabile da Terra; esso è ben visibile nel cielo nei periodi di osservabilità come un astro di magnitudine apparente -2,5, e presenta un diametro apparente che oscilla tra i 44 e i 49 secondi d'arco. Già puntando il pianeta con un binocolo di discrete dimensioni è possibile discernere i quattro satelliti galileiani, i quali presentano visibili variazioni di posizione con il passare delle ore.

Giove al telescopio

Giove al telescopio, visto da Terra.

La visione al telescopio permette di osservare numerosi dettagli dell'atmosfera gioviana. Con l'ausilio di strumenti di diametro superiore ai 150 mm è possibile scorgere variazioni nella conformazione delle bande con la visione dei festoni; l'atmosfera del pianeta presenta altri dettagli interessanti come la Grande macchia rossa e le WOS, veri e propri cicloni che percorrono la superficie del pianeta.

Seguendo uno studio periodico (conducendo cioè una campagna di osservazione astronomica) è possibile riscontrare una variazione del colore e della luminosità delle bande di Giove. Molte di esse tendono a scomparire per poi riprendere colore dopo alcuni anni; anche la Macchia Rossa mostra variazioni di colore.

Sono poi spettacolari i fenomeni legati ai satelliti galileiani, come i transiti e le occultazioni. Nella loro rotazione attorno al pianeta, i satelliti vengono infatti periodicamente occultati dal disco planetario o proiettano la loro ombra. Risulta affascinante osservare l'apparizione o la sparizione dei satelliti secondo i dati contenuti nelle effemeridi.

Tabella delle effemeridi

Nella seguente tabella sono riportate le effemeridi di Giove, per alcuni giorni del mese. La tabella vuole essere d'ausilio per pianificare eventuali osservazioni sul pianeta. Le coordinate celesti[1], di natura topocentrica, sono riferite alle 0h 00m T.U. per le date indicate, esse verranno aggiornate di mese in mese. Gli istanti del sorgere e del tramonto sono dati in tempo civile italiano e riferiti a Roma; essi possono ritenersi validi per tutta l'Italia se si accetta un errore, nei tempi indicati, di pochi minuti.

Effemeridi
Data Ascensione retta Declinazione Magnitudine apparente Diametro angolare Sorge Tramonta Elongazione
1º gennaio 20h 04m 33s -20° 46',7 -1,9 32,6" 08h 46m 18h 13m 18,3° E
11 gennaio 20h 14m 16s -20° 17',7 -1,9 32,5" 08h 15m 17h 45m 10,4° E
21 gennaio 20h 24m 03s -19° 46',5 -1,9 32,4" 07h 43m 17h 18m 2,6° E
31 gennaio 20h 33m 49s -19° 13',2 -1,9 32,4" 07h 11m 16h 50m 5,3° W

Osservazione dei satelliti principali

Simulazione di un transito doppio sul disco di Giove

Secondo fonti storiche, dei quattro satelliti medicei, Ganimede sarebbe visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore fosse dotato di una vista acuta; infatti, le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese Gan De, nel 364 a.C.[2] che sarebbe riuscito a vedere il satellite schermando la vista di Giove con un albero o qualcosa di analogo. Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una magnitudine apparente inferiore alla 6a - che corrisponde al limite di visibilità - se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove.[3] Considerazioni recenti, mirate a valutare il potere risolutivo dell'occhio nudo sembrerebbero tuttavia escludere questa possibilità.[3] La combinazione della ridotta distanza angolare tra Giove ed ognuno dei suoi satelliti e della luminosità del pianeta (anche valutando le condizioni in cui questa sarebbe minima) renderebbero impossibile per un uomo riuscire ad individuare uno dei satelliti.[3]

Basta comunque un piccolo cannocchiale o telescopio rifrattore per poter osservare con facilità i satelliti medicei,[4] che appaiono come quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell'equatore del pianeta,[5] e seguirne la rotazione attorno al pianeta tra una notte e l'altra. Essi infatto orbitano attorno a Giove molto rapidamente ed il più interno, Io, arriva a compiere tra una notte e l'altra quasi un'orbita completa.È osservando questo moto che Ole Rømer arrivò a scoprire che la luce possiede una velocità finita.[6]

Ogni 5,93 anni la Terra si trova per alcuni mesi in prossimità del piano su cui giacciono le orbite dei satelliti medicei. In questa occasione è possibile assistere a transiti ed ecclissi tra i satelliti e Giove ed anche tra i satelliti stessi.[7] Queste occultazioni mutue sono state utilizzate per confrontare i satelliti in albedo.[7] Questi fenomeno non sono rari, anzi ne possono capitare anche qualche centinaio durante una fase di periodico allineamento.[7] È in generale complesso osservare l'eclissi di una luna per opera di un'altra luna, perché l'ombra del corpo anteriore non è visibile sullo sfondo dello spazio finché il corpo posteriore non l'attraversa; di più semplice osservazione è il caso in cui l'ecclissi avvenga mentre l'ombra del corpo anteriore ed il corpo celeste posteriore stiano transitando sul disco di Giove. Sebbene raro, è possibile che si verifichi l'ecclissi di un satellite per opera di un'altro, mentre le ombre di entrambi stiano transitando sul disco di Giove. Durante questo evento, avvenuto ad esempio l'11 giugno 1991 tra Io e Ganimede, si osservano le due ombre raggiungersi ed unirsi, mentre il satellite più interno diventa scuro.[7] Un'altra rara possibilità è che un satellite esterno sia occultato da un satellite più interno ecclissato a sua volta da Giove.[7]

La prima osservazione scientificamente registrata dei satelliti medicei, e la loro scoperta, avvenne nel 1610 per opera di Galileo Galilei.[8] L'11 gennaio 1610 Galileo osservò quelle che credette essere tre stelle vicino a Giove, la notte seguente ne individuò una quarta e notò che avevano mutato posizione. Continuò quindi le osservazioni e nelle notti seguenti notò che la loro posizione relativa rispetto a Giove mutava coerentemente con oggetti che fossero in orbita attorno al pianeta (conclusione a cui giunse già il 15 gennaio):[9] a volte precedevano, a volte seguivano Giove, ma sempre ad uguali intervalli; non si allontanano mai oltre un certo limite dal pianeta, e questo limite era caratteristico del singolo oggetto.[8] Dopo aver raccolto 65 osservazioni, riportò la notizia della scoperta degli "Astri Medicei" (in onore di Cosimo II de' Medici) nel Sidereus Nuncius.

Callisto, Ganimede, Giove ed Europa al telescopio.

Note

  1. ^ Queste coordinate sono state calcolate con il software astronomico Stellarium
  2. ^ Xi Zezong, "The Discovery of Jupiter's Satellite Made by Gan De 2000 years Before Galileo," Chinese Physics 2 (3) (1982): 664-67.
  3. ^ a b c Adriano Gaspani, Gan De vide Ganimede?, su brera.mi.astro.it. URL consultato l'11-02-2009.
  4. ^ (EN) Arlot, J.-E., Lainey, V, Observations of the satellites of Jupiter and Saturn (PDF), su rssd.esa.int. URL consultato l'11-02-2009.
  5. ^ Observer les planètes : Système solaire : Jupiter, su planetobs.com. URL consultato il 4-01-2009..
  6. ^ (DA) Jan Teuber, Ole Rømer og den bevægede Jord - en dansk førsteplads?, a cura di Per Friedrichsen, Ole Henningsen, Olaf Olsen, Claus Thykier, Chr. Gorm. Ole Rømer Tortzen - videnskabsmand og samfundstjener, Copenhagen, 2004, p. 218, ISBN 87-12-04139-4.
  7. ^ a b c d e (EN) Fred William Price, Jupiter, in The Planet Observer's Handbook, 2a, Cambridge University Press, 2000, p. 429, ISBN-13: 9780521789813. URL consultato l'11-02-2009.
  8. ^ a b Galileo Galilei, Scoperte ottenute con l’uso di un nuovo occhiale nell’osservazione dei corpi celesti (PDF), su scarpaz.com, Scarpaz's web site, 12-03-1610. URL consultato l'11-02-2009.
  9. ^ The Discovery of the Galilean Satellites, in Views of the Solar System, Space Research Institute, Russian Academy of Sciences. URL consultato il 24 novembre 2007.

COllegamenti esterni