Walter Zenga

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Walter Zenga
Walter Zenga all'Inter nella stagione 1987-1988
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 188 cm
Peso 84 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex portiere)
Squadra Emirates
Termine carriera 2 ottobre 1999 - giocatore
Carriera
Giovanili
1969-1971Macallesi 1927
1971-1978Inter
Squadre di club1
1978-1979Salernitana3 (-6)
1979-1980Savona23 (-19)
1980-1982Sambenedettese67 (-45)
1982-1994Inter328 (-294)
1994-1996Sampdoria41 (-43)
1996-1997Padova21 (-20)
1997-1999N.E. Revolution47 (-73)
Nazionale
1984-1986Bandiera dell'Italia Italia U-2115 (-25)
1986-1992Bandiera dell'Italia Italia58 (-21)
Carriera da allenatore
1998-1999N.E. Revolution
2000-2001Brera
2002-2003Național Bucarest
2003Național BucarestD.T.
2004-2005Steaua Bucarest
2005-2006Stella Rossa
2006-2007Gaziantepspor
2007Al-Ain
2007Dinamo Bucarest
2008-2009Catania
2009Palermo
2010Al-Nassr
2011-2013Al-Nasr
2013-2014Al-Jazira
2015Sampdoria
2015-2016Al-Shaab
2016Wolverhampton
2017-2018Crotone
2018-2019Venezia
2020Cagliari
2023-2024Persita TangerangD.T.
2024-Emirates
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 5 gennaio 2024

Walter Zenga (Milano, 28 aprile 1960) è un allenatore di calcio, ex calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo portiere, tecnico dell'Emirates.

Da giocatore si è distinto e riconosciuto come uno dei migliori portieri italiani di tutti i tempi[1][2][3] ed ha legato il proprio nome principalmente all'Inter, con cui ha disputato 473 incontri in 12 anni, vincendo uno scudetto, una Supercoppa italiana e due Coppe UEFA.

In nazionale ha totalizzato 58 presenze, prendendo parte a due campionati del mondo (Messico 1986 e Italia 1990) e a un campionato d'Europa (Germania Ovest 1988). Durante il campionato del mondo 1990, concluso al terzo posto, ha mantenuto la porta inviolata per 517 minuti consecutivi,[4] record assoluto della competizione.[5] Ha inoltre disputato i Giochi olimpici di Los Angeles 1984 e, da fuoriquota, l'Europeo Under-21 del 1986.

A livello individuale, è stato eletto portiere dell'anno IFFHS per tre volte consecutive (dal 1989 al 1991), classificandosi terzo in altre due occasioni (nel 1987 e nel 1988);[6] la stessa IFFHS lo ha nominato «miglior portiere del decennio» nel 1997[7] e collocato in 20ª posizione nell'elenco dei più forti portieri del XX secolo.[1] Nel 1988 e nel 1990 si è classificato rispettivamente 17º e 12º nella corsa al Pallone d'oro.[8] Il 9 marzo 2018, in concomitanza col 110º anniversario della fondazione dell'Inter, è stato il primo portiere a essere inserito nella Hall of Fame del club milanese.[9] Del club milanese è stato il portiere con più presenze in Serie A (328) fino al 23 maggio 2021 quando è stato superato da Samir Handanovič.

Da allenatore ha vinto, nella stagione 2004-2005, un campionato romeno con la Steaua Bucarest e, nell'annata successiva, un campionato serbo-montenegrino e una coppa di Serbia e Montenegro con la Stella Rossa. Nei cinque anni in Arabia ha vinto un campionato Emiratino e una Coppa del Presidente con l'Al-Jazira.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si è sposato tre volte ed ha avuto cinque figli. Il primo matrimonio fu con Elvira Carfagna, con la quale ha avuto il figlio Jacopo (attaccante con oltre 100 reti all'attivo in serie minori),[10] il secondo con la conduttrice tv Roberta Termali, con cui ha avuto i figli Nicolò e Andrea (portiere con esperienze in Serie D e anche concorrente della prima edizione di Temptation Island VIP e della quinta edizione del Grande Fratello VIP),[11] ed il terzo con la rumena Raluca Rebedea, da cui nel 2009 ha avuto Samira[12] e nel 2012 Walter Jr.[13] È stato anche sentimentalmente legato a Marina Perzy[14] e Hoara Borselli.

Ha inciso un LP[15], Dal tuo amico Walter Zenga, e pubblicato tre libri.[16][17][18]

Dal 1987 al 1990 ha condotto il programma sportivo Forza Italia, su Odeon TV, insieme a Fabio Fazio, Roberta Termali e Cristina Parodi[19] e il programma Disco sport su Radio Deejay con Amadeus.[20] Nel gennaio del 2000 ha partecipato come "postino" alla trasmissione di Maria De Filippi C'è posta per te.[20]

Nel 2008 ha commentato alcune partite della nazionale italiana con Marco Civoli,[21] e ha fatto da seconda voce al fianco di Alberto Rimedio in occasione del campionato d'Europa 2016; nel 2017 è opinionista su Mediaset Premium. Da novembre 2017 ritorna a commentare per qualche mese le partite della nazionale, sempre al fianco di Alberto Rimedio, sostituendo Alberto Zaccheroni.[22] Sostituito da Antonio Di Gennaro, due anni dopo lo troviamo negli studi di TV8 per commentare l’Europa League.[23]

Il 16 settembre 2021 esce la sua autobiografia dal titolo Ero l’uomo ragno. La vita, il calcio, l'amore per Cairo Editore.[24]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

«A Zenga piaceva stare in porta e aspettare l’avversario. [...] Amava il volo: plastico, morbido, a effetto. Era il contrario di Dasaev che si giocava ogni volta con lui il premio di migliore del mondo.»

Zenga premiato come miglior portiere dell'anno IFFHS nel 1990

Portiere di grande carisma e temperamento,[25][26][27] dal carattere acceso,[28][29] Zenga spiccava per l'abilità tra i pali[2][25][28][30] e l'eleganza negli interventi,[26][27][31] doti che gli valsero il soprannome di Deltaplano (coniato da Gianni Brera).[32] Meno brillante nelle uscite alte[2][28][29][30] e nel fronteggiare i calci di rigore,[25][30][33] era comunque in possesso di un repertorio tecnico tra i più completi,[34] oltre che di un'ottima struttura fisica.[25] Sapeva coniugare una spiccata vocazione alla platealità, tanto nei gesti tecnici quanto nella direzione della difesa, con l'efficacia negli interventi;[26][27][30] la sua capacità di opporsi anche ai tiri più insidiosi compensava la tendenza a commettere occasionali errori,[30][35] dai quali riusciva comunque a risollevarsi senza incappare in periodi di crisi.[35]

Zenga (a destra) saluta il collega della Juventus Stefano Tacconi, con cui visse una istrionica rivalità, benché fatta di reciproca stima, che tenne banco tra gli anni 1980 e 1990.[36]

Sebbene le sue caratteristiche mal si sposassero con una più moderna interpretazione del ruolo (non era abilissimo coi piedi,[34][37] né abituato a linee difensive disposte a zona[28]), riuscì ugualmente ad adeguarsi alle innovazioni introdotte nella stagione 1992-1993, che richiesero ai portieri una maggiore partecipazione alla manovra, mantenendo elevati livelli di rendimento e confermandosi tra i migliori estremi difensori del campionato italiano;[38] quando nel 1994 si trasferì dall'Inter alla Sampdoria, si calò di buon grado nello schieramento a zona di Sven-Göran Eriksson, ritenendo che le affinità tattiche con la nazionale di Arrigo Sacchi potessero convincere il CT dell'Italia a reintegrarlo in azzurro per il campionato d'Europa 1996.[39]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Come allenatore, Zenga ha spesso schierato le proprie squadre con una difesa a 4, prediligendo soluzioni variabili a centrocampo e nel reparto avanzato.[40]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Inizi[modifica | modifica wikitesto]

Il padre Alfonso, portiere del Napoli nel 1945-1946, inizia a farlo giocare a calcio all'età di 9 anni[41], nella Macallesi 1927 di Milano, con un cartellino riportante un anno di nascita falsificato (1959) per poter giocare nei campionati agonistici[42] quali quelli della categoria Pulcini. A undici anni, nel 1971, viene inserito da Italo Galbiati tra i pulcini dell'Inter[43].

Nel 1978, a 18 anni, viene ceduto in prestito alla Salernitana in Serie C1, squadra presso la quale ha poca fortuna anche a causa di un errore contro il Campobasso.[30] Durante un altro incontro, dopo aver subito due gol discutibili, abbandona il campo in lacrime e, nonostante l'incitamento dei tifosi, decide di lasciare la squadra.[44]

Dopo aver militato per una stagione nel Savona in Serie C2, nel 1980 passa alla Sambenedettese in Serie C1, contribuendo alla promozione in Serie B della squadra marchigiana grazie al secondo posto ottenuto nel campionato 1980-1981. La stagione successiva rimane a San Benedetto del Tronto come titolare e si rende protagonista nella serie cadetta ottenendo 34 presenze.

Inter[modifica | modifica wikitesto]
Zenga all'Inter assieme al compagno di squadra Lothar Matthäus nella stagione 1988-1989

Ritorna all'Inter nella stagione 1982-1983, a 22 anni. In questa sua prima stagione è il secondo portiere dietro il veterano Ivano Bordon, alla sua ultima stagione all'Inter. Zenga si fa comunque apprezzare disputando cinque gare di Coppa Italia. A partire dalla stagione successiva viene promosso al ruolo di portiere titolare, esordendo in Serie A l'11 settembre 1983 in Inter-Sampdoria (1-2).

Durante la Coppa Italia 1987-1988 è protagonista della qualificazione della sua squadra agli ottavi di finale, rivelandosi per due volte decisivo ai tiri di rigore: contro la Reggiana, dopo aver respinto il tiro di Giovanni Cornacchini, mette a segno il penalty di propria competenza e infine neutralizza quello di Carlo Cornacchia, regalando all'Inter la vittoria per 9-8;[45] neutralizza un tiro anche nel successivo impegno contro l'Ascoli, ultima partita della fase a gironi, con i nerazzurri vincitori per 5-4. Nelle precedenti sconfitte contro Taranto e Brescia, gare anch'esse decise dagli undici metri, non era invece riuscito a parare alcun rigore.

Ottiene i primi successi nel 1989, anno in cui l'Inter, guidata da Giovanni Trapattoni, si aggiudica lo scudetto dei record (con Zenga autore di un campionato di alto profilo)[46] e la Supercoppa italiana. Sempre con Trapattoni allenatore, l'Inter vincerà, nel 1991, la prima Coppa UEFA della sua storia.

Zenga, nell'occasione capitano nerazzurro, s'intrattiene con lo juventino Roberto Baggio prima del derby d'Italia del 28 novembre 1993.

L'ultima partita di Zenga con la maglia nerazzurra è la vittoriosa finale della Coppa UEFA 1993-1994 contro il Salisburgo, in cui il portiere offre una prestazione determinante per il risultato e vince per la seconda volta il trofeo continentale.[30]

Sampdoria, Padova, N.E. Revolution[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 luglio 1994 passa alla Sampdoria, nella trattativa che porta l'estremo difensore Gianluca Pagliuca all'Inter.[47][48] Con l'obiettivo di convincere Arrigo Sacchi a reintegrarlo in nazionale per il campionato d'Europa 1996,[39] disputa la prima stagione da titolare, ma ottiene solo 7 presenze in quella successiva, a causa di un grave infortunio subìto a inizio anno, verrà sostituito da Angelo Pagotto e rientrerà solo per le ultime sette partite di campionato. Non rientrando più nei piani della società blucerchiata, si svincola a fine stagione.[49]

Durante l'estate del 1996, a 36 anni, firma con il Padova in Serie B, con il quale ottiene 21 presenze in campionato.[50]

Il 5 marzo 1997 si trasferisce negli Stati Uniti ai New England Revolution, che militano nella Major League Soccer (MLS).[51][52] Con gli americani totalizza 22 presenze, saltando dieci partite per un'artroscopia al ginocchio sinistro. Il 16 gennaio 1998 si ritira dal calcio.[53] Il 25 agosto venne nominato giocatore/allenatore dei New England Revolution. Il primo anno non disputa nessuna partita, il secondo anno disputa 25 partite fino al suo esonero che avviene il 2 ottobre 1999.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Zenga abbraccia Beppe Bergomi, compagno all'Inter e in nazionale, dopo l'amichevole del 1986 contro la Grecia.

Già convocato per i Giochi olimpici di Los Angeles 1984[54] e titolare (da fuoriquota)[55] della selezione Under-21 che si classifica seconda all'Europeo Under-21 1986.

Viene chiamato in nazionale maggiore da Enzo Bearzot per il campionato del mondo 1986 come terzo portiere, dietro a Giovanni Galli e Franco Tancredi. Esordisce in nazionale l'8 ottobre dello stesso anno, a 26 anni, nella partita amichevole Italia-Grecia (2-0) disputata a Bologna, prima partita agli ordini del nuovo commissario tecnico Azeglio Vicini.[56]

Zenga diventa titolare sin dall'inizio della gestione di Vicini, e partecipa al campionato d'Europa 1988 e al campionato del mondo 1990. Nel corso del torneo disputatosi in Italia, rimane imbattuto per 517 minuti di fila, record assoluto dei Mondiali.[5][57] L'inviolabilità della sua porta si interrompe nella semifinale contro l'Argentina, in cui Zenga, a seguito di un errore in uscita, subisce una rete su colpo di testa di Claudio Caniggia.[30] La partita termina 1-1 e si decide ai tiri di rigore: le parate di Sergio Goycochea sui tentativi di Roberto Donadoni e Aldo Serena sanciscono l'eliminazione dell'Italia, che disputa quindi la finale per il 3º posto, dalla quale esce vittoriosa sconfiggendo l'Inghilterra per 2-1.

L'avventata uscita di Zenga nella semifinale del campionato del mondo 1990 che portò al gol di Caniggia.

Sul finire del 1991, dopo la mancata qualificazione al successivo Europeo, la panchina azzurra viene affidata ad Arrigo Sacchi: Zenga, confermato titolare ma poco avvezzo agli schemi del nuovo CT,[28] è subito insidiato dagli emergenti Gianluca Pagliuca e Luca Marchegiani,[58] che nel giro di un anno lo scavalcano, sancendo la fine della sua carriera in nazionale.[59] La sua ultima presenza in nazionale risale al 4 giugno 1992, nella partita della US Cup vinta per 2-0 contro l'Irlanda a Boston.

Dopo la sua estromissione dal giro azzurro, in risposta alle domande dei giornalisti, Zenga canticchia ironicamente il brano degli 883 Hanno ucciso l'Uomo Ragno, pubblicato sempre nel 1992[59]; per questo motivo, da tale momento in poi, il portiere verrà spesso soprannominato Uomo Ragno.[60]

In nazionale conta 58 presenze, quarto portiere per numero di apparizioni dopo Gianluigi Buffon, Dino Zoff e Gianluigi Donnarumma.[61]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi e la lunga esperienza all'estero[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 gennaio 1998, ritirandosi dall'attività agonistica, divenne osservatore del suo ultimo club, i New England Revolution.[62] Il 25 agosto fu nominato giocatore-allenatore;[63] il 2 ottobre 1999 venne esonerato.[64]

Il 31 ottobre 2000 tornò in Europa venendo nominato allenatore del neofondato Brera F.C., in Serie D;[65] il 18 gennaio 2001 si dimise.[66] Il 1º luglio 2002 è allenatore del Naţional Bucarest,[67] portando la squadra all'8º posto e alla finale della coppa nazionale. Il 10 settembre 2003 viene nominato direttore tecnico.[68] Il 5 dicembre rassegna le dimissioni.[69][70] Il 29 luglio 2004 viene nominato tecnico della Steaua Bucarest,[71] vincendo il titolo. Il 19 maggio 2005 viene esonerato.[72]

Il 21 luglio 2005 diventa allenatore della Stella Rossa,[73] con la quale vince il campionato serbo-montenegrino, vincendo per la prima volta nel calcio serbo tutte le partite casalinghe. Si aggiudica anche la coppa nazionale. Il 17 maggio 2006 si dimette dall'incarico.[74]

Il 14 giugno 2006 si trasferisce in Turchia per allenare il Gaziantepspor.[75] Ha dichiarato che ha lasciato la Stella Rossa perché la squadra turca gli offriva molti soldi e che però non lo rifarebbe.[76] Qui disputa tutto il girone d'andata raggiungendo il dodicesimo posto in classifica con 5 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. Il 3 gennaio 2007 decide di recedere dal contratto con la società turca pagando una penale e trasferirsi in Medio oriente, precisamente negli Emirati Arabi Uniti[77][78], dove il 5 gennaio assume la guida dell'Al-Ain,[79] una delle più importanti squadre della penisola arabica. Con la squadra araba giunge alla finale della Coppa del Presidente.

Il 5 settembre firma un contratto come allenatore della Dinamo Bucarest,[80] che prima del suo arrivo aveva totalizzato solo 7 punti in 5 partite. All'esordio sulla panchina dei campioni di Romania vince per 5-2 in trasferta contro il Politehnica Iași. Il 25 novembre rassegna le dimissioni.[81]

L'approdo in Serie A[modifica | modifica wikitesto]

Catania[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º aprile 2008 viene chiamato a sostituire Silvio Baldini sulla panchina del Catania[82], con gli etnei ancora in cerca della salvezza.[83] Dopo aver esordito con un 3-0 al Napoli[84], la squadra viene eliminata in semifinale di Coppa Italia dalla Roma[85][86]; l'obiettivo della permanenza in campionato fu raggiunto all'ultima giornata[87], dopo un pari con gli stessi capitolini. Confermato alla guida tecnica anche per la stagione seguente[88], si rende protagonista di una buona partenza in Serie A nella quale spicca l'affermazione per 2-0 contro il Palermo.[89] Il Catania termina il girone d'andata in undicesima posizione[90], trovando invece nella fase di ritorno un successo esterno che mancava da 33 partite[91]: a farne le spese sono ancora i rosanero, battuti per 4-0.[92] Il tecnico replica la salvezza, stavolta conseguita in anticipo rispetto alla conclusione del torneo[93]: i 43 punti in classifica costituirono un record per la squadra, poi superato da Maran nel 2013.[93]

Palermo[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 giugno 2009 subentra all'esonerato Davide Ballardini alla guida del Palermo di Maurizio Zamparini.[94] Esordisce sulla panchina rosanero il 15 agosto nel Terzo turno di Coppa Italia contro la SPAL (4-2). La sua esperienza al Palermo dura cinque mesi: il 23 novembre 2009 viene sollevato dall'incarico in seguito a risultati poco positivi (17 punti in 13 giornate);[95][96] il suo sostituto è Delio Rossi.[97]

Tra i risultati positivi della sua gestione ci sono le vittorie contro Napoli (2-1) alla prima giornata, Juventus (2-0) alla settima e l'unica esterna all'ottava contro il Livorno (2-1). Nella trasferta a San Siro contro l'Inter persa per 5-3, sotto di quattro reti dopo il primo tempo, la squadra segna tre reti in dodici minuti nel secondo. Dalla 5ª alla 9ª la squadra resta imbattuta (due pareggi seguiti da tre vittorie), mentre dalla 10ª al derby la squadra non vince alcuna partita e ottiene due soli punti. Durante la sua esperienza palermitana ottiene il nomignolo di Coach Z.[12][98][99] Zenga rescinde il contratto con la società rosanero il 12 gennaio 2010.[100]

Esperienze in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi[modifica | modifica wikitesto]

Al-Nassr[modifica | modifica wikitesto]

L'11 maggio 2010 firma un contratto con gli arabi dell'Al-Nassr di Riad, tornando ad allenare nel Golfo dopo l'esperienza del 2007 alla guida dell'Al-Ain.[101][102] Il 24 dicembre viene esonerato,[103] affermando in seguito di non aver ricevuto per sei mesi lo stipendio pattuito.[104]

Al-Nasr[modifica | modifica wikitesto]
Zenga nel 2011

Il 24 gennaio 2011 si accorda con l'Al-Nasr di Dubai.[105] Porta la squadra al 3º posto finale in campionato, piazzandosi dietro al Baniyas e ai campioni dell'Al-Jazira e qualificandosi alla AFC Champions League.

Il 17 dicembre 2011 esce nel 2º girone della Coppa del Presidente degli Emirati Arabi Uniti e il 1º marzo 2012, nonostante la vittoria per 2-0 contro lo Sharjah, abbandona ai gironi anche l'Emirates Cup. Il 7 marzo debutta in Champions League (prima apparizione assoluta anche per il club) nella prima partita della fase a gironi perde per 1-0 in trasferta contro gli iraniani del Sepahan; termina il girone all'ultimo posto con 6 punti non passando il turno. In campionato si piazza questa volta al 2º posto con 41 punti dietro all'Al-Ain (55 punti).

Nella stagione 2012-2013 viene eliminato agli ottavi nella Coppa del Presidente. A fine stagione la squadra ottiene il 6º posto in campionato e il 1º giugno 2013 viene esonerato nonostante un altro anno di contratto.[106][107]

Al-Jazira[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 ottobre 2013 diventa il tecnico dell'Al-Jazira, altra società degli Emirati Arabi.[108] Chiude il campionato al 3º posto, perde la finale di Emirates Cup contro l'Al-Ahli e nella Champions asiatica si ferma agli ottavi. Il 15 maggio 2014, dopo sette mesi, risolve il contratto con il club.[109]

Sampdoria e ancora all'estero[modifica | modifica wikitesto]

Zenga alla guida del Wolverhampton nel 2016.

L'11 giugno 2015 Zenga ritorna alla Sampdoria da allenatore sostituendo Siniša Mihajlović, a distanza di 6 anni dall'ultima esperienza italiana.[110] Fa il suo esordio nella gara di andata del terzo turno preliminare in Europa League perdendo 4-0 contro il Vojvodina: per il club blucerchiato si tratta della «peggior sconfitta interna nella storia delle competizioni UEFA».[111] Il 2-0 al ritorno non è sufficiente a ribaltare la situazione, con i doriani subito eliminati. Il 10 novembre seguente, dopo la sconfitta casalinga per 0-2 contro la Fiorentina, viene esonerato.[112] In 12 partite ha messo insieme 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. Il 26 novembre recede dal contratto con la società ligure[113].

Terminata l'esperienza alla Sampdoria, Zenga firma un contratto di 6 mesi da un milione di dollari con la squadra emiratina dell'Al-Shaab, ultima nell'UAE Arabian Gulf League. Il 30 novembre all'esordio perde contro l'Al-Shabab per 1-3.[114] Il 21 febbraio 2016 rescinde consensualmente il contratto con la squadra sempre ultima in classifica avendo collezionato 1 vittoria, 1 pareggio e 9 sconfitte.[115]

Il 30 luglio dello stesso anno firma un contratto con il Wolverhampton, club della seconda divisione inglese.[116] Il 6 agosto al debutto pareggia per 2-2 con il Rotherham Utd.[117] Il 25 ottobre seguente viene però esonerato con la squadra al 18º posto in classifica con 16 punti (4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte).[118]

Ritorno in Italia[modifica | modifica wikitesto]

L'8 dicembre 2017 firma un contratto con il Crotone, ritornando così ad allenare in Serie A dopo 2 anni.[119] Dopo la sconfitta all'esordio con il Sassuolo (2-1),[120] il 17 dicembre vince la sua prima partita contro il Chievo per 1-0.[121] Il 23 maggio 2018 dopo la retrocessione in Serie B della squadra calabrese annuncia le dimissioni;[122] in 23 partite alla guida del club calabrese ha messo insieme 23 punti frutto di 6 vittorie, 5 pareggi e 12 sconfitte.

Il 12 ottobre dello stesso anno viene nominato allenatore del Venezia, in sostituzione di Stefano Vecchi;[123] nella sua prima esperienza in Serie B il suo vice è Benny Carbone come in Calabria.[124] Zenga eredita la squadra al terz’ultimo posto in classifica con 4 punti nelle prime 6 gare; al debutto pareggia per 1-1 con il Verona e, dopo un altro pareggio per 1-1 contro il Palermo, il 30 ottobre arriva la prima vittoria in trasferta per 0-1 contro la Cremonese. Dopo un buon inizio (15 punti in 8 partite) da Natale la squadra cala (7 punti in 11 partite) e scivola verso la zona play-out; il 5 marzo 2019, con la squadra al quart’ultimo posto a 22 punti,[125] viene esonerato e sostituito da Serse Cosmi.[126]

Il 3 marzo 2020 viene nominato nuovo allenatore del Cagliari al posto dell'esonerato Rolando Maran.[127] Riesce a debuttare solamente il 20 giugno - dopo lo stop dovuto all'emergenza COVID-19 - perdendo contro il Verona per 2-1.[128] Tre giorni dopo vince la sua prima partita contro la SPAL per 0-1.[129] Il 12 luglio raggiunge le 100 panchine in Serie A[130] in occasione di Cagliari-Lecce 0-0.[131] Il 1º agosto, in occasione di Milan-Cagliari 3-0, annuncia di non essere stato confermato dalla società sarda per la stagione seguente;[132] con i rossoblu ha messo insieme 13 punti in 12 partite (3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte)[133] arrivando 13º con 45 punti, a 10 lunghezze dalla zona retrocessione.[134]

Esperienza da dirigente e ritorno negli Emirati Arabi[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio del 2023, viene annunciato il suo ingaggio, a partire dal luglio dello stesso anno, come direttore tecnico del Persita Tangerang, nella massima serie indonesiana, con cui firma un contratto biennale.[135]

Il 5 gennaio 2024, Zenga torna ufficialmente ad allenare a tre anni e mezzo dall'ultima esperienza, venendo ingaggiato dall'Emirates, in quel momento ultimo nella massima serie emiratina, con cui firma un contratto valido fino al 30 giugno 2025.[136][137]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1978-1979 Bandiera dell'Italia Salernitana C1 3 -6 CI-S ? ? - - - - - - 3+ -6 +
1979-1980 Bandiera dell'Italia Savona C2 23 -19 CI-S ? ? - - - - - - 23+ -19 +
1980-1981 Bandiera dell'Italia Sambenedettese C1 33 -19 CI-S ? ? - - - - - - 33+ -19 +
1981-1982 B 34 -26 CI 4 -5 - - - - - - 38 -31
Totale Sambenedettese 67 -45 4+ -5 + - - - - 71+ -50 +
1982-1983 Bandiera dell'Italia Inter A 0 0 CI 5 -5 CdC 0 0 - - - 5 -5
1983-1984 A 30 -23 CI 5 -6 CU 6 -7 - - - 41 -36
1984-1985 A 25 -23 CI 10 -8 CU 8 -8 - - - 43 -39
1985-1986 A 30 -33 CI 4 -4 CU 10 -11 TE 0 0 44 -48
1986-1987 A 29 -16 CI 9 -7 CU 8 -4 - - - 46 -27
1987-1988 A 26 -31 CI 11 -8 CU 6 -4 - - - 43 -43
1988-1989 A 33 -19 CI 5 -7 CU 5 -5 - - - 43 -31
1989-1990 A 31 -26 CI 4 -3 CC 2 -2 SI 1 0 38 -31
1990-1991 A 32 -27 CI 4 -3 CU 12 -7 - - - 48 -37
1991-1992 A 31 -27 CI 6 -8 CU 2 -2 - - - 39 -37
1992-1993 A 29 -26 CI 5 -8 - - - - - - 34 -34
1993-1994 A 32 -43 CI 5 -5 CU 12 -10 - - - 49 -58
Totale Inter 328 -294 73 -72 71 -60 1 0 473 -426
1994-1995 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 34 -37 CI 4 -6 CdC 8 -12 SI 1 -1 47 -56
1995-1996 A 7 -6 CI 0 0 - - - - - - 7 -6
Totale Sampdoria 41 -43 4 -6 8 -12 1 -1 54 -62
1996-1997 Bandiera dell'Italia Padova B 21 -20 CI 1 -1 - - - - - - 22 -21
1997 Bandiera degli Stati Uniti N.E. Revolution MLS 22 -28 - - - - - - - - - 22 -28
1998 MLS 0 0 - - - - - - - - - 0 0
1999 MLS 25 -45 - - - - - - - - - 25 -45
Totale New England Revolution 47 -73 - - - - - - 47 -73
Totale carriera 530 -500 82+ -84 + 79 -72 2 -1 693+ -657 +

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
8-10-1986 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Grecia Grecia Amichevole -
15-11-1986 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Euro 1988 -2
6-12-1986 La Valletta Malta Bandiera di Malta 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
24-1-1987 Bergamo Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera di Malta Malta Qual. Euro 1988 -
14-2-1987 Lisbona Portogallo Bandiera del Portogallo 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
18-4-1987 Colonia Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
28-5-1987 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
3-6-1987 Stoccolma Svezia Bandiera della Svezia 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -1
10-6-1987 Zurigo Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole -
23-9-1987 Pisa Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole -
17-10-1987 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
14-11-1987 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Svezia Svezia Qual. Euro 1988 -1
5-12-1987 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo Qual. Euro 1988 -
20-2-1988 Bari Italia Bandiera dell'Italia 4 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -1
31-3-1988 Spalato Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1
27-4-1988 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 0 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
4-6-1988 Brescia Italia Bandiera dell'Italia 0 – 1 Bandiera del Galles Galles Amichevole -1
10-6-1988 Düsseldorf Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Euro 1988 - 1º turno -1
14-6-1988 Francoforte Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Euro 1988 - 1º turno -
17-6-1988 Colonia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Danimarca Danimarca Euro 1988 - 1º turno -
22-6-1988 Stoccarda Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Euro 1988 - Semifinale -2
19-10-1988 Pescara Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Norvegia Norvegia Amichevole -1
22-12-1988 Perugia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Scozia Scozia Amichevole -
22-2-1989 Pisa Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Danimarca Danimarca Amichevole -
25-3-1989 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
29-3-1989 Sibiu Romania Bandiera della Romania 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1
22-4-1989 Verona Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Amichevole -
26-4-1989 Taranto Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole -
20-9-1989 Cesena Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Amichevole -
14-10-1989 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 0 – 1 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -1
11-11-1989 Vicenza Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Algeria Algeria Amichevole -
15-11-1989 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
21-12-1989 Cagliari Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole -
21-2-1990 Rotterdam Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
31-3-1990 Basilea Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
9-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Austria Austria Mondiali 1990 - 1º turno -
14-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Mondiali 1990 - 1º turno -
19-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Mondiali 1990 - 1º turno -
25-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Mondiali 1990 - Ottavi di finale -
30-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Irlanda Irlanda Mondiali 1990 - Quarti di finale -
3-7-1990 Napoli Argentina Bandiera dell'Argentina 1 – 1 dts
(4 – 3 dtr)
Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1990 - Semifinale -1
7-7-1990 Bari Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Mondiali 1990 - 3º posto -1 3º posto
26-9-1990 Palermo Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Amichevole -
17-10-1990 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -1
3-11-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Euro 1992 -
22-12-1990 Limassol Cipro Bandiera di Cipro 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -
13-2-1991 Terni Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Belgio Belgio Amichevole -
1-5-1991 Salerno Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Qual. Euro 1992 -1
5-6-1991 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -2
12-6-1991 Malmö Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 dts Bandiera della Danimarca Danimarca Torneo Scania 100 -
16-6-1991 Stoccolma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 dts
(3 – 2 dtr)
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Torneo Scania 100 -1 Uscita al 46’ 46’
25-9-1991 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1 Uscita al 46’ 46’
12-10-1991 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -
21-12-1991 Foggia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera di Cipro Cipro Qual. Euro 1992 -
19-2-1992 Cesena Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera di San Marino San Marino Amichevole - Uscita al 46’ 46’
25-3-1992 Torino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Germania Germania Amichevole -
31-5-1992 New Haven Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo USA Cup 1992 -
4-6-1992 Boston Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Irlanda Irlanda USA Cup 1992 -
Totale Presenze (35º posto) 58 Reti -21

Record[modifica | modifica wikitesto]

  • Portiere con la più lunga striscia di imbattibilità nella storia del campionato del mondo: 517 minuti.[5]
  • Unico portiere rimasto imbattuto in cinque incontri consecutivi di un campionato del mondo.[5]
  • Portiere con più presenze nella storia dell'Inter: 473.[27]

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche aggiornate al 1º agosto 2020. In grassetto le competizioni vinte.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie Piazzamento
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
1998 Bandiera degli Stati Uniti New England Revolution MLS 6 2 0 4 - - - - - - - - - - - - - - - 6 2 0 4 33,33
1999 MLS 20 8 4 8 - - - - - - - - - - - - - - - 20 8 4 8 40,00
Totale NE Revolution 26 10 4 12 - - - - - - - - - - - - 26 10 4 12 38,46
ott. 2000-gen. 2001 Bandiera dell'Italia Brera D 3 2 0 1 - - - - - - - - - - - - - - - 3 2 0 1 66,67 Sub., Dimis.
2002-2003 Bandiera della Romania Național Bucarest DA 30 12 7 11 CR 7 5 0 2 CU 6 2 1 3 - - - - - 43 19 8 16 44,19
lug.-set. 2003 DA 4 1 0 3 - - - - - - - - - - - - - - - 4 1 0 3 25,00 Dimis.
Totale Național Bucarest 34 13 7 14 - - - - - - - - - - - - 47 20 8 19 42,55
2004-2005 Bandiera della Romania Steaua Bucarest DA 30 19 6 5 CR 1 0 0 1 CU 12 5 2 5 - - - - - 49 24 8 11 48,98
2005-2006 Bandiera della Serbia Stella Rossa SLs 30 25 3 2 CS 5 5 0 0 CU 8 3 3 2 - - - - - 43 33 6 4 76,74
lug.-nov. 2006 Bandiera della Turchia Gaziantepspor SL 17 5 5 7 TK 4 3 0 1 - - - - - - - - - - 21 8 5 8 38,10 Eson.
gen.-giu. 2007 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Ain UAE 13 6 4 3 CEA 4 3 0 1 ACL 6 1 3 2 - - - - - 23 10 7 6 43,48 Sub.
ago.-nov. 2007 Bandiera della Romania Dinamo Bucarest LI 11 5 4 2 CR 1 1 0 0 CU 2 1 0 1 - - - - - 14 7 4 3 50,00 Sub., Dimis.
apr.-giu. 2008 Bandiera dell'Italia Catania A 7 2 2 3 CI 2 0 1 1 - - - - - - - - - - 9 2 3 4 22,22 Sub. 17º
2008-2009 A 38 12 7 19 CI 3 2 0 1 - - - - - - - - - - 41 14 7 20 34,15 15º
Totale Catania 45 14 9 22 5 2 1 2 - - - - - - - - 50 16 10 24 32,00
lug.-nov. 2009 Bandiera dell'Italia Palermo A 13 4 5 4 CI 1 1 0 0 - - - - - - - - - - 14 5 5 4 35,71 Eson.
ott.-dic. 2010 Bandiera dell'Arabia Saudita Al-Nassr SPL 16 7 8 1 - - - - - - - - - - - - - - - 16 7 8 1 43,75 Eson.
gen.-giu. 2011 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Nasr UAE 11 5 4 2 CEA+EC 1 0 0 1 - - - - - - - - - - 12 5 4 3 41,67
2011-2012 UAE 22 11 8 3 CEA+EC 1+10 0+3 0+3 1+4 ACL 6 2 0 4 - - - - - 39 16 11 12 41,03
2012-2013 UAE 26 11 6 9 CEA+EC 1+8 0+2 0+3 1+3 ACL 7 1 1 5 - - - - - 42 14 10 18 33,33
Totale Al-Nasr 59 27 18 14 21 5 6 11 13 3 1 9 - - - - 93 35 25 33 37,63
ott. 2013-2014 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Jazira UAE 21 8 7 6 CEA+EC 0+5 0+2 0+1 0+2 ACL 8 3 1 4 - - - - - 34 13 9 12 38,24 Sub.
lug.-nov. 2015 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 12 4 4 4 CI 0 0 0 0 UEL 2 1 0 1 - - - - - 14 5 4 5 35,71 Res. cons.
dic. 2015-feb. 2016 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al Shabab UAE 11 1 1 9 CEA+EC 0+1 0+1 0+0 0+0 - - - - - - - - - - 12 2 1 9 16,67 Sub., Resc. cons.
ago.-ott. 2016 Bandiera dell'Inghilterra Wolverhampton FLC 14 4 4 6 FACup+FLC 0+3 0+2 0+0 0+1 - - - - - - - - - - 17 6 4 7 35,29 Eson.
dic. 2017-giu. 2018 Bandiera dell'Italia Crotone A 23 6 5 12 CI - - - - - - - - - - - - - - 23 6 5 12 26,09 Sub. 18º (retr.)
ott. 2018-mar. 2019 Bandiera dell'Italia Venezia B 19 5 7 7 CI - - - - - - - - - - - - - - 19 5 7 7 26,32 Sub., Eson.
mar.-ago. 2020 Bandiera dell'Italia Cagliari A 12 3 4 5 CI - - - - - - - - - - - - - - 12 3 4 5 25,00 Sub. 14º
dic. 2023-2024 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Emirates UAE 0 0 0 0 CEA 0 0 0 0 - - - - - - - - - - 0 0 0 0 ! Sub.
Totale carriera 410 168 105 137 58 30 8 20 57 19 11 27 - - - - 525 217 124 184 41,33

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Zenga festeggia con Aldo Serena la vittoria dello scudetto dei record

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1975-1976, 1976-1977, 1977-1978

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1988-1989
Inter: 1989

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Inter: 1990-1991, 1993-1994

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1986-1987
1989, 1990, 1991
2018

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Steaua Bucarest: 2004-2005
Stella Rossa Belgrado: 2005-2006
Stella Rossa Belgrado: 2005-2006

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ero l’uomo ragno. La vita, il calcio, l'amore, Cairo Editore, 2021, ISBN 9788830901759.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Karel Stokkermans, World - Keeper of the Century, su IFFHS' Century Elections, rsssf.com, 30 gennaio 2000.
  2. ^ a b c Fabio Monti, ZENGA, Walter, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  3. ^ Buffon miglior portiere degli ultimi 25 anni, su repubblica.it, 25 gennaio 2012.
  4. ^ Dalla prima partita della fase a gironi, contro l'Austria, fino al gol subito da Claudio Caniggia nella semifinale con l'Argentina.
  5. ^ a b c d Il precedente record di 501 minuti era stato stabilito da Peter Shilton a cavallo tra le edizioni 1982 e 1986, cfr. Minuti di imbattibilità portieri, su La Storia dei Mondiali: I record individuali, repubblica.it, 2010.
  6. ^ (EN) José Luis Pierrend, IFFHS' World Best Goalkeeper of the Year, su rsssf.com, 2 febbraio 2017.
  7. ^ Walter Zenga miglior portiere del mondo, in La Gazzetta dello Sport, 29 gennaio 1997.
  8. ^ Giorgio Dell'Arti e Lorenzo Coraggio, Biografia di Walter Zenga, su cinquantamila.it, 30 ottobre 2014.
  9. ^ Hall of Fame, ecco i 4 vincitori della prima edizione, su inter.it, 9 marzo 2018. URL consultato il 10 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2018).
  10. ^ Jacopo Zenga, su tuttocalciatori.net.
  11. ^ Sabrina Vinciguerra, Corriere dello Sport - Stadio, 25 luglio 2010.
  12. ^ a b Fiocco rosa in casa Zenga: è nata Samira, su ilpalermocalcio.it.
  13. ^ Zenga: "Il sogno? Io ambasciatore dell'Inter di Thohir. A Mazzarri dico…", su fcinter1908.it. URL consultato il 19 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
  14. ^ Gli amori di Walter, 14 febbraio 1988.
  15. ^ Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, su icbsa.it. URL consultato il 30 ottobre 2009.
  16. ^ Zenga, un libro in uscita per l’allenatore blucerchiato, su sampnews24.com, 8 ottobre 2015.
  17. ^ Nicola Cecere, La nuova sfida di Zenga: a Bucarest per rinascere, in La Gazzetta dello Sport, 25 luglio 2002. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  18. ^ Sampdoria, ecco lo zen di coach Zenga. 20 regole valide per il calcio e per la vita, su gazzetta.it, 13 ottobre 2015.
  19. ^ L'ultima uscita di Zenga zingaro della panchina, su ilgiornale.it. URL consultato il 30 ottobre 2009.
  20. ^ a b Zenga: "Ora voglio vincere. Salvo il Catania, sogno l'Inter", su repubblica.it.
  21. ^ Walter Zenga al posto di Capello come commentatore Rai, in Trentino, 4 febbraio 2008. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  22. ^ Telecronaca Rai Nazionale di calcio: Zaccheroni lascia, torna Zenga, 18 ottobre 2017.
  23. ^ Redazione, Europa League, Borussia Mönchengladbach-Roma in chiaro su Tv8, su Calcio e Finanza, 5 novembre 2019. URL consultato il 9 novembre 2019.
  24. ^ Walter Zenga si racconta in 'Ero l'uomo ragno', su ansa.it, 14 settembre 2021. URL consultato il 17 settembre 2021.
  25. ^ a b c d Pagliuca e Zenga, sfida all'ultimo volo, in La Stampa, 22 settembre 1991, p. 27.
  26. ^ a b c Giovanni Battistuzzi, Mister con i guanti, su ilfoglio.it, 17 agosto 2015. URL consultato il 4 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2015).
  27. ^ a b c d Filippo Nassetti, 5 portieri scudettati per 50 anni di Inter, visti da Luciano Castellini, su panorama.it, 8 gennaio 2016. URL consultato il 6 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2016).
  28. ^ a b c d e Licia Granello, A Sacchi piace il n. 1 in silenzio, in la Repubblica, 8 settembre 1992.
  29. ^ a b Fulvio Bianchi, Zenga contro tutti, in la Repubblica, 5 luglio 1990.
  30. ^ a b c d e f g h Beppe Di Corrado, Walter Zenga, in Il Foglio, 1º dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2016).
  31. ^ Furio Zara, Zenga e Simeone, cuore e talento, su corrieredellosport.it, 28 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2016).
  32. ^ Carlo Grandini, Giulio Nascimbeni e Roberto Perrone, Brera, la firma impossibile da imitare, in Corriere della Sera, 20 dicembre 1992.
  33. ^ Tutti i numeri di Zenga, in La Gazzetta Sportiva, 12 settembre 1993, p. 3.
  34. ^ a b Marco Ansaldo, Peruzzi. La mia sfida con Zenga, in La Stampa, 26 febbraio 1995, p. 33.
  35. ^ a b Iacopo Iandiorio, Uno su tutti, in La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2005.
  36. ^ Fabio Bianchi, Zenga e Tacconi: quando la rivalità era uno spettacolo, in La Gazzetta dello Sport, 18 ottobre 2002.
  37. ^ Gianni Ranieri, Zenga: Napoli ci amerà, in Stampa Sera, 2 luglio 1990, p. 6.
  38. ^ Gigi Garanzini, Portieri, anche i piedi hanno le ali, in Corriere della Sera, 28 giugno 1993, p. 29 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).
  39. ^ a b Roberto Perrone, «Epurato in estate, proprio come me», in Corriere della Sera, 2 settembre 1995, p. 39.
  40. ^ Dario Prestigiacomo e Valerio Tripi, Ecco tutti i moduli di Zenga per l'operazione Champions, in la Repubblica, 18 giugno 2009.
  41. ^ Le testimonianze (PDF) [collegamento interrotto], su macallesi.it, pp. 8-9.
  42. ^ Matteo Cruccu, «Per quella maglia falsificai la mia età», su milano.corriere.it, 14 settembre 2010. URL consultato il 14 giugno 2012.
  43. ^ Walter Zenga: dai pali alla panchina!, su calciopro.com. URL consultato il 17 febbraio 2010.
  44. ^ Lascia il campo in lacrime, club vuole cacciarlo, su resport.it. URL consultato il 27 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2013).
  45. ^ Giorgio Gandolfi, Il Milan crolla, l'Inter si salva in extremis, in La Stampa, 3 settembre 1987, p. 25.
  46. ^ Gianni Mura, 7,5 a Berti (escluso il look), in la Repubblica, 30 maggio 1989. URL consultato il 30 ottobre 2016.
  47. ^ Fabio Monti, Zenga, l'ultima uscita è su Pagliuca, in Corriere della Sera, 22 luglio 1994, p. 35. URL consultato il 19 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2015).
  48. ^ Zenga e gli ultimi veleni, in la Repubblica, 22 luglio 1994.
  49. ^ Zenga: 'mi metto all'asta', in la Repubblica, 29 aprile 1996.
  50. ^ Zenga e Vierchowod, si ricomincia, in la Repubblica, 27 giugno 1996.
  51. ^ L'addio di Zenga 'stufo degli insulti', in la Repubblica, 5 marzo 1997.
  52. ^ Germano Bovolenta, Zenga a stelle e strisce, in La Gazzetta dello Sport, 5 marzo 1997.
  53. ^ Zenga lascia, su www2.raisport.rai.it, 16 gennaio 1998. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2015).
  54. ^ Gianni Mura, E anche il Cile fa paura..., in la Repubblica, 5 agosto 1984, p. 27.
  55. ^ Zenga: "Spero non serva una serata da eroe", in la Repubblica, 29 ottobre 1986. URL consultato il 4 agosto 2016.
  56. ^ Italia-Grecia, l’ultima sfida in casa degli azzurri: 2-0 in amichevole nel 1986, in newsmondo.it, 12 ottobre 2019. URL consultato il 16 maggio 2020.
  57. ^ Considerando anche il periodo precedente al campionato del mondo, la nazionale italiana aveva mantenuto la porta inviolata per 980 minuti consecutivi (sempre con Zenga tra i pali, eccezion fatta per 45' disputati da Tacconi), un risultato superato solo dai 1143 minuti in cui Zoff restò imbattuto tra il 1972 e il 1974. Cfr. Zenga contro tutti.
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