Marentino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Marentino
comune
Marentino – Stemma
Marentino – Bandiera
Marentino – Veduta
Marentino – Veduta
Panorama del paese
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoRoberto Berardo (lista civica) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate45°03′28.92″N 7°52′28.64″E / 45.058032°N 7.874623°E45.058032; 7.874623 (Marentino)
Altitudine383 m s.l.m.
Superficie11,26 km²
Abitanti1 290[1] (31-1-2024)
Densità114,56 ab./km²
FrazioniAvuglione e Vernone
Comuni confinantiAndezeno, Arignano, Moncucco Torinese (AT), Montaldo Torinese, Sciolze
Altre informazioni
Cod. postale10020
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001144
Cod. catastaleE941
TargaTO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 928 GG[3]
Nome abitantimarentinesi
PatronoAssunzione di Maria
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Marentino
Marentino
Marentino – Mappa
Marentino – Mappa
Localizzazione del comune di Marentino nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Marentino (Marentin in piemontese) è un comune italiano di 1 290 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte, distante circa 20 chilometri a est dal capoluogo e 8 chilometri dalla città di Chieri.
Prodotto tipico del territorio di Marentino è il miele, per il quale il comune è inserito nel circuito "Le città del Miele".[4]

Il paese è costituito dai tre antichi borghi di Marentino, Avuglione e Vernone, per molto tempo indipendenti fra loro. Un regio decreto del 1927 li ha riuniti in un unico comune e Marentino è stato scelto come capoluogo comunale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Marentino sorse probabilmente, come molti altri paesi della zona, nell'ambito della campagna di ripopolamento delle colline del Po e del Monferrato promossa verso l'anno Mille dai vescovi di Torino e Asti. Il primo insediamento doveva trovarsi sulla collina (bric) dell'antica chiesa di Maria Assunta (attuale chiesa cimiteriale di Santa Maria dei Morti), le cui parti più antiche risalgono infatti all'XI secolo. Il toponimo "Marentino", forse di origine latina (diminutivo del nome proprio Emerentius), suggerisce peraltro l'esistenza di un villaggio già in epoca romana.

In epoca imprecisata l'abitato si è trasferito sulla collina vicina, sovrastata dalla rocca del signore del luogo, menzionato per la prima volta nel 1386[5][6].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Marentino sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo 1997.[7]

«Stemma d'argento, al castello di azzurro, merlato alla guelfa, formato dalle due torri merlate di tre, riunite dalla cortina di muro, merlata di sei, la torre di destra cimata dall'aquila nascente, col volo abbassato, di nero, la torre di sinistra cimata dal leone nascente, di rosso, la cortina sormontata da tre stelle di cinque raggi, male ordinate, di azzurro, esso castello sostenuto da tre monti di verde, fondati in punta, il monte posto a sinistra coi declivi intieramente visibili, il monte centrale e il monte posto a destra con i declivi di sinistra parzialmente celati. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale dell'Assunzione di Maria Vergine[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine (Marentino).
Chiesa parrocchiale dell'Assunzione di Maria Vergine.

Un decreto arcivescovile del 1º ottobre 1986 ha riunito le tre antiche parrocchie di Marentino, Avuglione e Vernone. La chiesa del capoluogo (Marentino) intitolata all'Assunzione di Maria Vergine è stata scelta come parrocchiale.

All'interno del paese medievale esisteva una cappella intitolata a san Bartolomeo Apostolo. Fra Tre e Quattrocento quest'ultima da «chiesa semplice» subentrò per la comodità della popolazione all'antica pieve nelle funzioni di parrocchiale e nell'intitolazione all'Assunta[8].

Non sappiamo come si presentasse la chiesa medievale di San Bartolomeo: probabilmente nel tempo era stata ampliata e rimaneggiata, e tuttavia nel Seicento minacciava rovina. Nel Settecento l'edificio fu completamente abbattuto e ricostruito in stile barocco; fu poi riconsacrato dall'arcivescovo Francesco Luserna Rorengo di Rorà[6]. Risalgono a quell'epoca la facciata e la struttura attuale a croce latina con una navata e due profonde cappelle laterali.

La base del campanile è tuttora costituita dall'antica torre difensiva del castello, sopraelevata nel 1764. Venne cinta negli anni '50 del Novecento da un sostegno in cemento armato, oggi rivestito da uno strato di mattoni a vista.

Chiesa di Santa Maria Maddalena di Avuglione[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di S. Maria Maddalena in Avuglione (frazione di Marentino)

La chiesa barocca di Santa Maria Maddalena, già parrocchiale di Avuglione, fu costruita fra il XVII e il XVIII secolo sul luogo in cui sorgeva già un edificio sacro. In origine intitolata a san Bernardino, nel Settecento subentrò definitivamente alla chiesa parrocchiale antica di santa Maria Maddalena presso il cimitero. Dal 1986 è suffraganea della parrocchia marentinese.

Esternamente presenta una facciata con stucchi ed è affiancata da un campanile.

La chiesa è a navata unica, con volta e pareti completamente affrescate. La cappella laterale di destra ospita l'altare settecentesco della Madonna del Rosario, riccamente decorato; quella sinistra, già sotto il patronato dei conti Ripa di Chieri (poi Bigliani di Cantoira), contiene un altare neogotico d'inizio Novecento dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Da notare il pulpito ligneo intarsiato che domina sulla navata.

L'altare maggiore è di legno dipinto. Nel coro è presente una grande tela ovale raffigurante il Noli me tangere.

Vanto della chiesa è l'organo, datato 1878, sistemato su una cantoria scolpita, sovrastante il portone d'ingresso. Si tratta di un piccolo ma pregevole strumento, costruito con il contributo dell'intera Comunità di Avuglione dall'organaro Pietro Barchietti di Torino. Fu restaurato nel 1997 dalla ditta Marin di Genova-Bolzaneto. L’organo, dotato di 339 canne, è composto da una tastiera cromatica di 54 tasti (DO1 - FA5) con i diatonici ricoperti in ebano (neri) e i cromatici in osso (bianchi), pedaliera a leggio di 12 pedali. La trasmissione è meccanica, l’azionamento del mantice oggi è elettrificato. Il somiere è in legno di noce, del tipo a tiro.

Chiesa di San Giorgio Martire di Vernone[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Giorgio è posta accanto all’imponente castello di Vernone, alla cui storia è fortemente legata.

Come nel caso di Marentino ed Avuglione, anche a Vernone sorse in tempi remoti una prima chiesa, dedicata a San Giorgio martire, sul colle dell’attuale cimitero. Si trattava probabilmente di un edificio di stile romanico, sostituito in epoca barocca dall’attuale cappella cimiteriale. Già sul finire del Cinquecento le funzioni di parrocchiale erano tuttavia svolte, per la comodità del popolo, dalla cappella di San Nicolao presso il castello.

Nel 1744 per volontà del conte Giuseppe Gaspare Balbis, Signore di Vernone, venne demolita la chiesa di San Nicolao e ricostruita nella forma attuale sotto l’intitolazione di San Giorgio con l’intento di unirla, attraverso un arco, al castello. Sopra il cancello del maniero sono ancora visibili gli innesti in muratura della manica, mai realizzata, che avrebbe dovuto collegare i due edifici.

La piccola chiesa è composta di un’unica navata a pianta ovale.

L'interno, affrescato nel 1835 con eleganti motivi barocchi in tonalità di grigio chiaro, conserva tre altari. Il maggiore, ridecorato in marmo e benedetto dal card. Richelmy nel 1913, è sovrastato da una grande pala che raffigura San Giorgio vincitore sul drago, donata dal prevosto Luigi Rossi intorno al 1820. Gli altari laterali, sovrastati anch’essi da pregevoli tele, sono dedicati alla Madonna del Rosario e a Sant'Agostino.

In uno dei quattro coretti che si aprono sulla navata è posto l’organo Collino, purtroppo oggi non funzionante. La chiesa ospita quattro confessionali di cui uno ad armadio, sormontato dal quadrante di una pendola. Al suo fianco è collocato lo stendardo di San Giorgio, recato in processione nella festa patronale.

Accanto alla chiesa si erge un piccolo campanile. Ospita una campana più piccola, in Mi, che riporta la scritta "Tomasina fece dono – 1899" ed una più grande, in Si, che risale al 1849: "Petrus Migliara a Taurini fecit". Ferme e silenziose da decenni, le campane sono state riattivate nel 2018 per iniziativa dei parrocchiani, grazie al restauro del castello di supporto e l’inserimento del sistema di funzionamento automatico.

All’inizio del Novecento, per volontà dei conti Ceriana-Mayneri, ultimi feudatari di Vernone, fu edificata la sacrestia sul retro della chiesa.

Chiesa di S. Giorgio martire in Vernone (fraz. di Marentino)

Chiesa cimiteriale di Santa Maria dei Morti, già Santa Maria Assunta[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa romanica di S. Maria dei morti, Marentino

Inserita dal 1888 nell'albo dei monumenti nazionali, Santa Maria dei Morti è nota agli studiosi come notevole esempio di stile romanico lombardo. È l'edificio più antico di Marentino, sorto probabilmente intorno all'anno Mille, come chiesa e abitazione del sacerdote "pievano". Attorno ad essa nacque probabilmente il primo nucleo del paese, che si spostò tuttavia nei secoli successivi sulla vicina collina del castello feudale. Dapprima dedicata a Maria Assunta, cedette il titolo e la funzione di chiesa parrocchiale al nuovo tempio che stava sorgendo presso il castello. Da allora fu declassata a cappella cimiteriale e ribattezzata popolarmente come "Santa Maria dei Morti".

La porzione più antica dell'edificio (abside in blocchi di arenaria) risale con ogni probabilità al Millecento. I muri della navata (in mattoni) sono stati in gran parte ricostruiti nel Quattrocento. La copertura dell'edificio è lignea, con soffitto a cassettoni. La facciata presenta, oltre al sobrio portale, un'elegante e minuscola bifora. Varie monofore si aprono nei muri perimetrali e nell'abside semicircolare. Sia la facciata sia le pareti perimetrali all'esterno mostrano una teoria di archetti ciechi, ingentiliti alla base da sculture di volti enigmatici e grotteschi. I curiosi segni incisi all'esterno dell'abside sono graffiti popolari medievali.

Il catino absidale è in muratura arricchito, in due riprese, di un bellissimo ciclo pittorico su due livelli. Di stile bizantino la Madonna del latte e due santi non meglio identificati. Attribuiti invece a Guglielmetto Fantini (autore dei dipinti nel battistero del duomo di Chieri, metà '400) gli affreschi della Pietà fra i santi Stefano e Lucia, i santi Cristoforo, Giacomo (o Rocco), Sebastiano, Valeriano.
In epoca barocca la chiesa fu totalmente restaurata secondo i canoni del nuovo stile. Fu realizzata una volta in muratura, i muri vennero intonacati, si aprirono grandi finestre a sud e vennero innalzati nuovi altari. Nella prima metà del '900 il parroco don Federico Leschiera promosse una notevole campagna di restauro sotto la supervisione dell'architetto Vittorio Mesturino, che restituì e in parte ricostruì lo stile romanico originario.

Municipio[modifica | modifica wikitesto]

Veduta della chiesa sconsacrata di San Carlo Borromeo, ora sede del Municipio

Il municipio ha sede nella ex chiesa confraternale di San Carlo Borromeo. Edificata in stile barocco nel Seicento, presenta un grazioso campanile triangolare. In quella che era la navata (oggi aula del Consiglio comunale), sono conservate due pregevoli tele: una è la pala d'altare della cappella marentinese di San Rocco.

Murales[modifica | modifica wikitesto]

I muri di molte abitazioni del comune sono stati affrescati, a partire dal 2005, da originali "murales" raffiguranti alcuni rebus da risolvere, in collaborazione con un noto settimanale di enigmistica italiano. Le opere sono in numero di 22, di autori diversi, provenienti da tutta Italia[9]

Monumento ai caduti[modifica | modifica wikitesto]

A Marentino era la casa di campagna della famiglia di Gaetano Giardino, Maresciallo d'Italia. Il generale, che definì Marentino "la terra cui mi lega il maggior affetto", promosse e inaugurò la costruzione del Monumento ai caduti nella Grande Guerra nella piazza centrale del paese[10].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 giugno 1985 1º giugno 1990 Livio Corniglia lista civica Sindaco [12]
1º giugno 1990 24 aprile 1995 Livio Corniglia - Sindaco [12]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Livio Corniglia - Sindaco [12]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Livio Corniglia lista civica Sindaco [12]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Gianluigi Cochis lista civica Sindaco [12]
8 giugno 2009 27 maggio 2014 Gianluigi Cochis lista civica Sindaco [12]
24 maggio 2014 27 novembre 2016 Ines Molino lista civica Sindaco [12]
27 novembre 2016 11 giugno 2017 Bruno Corniglia lista civica Vicesindaco reggente [12]
11 giugno 2017 13 giugno 2022 Bruno Corniglia lista civica Sindaco [12]
13 giugno 2022 in carica Roberto Berardo lista civica Sindaco [12]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

A Marentino, a differenza di molti altri paesi del circondario, è ancora attiva la banda musicale, fondata nel 1927 dal maestro Federico Ferrero, cavaliere di Vittorio Veneto, portata avanti con entusiasmo dalle giovani generazioni[13].

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di calcio della città è l'U.S.D. Marentinese che milita nel girone A torinese di 3ª Categoria. È nata nel 1980. Nella stagione 2007/2008 ha militato in Promozione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Le città del miele, su cittadelmiele.it. URL consultato il 18 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  5. ^ Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine <Marentino>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 20 novembre 2021.
  6. ^ a b Chiesa parrocchiale di Marentino (JPG), su comune.marentino.to.it. URL consultato il 20 novembre 2021.
  7. ^ Marentino, decreto 1997-03-21 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 6 giugno 2022.
  8. ^ Le informazioni sulla storia delle chiese marentinesi sono ricavate da G. Sacchero, Segni sacri sul territorio di Marentino, Circolo Ricreativo Culturale di Marentino, 1998 e dalle ricerche di P.P. Falcone e F. Gorgerino, Notizie storiche sulle chiese di Marentino, Avuglione e Vernone dai resoconti delle visite pastorali, 2015-2019.
  9. ^ M come Marentino, Miele, Murales, Monumenti (PDF), Comune di Marentino.
  10. ^ F. Gorgerino, «La terra cui mi lega il maggior affetto»: il Maresciallo Giardino a Marentino, in A. Titotto e F. Gorgerino, Appunti di storia marentinese, Marentino, 2018.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  13. ^ F. Gorgerino, W santa Cecilia! Storia della Banda Musicale di Marentino (1927-2017), Chieri, 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Piemonte: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Piemonte