Campolieto

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Campolieto
comune
Campolieto – Stemma
Campolieto – Bandiera
Campolieto – Veduta
Campolieto – Veduta
veduta del ponte
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Molise
Provincia Campobasso
Amministrazione
SindacoAnnamaria Palmiero (lista civica Campolieto nel cuore) dall'11-6-2017
Territorio
Coordinate41°38′N 14°46′E / 41.633333°N 14.766667°E41.633333; 14.766667 (Campolieto)
Altitudine735 m s.l.m.
Superficie24,43 km²
Abitanti846[1] (31-10-2023)
Densità34,63 ab./km²
Comuni confinantiCastellino del Biferno, Matrice, Monacilioni, Morrone del Sannio, Ripabottoni, San Giovanni in Galdo
Altre informazioni
Cod. postale86040
Prefisso0874
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT070009
Cod. catastaleB544
TargaCB
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 305 GG[3]
Nome abitanticampoletani
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Campolieto
Campolieto
Campolieto – Mappa
Campolieto – Mappa
Posizione del comune di Campolieto nella provincia di Campobasso
Sito istituzionale

Campolieto è un comune italiano di 846 abitanti[1] della provincia di Campobasso in Molise.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Campolieto.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia del nome Campolieto non è del tutto chiara. Alcuni ritengono che derivi da campus leti = "campo della morte" mentre altri da campus laetus = "campo della gioia".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anche le origini di Campolieto non sono certe. Attraverso fonti storiche e archivistiche sappiamo che il borgo già esisteva durante il periodo normanno (XI secolo) e possiamo ipotizzare un'anticipazione delle origini, al secolo precedente (X secolo). Il paese si sviluppò, come molti altri centri medioevali molisani e del centro-sud Italia, intorno al palazzo feudale, ancora oggi esistente, sebbene sia stato fortemente modificato in periodi recenti per essere trasformato in ampi appartamenti. La struttura medievale del paese è sopravvissuta alle varie modifiche urbanistiche ed è caratterizzata da stretti vicoli e profonde viuzze che si propagano per tutto il centro storico.

Primi Signori di Campolieto[modifica | modifica wikitesto]

Il primo Signore di Campolieto fu Roberto de Russa, il quale visse tra il X e il XI secolo[4]. Tra il 1155 e il 1179 Rainaldo Borrello, Conte di Agnone, ottenne il feudo di Campolieto insieme a quello di Campodipietra. Successivamente, il fendo fu assegnato a Rainaldo di Pietrabbondante, fino alla fine della dominazione normanna in Italia. Tra la fine della dominazione normanna e la dominazione sveva (1194-1266) Signore di Campolieto era Ruggiero Bogardi (o Bozzardi).[5]

Periodo Angioino[modifica | modifica wikitesto]

Con la dominazione Angioina (1266-1442) il feudo di Campolieto passò al Cavaliere Narmoray di Tarascona dal 1269. Dopo pochissimi anni Campolieto fu affidata al Cavaliere Guglielmo Amurato.[6]

Periodo Aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Con la dominazione aragonese Campolieto passò nelle mani di Francesco di Montagano attorno al XV secolo. A Francesco successe il figlio, Giacomo (1450), che morì nel 1477, senza eredi.[7] Il feudo di Campolieto fu venduto per 22 ducati a Gherardo Felice di Appiano d'Aragona, Signore di Piombino. Questi non si mantenne fedele alla casa d'Aragona e si diede a Carlo VIII. Fu privato di tutti i suoi bene così Campolieto passò ad Andrea di Capua, Duca di Termoli nel 1495.[8] Ad Andrea successe il figlio unicogenito, Ferrante, il quale vendette Campolieto nel 1523 a Bartolomeo Di Capua, Conte di Altavilla. A Bartolomeo successe Luigi Di Capua, il quale donò il feudo al fratello, Valerio, nel 1541.[9] Nel 1547 Campolieto fu venduto a Vincenzo Di Capua, Duca di Termoli (1547). Questi lo vendette al fratello Pietrantonio, Arcivescovo di Otranto, il quale a sua volta, nel 1560 lo donò a un altro fratello, Giovanni Tommaso Di Capua. A Giovanni succedette il figlio Andrea.[10]

Famiglia Carafa[modifica | modifica wikitesto]

Andrea, fortemente indebitato, vendette Campolieto a Fabio Carafa, Conte di Montecalvo, nel 1584 per ducati 14.50.[11] Il popolo di Campolieto, però, mal sopportava il demanio feudale ed aspirava al demanio dello Stato, per cui tentò di opporsi alla vendita del feudo. La Regia Camera della Sommaria però rigettò l'opposizione e confermò il possesso del feudo alla Casa dei Carafa.[12] Al fine di rendere felice il popolo campoletano, Eleonora e Carlo Carafa fondarono due ospedali per i poveri (via Spedale e via Spedale Vecchio) e un convento dei Carmelitani (edificio ancora esistente). A Fabio, morto nel 1593, succedette il figlio, Francesco sposato con Zenobia di Bologna e in seconde nozze a Girolama Tuttavilla, dalla quale ebbe un figlio, Fabio. Quest'ultimo si sposò con Claudia Carafa di Montecarlo dalla quale ebbe: Beatrice, Giuseppe, Eleonora e Carlo. A Giuseppe, morto celibe nel 1684, succedette il fratello Carlo, sposato con Giovanna Carafa della Spina, senza prole. Nel testamento di Carlo del 1º maggio 1690, affidò i suoi beni a Don Fabrizio Carafa, Principe di Chiusano.[13] Suo nipote, Fabrizio Di Sangro di Casacalenda pretese il feudo, il quale gli fu riconosciuto solamente il titolo di Duca di Campolieto, nel 1729, mentre il feudo passò a Giovanna Carafa, passata in terze nozze con Tiberio Carafa, Principe di Chiusano.[14] Da quanto appreso dalle memorie di Tiberio Carafa, quest'ultimo fu molto apprezzato dal popolo di Campolieto e dai nobili molisani.[15] A Tiberio successe un parente, don Riccardo Carafa e successivamente Francesco. I Carafa ottennero il ducato di Campolieto fino al 1806.[16] Il secondogenito di Fabrizio, D. Vincenzo Carafa volle istituire un'altra secondogenitura per suo nipote, Vincenzo dato che Francesco non ebbe prole. Sicché D. Vincenzo Carafa passò in nozze con D.nna Vincenza Amura, dalla quale ebbe tre figli: Raffaele, Maria Antonia e Maria Francesca. Quest'ultima passò in nozze a Don Francesco Jannucci, Barone del Tappino seu Capraia (in Campobasso).[17]

Famiglia Jannucci[modifica | modifica wikitesto]

Don Francesco Jannucci era Capitano delle Guardie d'Onore di S.M. Ferdinando II, re di Napoli. Vivendo troppo lussuosamente alla Corte del Borbone, dovette alienare i feudi del Tappino e trasferirsi a Campolieto. I Jannucci stettero a Campolieto dal 1806 al 1940 (dalle Memorie di Casa Jannucci possedute dall'erede Piero, in Campobasso). Da Don Francesco e D.na Maria Francesca nacquero: Vincenzo (1823-1881), Ettore, Pietro (1851-1908), Demetrio, Giovanni, Emilia, Teresa, Caterina (n. 1826), Cristina (n. 1839), Antonietta, Eleonora (n. 1821).

Il primogenito, Vincenzo ebbe i figli: Francesco (1875-1942), Nicola (1876-1930), Eleonora (1869-1883).

Francesco ebbe i figli: Vincenzo (m. 1893), Piero e Nicola. Vincenzo ebbe Anna Maria; Piero (ancora vivente) ebbe Anna Caterina e Nicola (ancora vivente) ebbe Francesca Romana. Attualmente gli eredi di Casa Jannucci risiedono a Roma e a Campobasso.[18]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 ottobre 1976.

«D'azzurro, alla stella d'argento di sei raggi entro una lettera C circondata da due spighe di grano d'oro in decusse e sormontata da cinque chicchi di grano pure d'oro, disposti in ventaglio. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo ducale De Capua[modifica | modifica wikitesto]

In origine era il castello medievale, costruito nell'XI secolo. Il fondatore era Roberto De Russa, che combatté nella prima crociata a Gerusalemme. Nel XII secolo appartenne ai conti di Borrello (Abruzzo), che fortificarono il maniero. Nel '500 passò nella proprietà di Francesco Montagano, e poi ai duchi di Capua, per volere di Ferrante II. Nel '700 appartenne a Scipione della famiglia Sangro (valle Peligna, Abruzzo), e poi ai Carafa.

Il castello oggi è un palazzo visitabile, che ha le caratteristiche di un edificio barocco con decorazioni classicheggianti sul portale e sulla cornice a colonne greche.

Chiesa di San Michele Arcangelo[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione risale prima del XII secolo. La costruzione è a capanna con tre finestre e un portale decorato da iscrizioni gotiche. Di rilievo la balaustra con in rilievo San Michele che uccide il serpente. L'interno a tre navate possiede intonaci barocchi e colonne appartenenti al periodo romanico. Costruita prima del 1300, è stata ristrutturata nel 1613. Tra la notte del 13 e 14 giugno del 1682, un incendio distrusse le pareti lignee della chiesa che poi vennero ricostruite. In seguito a questo evento, il cardinale Francesco Vincenzo Maria Orsini consacrò la chiesa il 20 agosto 1696.[19]

Chiesa di Santa Maria del Carmelo[modifica | modifica wikitesto]

Il convento dei Carmelitani fu costruito da Donato Maribucci e aperto nel 1559.[20] Con bolla del 15 ottobre 1652 papa Innocenzo X "dispose per l'Italia l'abolizione di quei conventi che per il numero esiguo dei propri membri, non potevano più corrispondere all'intenzione dei loro fondatori; i loro beni dovevano essere devoluti per parte dei vescovi ad altri scopi pii"[21]. Successivamente il Duca Giuseppe Carafa e i fratelli Don Carlo e Donna Eleonora chiesero e ottennero un ritorno dei carmelitani in Campolieto. Con decreto reale del 7 agosto 1809 vennero soppressi nel Molise i conventi e gli Ordini. I beni del convento passarono alla Corona di Napoli. In seguito alla caduta della monarchia in Italia, il convento divenne di proprietà dello Stato Italiano e nel 1972 fu affittato all'Arma dei Carabinieri, la quale la trasformò in una caserma. Oggi è ritornata ad essere una chiesa.[22]

Badia di Santa Maria del Romitorio[modifica | modifica wikitesto]

Fuori dall'abitato, in contrada Astatura, sorge la cappella di S. Maria del Romitorio. Preesistente all'anno 1300, col tempo è stata ridotta a semplice chiesetta. Già nel 1689 non si distinguono le mura perimetrali di una volta. Vi erano sull'altare l'immagine di S. Maria degli Angeli e ai lati Erma e S. Martino, dipinti dal Bucci nel 1746. Inizialmente la chiesetta era solo una parte del grande monastero benedettino esistente già nel 1200, che aveva un grande affresco del 1718 fatto dal Bucci, raffigurante la Vergine delle Grazie con i santi Crescenzo, Barbato e Rocco. Successivamente, in data 20 luglio 1847, l'arcivescovo di Benevento Domenico Carafa della Spina ordinò che fosse restaurato entro 10 giorni.[22] Il convento benedettino crollò nell'anno 1989 a causa di un contadino che con il suo trattore sbatté contro un muro portante.

Inoltre nella cappella c'è una lapide che ricorda la visita del cardinale Orsini a Campolieto nelle date 21 giugno 1709 e 25 luglio 1713. Al centro del pavimento c'è una lapide sepolcrale sulla quale è incisa la seguente descrizione: "E VIVIS EXCESSIT ET HIC REQUIESCIT RICCARDUS JALENTI OCTAVO IDUS MARTII MDCCCLIII". Accanto all'altare un'altra lapide recita: HIC IACET VINCENTIUS ZACCAGNINI SACERDOS MITIS INGENII ET SPECTATAE VIRTUTIS VIR. PARUM VIXIT SED OMNEM CURSUM IN LABORE DOLOREQUE TRANSEGIT AEQUO ANIMO - a.d. XVII KAL. FEB. - A.D. MDCCCLXXXVIII GRAVEM POST MORBUM OBIIT ("Qui giace il sacerdote Vincenzo Zaccagnini, uomo mite, di ingegno e di specchiata virtù. Visse poco, ma trascorse tutta la sua vita nel lavoro e nel dolore con animo sereno. Dopo una grave malattia morì il 16 gennaio 1888").[22]

Cappella di San Marco[modifica | modifica wikitesto]

Piccola cappella rustica, fu costruita nel 1909 dall'avv. Luigi De Capoa per volere del fratello Giovanni e oggi proprietà del figlio Giovanni De Capoa. Sull'architrave del portone si legge "Il Cavaliere Avv. Luigi De Capoa per volontà di suo fratello Avv. Giovanni deceduto in Campobasso il 18 agosto 1908 ha edificato questo tempio in gloria di S. Marco. CAMPOLIETO 20 settembre 1909".

Edicola della Madonna del Cammino[modifica | modifica wikitesto]

Famosa in ambito religioso, la Madonna del Cammino fu costruita nel 1954, sotto il prodigio di un presunto miracolo.

Chiese non più esistenti[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa e Casale di Santa Lucia[modifica | modifica wikitesto]

La sua fondazione è preesistente all'anno 1092 quando Roberto De Russa la donò alla badia di Santa Sofia di Benevento. Nel XVII la chiesa aveva 72 tomoli di terreni ubicati nella contrada "Vicenda Cupa".[22] Probabilmente la chiesa sorgeva nella contrada Santa Lucia.

Chiesa di San Bernardino[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1693 il cardinale Orsini ordinava che la chiesa diroccata fosse demolita e che le sue pietre fossero andate in beneficio al cimitero della chiesa di San Michele Arcangelo.[22]

Chiesa di San Crescenziano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1693 era in parte crollata. Il cardinale Orsini ordinò che fosse demolita nel 1702.

Chiesa di San Salvatore e suo Eremitorio[modifica | modifica wikitesto]

Sorgeva sui "Colli Manduni" a mezzo miglio dal paese. Vi era un eremitorio a due celle, un cortile e una stalla con cantina. La chiesa era lunga 30 palmi e larga 20. Vi era un altare raffigurante la SS. Trinità e alla sua sinistra l'immagine di S. Lucia e a destra l'immagine della Madonna. Sempre per ordine del cardinale Orsini, il 18 luglio 1702 fu demolita.[22]

Oratorio della Croce[modifica | modifica wikitesto]

Se ne accerta l'esistenza dallo stesso decreto del 18 luglio del 1702 del card. Orsini. Era ancora in piedi nel 1741 e successivamente demolito.

Chiesa e Beneficio di San Martino[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa sorgeva a 200 passi dall'abitato verso la parte orientale. Nel 1700 era diroccata e in seguito fu demolita. Il Beneficio possedeva un vigneto di 3 tomoli, 5 terreni sparsi fra le contrade Montagna, Colle Sammartino, Fonte delli Pidocchi, S. Antillo, Fonte della Castagna.

Chiesa e Beneficio di Santa Justa[modifica | modifica wikitesto]

Era ubicata a 500 passi dal paese, verso la parte orientale. Anch'essa nel 1700 era ridotta a un cumulo di macerie.

Chiesa di Santa Maria in Palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Era una chiesa riservata alla famiglia dei duchi di Campolieto nella quale vennero seppelliti tutti i nobili delle famiglie Di Capua, Carafa e Jannucci.[22] Il suo nome richiama alla sua ubicazione dato che era situata vicino al Palazzo Ducale. Oggi non si sa la sua perfetta ubicazione, dal momento che la popolazione locale ha abitato i vari edifici nobili con la caduta della monarchia in Italia ed ha trasformato i vari edifici in abitazioni.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Dall'Archivio Parrocchiale di Campolieto si indicano di seguito il numero degli abitanti e dei fuochi dal 1532 al 1860:

  • nel 1532 fuochi 155
  • nel 1545 fuochi 138
  • nel 1561 fuochi 146
  • nel 1586 fuochi 146
  • nel 1595 fuochi 166
  • nel 1618 fuochi 165
  • nel 1648 fuochi 185
  • nel 1669 fuochi 144
  • nel 1675 fuochi 114
  • nel 1739 fuochi 244
  • nel 1741 abitanti 1282, famiglie 250
  • nel 1778 abitanti 1816, fuochi 144
  • nel 1780 abitanti 1917, famiglie 423
  • nel 1795 abitanti 2100, famiglie 434
  • nel 1835 abitanti 2210, famiglie 455
  • nel 1861 abitanti 2084, famiglie 431

Abitanti censiti[23]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Giglio: Si svolge il 26 di luglio, giorno in cui si festeggia sant'Anna, co-patrona del paese, assieme a san Michele arcangelo. Il Giglio consiste in una sorta di asta, dove la popolazione offre del denaro per aggiudicarsi dei biscotti, vino e altri doni, disposti su una struttura lignea, a forma di campanile, riccamente addobbata.
  • Le Maitunate: La maitunata è un madrigale popolare che si canta alla sera del 31 dicembre in ogni parte del paese. Gruppetti di ragazzi passano di casa in casa cantando questo mottetto beneaugurante ad ogni famiglia e persona.
  • Pasquetta: un'altra canzone beneaugurante, che viene cantata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, di porta in porta.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia del paese si basa, da sempre, sull'agricoltura e l'allevamento.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1798 1809 Vincenzo Spada Sindaco
1810 1811 Luigi Maria Jalenti Sindaco
1811 1813 Ferdinando Macciocchini Sindaco
1813 1815 Vincenzo Spada Sindaco
1815 1817 Giacinto De Leo Sindaco
1817 1819 Don Luigi Zaccagnini Sindaco
1820 1820 Ferdinando Macciocchini Sindaco
1821 1821 Pasquale Minotta Sindaco
1821 1822 Ferdinando Macciocchini Sindaco
1823 1826 Pasquale Minotta Sindaco
1827 1828 Francesco Di Lembo Sindaco
1829 1832 Pasquale Spada Sindaco
1833 1834 Don Luigi Zaccagnini Sindaco
1835 1837 Pasquale Spada Sindaco
1838 1840 Barone Francesco Jannucci Sindaco
1841 1844 Berardino De Marco Sindaco
1844 1850 Pasquale Spada Sindaco
1850 1856 Giuseppe De Marco Sindaco
1856 1859 Onofrio Miraglia Sindaco
1859 1860 Giuseppe De Marco Sindaco
1860 1861 Francesco Jammarrone Sindaco
1861 1864 Francesco Jalenti Sindaco
1864 1876 Giandomenico De Marco Sindaco
1876 1877 Francesco Jalenti Sindaco
1878 1882 Giuseppe De Marco Sindaco
1882 1889 Isidoro Magri Sindaco
1889 1893 Vincenzo Spada Sindaco
1894 1898 Luigi Minotta Sindaco
1898 1899 Don Pietro Jannucci Sindaco
1899 1901 Luigi Minotta Sindaco
1901 1902 Don Pietro Jannucci Sindaco
1905 1905 Nicola Magri Sindaco
1906 1907 Vincenzo Casilli Sindaco
1908 1910 Antonio Minotta Sindaco
1910 1914 Don Francesco Jannucci Sindaco
1914 1919 Nicolino Magri Sindaco
1919 1920 Pasquale Amoroso Sindaco
1920 1923 Don Francesco Jannucci Sindaco
1923 1926 Antonio Minotta Sindaco
1926 1932 Don Francesco Jannucci Podestà
1932 1936 Pier Vittorio Varanese PNF Podestà
1936 1938 Celestino Mariani Podestà
1938 1938 Enrico Michele Casilli Comm. pref.
1939 1943 Enrico Michele Casilli Podestà
luglio 1943 ottobre 1943 Nicola Lanese Comm. pref.
ottobre 1943 gennaio 1944 Pier Luigi De Vita Comm. pref.
1944 1945 Antonio Di Nardo Sinistra Sindaco
1945 1946 Matteo Leccese Lista civica Sindaco
1946 1949 Guerino Jammarrone Lista civica Sindaco
1949 1949 Francesco Di Nardo Comm. pref.
1949 1951 Carmine Antonio Palmiero Lista civica Sindaco
1951 1951 Luigi Torrente Comm. pref.
agosto 1951 dicembre 1951 Bruno Bombardieri Comm. pref.
1952 1955 Vittorio Casilli Lista civica Sindaco
1955 1956 Giuseppe D'Alessandro Lista civica Sindaco
1956 1981 Giorgio Michele Di Tommaso Democrazia Cristiana Sindaco
1981 1985 Pasquale Di Tommaso Democrazia Cristiana Sindaco
20 giugno 1985 9 giugno 1990 Italo Mario Lombardi Lista civica - Sinistra Sindaco
9 giugno 1990 24 aprile 1995 Italo Mario Lombardi Lista civica Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giovanni Lorenzo Mariano Centro-sinistra Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giovanni Lorenzo Mariano Lista civica Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Rodolfo Mariano Lista civica Sindaco
8 giugno 2009 29 novembre 2011 Rodolfo Mariano Lista civica Sindaco
20 dicembre 2011 27 gennaio 2012 Nicolino Bonanni Comm. pref.
27 gennaio 2012 7 maggio 2012 Nicolino Bonanni Comm. pref.
7 maggio 2012 12 giugno 2017 Orazio Salvatore Sindaco
12 giugno 2017 in carica Annamaria Palmiero Lista civica Campolieto nel cuore Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tramontana, Salvatore, I normanni in Italia, Peloritana, 1970-, OCLC 70326800. URL consultato il 2 maggio 2021.
  5. ^ Cuozzo, Errico e Jamison, Evelyn M. 1877-1972, Catalogus baronum. commentario, Ist. Storico Italiano per il Medio Evo, 1984, OCLC 914262601. URL consultato il 3 maggio 2021.
  6. ^ William A. Percy, I registri della cancelleria Angioina. Riccardo Filangieri, in Speculum, vol. 44, n. 1, 1969-01-XX, pp. 132–134, DOI:10.2307/2855053. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  7. ^ Giustiniani, Lorenzo, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli., Manfredi, 1797-1805, OCLC 833657500. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  8. ^ Galanti, Giuseppe Maria, 1743-1806., Descrizione del contado di Molise, Di Mauro, 1993, OCLC 604957712. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  9. ^ Oreste Perrella, Alessandro Perrella e Marco Perrella, Cytokines and AIDS dementia complex, in AIDS, vol. 17, n. 1, 2003-01, pp. 134–136, DOI:10.1097/00002030-200301030-00022. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  10. ^ Giustiniani, Lorenzo, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli., Manfredi, 1797-1805, OCLC 833657500. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  11. ^ Archivio de Stato de Campobasso., Documenti di vita comunale : il Molise nei secoli XII-XX ; catalogo della Mostra, Enne, 1982, OCLC 50069020. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  12. ^ Archivio vaticano, Dall'Archivio segreto vaticano : miscellanea di testi, saggi e inventari, Archivio segreto vaticano, 2006-<2016>, OCLC 998850793. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  13. ^ AsBn, Home page, su archiviodistatobenevento.beniculturali.it, 10 dicembre 2018. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 3 maggio 2021).
  14. ^ CARAFA, Tiberio in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 3 maggio 2021).
  15. ^ Carafa, Tiberio, 1669 - 1742., Memorie di Tiberio Carafa, Principe di Chiusano - Mscr. Dresd. App. 1900., 1733, OCLC 965616182. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  16. ^ Pontieri, Ernesto., Storia di Napoli, Società editrice Storia di Napoli, 1975, OCLC 801155979. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
  17. ^ Banche dati, su casadalena.it. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato il 3 maggio 2021).
  18. ^ Memorie di Casa Jannucci.
  19. ^ Inventarii sì de' Beni come di Scritture degli infrascritti Luoghi pii, Curia Arcivescovile di Benevento.
  20. ^ Regestum Johannis Baptistae de Rubbei, Napoli, 1779.
  21. ^ L. Pastor, Storia dei Papi, vol. 14, cap. IV, p. 137.
  22. ^ a b c d e f g Archivio Parrocchiale di Campolieto.
  23. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Accademia Pontiniana, Registri della Cancelleria Angioina redatta da Riccardo Filangieri.
  • Archivio vaticano, Fondo Miscellanea, Armadio VIII.
  • Borrelli B. Carlo, Vindex Neapolitanae Nobilitas Napoli, 1563.
  • Capasso B. Memorie degli Atti della Reale Accademia d'Archeologia, Lettere e Belle Arti, vol. IV, Napoli, 1868.
  • Carafa Tiberio, Memorie (manoscritti), Archivio di Stato, Napoli.
  • Carano A., I Luoghi pii nel Molise, Samnium, Anno XXXVI.
  • Catasto onciario n. 7370, Archivio di Stato di Napoli.
  • Cirelli F., Il Regno delle due Sicilie, Napoli, 1853.
  • Colletta P., Storia del Reame di Napol, Ediz. Vallardi, Milano, 1905.
  • Enchiridion vaticanum, Vol. III, EDB, 1981, Bologna.
  • Enciclopedia cattolica, Città del Vaticano.
  • Galanti M. G., Descrizione dello Stato antico ed attuale del Contado di Molie, Napoli, 1781.
  • Galasso G., Napoli Spagnola dopo Masaniello, sez. Napoli II, Edizioni Scientifiche Italiane.
  • Gasdia V., Il Casale e la Badia di S. Maria della Strada, Rivista Storica Benedettina XVI, 1925.
  • Jamison E., Catalogus Baronum, Roma.
  • Intestazioni feudali, voll. 2/25, 93/1377, 124/2260, 123/2204, 114/1890, Archivio di Stato di Napoli.
  • Perrella A., Efemeride della provincia di Molise, Isernia 1891, Efemeride Molisana.
  • Platea di S. Sofia, Badia insigne di Benevento, formata dal bibliotecario Marco De Vita, Archivio Storico Provinciale di Benevento.
  • Tabulario nauclerio del Feudo di Campobasso 1688.
  • Ughelli F., Italia Sacra, Venetiis, Coleti, X.
  • Ventimiglia P.M., Il Sacro Carmelo Italiano, Napoli, 1779.
  • Memorie di Casa Jannucci, Documento Privato.

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