Il castello (film 2001): differenze tra le versioni

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Poco dopo Irwin e i suoi amici decidono di occupare ''il castello'' per ribaltare la posizione del direttore e delle sue guardie. Uno dei carcerati, fingendosi spia, riesce a prendere la bandiera dall'ufficio personale del direttore, come simbolo di ribellione alle ingiustizie del penitenziario.
Poco dopo Irwin e i suoi amici decidono di occupare ''il castello'' per ribaltare la posizione del direttore e delle sue guardie. Uno dei carcerati, fingendosi spia, riesce a prendere la bandiera dall'ufficio personale del direttore, come simbolo di ribellione alle ingiustizie del penitenziario.


I carcerati, mettendo in atto un piano ben studiato ed organizzato, riescono a sopraffare i soldati del carcere. Ma il direttore, per sedare la rivolta prima dell'arrivo di altri soldati, mandati dal generale suo superiore e un tempo sottoposto allo stesso Irwin, schiera i cecchini e ottiene che i detenuti si arrendano, sdraiandosi a terra. Terminata la battaglia, Irwin vuole innalzare comunque la bandiera statunitense e il direttore, per impedirglielo, ordina ai cecchini di abbatterlo. Questi ignoreranno l'ordine e, sentendosi scivolar via il rispetto che lo circondava decide di uccidere lui stesso, a colpi di pistola, il generale. Termina quindi il film, con l'omaggio all'eroico generale caduto in battaglia, mentre il vile colonnello viene portato via in manette.
I carcerati, mettendo in atto un piano ben studiato ed organizzato, riescono a sopraffare le guardie. Ma il direttore, per sedare la rivolta prima dell'arrivo di altri soldati, mandati dal generale suo superiore e un tempo sottoposto allo stesso Irwin, schiera i cecchini e ottiene che i detenuti si arrendano, sdraiandosi a terra. Terminata la battaglia, Irwin vuole innalzare comunque la bandiera statunitense e il direttore, per impedirglielo, ordina ai cecchini di abbatterlo. Questi ignoreranno l'ordine e, sentendosi scivolar via il rispetto che lo circondava decide di uccidere lui stesso, a colpi di pistola, il generale. Termina quindi il film, con l'omaggio all'eroico generale caduto in battaglia, mentre il vile colonnello viene portato via in manette.


Film di denuncia, e omaggio all'eroismo dei soldati americani (era il 2001, l'America ne aveva bisogno). Redford, che ripassa il suo famoso [[Brubaker]], tira fuori la sua umanità, neutralizzando quasi del tutto anche i fuochi d'artificio finali alla [[Rambo]].
Film di denuncia, e omaggio all'eroismo dei soldati americani (era il 2001, l'America ne aveva bisogno). Redford, che ripassa il suo famoso [[Brubaker]], tira fuori la sua umanità, neutralizzando quasi del tutto anche i fuochi d'artificio finali alla [[Rambo]].

Versione delle 14:22, 10 feb 2009

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Durata131'
Regia{{{regista}}}

Il castello (The Last Castle) è un film del 2001 diretto da Rod Lurie.

Robert Redford interpreta la parte di un ex generale dei marines mandato in un carcere, "il Castello", che è tra le più dure prigioni degli Stati Uniti. A capo di questo penitenziario c'è un severissimo e insensibile direttore (James Gandolfini) che vanta di aver mantenuto il carcere in ottime condizioni, avendo ucciso molti detenuti solamente per dimostrare chi comanda.

Trama

Eugene Irwin, popolare Generale dell'Esercito, viene condannato dalla Corte Marziale e mandato in un carcere militare di massima sicurezza; immediatamente tutti i carcerati ex-soldati gli porgono il rispetto che merita un uomo del suo valore. Uno di questi, Aguilar, porge il suo saluto ed omaggio al protagonista nel tipico modo dei soldati, una mano sulla fronte, ma qualsiasi saluto è proibito nel carcere e il direttore/colonnello lascia fuori in cortile il povero Aguilar, tutta la notte, sotto un'incessante pioggia.

Anche se all'inizio il direttore sembra avere grande stima e rispetto del Generale Irwin, mano a mano che sorgono problemi e battibecchi i due si allontanano sempre di più fino a trovarsi a capo di due fazioni in contrasto. Grazie all'incoraggiamento del generale, i detenuti cominciano a darsi da fare, ricostruendo il vecchio muro del castello, ora interno al carcere. Così il protagonista infonde fiducia agli altri e comincia ad essere veramente rispettato, formando intorno a lui un nuovo battaglione di commilitoni: i carcerati, legati dalla stessa sorte e dall'amicizia.

Naturalmente, tutto ciò non va giù al burbero e dispotico direttore che cerca di sopprimere in qualunque modo questo vigore che in tutti i carcerati prende a crescere sempre di più al fine di raggiungere la vera libertà, e soprattuttto giustizia all'interno del carcere.

Anche il protagnista subisce delle pesanti punizioni. L'ambiente del penitenziario, già ingiusto e malsano, diventa ancora più teso quando i soldati del direttore, con un mezzo pesante, decidono di abbattere il muro cosruito dai carcerati, simbolo di forza e di una mancanza di rispetto nei loro confronti. Durante le inevitabili schermaglie, Aguilar, il più "affezionato" alla costruzione del muro perché figlio di un muratore, si oppone ponendosi in piedi davanti al mezzo corazzato. Verrà così ucciso sotto gli occhi di tutti i suoi compagni.

Poco dopo Irwin e i suoi amici decidono di occupare il castello per ribaltare la posizione del direttore e delle sue guardie. Uno dei carcerati, fingendosi spia, riesce a prendere la bandiera dall'ufficio personale del direttore, come simbolo di ribellione alle ingiustizie del penitenziario.

I carcerati, mettendo in atto un piano ben studiato ed organizzato, riescono a sopraffare le guardie. Ma il direttore, per sedare la rivolta prima dell'arrivo di altri soldati, mandati dal generale suo superiore e un tempo sottoposto allo stesso Irwin, schiera i cecchini e ottiene che i detenuti si arrendano, sdraiandosi a terra. Terminata la battaglia, Irwin vuole innalzare comunque la bandiera statunitense e il direttore, per impedirglielo, ordina ai cecchini di abbatterlo. Questi ignoreranno l'ordine e, sentendosi scivolar via il rispetto che lo circondava decide di uccidere lui stesso, a colpi di pistola, il generale. Termina quindi il film, con l'omaggio all'eroico generale caduto in battaglia, mentre il vile colonnello viene portato via in manette.

Film di denuncia, e omaggio all'eroismo dei soldati americani (era il 2001, l'America ne aveva bisogno). Redford, che ripassa il suo famoso Brubaker, tira fuori la sua umanità, neutralizzando quasi del tutto anche i fuochi d'artificio finali alla Rambo.

Curiosità

  • Il film ha vinto il premio "Best Fire Stunt" ai World Stunt Awards del 2002, per la scena in cui sei carcerati vengono travolti dal fuoco scaturito dalla bomba che loro stessi stavano preparando, dopo che questa è stata colpita da un colpo di fucile da una delle guardie.
  • Alcune riprese sono state effettuate presso il "Penitenziario Statale del Tennessee" a Nashville.

Collegamenti esterni

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