Jona che visse nella balena: differenze tra le versioni

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== Trama ==
== Trama ==
[[Jona Oberski|Jona]] è un bambino ebreo di quattro anni che viveva ad [[Amsterdam]] prima dello scoppio della [[seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]]. Nel 1940, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, viene deportato insieme ai suoi genitori ebrei dapprima nel [[Campo di concentramento di Westerbork]] e quindi in quello di [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]], dove trascorrerà l'intero periodo della guerra. A Bergen-Belsen vive in una baracca con la madre, mentre il padre è assegnato ad un altro settore del campo.
[[Jona Oberski|Jona]] è un bambino ebreo di quattro anni che vive ad [[Amsterdam]] prima dello scoppio della [[seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]]. Nel 1940, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, Jona viene deportato insieme ai genitori ebrei dapprima nel [[Campo di concentramento di Westerbork]] e quindi in quello di [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]], dove trascorrerà l'intero periodo della guerra. A Bergen-Belsen vive in una baracca con la madre, mentre il padre è assegnato ad un altro settore del campo.
Il bambino subisce freddo, fame, paure, sofferenze, angherie anche da parte degli altri ragazzi. Sono rarissimi i casi in cui viene trattato con garbo: solo il cuoco, che dopo morirà, e il medico dell'ambulatorio sono gentili con lui. Il destino dei genitori di Jona è tragico: il padre muore per stenti e denutrizione. Negli ultimi giorni di guerra, Jona e la madre vengono evacuati dal campo a bordo di un treno che vagherà per giorni nel territorio tedesco prima di essere liberato dalla truppe sovietiche. La madre non si riprende dalle sofferenze subite; impazzisce per la morte del marito e purtroppo muore in un ospedale, nei giorni seguenti alla liberazione. Jona torna ad Amsterdam dove viene adottato da una famiglia di amici della famiglia. Infine il film dice che Jona è ancora vivo e che fa lo scienziato.
Il bambino subisce freddo, fame, paure, sofferenze, angherie anche da parte degli altri ragazzi. Sono rarissimi i casi in cui viene trattato con garbo: solo il cuoco, che poco dopo morirà, e il medico dell'ambulatorio sono gentili con lui. Il destino dei genitori di Jona è tragico: il padre muore per stenti e denutrizione. Negli ultimi giorni di guerra, Jona e la madre vengono evacuati dal campo a bordo di un treno che vagherà per giorni nel territorio tedesco prima di essere liberato dalla truppe sovietiche. La madre non si riprende dalle sofferenze subite; impazzisce per la morte del marito e muore in un ospedale, nei giorni seguenti alla liberazione. Jona fa ritorno ad Amsterdam dove viene adottato da una famiglia di amici della famiglia. Alla fine del film si scopre che che Jona è ancora vivo e che fa lo scienziato.


== Riconoscimenti ==
== Riconoscimenti ==

Versione delle 09:54, 13 gen 2024

Jona che visse nella balena
Una scena del film
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1993
Durata90 min
Generedrammatico, biografico
RegiaRoberto Faenza
Soggettotratto dal romanzo Anni d'infanzia di Jona Oberski
SceneggiaturaRoberto Faenza, Hugh Fleetwood, Joelle Mnouchkine, Filippo Ottoni
ProduttoreElda Ferri, Jean Vigo International French Production - Focus Film in associazione con Raiuno
FotografiaJànos Kende
MontaggioNino Baragli
MusicheEnnio Morricone
ScenografiaLaszlo Gardonyi, Maria Ivanova
CostumiElisabetta Beraldo
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Jona che visse nella balena è un film del 1993 diretto da Roberto Faenza.

Il soggetto è tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore Jona Oberski, intitolato Anni d'infanzia. Un bambino nei lager e incentrato sul dramma dell'Olocausto.

Trama

Jona è un bambino ebreo di quattro anni che vive ad Amsterdam prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1940, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, Jona viene deportato insieme ai genitori ebrei dapprima nel Campo di concentramento di Westerbork e quindi in quello di Bergen-Belsen, dove trascorrerà l'intero periodo della guerra. A Bergen-Belsen vive in una baracca con la madre, mentre il padre è assegnato ad un altro settore del campo.

Il bambino subisce freddo, fame, paure, sofferenze, angherie anche da parte degli altri ragazzi. Sono rarissimi i casi in cui viene trattato con garbo: solo il cuoco, che poco dopo morirà, e il medico dell'ambulatorio sono gentili con lui. Il destino dei genitori di Jona è tragico: il padre muore per stenti e denutrizione. Negli ultimi giorni di guerra, Jona e la madre vengono evacuati dal campo a bordo di un treno che vagherà per giorni nel territorio tedesco prima di essere liberato dalla truppe sovietiche. La madre non si riprende dalle sofferenze subite; impazzisce per la morte del marito e muore in un ospedale, nei giorni seguenti alla liberazione. Jona fa ritorno ad Amsterdam dove viene adottato da una famiglia di amici della famiglia. Alla fine del film si scopre che che Jona è ancora vivo e che fa lo scienziato.

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Moretti vince anche il Ciak d'oro, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 30 giugno 1994.

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