OpNet: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
===Linkem (2001-2022)===
===Linkem===
Opnet viene fondata nel 2001 con il nome di Megabeam Italia S.p.A. da un gruppo di [[manager]] sostenuti da AngelVentures Serviços de Consultoria S.A. di Gianfilippo Cuneo, con l'obiettivo di fornire accesso [[Wi-Fi]] in luoghi pubblici ad alto traffico. L'anno seguente, diventa il primo [[Wireless Internet Service Provider]] ad operare in Italia. Stringe accordi con i principali aeroporti, stazioni e catene alberghiere. Due anni dopo estende la propria copertura sul territorio nazionale portando internet veloce anche nelle aree in divario digitale. La società diventa oggetto dell'interesse di [[Telecom Italia]], che intende acquisirla per 11,5 milioni di euro, ma, dopo il giudizio dell'[[Antitrust]], Telecom Italia rinuncia all'investimento per le condizioni troppo onerose poste dall'Autorità. Nello specifico, Telecom Italia "avrebbe dovuto separare l'attività Wi-Fi dalle altre, creando una nuova [[Società (diritto)|società]], rinunciare a tutte le esclusive delle due società, nel Wi-Fi, su servizi, installazione di reti e utilizzo di reti di altri soggetti, l'obbligo di concedere ai concorrenti l'accesso in [[roaming]] alla rete Wi-Fi a condizioni tecnico economiche eque e non discriminatorie".
Linkem S.p.A. viene fondata nel 2001 con il nome di Megabeam Italia S.p.A. da un gruppo di [[manager]] sostenuti da AngelVentures Serviços de Consultoria S.A. di Gianfilippo Cuneo, con l'obiettivo di fornire accesso [[Wi-Fi]] in luoghi pubblici ad alto traffico. L'anno seguente, diventa il primo [[Wireless Internet Service Provider]] ad operare in Italia. Stringe accordi con i principali aeroporti, stazioni e catene alberghiere. Due anni dopo estende la propria copertura sul territorio nazionale portando internet veloce anche nelle aree in divario digitale. La società diventa oggetto dell'interesse di [[Telecom Italia]], che intende acquisirla per 11,5 milioni di euro, ma, dopo il giudizio dell'[[Antitrust]], Telecom Italia rinuncia all'investimento per le condizioni troppo onerose poste dall'Autorità. Nello specifico, Telecom Italia "avrebbe dovuto separare l'attività Wi-Fi dalle altre, creando una nuova [[Società (diritto)|società]], rinunciare a tutte le esclusive delle due società, nel Wi-Fi, su servizi, installazione di reti e utilizzo di reti di altri soggetti, l'obbligo di concedere ai concorrenti l'accesso in [[roaming]] alla rete Wi-Fi a condizioni tecnico economiche eque e non discriminatorie".


Nel 2008, la società lancia per prima in Italia la tecnologia [[WiMAX]], aggiudicandosi i diritti d'uso esclusivo di frequenze radio 3,5 GHz in quattordici [[Regione (Italia)|regioni italiane]].
Nel 2008, la società lancia per prima in Italia la tecnologia [[WiMAX]], aggiudicandosi i diritti d'uso esclusivo di frequenze radio 3,5 GHz in quattordici [[Regione (Italia)|regioni italiane]].
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Nel 2010, stringe un accordo con Telecom Italia, secondo cui quest'ultima può sfruttare l'infrastruttura e la rete di Linkem per offrire una connessione WiMAX. Nel frattempo acquisisce Maxi-Com ed espande la sua rete in altre quattro regioni. L'anno seguente, viene concluso un accordo con [[Retelit]] e si espande ulteriormente nel [[Nord Italia]]. Nel 2013 offre accesso ad internet veloce in tutte le regioni italiane, coprendo oltre ventotto milioni di abitanti.
Nel 2010, stringe un accordo con Telecom Italia, secondo cui quest'ultima può sfruttare l'infrastruttura e la rete di Linkem per offrire una connessione WiMAX. Nel frattempo acquisisce Maxi-Com ed espande la sua rete in altre quattro regioni. L'anno seguente, viene concluso un accordo con [[Retelit]] e si espande ulteriormente nel [[Nord Italia]]. Nel 2013 offre accesso ad internet veloce in tutte le regioni italiane, coprendo oltre ventotto milioni di abitanti.


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All'inizio del [[2017]] l'azienda annuncia la cessazione del servizio di [[telefonia mobile]] (come [[ESP MVNO]] su rete [[TIM (marchio)|TIM]]), previsto per il 30 aprile 2017.


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Linkem è sostenuta da [[Fondo comune di investimento|fondi di investimento]], prevalentemente [[Stati Uniti d'America|americani]], quali: Leucadia, Ramius (gruppo Cowen), [[BlackRock]], Vintage Capital e 2G Investimenti (famiglia Tabacchi).
====Fusione del ramo retail con Tiscali====
====Fusione del ramo retail con Tiscali====
Il 30 dicembre 2021, [[Tiscali]] e Linkem hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Linkem Retail in Tiscali.<ref>{{cita news|url=https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_30.12.2021_18.40_44410444?refresh_ce=1|titolo=Tiscali: avviato progetto di integrazione con ramo retail di Linkem}}</ref>
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Il 27 aprile 2022, le [[Assemblea (società per azioni)|assemblee degli azionisti]] di Tiscali e Linkem hanno approvato la fusione tra le due società.<ref>{{cita news|url=https://www.dday.it/redazione/42513/linkem-tiscali-fusione|titolo=La fusione fra Tiscali e Linkem è stata approvata dalle assemblee degli azionisti}}</ref>


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=== Opnet (2022-in corso) ===
=== OpNet ===
Il 3 ottobre 2022, come conseguenza dello scorporo di Linkem Retail, viene annunciato che la società avrebbe cambiato nome in '''Opnet'''. Opnet sarà azionista di maggioranza di Tiscali (58%) che, a sua volta, continuerà ad utilizzare anche il brand Linkem.<ref>{{cita news|url=https://www.hdblog.it/mercato/articoli/n561674/linkem-opnet-cambio-nome-fusione-tiscali/|titolo=Linkem diventa Opnet, cosa cambia?}}</ref>
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== Note ==
== Note ==

Versione delle 07:10, 18 ott 2022

OpNet
Logo
Logo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione2001 a Roma
Fondata daAngelVentures Serviços de Consultoria
Sede principaleRoma
GruppoJefferies Financial Group
ControllateTiscali (58%)
Persone chiaveDavide Rota (AD)
SettoreTelecomunicazioni
ProdottiConnessioni a banda larga e ultralarga, FWA, ISP, WISP
Fatturato122,5 milioni di euro[1] (2018)
Dipendenti840 (2018)
Sito webwww.opnet.it/

OpNet S.p.A., precedentemente Linkem S.p.A., è una società italiana che opera all'ingrosso come Internet Service Provider nel settore delle telecomunicazioni, in particolare nel mercato della connessione a banda larga e ultralarga in modalità wireless (LTE, 5G, WiMAX, HiperLAN e Wi-Fi)[2][3][4].

Storia

Linkem

Linkem S.p.A. viene fondata nel 2001 con il nome di Megabeam Italia S.p.A. da un gruppo di manager sostenuti da AngelVentures Serviços de Consultoria S.A. di Gianfilippo Cuneo, con l'obiettivo di fornire accesso Wi-Fi in luoghi pubblici ad alto traffico. L'anno seguente, diventa il primo Wireless Internet Service Provider ad operare in Italia. Stringe accordi con i principali aeroporti, stazioni e catene alberghiere. Due anni dopo estende la propria copertura sul territorio nazionale portando internet veloce anche nelle aree in divario digitale. La società diventa oggetto dell'interesse di Telecom Italia, che intende acquisirla per 11,5 milioni di euro, ma, dopo il giudizio dell'Antitrust, Telecom Italia rinuncia all'investimento per le condizioni troppo onerose poste dall'Autorità. Nello specifico, Telecom Italia "avrebbe dovuto separare l'attività Wi-Fi dalle altre, creando una nuova società, rinunciare a tutte le esclusive delle due società, nel Wi-Fi, su servizi, installazione di reti e utilizzo di reti di altri soggetti, l'obbligo di concedere ai concorrenti l'accesso in roaming alla rete Wi-Fi a condizioni tecnico economiche eque e non discriminatorie".

Nel 2008, la società lancia per prima in Italia la tecnologia WiMAX, aggiudicandosi i diritti d'uso esclusivo di frequenze radio 3,5 GHz in quattordici regioni italiane.

Nel 2010, stringe un accordo con Telecom Italia, secondo cui quest'ultima può sfruttare l'infrastruttura e la rete di Linkem per offrire una connessione WiMAX. Nel frattempo acquisisce Maxi-Com ed espande la sua rete in altre quattro regioni. L'anno seguente, viene concluso un accordo con Retelit e si espande ulteriormente nel Nord Italia. Nel 2013 offre accesso ad internet veloce in tutte le regioni italiane, coprendo oltre ventotto milioni di abitanti.

Nel 2014, la società inizia la sperimentazione della tecnologia LTE su frequenze 3,5 GHz, mentre l'anno seguente avvia lo sviluppo della propria rete di accesso 4G su frequenze 3,5 GHz con la migrazione dei propri clienti sulla nuova rete. Nel 2016, estende la rete LTE e lancia i propri servizi a Roma, dove realizza la rete fixed wireless access a 3,5 GHz più estesa d'Europa e tra le più estese al mondo.

All'inizio del 2017 l'azienda annuncia la cessazione del servizio di telefonia mobile (come ESP MVNO su rete TIM), previsto per il 30 aprile 2017.

Nel febbraio 2019 ottiene un finanziamento di 39 milioni, per sviluppare la propria rete 5G, da parte un gruppo di banche guidato da Banco BPM.[1]

Linkem è sostenuta da fondi di investimento, prevalentemente americani, quali: Leucadia, Ramius (gruppo Cowen), BlackRock, Vintage Capital e 2G Investimenti (famiglia Tabacchi).

Fusione del ramo retail con Tiscali

Il 30 dicembre 2021, Tiscali e Linkem hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Linkem Retail in Tiscali.[5]

Il 27 aprile 2022, le assemblee degli azionisti di Tiscali e Linkem hanno approvato la fusione tra le due società.[6]

Il 1º agosto del 2022, le due società hanno completato il processo di fusione.[7]

OpNet

Il 3 ottobre 2022, come conseguenza dello scorporo di Linkem Retail, viene annunciato che la società avrebbe cambiato nome in OpNet. OpNet sarà azionista di maggioranza di Tiscali (58%) che, a sua volta, continuerà ad utilizzare anche il brand Linkem.[8]

Note

  1. ^ a b Linkem verso il 5G: in arrivo 39 milioni per lo sviluppo tecnologico, su corrierecomunicazioni.it, 14 febbraio 2019. URL consultato il 20 ottobre 2019.
  2. ^ OpNet S.p.A., su OpNet S.p.A.. URL consultato il 13 ottobre 2022.
  3. ^ Redazione MondoMobileWeb, Il Gruppo Linkem cambia nome e diventa Opnet, operatore wholesale FWA 5G nazionale, su MondoMobileWeb.it | News | Telefonia | Offerte, 3 ottobre 2022. URL consultato il 18 ottobre 2022.
  4. ^ Linkem cambia nome e diventa Opnet: "Pronti per il 5G senza fili". Rota: proprietà esclusiva della rete non è un tabù, su la Repubblica, 3 ottobre 2022. URL consultato il 18 ottobre 2022.
  5. ^ Tiscali: avviato progetto di integrazione con ramo retail di Linkem.
  6. ^ La fusione fra Tiscali e Linkem è stata approvata dalle assemblee degli azionisti.
  7. ^ linkem.com, https://www.linkem.com/fusione-linkem-tiscali.
  8. ^ Linkem diventa Opnet, cosa cambia?.

Collegamenti esterni