Carl Fredricksen: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:51, 10 set 2021

Carl Fredricksen
Lingua orig.Inglese
StudioPixar
1ª app.2009
1ª app. inUp
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio

Carl Fredricksen è il protagonista del film d'animazione Up, decimo lungometraggio realizzato dai Pixar Animation Studios, in co-produzione con la Walt Disney Pictures[2], diretto da Pete Docter e Bob Peterson.

Biografia

Carl Fredricksen da piccolo, nel 1939,[senza fonte] amava tanto il suo idolo, Charles F. Muntz, e il suo sogno era quello di viaggiare in tutto il mondo. Quando incontrò Ellie, venne a sapere che anche lei aveva il suo stesso sogno. Crescendo si sposò con Ellie e diventò un venditore di palloncini, ma i soldi che metteva da parte per un viaggio aereo in Sudamerica, li dovette spendere sempre per le bollette e l'assicurazione medica, ed inoltre lui ed Ellie non ebbero mai figli. Quando sembra riuscire a prendere un biglietto aereo con i soldi della pensione, Ellie muore.

Dopo la morte della moglie, quando ormai a 78 anni la sua vita sembra non offrirgli più il tempo necessario per realizzare il suo sogno, ha la brillante idea di far volare la sua abitazione utilizzando dei palloncini, in modo da sfuggire alle persone che vogliono impossessarsi della sua casa e mandarlo a vivere in una struttura per anziani. Durante il volo bussa alla sua porta Russell, un boyscout di 8 anni rimasto sulla veranda della casa in cerca di un signore anziano da aiutare per completare la sua raccolta di spille di esploratore della natura (l'ultima spilla era proprio "assistenza agli anziani"). Sarà con lui che Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica, dove incontreranno animali selvaggi e persino degli inaspettati nemici, tra cui proprio Muntz, impazzito per voler catturare la specie dello struzzo Kevin, proprio lo struzzo che Carl aveva incontrato. Muntz tenterà di avvicinarsi a lui per catturare la creatura, con i suoi cani che seguono l'odore di Fredricksen di prugne secche, e quando ci riesce, Carl glielo lascia fare poiché è distratto a spegnere il fuoco, che Muntz ha appiccato alla sua casa. Depresso, arriva alle cascate con un arrabbiato Russell e si ferma in casa a disperarsi, ma quando sfoglia il libro d'avventure della moglie, scopre a sorpresa le loro foto da marito e moglie negli anni ed un messaggio mai visto prima: "Grazie per queste avventure; ora vivine una tu. Con amore, Ellie". Cambiando carattere e ripresosi grazie a questo, decide di aiutare Kevin, e segue Russell a ruota, già partito prima, e si fa aiutare da Dug, un cane di Muntz, ma affezionatosi a Carl. Arrivato al dirigibile, Carl libera Kevin e comincia una battaglia in cielo, nella quale Muntz muore accidentalmente. Carl riporta Kevin dagli altri struzzi e torna a casa, negli Stati Uniti, premiando lui stesso Russell come esploratore: gli dà il distintivo che usava con la moglie da piccolo, come accompagnatore di anziani. Si salva dalla casa di riposo grazie a Russell, che dice che non è malato e che lo ha aiutato. Proprietario del dirigibile dopo aver perso la casa nella battaglia, Carl, come avventura, starà sempre a giocare con Russell e Dug, vivendo a casa del bambino, dove suo padre lo aspetta.

Realizzazione del personaggio

Il design e il carattere di Carl Fredricksen è parzialmente basato sull'attore Spencer Tracy nel suo ultimo film Guess Who's Coming to Dinner - Indovina chi viene a cena?.[3]

Durante la scelta del personaggio principale, Docter disegnò un uomo scontroso e anziano, ma sorridente, intento a vendere dei palloncini.[4] Gli autori definirono il personaggio "perfetto" per il loro film, in quanto si sentivano di voler mostrare una visione del mondo diversa da ogni altra apparsa in un film. Tuttavia Docter non era interessato ad un anziano come protagonista, in quanto avrebbe potuto identificare agli spettatori una figura troppo anziana e più vicina ai nonni.[5]

Per quanto riguarda la sua voce, Edward Asner ha rivelato di essersi ispirato nella voce del personaggio ad un suo vecchio personaggio televisivo, Lou Grant[6], protagonista della serie serie televisiva statunitense di genere drammatico, trasmessa dalla CBS dal 1977 al 1982 intitolata Lou Grant.[6] L'idea iniziale del personaggio è che dovesse avere un lato scontroso causato da una storia drammatica presente nel suo passato; per questo gli autori decisero di renderlo vedovo di moglie.[7]

Accoglienza

Il personaggio di Carl Fredricksen ha ricevuto moltissime critiche positive. Bill Capodagli ha elogiato Carl, definendolo scontroso ma allo stesso tempo simpatico.[8] Wall Street Journal e il suo editore Joe Morgenstern hanno descritto Carl burbero, paragonandolo a Buster Keaton, ma anche come questo suo aspetto sia velocemente mutato nel corso del film, rendendolo un personaggio nuovo.[9] Ann Hornaday di The Washington Post ha paragonato il personaggio a Spencer Tracy[10], mentre Lisa Schwarzbaum di Entertainment Weekly ha descritto Carl simile a Tracy nel film Guess Who's Coming to Dinner - Indovina chi viene a cena?.[11]

Note

  1. ^ Dai titoli di coda
  2. ^ (EN) I dieci nuovi film d'animazione dei Walt Disney Studios, su corporate.disney.go.com, Disney Corporate News Releases, 8 aprile 2008. URL consultato l'8 aprile 2008.
  3. ^ James Keast, Pixar Reveals Early Look At Up, su exclaim.ca, 6 febbraio 2009. URL consultato il 7 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2009).
  4. ^ Up Producer/Director, su moviehole.net, Moviehole, 12 febbraio 2009. URL consultato il 12 febbraio 2009.
  5. ^ News Etc., Empire, febbraio 2009, pp. 12–15.
  6. ^ a b Video Interview: Up Director Pete Docter and Producer Jonas Rivera, in /Film, 13 febbraio 2009. URL consultato il 14 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012).
  7. ^ Bill Desowitz, Pete Docter Goes Up, su mag.awn.com, Animation World Network, 29 luglio 2008. URL consultato il 1º gennaio 2009.
  8. ^ Innovate the Pixar Way: Business Lessons from the World’s Most Creative Corporate Playground, su books.google.com. URL consultato il 3 aprile 2014.
  9. ^ Joe Morgenstern, Reaching for the Sky, 'Up' Fails to Soar, su online.wsj.com, The Wall Street Journal, 14 maggio 2009. URL consultato il 3 aprile 2014.
  10. ^ Ann Hornaday, Up, su washingtonpost.com, The Washington Post, 29 maggio 2009. URL consultato il 3 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2011).
  11. ^ Up, su empireonline.com. URL consultato il 3 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).

Collegamenti esterni