Mario Lupo (partigiano): differenze tra le versioni
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Di Mario Lupo non si conoscono le generalità, malgrado nome e ruolo di comandante partigiano siano ricorrenti nelle memorie di Alfredo Filipponi<ref>Filipponi A., Gubitosi G. (a cura di), ''Diario di un comandante partigiano'', Editoriale Umbra, Foligno 1991</ref>, comandante della [[Brigata Gramsci|Brigata Garibaldina "Antonio Gramsci"]]. Ulteriori dati, emersi durante il processo istruito nel 1949 dal Tribunale di [[Terni]] contro alcuni membri della "Gramsci, descrivono Lupo originario dell'Emilia e [[ufficiale]] dei [[Lancieri di Montebello]]<ref>Marcellini M., ''I giustizieri: 1944, la Brigata 'Gramsci' tra Umbria e Lazio'', Mursia 2009</ref> <ref>De Angelis P., ''LA BELLA FANCIULLA Don Concezio e la Resistenza nell’altopiano umbro-reatino 1943-1944'', Dalia Edizioni, coll. ''Interamna'' 2014</ref>, storico reparto di cavalleria scioltosi il 16 settembre 1943 |
Di Mario Lupo non si conoscono le generalità, malgrado nome e ruolo di comandante partigiano siano ricorrenti nelle memorie di Alfredo Filipponi<ref>Filipponi A., Gubitosi G. (a cura di), ''Diario di un comandante partigiano'', Editoriale Umbra, Foligno 1991</ref>, comandante della [[Brigata Gramsci|Brigata Garibaldina "Antonio Gramsci"]]. Ulteriori dati, emersi durante il processo istruito nel 1949 dal Tribunale di [[Terni]] contro alcuni membri della "Gramsci, descrivono Lupo originario dell'Emilia e [[ufficiale]] dei [[Lancieri di Montebello]]<ref>Marcellini M., ''I giustizieri: 1944, la Brigata 'Gramsci' tra Umbria e Lazio'', Mursia 2009</ref> <ref>De Angelis P., ''LA BELLA FANCIULLA Don Concezio e la Resistenza nell’altopiano umbro-reatino 1943-1944'', Dalia Edizioni, coll. ''Interamna'' 2014</ref>, storico reparto di cavalleria scioltosi il 16 settembre 1943 in seguito alla sconfitta dei reparti italiani a [[Mancata difesa di Roma|Porta San Paolo]] (10 settembre) e all'[[Occupazione tedesca di Roma|occupazione germanica della Capitale]]. |
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Considerato che già dal 9 settembre 1943 i militari sopravvissuti allo sbandamento e all'arresto per mano tedesca erano passati in clandestinità, è plausibile che Lupo abbia raggiunto il reatino con i superstiti della sua unità per congiungersi o per porsi agli ordini dell'unità di [[Resistenza italiana|partigiani "con le stellette"]] comandata da [[Vincenzo Toschi]]<ref>Piscitelli E., ''Storia della Resistenza romana'', Laterza 1965</ref> <ref>Gasparini M., Razeto C., ''1944: Diario dell'anno che divise l'Italia'', Castelvecchi 2014</ref>, [[colonnello]] dei [[Carabinieri]] e ufficiale del [[Servizio Informazioni Militare]], che si muove fra le province di [[Roma]], [[Viterbo]] e [[Rieti]]. Un'ipotesi supportata dal fatto che, prima del gennaio-febbraio [[1944]], le uniche [[Resistenza italiana|formazioni resistenti]] attve in [[Italia centrale|centro Italia]] fossero quelle legate al [[Fronte Militare Clandestino]]<ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/resistenza/resistenza12d.htm Il contributo dei militari alla Guerra di Liberazione in Italia. Montezemolo e il Fronte Militare Clandestino]</ref>. |
Considerato che già dal 9 settembre 1943 i militari sopravvissuti allo sbandamento e all'arresto per mano tedesca erano passati in clandestinità, è plausibile che Lupo abbia raggiunto il reatino con i superstiti della sua unità per congiungersi o per porsi agli ordini dell'unità di [[Resistenza italiana|partigiani "con le stellette"]] comandata da [[Vincenzo Toschi]]<ref>Piscitelli E., ''Storia della Resistenza romana'', Laterza 1965</ref> <ref>Gasparini M., Razeto C., ''1944: Diario dell'anno che divise l'Italia'', Castelvecchi 2014</ref>, [[colonnello]] dei [[Carabinieri]] e ufficiale del [[Servizio Informazioni Militare]], che si muove fra le province di [[Roma]], [[Viterbo]] e [[Rieti]]. Un'ipotesi supportata dal fatto che, prima del gennaio-febbraio [[1944]], le uniche [[Resistenza italiana|formazioni resistenti]] attve in [[Italia centrale|centro Italia]] fossero quelle legate al [[Fronte Militare Clandestino]]<ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/resistenza/resistenza12d.htm Il contributo dei militari alla Guerra di Liberazione in Italia. Montezemolo e il Fronte Militare Clandestino]</ref>. |
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Versione delle 14:52, 17 apr 2019
Mario Lupo | |
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Morte | Cepparo di Rivodutri, 30 marzo 1944 |
Luogo di sepoltura | ignoto |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Cavalleria |
Specialità | Lancieri |
Reparto | Lancieri di Montebello, Fronte Militare Clandestino, Banda patrioti di Cepparo di Rivodutri - Battaglione "Calcagnetti" |
Anni di servizio | 1943 - 1944 |
Grado | Sottotenente Comandante partigiano |
Comandanti | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Porta San Paolo Battaglia di Poggio Bustone |
cause della morte e luogo di sepoltura ignoti | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Mario Lupo (?, ? ... – Rivodutri, ? 1944) è stato un militare e partigiano italiano.
Biografia
Di Mario Lupo non si conoscono le generalità, malgrado nome e ruolo di comandante partigiano siano ricorrenti nelle memorie di Alfredo Filipponi[1], comandante della Brigata Garibaldina "Antonio Gramsci". Ulteriori dati, emersi durante il processo istruito nel 1949 dal Tribunale di Terni contro alcuni membri della "Gramsci, descrivono Lupo originario dell'Emilia e ufficiale dei Lancieri di Montebello[2] [3], storico reparto di cavalleria scioltosi il 16 settembre 1943 in seguito alla sconfitta dei reparti italiani a Porta San Paolo (10 settembre) e all'occupazione germanica della Capitale. Considerato che già dal 9 settembre 1943 i militari sopravvissuti allo sbandamento e all'arresto per mano tedesca erano passati in clandestinità, è plausibile che Lupo abbia raggiunto il reatino con i superstiti della sua unità per congiungersi o per porsi agli ordini dell'unità di partigiani "con le stellette" comandata da Vincenzo Toschi[4] [5], colonnello dei Carabinieri e ufficiale del Servizio Informazioni Militare, che si muove fra le province di Roma, Viterbo e Rieti. Un'ipotesi supportata dal fatto che, prima del gennaio-febbraio 1944, le uniche formazioni resistenti attve in centro Italia fossero quelle legate al Fronte Militare Clandestino[6].
Presunta morte e memoria
In base alle informazioni fornite dal suddetto diario di Filipponi e dalle testimonianze processuali, di Mario Lupo non si hanno più notizie a partire dal 30 marzo 1944[7]. Le cause e il luogo della morte sono ignote, malgrado il militare e partigiano Lupo comandasse una banda particolarmente agguerrita, distaccata a Cepparo frazione di Rivodutri. Agguerrita perché è la sua unità ad attaccare, il 10 marzo 1944[8], le forze dell'Esercito Nazionale Repubblicano e della Guardia Nazionale Repubblicana mentre svolge attività anti-partigiana a Poggio Bustone, uccidendo il Questore di Terni Bruno Pannaria, caduto insieme al vice commissario Gustavo Trotta e alle guardie di pubblica sicurezza Sante Berton, Nicola Dell’Aquila e Umberto Ferretti[9] [10]. Un'azione significativa, dunque, nonché una delle prime e più importanti della Resistenza in Umbria e nell'Alto Lazio il cui principale protagonista è proprio Lupo che ancora, il 25 successivo, assalta e saccheggia un deposito d'armi della GNR[11]. Va da sé che l'improvvisa scomparsa di una così nota figura avrebbe dovuto suscitare, nei compagni della Brigata, un qualche interrogativo. Invece da quella data il comando della "Gramsci" pone a capo della banda di Cepparo un proprio uomo, Emo Battisti, senza mai più fare riferimento a Lupo e alla sua vicenda tanto che il nome del partigiano (ammesso fosse il suo vero nome) neanche compare nella documentazione e nella bibliografia successive al giorno della scomparsa. Tuttavia è proprio il comandante Filipponi a sollevare l'ipotesi della morte, scrivendolo nel suo diario[12] in data 6 aprile 1944[13]. In un notiziario datato 25 maggio e dedicato alle attività delle bande nell'Umbria meridionale, la Guardia Nazionale Repubblicana segnala un "Lupo" a capo di gruppo operanti in zona Buonacquisto, frazione del Comune di Arrone (TR), ma non essendovi ulteriori dati è difficile sostenere si tratti dello stesso "Lupo" che combatteva a Cepparo di Rivodutri. Nel dopoguerra, nell'ambito dei succitati processi, è emerso che il partigiano avrebbe lasciato la "Gramsci" per divergenze sul trattamento da riservare a presunte spie; uno dei teste riferisce invece che sia stato assassinato per dissapori con i garibaldini. Ipotesi e supposizioni che non hanno permesso di ricostruire il contesto nel quale sia avvenuta la presunta morte, né in generale quale sia stata la fine del capo di una delle prime e più operative bande partigiane della Resistenza nell'Italia centrale.
Note
- ^ Filipponi A., Gubitosi G. (a cura di), Diario di un comandante partigiano, Editoriale Umbra, Foligno 1991
- ^ Marcellini M., I giustizieri: 1944, la Brigata 'Gramsci' tra Umbria e Lazio, Mursia 2009
- ^ De Angelis P., LA BELLA FANCIULLA Don Concezio e la Resistenza nell’altopiano umbro-reatino 1943-1944, Dalia Edizioni, coll. Interamna 2014
- ^ Piscitelli E., Storia della Resistenza romana, Laterza 1965
- ^ Gasparini M., Razeto C., 1944: Diario dell'anno che divise l'Italia, Castelvecchi 2014
- ^ Il contributo dei militari alla Guerra di Liberazione in Italia. Montezemolo e il Fronte Militare Clandestino
- ^ Dizionario Biografico Umbro dell'Antifascismo e della Resistenza - Raoul Angelini-
- ^ De Angelis P., in op. cit.
- ^ Caduti Polizia - Antonio Pannaria -
- ^ Notiziario del 14 marzo 1944, pag. 23, Sez. "Notizie pervenute nelle ultime ore", notiziario relativo ad attività di: 116° Legione Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.)
- ^ Marcellini M., I giustizieri, p. 166
- ^ Gubitosi G., in op. cit
- ^ Mario Lupo, il partigiano cancellato dalla Resistenza, IlGiornale.it, 25/04/2007
Bigliografia
- Piscitelli E., Storia della Resistenza romana, Laterza 1965
- Gasparini M., Razeto C., 1944: Diario dell'anno che divise l'Italia, Castelvecchi 2014
- Gubitosi G., Il diario di Alfredo Filipponi, comandante partigiano, Editoriale Umbra, Foligno 1991
- Marcellini M., I giustizieri: la Brigata 'Gramsci' tra Umbria e Lazio'', Mursia 2009