Granastrapotherium snorki

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Granastrapotherium
Ricostruzione dei crani maschile e femminile di Granastrapotherium snorki
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineAstrapotheria
FamigliaAstrapotheriidae
GenereGranastrapotherium
SpecieG. snorki
Nomenclatura binomiale
Granastrapotherium snorki
Johnson & Madden, 1997

Granastrapotherium snorki è un mammifero erbivoro estinto, appartenente agli astrapoteri. Visse nel Miocene medio (14 - 12 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudamerica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale differiva da altri astrapoteri coevi come Xenastrapotherium per le dimensioni maggiori: doveva pesare infatti da 2,5 a 3,5 tonnellate, e le sole zanne erano lunghe circa un metro. Queste dimensioni indicano che Granastrapotherium era uno dei più grandi rappresentanti degli astrapoteri, superato solo da alcune specie di Parastrapotherium.

Altre differenze includono la presenza di un solo premolare, la mancanza di incisivi in entrambe le mascelle e la disposizione dei canini, molto grandi e orizzontali, che ricordano molto meno quelli degli ippopotami e maggiormente le zanne di alcuni parenti antichi degli elefanti (come Palaeomastodon), anche se le difese degli elefanti e i loro parenti non sono formate dai canini ma dagli incisivi. Allo stesso modo, le grandi narici appaiono estremamente ritratte sul cranio, quindi questa creatura doveva avere una proboscide più grande di altri astrapoteri.

Ricostruzione di Granastrapotherium snorki

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Granastrapotherium snorki venne descritto per la prima volta nel 1997, sulla base di fossili ritrovati nelle rocce del Gruppo Honda nel deserto Tatacoa, nei dipartimenti di Huila e Tolima, presso il sito fossile La Venta (Colombia). Resti trovati in Venezuela, Bolivia e Perù sembrano appartenere a Granastrapotherium o un animale molto simile.

Il nome Granastrapotherium deriva dallo spagnolo gran, "grande", e Astrapotherium, "bestia del fulmine"; l'epiteto specifico, snorki, deriva dallo snorkel, tubo di respirazione, in riferimento alla proboscide.

Granastrapotherium appartiene agli astrapoteri, un bizzarro gruppo di mammiferi rinvenuti nel Cenozoico dell'America meridionale, caratterizzati da grandi canini e brevi proboscidi. In particolare, Granastrapotherium è un rappresentante della sottofamiglia Uruguaytheriinae.

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Molto probabilmente, come gli elefanti, questo animale usava la sua proboscide muscolosa insieme alle sue zanne per strappare e tagliare le foglie dagli alberi e dagli arbusti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. E. Johnson and R. H. Madden. 1997. Uruguaytheriinae Astrapotheres of Tropical South America. Vertebrate Paleontology in the Neotropics. The Miocene fauna of La Venta, Colombia 355-382
  • Eleanor M. Weston, Richard H. Madden and Marcelo R. Sánchez-Villagra. Early Miocene Astrapotheres (Mammalia) from Northern South America. In Sánchez-Villagra, M.R., & J.A. Clark (eds.). 2004. Fossils of the Miocene Castillo Formation, Venezuela: contributions on neotropical palaeontology. Special Papers in Palaeontology 71.
  • Antoine, R., Salas-Gismondi, P., Baby, M., Benammi, S., Brusset, D., de Franceschi, N., Espurt, C., Goillot, F., Pujos, J., Tejada and M. Urbina. 2007. The Middle Miocene (Laventan) Fitzcarrald fauna, Amazonian Peru. 2007. Proceedings of the European Meeting on the Palaeontology and Stratigraphy of Latin America, Cuadernos del Museo Geominero, nº 8. Instituto Geológico y Minero de España, Madrid, 2007.
  • Kramarz, Alejandro G.; Bond, Mariano (2008). "Revision of Parastrapotherium (Mammalia, Astrapotheria) and other Deseadan astrapotheres of Patagonia". Ameghiniana 45 (3). Retrieved March 2013.
  • Mauricio Pardo Jaramillo. 2010. Reporte de un nuevo ejemplar de Granastrapotherium snorki en el Valle Superior del Magdalena, Desierto de la Tatacoa, Huila. Colombia.. Rev. Acad. Colomb. Cienc. 34 (131): 253-256, 2010. ISSN 0370-3908.

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