Eudyptula minor

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Pinguino minore blu
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdineSphenisciformes
FamigliaSpheniscidae
GenereEudyptula
Bonaparte, 1856
SpecieE. minor
Nomenclatura binomiale
Eudyptula minor
(J.R.Foster, 1781)
Sinonimi

Aptenodytes minor
J.R.Foster, 1781

Sottospecie
  • E. minor albosignata
  • E. minor chathamensis
  • E. minor iredalei
  • E. minor minor
  • E. minor novaehollandiae
  • E. minor variabilis

Il pinguino minore blu (Eudyptula minor J.R.Foster, 1781) è un uccello della famiglia Spheniscidae, diffuso lungo le coste meridionali dell'Australia e nei mari della Tasmania e della Nuova Zelanda. È l'unica specie vivente del genere Eudyptula.[2] Alto massimo 15 centimetri.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il pinguino minore blu è il più piccolo pinguino al mondo, con i suoi 41 cm di altezza e 0,7-2 kg di peso. Il suo piumaggio è grigio tendente al bluastro sul dorso, bianco sul ventre e ha i margini delle ali bianchi. Presenta zampe rosa scuro, una coda corta, occhi grigio-bluastri e un becco grigio scuro.[3]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Pinguino nel suo nido

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La stagione riproduttiva del pinguino minore blu si ha nella primavera e nell'estate australe (da settembre a marzo), anche se può variare a seconda della zona o di anno in anno per via del clima o dell'abbondanza di prede; infatti la deposizione delle uova avviene tutto l'anno. I pinguini costruiscono il nido su spiagge o coste rocciose, in luoghi riparati come grotte, fessure nella roccia e buche scavate o naturali al riparo della vegetazione; la femmina lo imbottisce con materiale morbido come ramoscelli o erba e vi depone due uova bianche. I genitori covano a turno le uova, con intervalli variabili da 6 ore a 8 giorni, per 33-42 giorni circa. Il cambio avviene dopo il tramonto e, per trovare il proprio partner tra le altre coppie della colonia, i pinguini effettuano una serie di richiami trombettanti per riconoscersi nel buio della notte. Dopo la schiusa i piccoli vengono nutriti dai genitori dopo il tramonto, cioè al ritorno del genitore che è stato a caccia, per 7-10 giorni e curati per altri 13-20 giorni. Di solito restano con i genitori per due mesi, cioè fino all'indipendenza, ma possono separarsi prima, formando gruppi di 3-6 pulcini. Dopo la stagione riproduttiva gli adulti si spostano dalle colonie, circa 20 km, per ingrassare: infatti dopo questo periodo ritornano alla colonia o in posti vicini, dove poi rimarranno per la stagione invernale, per fare la muta del piumaggio che gli impedisce di immergersi per mangiare. I giovani, che raggiungono la maturità sessuale a 2-3 anni d'età, a differenza degli adulti non sono sedentari e si spostano anche fino a 1000 km dal luogo di nascita.[3][4][5]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Il pinguino minore blu è attivo principalmente di giorno ed è una delle poche specie attiva anche di notte. Caccia immergendosi in mare aperto da solo o in gruppo, nutrendosi principalmente di pesci, come acciughe e sardine, e cefalopodi che inghiotte senza riemergere. Durante la stagione riproduttiva il pinguino minore blu entra in mare al mattino per cacciare e ritorna al nido solo dopo il tramonto, protetto dal buio.[6]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È diffuso dalle coste sud-occidentali dell'Australia sino alle isole Chatham della Nuova Zelanda.[1] Esemplari accidentali sono stati inoltre osservati occasionalmente lungo le coste del Cile.

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

Venne inizialmente definito come Aptenodytes minor da J.R Foster nel 1781 e successivamente segregata da Bonaparte in un genere a sé stante.

La specie è suddivisa in sei sottospecie:[2]

  • E. minor novaehollandiae (Stephens, 1826) - diffusa in Tasmania e Australia
  • E. minor iredalei Mathews, 1911 - diffusa in Isola del Nord (Nuova Zelanda)
  • E. minor variabilis Kinsky & Falla, 1976 - diffusa nella parte meridionale dell'Isola del Nord e nello stretto di Cook (Nuova Zelanda)
  • E. minor minor (J.R.Forster, 1781) - diffusa nell'Isola del Sud e nell'isola Stewart (Nuova Zelanda)
  • E. minor albosignata Finsch, 1874 - diffusa nell'Isola del Sud (Nuova Zelanda)
  • E. minor chathamensis Kinsky & Falla, 1976 - diffusa nelle isole Chatham

La sottospecie albosignata viene considerata da alcuni autori come specie distinta, ma tale scelta non è accettata dal Congresso Ornitologico Internazionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2012, Eudyptula minor, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Spheniscidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ a b Mojetta, p. 117.
  4. ^ Burnie, p. 23.
  5. ^ Lecaldano, p. 587.
  6. ^ Busà, p. 309.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • D. Barton "Swimming speed of a Little Penguin" Emu 79: 141-142 (1979)
  • R. V. Baudinette, P. Gill, M. O'Driscoll "Energetics of the Little Penguin, Eudyptula minor: Temperature regulation, the calorigenic effect of food, and moulting" Austr. J. Zool. 34: 35-45 (1986)
  • D. P. Costa, P. Dann, W. Disher "Energy requirements of free ranging Little Penguins, Eudyptula minor" Comp. Biochem. Physiol. 85A(1): 135-138 (1986)
  • R. P. Gales "Breading seasons and double brooding of the Little PenguinEudyptula minor in New Zealand" Emu 85: 127-130 (1985)
  • R. P. Gales "Growth strategies in Blue Penguins Eudyptula minor minor" Emu 87: 212-219 (1987)
  • R. P. Gales "Sexing Blue Penguins by external measurements" Notornis 35: 71-75 (1987)
  • Angelo Mojetta, I pinguini e gli animali del polo sud, in Andrea Grandese, Paolo Lazzarin (a cura di), Atlante degli animali, vol. 1, Milano, RCS Quotidiani S.p.a., 2006, ISSN 1825-22570 (WC · ACNP).
  • Emanuela Busà, Grande dizionario illustrato degli animali, Firenze, Milano, Giunti Editore S.p.a., 2015, ISBN 978-88-09-81966-5.
  • David Burnie (a cura di), Animali volume 2, in Grande enciclopedia per ragazzi, traduzione di Simonetta Bertoncini, Mariella Citterio, vol. 2, Roma, La Repubblica, 2005 [2001].
  • Paolo Lecaldano (a cura di), Il mondo degli animali volume IV, con 23 carte e 646 illustrazioni, vol. 4, Milano, Rizzoli, 1969.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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