Acer opalus obtusatum

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Acero d'Ungheria
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Malvidi
OrdineSapindales
FamigliaSapindaceae
SottofamigliaHippocastanoideae
TribùAcereae
GenereAcer
SpecieA. opalus
SottospecieA. o. obtusatum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineSapindales
FamigliaAceraceae
GenereAcer
SpecieA. opalus
SottospecieA. o. obtusatum
Nomenclatura trinomiale
Acer opalus obtusatum
(Waldst & Kit. ex Wild.) Gams.
Sinonimi

Acer opalus subsp. neapolitanum
(Ten.) Sánchez Gómez & Güemes

Nomi comuni

Acero d'Ungheria

L'acero d'Ungheria (Acer opalus subsp. obtusatum (Waldst & Kit. ex Wild.) Gams.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Sapindaceae[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Albero alto fino a 20 metri con chioma densa.

Le foglie sono decidue ed opposte a cinque lobi ottusi, di cui due molto piccoli, simili a quelle dell'Acero napoletano anche se più piccole. Sono di colore verde e nella pagina inferiore si presentano grigio tomentose.

Le samare si presentano con le ali arcuate a semicerchio.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa sottospecie è diffusa in Ungheria, nella penisola balcanica, in Italia centro meridionale, in Sicilia, in Corsica e in Algeria.[1].

Le popolazioni dell'Italia centro-meridionale sono state descritte in passato come una sottospecie a sè stante, Acer opalus subsp. neapolitanum (Ten.) Sánchez Gómez & Güemes; tale entità non è attualmente riconosciuta e viene considerato un mero sinonimo di Acer opalus subsp. obtusatum.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Acer opalus subsp. obtusatum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  2. ^ (EN) Acer opalus subsp. neapolitanum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 18 febbraio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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