Mara Branković

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Disambiguazione – Se stai cercando la marchesa di Monferrato, vedi Maria Branković (1466-1495).
Mara Branković
Mara Branković in un affresco del 1429, Monastero di Esphigmenou
Principessa di Serbia
Stemma
Stemma
Valide Hatun
In carica1457 –
3 maggio 1481
PredecessoreEmine Hatun
SuccessoreGülbahar Hatun
Moglie legale del sultano dell'Impero ottomano
In carica4 settembre 1435 –
3 febbraio 1451
PredecessoreEmine Hatun
SuccessoreSittişah Hatun
Nome completoMara Branković (alla nascita)
Mara Despina Hatun (da sposata)
Sultana Maria (in Europa)
NascitaVučitrn, Despotato di Serbia (oggi Vushtrria, Kosovo), 1420
MorteCostantinopoli, Impero ottomano (oggi Istanbul, Turchia) o Ježevo (oggi Dafni, Serres), 14 settembre 1487
Luogo di sepolturaMonastero di Santa Maria Eikosifoinissa
DinastiaBranković (nascita)
Osmanita (matrimonio)
PadreĐurađ Branković
MadreIrene Cantacuzena
Consorte diMurad II
(1435-1451, ved.)
Figliadottivo
Mehmed II
ReligioneCristianesimo ortodosso

Mara Branković, nota anche come Mara Despina Hatun e in Europa come Sultana Maria, Sultanina o Amerissa (in serbo Мара Бранковић?; Vučitrn, 1420Costantinopoli o Ježevo, 14 settembre 1487), è stata una principessa serba, figlia del despota di Serbia Đurađ Branković e di Irene Cantacuzena, nonché consorte del sultano ottomano Murad II e "madre adottiva" e consigliera del suo successore, Mehmed II il Conquistatore, ruolo che la portò a diventare membro di spicco fra i filo-ottomani balcanici e una delle donne più influenti del XV secolo.

Mara Branković nacque nel 1420 a Vučitrn, nel despotato di Serbia (oggi Kosovo). Era la quintogenita e prima femmina dei sei figli di Đurađ Branković, despota di Serbia, e di sua moglie Irene Cantacuzena, principessa bizantina[1].

Ritratto ideale di Mara Despina Hatun

Mara fu offerta come consorte al sultano ottomano Murad II (1403-1451) nel giugno 1431, nel tentativo di scongiurare la sua invasione della Serbia, e il matrimonio fu celebrato a Edirne il 4 settembre 1435, con la clausola che Mara non si sarebbe convertita all'Islam, ma sarebbe rimasta cristiana. Mara portò in dote i territori serbi di Dubočica e Toplica, e fu scortata alle sue nozze da Saruca Pasha. Dopo il matrimonio, Mara divenne nota fra gli ottomani come Despina Hatun, dal greco Despoina, ovvero "signora, padrona", in riferimento alle sue origini nobiliari, mentre in Europa veniva chiamata Amerissa[2], Sultana Maria o Sultanina[3][4].

Mara venne ben accolta dalla corte e dal nuovo marito. Giudicata "bella nel corpo e nell'anima", divenne rapidamente la consorte preferita di Murad, che per lei esiliò a Bursa la sua precedente favorita, Hatice Halime Hatun, con cui Mara era entrata in contrasto. Tuttavia, il matrimonio non fu mai consumato, perché all'epoca di Murad i sultani ottomani, in una posizione di vantaggio rispetto ai regni vicini, avevano smesso di consumare le unioni con nobildonne provenienti da famiglie regnanti, per timore che, nel caso di nascita di un figlio, queste tentassero di usarlo per influenzare la successione o la politica ottomana. Ben presto però Murad si stancò di Mara e fra l'autunno 1436 e la primavera 1437 la esiliò a sua volta a Bursa, richiamando al contempo Halime. A Bursa, Mara si legò a Şehzade Mehmed (il futuro Mehmed II), uno dei figli di Murad che si trovava a Bursa con sua madre, Hüma Hatun, per servire come governatore[3][4][5]. A causa della sua caduta in disgrazia presso Murad, non fu in grado di intervenire a favore di suo fratello Grgur, che nel 1441, accusato di complotto contro il sultano, fu destituito da governatore della Serbia meridionale, carica che Murad gli aveva assegnato nel 1439 dopo aver conquistato la Serbia, e venne imprigionato ad Amasya, dove fu accecato l'8 maggio, prima di essere rimandato in Serbia[6]. Tuttavia, fu anche grazie al suo lavoro di mediatrice che il 12 giugno 1444 Ungheria, Polonia, Serbia e l'Impero Ottomano firmarono a Edirne una tregua di dieci anni[7].

Alla fine, Mara fu rimandata dai suoi genitori, e si trovava lì al momento della morte di Murad, nel febbraio 1451, e della successiva ascesa di Mehmed. Poco dopo ricevette una proposta di matrimonio da parte dell'imperatore bizantino Costantino XI, ma la rifiutò, dichiarando che aveva fatto voto a Dio che, se l'avesse liberata da suo marito, non si sarebbe risposata e avrebbe invece dedicato la vita al suo servizio[8].

Regno di Mehmed II

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Lettera di Mehmed II a Mara Despina Hatun, datata 1459, nella quale la chiama "mia madre, Despina Hatun"

Dopo la morte di suo padre a dicembre 1456, Mara, che credeva fosse stato avvelenato da suo fratello Lazar, scrisse a Mehmed II, ora sultano, che aveva conquistato Costantinopoli nel 1453 e posto fine all'Impero bizantino, il cui ultimo imperatore fu proprio Costantino XI, per chiedere asilo insieme alla madre e al fratello Grgur. Tuttavia, anche Irene morì improvvisamente a maggio 1457 e Grgur fu forzato a prendere i voti, così Mara, temendo per la sua stessa vita, fuggì da sola a Costantinopoli, dove godette della stima e del rispetto di Mehmed e occupò un posto di riguardo come Valide Hatun del sultano in quanto sua "madre adottiva" (Hüma Hatun era morta nel 1449, e Mehmed per tutto il suo regno si rivolse a Mara come a sua madre sia in privato che in pubblico, compresi i documenti ufficiali del suo regno), e sua consigliera ufficiosa, unica donna a cui fu permesso avere voce politica durante l'intero regno di Mehmed. Ottenne inoltre il permesso di fondare una sua corte a Ježevo, l'odierna Dafni, vicino Serres, che divenne un punto di raccolta per nobili serbi esiliati e filo-ottomani, oltre a un laboratorio scrittorio e artigianale, e le furono assegnati diversi grandi monasteri con tutte le loro rendite. Qui Mara venne raggiunta dalla sorella Caterina, e insieme agirono come mediatrici fra Costantinopoli e Venezia nell'ambito della prima guerra turco-veneziana, e nel 1471 Mara in persona accompagnò l'ambasciatore veneziano al cospetto del Sultano. I suoi sforzi, e quelli simmetrici di sua sorella a Venezia, contribuirono infine alla firma del trattato di Costantinopoli[9]. Nel 1475, commentò pubblicamente il risultato della battaglia di Vaslui, dichiarandola la peggior sconfitta per gli ottomani in tutta la loro storia[10].

Mara fu anche un'importante promotrice della chiesa ortodossa, giudicata instancabile nel suo dovere percepito di sostenere i cristiani, soprattutto ortodossi, che vivevano in terra mussulmana. Oltre a vedesi accordata da Mehmed piena libertà nella nomina del patriarca di Costantinopoli, carica che fece assegnare al suo protetto Dioniso, nel 1469 acconsentì a ordinare il trasferimento da Veliko Tarnovo al monastero di Rila delle reliquie di Giovanni di Rila, e infine chiese e ottenne dal sultano privilegi speciali per i greco-ortodossi delle comunità di Gerusalemme e Athos[10].

Ultimi anni e morte

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Mara sopravvisse al regno di Mehmed II, morto nel 1481, e continuò a occupare un posto d'onore alla corte di suo figlio ed erede Bayezid II, anche se non sembra continuò ad avere un ruolo politico attivo[9].

Morì a Costantinopoli o a Ježevo il 14 settembre 1487 e venne sepolta nel Monastero di Santa Maria Eikosifoinissa[9].

Cultura popolare

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Branko Mladenović Mladen  
 
 
Vuk Branković  
 
 
 
Đurađ Branković  
Lazar Hrebeljanović Pribac Hrebeljanović  
 
 
Mara Lazarević  
Milica di Serbia Vratko Nemanjić  
 
 
Mara Branković  
Matteo Cantacuzeno Giovanni VI Cantacuzeno  
 
Irene Asanina  
Teodoro Paleologo Cantacuzeno  
Irene Paleologa Demetrio Paleologo  
 
Teodora Comnena  
Irene Cantacuzena  
Giovanni Uroš Simeon Uroš  
 
Tommasa Orsini  
Elena Ouresina Doucaina  
N. Radoslava Radoslav Hlapen  
 
 
 
  1. ^ Anglocentric medieval genealogy, su web.archive.org, 16 luglio 2011. URL consultato il 10 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
  2. ^ Letteralmente "moglie dell'emiro", appellativo dato alle nobili cristiane ortodosse che sposavano signori mussulmani.
  3. ^ a b (EN) John V. A. Fine (jr.) e John Van Antwerp Fine, The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest, University of Michigan Press, 1994, p. 530, ISBN 978-0-472-08260-5.
  4. ^ a b Jane Burbank e Frederick Cooper, Empires in world history: power and the politics of difference, Princeton university press, 2010, p. 134, ISBN 978-0-691-12708-8.
  5. ^ John Jefferson, The holy wars of King Wladislas and Sultan Murad: the Ottoman-Christian conflict from 1438-1444, collana History of warfare, Brill, 2012, pp. 105, ISBN 978-90-04-21904-5.
  6. ^ J. V. A. Fine, "The Late Medieval Balkans, A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest" (1994), p. 531
  7. ^ Caroline Finkel, "Osman’s Dream: The History of the Ottoman Empire"
  8. ^ George Sphrantzes, "Cronaca", Vol. 3, p. 213
  9. ^ a b c Donald MacGillivray Nicol, The Byzantine lady: ten portraits, 1250 - 1500, collana Canto, Canto ed, Cambridge Univ. Press, 1996, pp. 115-119, ISBN 978-0-521-57623-9.
  10. ^ a b Istoria lui Ştefan cel Mare, p.133
  11. ^ Can Atilla - Mara Despina.
  12. ^ (EN) ALİ TÜFEKÇİ, Netflix docudrama reveals great defense of Byzantium, the small conquest of Ottoman Empire, su Daily Sabah, 8 aprile 2020.
  13. ^ (TR) Rise of Empires: Ottoman ne zaman başlayacak? Rise of Empires: Ottoman oyuncuları, su www.hurriyet.com.tr, 12 dicembre 2019.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN28239917 · ISNI (EN0000 0001 3973 8342 · CERL cnp01169674 · LCCN (ENn88299885 · GND (DE137697546 · BNF (FRcb16216612n (data)