Umberto Solarino
Umberto Solarino | |
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Nascita | Modica, 25 marzo 1883 |
Morte | Modica, 2 marzo 1951 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1905-1919 |
Grado | Tenente colonnello |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Sesta battaglia dell'Isonzo |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Gli Iblei nella Grande guerra[1] | |
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Umberto Solarino (Modica, 25 marzo 1883 – Modica, 2 marzo 1951) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Modica, provincia di Ragusa, il 25 marzo 1883,[2] figlio di Ippolito e Girolama Callari.[3] Al termine degli studi vinse il concorso per il ruolo di cancelliere emesso dal Ministero di grazia e giustizia, e nel 1905 fu arruolato nel Regio Esercito come militare di leva, in forza al 19º Reggimento fanteria "Brescia".[3] Dopo aver frequentato il corso per Allievi ufficiali, nell'aprile 1906 fu nominato sottotenente di complemento, assegnato in forza al 49º Reggimento fanteria "Parma".[3] Posto in congedo nel settembre dello stesso anno, fu richiamato in servizio nel marzo 1915, in vista dello scoppio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, assegnato al 146º Reggimento fanteria "Catania".[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio successivo, partecipò alle operazioni belliche sul fronte della Carnia, distinguendosi sul Pal Piccolo, sul Pal Grande e sul Freikofel. Per questi fatti ricevette un Encomio solenne, e fu poi decorato di Medaglia d'argento al valor militare per aver partecipato ai duro combattimento sul Monte Scarnitz del 12 ottobre 1915.[1] Divenuto capitano nel maggio 1916, il mese successivo lasciò la zona di operazioni per essere stato destinato all'addestramento di un battaglione di marcia del 143º Reggimento fanteria "Taranto".[4] Durante la battaglia di Gorizia, l'11 agosto rimase ferito sulle alture di San Marco[5] mentre al comando di una compagnia tentava di conquistare le trincee nemiche di Quota 171, tagliando il filo spinato che le difendeva.[4] Già ferito in più parti del corpo lo scoppio di una bomba gli devastò la mano destra, ma egli, incurante della gravissima ferita, continuò a dirigere l'azione.[5] Trasportato in un posto di medicazione subì l'amputazione dell'avambraccio, ritornando in servizio non ancora guarito del tutto.[3] Prestò servizio come istruttore presso la Scuola mitraglieri di Torino fino del 4 novembre 1918.[3] Dopo alcuni ricoveri presso gli ospedali di Padova e Milano fu posto in congedo assoluto il 1 novembre 1919. Inizialmente decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare, con Regio Decreto del 4 luglio 1920 quest'ultima fu tramutata in Medaglia d'oro al valor militare a vivente.[2] Ritornato alla vita civile riprese servizio come cancelliere presso il Tribunale di Modica, venendo promosso maggiore nel febbraio 1920 e tenente colonnello nell'aprile 1930. Durante gli anni del fascismo ricoprì altresì incarichi politico amministrativi, presenziando sempre alle cerimonie commemorative.[5] Si spense a Modica il 2 marzo 1951.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 4 luglio 1920
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Barone 2015, p. 19.
- ^ a b c Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 252.
- ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
- ^ a b Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 131.
- ^ a b c Barone 2015, p. 20.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Barone, Gli Iblei nella Grande Guerra, Ragusa, Ciclomedia Officina Editore, 2015, ISBN 978-889-41300-2-7.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1916. L'anno d'angoscia: Dalla spedizione punitiva alla presa di Gorizia. Le spallate sull'Isonzo, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Solarino, Umberto, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato l'11 agosto 2019.
- Militari italiani del XX secolo
- Nati nel 1883
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- Decorati di Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia