Segue 2

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Segue 2
Galassia nana sferoidale
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneAriete
Ascensione retta02h 19m 06.0s
Declinazione+20° 10′ 31″
Distanza114 a.l.
(35.000 pc)
Redshift-0,000131
Velocità radiale-39 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia nana sferoidale
Mappa di localizzazione
Segue 2
Categoria di oggetti astronomici

Segue 2 è una galassia nana sferoidale (dSph) situata nella costellazione dell'Ariete alla distanza di circa 110.000 anni luce (circa 35 kpc) dalla Terra verso cui si muove alla velocità di 40 km/s[1]. Ha una forma approssimativamente rotondeggiante con un raggio effettivo di circa 34 parsec[1]. Fu scoperta nel 2009 tramite i dati raccolti dallo Sloan Digital Sky Survey[1]. È una galassia satellite della Via Lattea e quindi fa parte del Gruppo Locale.

Segue 2 è una delle più piccole e meno luminose satelliti della Via Lattea[2] (solo Segue 1 e Willman 1 risultano più deboli)[3] con una luminosità intrinseca di circa 800 volte quella del Sole (magnitudine visibile assoluta di ~ 2,5), che è di molto inferiore alla luminosità della maggior parte degli ammassi globulari[1]. Tuttavia, con una massa corrispondente a circa 550.000 masse solari, ha un rapporto massa/luminosità di circa 650[1] e ciò ha fatto ipotizzare che sia dominata dalla materia oscura. Uno studio pubblicato nel giugno del 2013 su The Astrophysical Journal ha confermato la stretta connessione con la materia oscura[4][5][6].

La popolazione stellare, che ammonta a circa 1.000 stelle[7], è costituita principalmente da vecchie stelle formatesi più di 12 miliardi di anni fa[1] con una metallicità molto bassa, tanto che la presenza di elementi pesanti è di 100 volte inferiore a quella del Sole[1]. Pertanto è verosimile che le stelle di questa piccola galassia siano state tra le prime a formarsi nell'Universo. Attualmente non si osservano fenomeni di formazione stellare[1].

Segue 2 si trova nelle vicinanze dell'estremità della Corrente stellare del Sagittario e alla medesima distanza dalla Terra. Pertanto si ritiene che un tempo possa essere stata un satellite della Galassia Nana Ellittica del Sagittario o un suo ammasso di stelle poi separatosi[1].

  1. ^ a b c d e f g h i V. Belokurov, M. G. Walker e N. W. Evans, Segue 2: A Prototype of the Population of Satellites, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 397, n. 4, 21 agosto 2009, pp. 1748-1755, DOI:10.1111/j.1365-2966.2009.15106.x. URL consultato il 3 maggio 2016.
  2. ^ Starts With A Bang, The Smallest Galaxies In The Universe Have The Most Dark Matter, su Forbes. URL consultato il 3 maggio 2016.
  3. ^ Nicolas F. Martin, Jelte T. A. de Jong e Hans-Walter Rix, A comprehensive Maximum Likelihood analysis of the structural properties of faint Milky Way satellites, in The Astrophysical Journal, vol. 684, n. 2, 10 settembre 2008, pp. 1075-1092, DOI:10.1086/590336. URL consultato il 3 maggio 2016.
  4. ^ Evan N. Kirby, Michael Boylan-Kolchin e Judith G. Cohen, Segue 2: The Least Massive Galaxy, in The Astrophysical Journal, vol. 770, n. 1, 10 giugno 2013, p. 16, DOI:10.1088/0004-637X/770/1/16. URL consultato il 3 maggio 2016.
  5. ^ Ultra-Faint Galaxy Called Smallest Ever Discovered, su The Huffington Post, 10 giugno 2013. URL consultato il 3 maggio 2016.
  6. ^ UCI Scientists Size Up Universe’s Most Lightweight Dwarf Galaxy with Keck Observatory W. M. Keck Observatory, su keckobservatory.org. URL consultato il 3 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2015).
  7. ^ Just how big is the smallest galaxy in the universe?, su MNN - Mother Nature Network. URL consultato il 3 maggio 2016.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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