Locomotiva FS 460

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Locomotiva FS gr. 460
Locomotiva a vapore
Locomotiva G8¹ corrispondente al gruppo FS 460
Anni di costruzione 1913-1921
Anni di esercizio 1919 -1959
Quantità prodotta 45 unità (lotto in Italia)
Dimensioni 18.290 mm x ? x ?
Passo dei carrelli 3.130 (passo rigido)
Massa in servizio 69,9 t
Massa aderente 69,9 t
Tipo di motore a vapore
Alimentazione carbone
Velocità massima omologata 55 km/h
Rodiggio 0-4-0
Portanti anteriori 1350 mm
Distribuzione Walschaerts
Tipo di trasmissione bielle
Numero di cilindri 2
Diametro dei cilindri 600 mm
Corsa dei cilindri 660 mm
Superficie griglia 2,66 
Superficie riscaldamento 144,43 m²
Superficie surriscaldamento 51,88 m²
Pressione in caldaia 14
Potenza continuativa 927 kW
Dati tratti da:
Mascherpa, IF 1, 2, 11, pp. varie

Le locomotive a vapore del gruppo 460 sono locomotive con tender per servizio merci pesante, a 2 cilindri a semplice espansione e a vapore surriscaldato, a 4 assi motori accoppiati, di costruzione tedesca[1].

Il progetto della locomotiva del gruppo 460 venne elaborato negli anni dieci in Germania e classificato "G 8¹". Dall'ottimo progetto di locomotiva "P 8" derivava il tipo di caldaia e seguiva anch'esso lo schema tipico delle locomotive di scuola prussiana dalla costruzione massiccia e di elevato peso assiale, di grandi prestazioni ed eccellente affidabilità. Ne vennero costruite oltre 5.000 unità delle quali 45 pervennero in Italia, a seguito del Trattato di Versailles al termine della prima guerra mondiale, in conto riparazioni di guerra.[2]

Lo stesso argomento in dettaglio: Locomotiva prussiana G 8.1.

Il gruppo di 45 locomotive in Italia venne denominato "460" e le macchine immatricolate da 460.001 a 460-045; dimostrarono presto la loro validità ma a causa del loro peso assiale elevato (17 t x asse) che ne limitava fortemente l'utilizzazione nelle obsolete linee ferroviarie delle FS ebbero limitato il loro raggio di azione a tratte come la Piacenza–Bologna. Negli anni venti erano assegnate in gran parte ai depositi dell'Emilia, per lo più a Bologna. Nelle Ferrovie dello Stato rimasero in servizio fino a tutto il 1959[3]. Nel periodo bellico (seconda guerra mondiale) 10 unità vennero noleggiate alle ferrovie del Reich per il trasporto di carbone dalla Slesia. Al termine della guerra le unità 007 e 036 rimasero in mano jugoslava ricevendo la classificazione JŽ 23.44 e 23.45[3].

Caratteristiche

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Le locomotive erano a 4 assi accoppiati senza carrelli portanti di estremità e pertanto il loro peso assiale era notevole, oltre 17 t per asse. Il motore era a due cilindri, a vapore surriscaldato e semplice espansione. La distribuzione era a cassetto cilindrico con azionamento Walschaerts. La caldaia a 14 bar di pressione sviluppava la potenza di 1180 CV e montava un preriscaldatore d'acqua tipo Knorr. Le loro prestazioni erano elevate e vicine a quelle delle locomotive italiane dell'epoca a 5 assi accoppiati tipo gruppo 471. A partire dal 1927 la caldaia venne sostituita con un tipo unificato FS, intercambiabile con i gruppi 675, 687 e 688, per ragione di approvvigionamento e razionalizzazione[4]. Il tender era inizialmente del tipo 3 T 16,5, in seguito alcune lo ebbero a carrelli.

Deposito locomotive di assegnazione

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  1. ^ Cornolò, p. 134.
  2. ^ iTreni 4, dicembre 1980, Edizioni ETR, Desenzano, p. 47.
  3. ^ a b Mascherpa, IF 1, p. 19.
  4. ^ Mascherpa, IF 1, pp. 18-19.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel ferrovie, (IF 1) (gennaio 1977) n. 200, pp. 15-25.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel ferrovie, (IF 11) (novembre 1976) n. 198, pp. 592-601.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel ferrovie, (IF 2) (febbraio 1977) n. 201, pp. 93-96.
  • Giovanni Cornolò, Locomotive di preda bellica, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2009, ISBN 978-88-87372-74-8.

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