Coordinate: 31°36′N 23°29′E

Battaglia di Bir Hacheim

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Battaglia di Bir Hacheim
parte della campagna del Nordafrica della seconda guerra mondiale
La Légion all'assalto del nemico a Bir Hacheim.
Data27 maggio - 11 giugno 1942
LuogoBir Hacheim, Libia
EsitoIncerto: vittoria militare dell'asse,
ma vittoria tattica francese
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Variabili nel corso della battaglia5.000 di cui 3.703 combattenti[1]
Perdite
Incerte;
circa 3.300 tra morti, feriti e prigionieri
141 morti
229 feriti
814 prigionieri
53 cannoni
50 veicoli
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La battaglia di Bir Hacheim (Libia, 27 maggio - 11 giugno 1942) costituisce un episodio della più ampia battaglia di Ain el Gazala, durante la quale il generale tedesco Erwin Rommel – al comando della Panzerarmee Afrika – riuscì ad espugnare la fortezza di Tobruk, in mano delle forze britanniche, ottenendone la resa il 21 giugno 1942[2][3][4].

Questo risultato permise a Rommel – promosso intanto Generalfeldmarschall - a chiedere e ottenere da Hitler (che convinse anche Mussolini) l'autorizzazione ad ulteriormente avanzare verso l'Egitto.

La 1ª Brigata delle Forze della Francia Libera (generale di brigata Marie-Pierre Kœnig) dopo aver efficacemente fortificato questa posizione, la difese coraggiosamente, ostacolando con grande perizia e decisione le operazioni delle preponderanti forze italo-tedesche nel settore. Tale resistenza ebbe grande risonanza internazionale e fece conoscere al mondo intero la professionalità e il valore dei soldati della Francia Libera.

Bir Hacheim in arabo significa "Pozzo del saggio" o anche "Pozzo del Capo" (per quanto riguarda l'ortografia, Koenig in premessa delle sue memorie, preferisce "Bir Hakeim" piuttosto che "Bir Hakim"[5][6]) e indica il luogo di un’antica oasi che rappresentava l’estremo sud della linea di difesa britannica che – partendo dalla costa tra Gazala e Tobruk - si snodava per circa 70 km verso il deserto libico.

Ordine di battaglia

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Italo tedeschi

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Assalto puntuale della mattina del 27 maggio 1942, condotto da:

Assedio del caposaldo di Bir Hacheim dal 2 giugno al 10 giugno 1942, vi partecipano:

Un legionario francese della brigata della Francia Libera beve nel deserto, nel marzo 1943
Tre militari coloniali francesi che si distinsero durante i combattimenti, rispettivamente provenienti da Senegal, Africa Equatoriale e Madagascar

Alla data del 26 maggio la 1ª Brigata delle Forze della Francia Libera - a presidio di Bir Hacheim - comprendeva 3.826 uomini (ufficiali, sottufficiali, truppa) di cui 103 inglesi (batteria contraerea e compagnia di collegamento)[12], col seguente Ordine di Battaglia: [13]

Generale di Brigata Marie-Pierre Kœnig

Capo di Stato Maggiore: Comandante Robert Masson

  • 13ª semi-brigata della Legione Straniera DBLE (Tenente colonnello Dimitri Amilakhvari)
    • 2 battaglione della Legione Straniera BL 2 (Comandante René Babonneau)
    • 3 battaglione della Legione Straniera BL 3 (Comandante Puchois)
  • 2ª semi-brigata coloniale (Tenente colonnello Robert De Roux)
    • 2º battaglione di Marche de l'Oubangui-Chari BM 2 (Comandante Henri Amiel)
    • 1º battaglione del Pacifico BP 1 (Tenente colonnello Félix Broche)
    • 1º battaglione di Fanteria di Marina Coloniale (Comandante Jacques Savey)
    • 22ª compagnia Nord-Africana (Capitano Pierre Lequesne)
  • 1º battaglione di Fucilieri di Marina DCA (Capitano di Corvetta Hubert Amyot d'Inville)
  • 1º reggimento d'Artiglieria I R.A. (Comandante Jean-Claude Laurent-Champrosay)
  • 2ª compagnia pezzi anticarro (Capitano Jaquin)
  • Compagnia del Genio Pionieri CSM1 (Capitano André Gravier[14] e il tenente Jean Desmaisons
  • Gruppo Trasmissioni (Capitano Jacques Rénard)
  • Gr. Sanitario Divisionale (Tenente colonnello dr. Jean Vialard-Goudou)[15]
  • Distaccamento DCA e di collegamento inglesi (Capitano Tomkins, ufficiale di collegamento)
"Bren Carrier" del tipo in forza alle FFL

Armi e mezzi:

Cannone anticarro 47 mm francese

La posizione giuridica dei militari della 1re Brigade française libre

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La bandiera della Francia Libera con la Croce di Lorena

A seguito delle clausole dell'armistizio del giugno 1940 (cf: Convention d'armistice) i francesi che prendessero le armi contro il III Reich, dovevano essere considerati "franchi tiratori"[21], passibili quindi di pena di morte.

La risonanza internazionale di questa battaglia delle "Forze Francesi Libere", portò Radio Berlino ad annunciare che i combattenti di Bir Hacheim - in quanto francesi al servizio della Gran Bretagna - non avrebbero potuto essere trattati secondo le regole della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. Immediatamente De Gaulle tramite Radio Londra, annunciò che, in questo caso, le FFL si sarebbero comportate allo stesso modo per i loro prigionieri. Radio Berlino annunciò a questo punto che le FFL sarebbero state considerate come forze regolari[22][23].

Faceva parte delle forze FFL la demi-brigade della Legione Straniera, composta di elementi di varie nazionalità e anche probabilmente qualcuno di origine ebraica[24]. Anche dopo tali dichiarazioni, Koenig quindi temeva per la sorte dei suoi soldati se fatti prigionieri[25]. Finita la battaglia, il 12 giugno i sopravvissuti - circa 400 tra feriti o perduti nel deserto - furono raccolti dalle forze italo-tedesche e radunati in Bir Hacheim dove Rommel in persona disse poche parole agli ufficiali prigionieri, scusandosi per la mancanza di acqua disponibile. I prigionieri furono quindi trasportati in camion verso la costa - i feriti furono curati e l'acqua distribuita quasi a volontà- e successivamente avviati verso l'Italia (campo di Tuturano, Brindisi) o verso la Grecia.[26]

L’arrivo a Bir Hacheim

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Dopo alcune settimane passate nella zona di Alam Hamsa, la 1ª Brigata della France Libre, giunge a Bir Hacheim il 15 febbraio 1942 per rilevare la 150 brigata britannica che, a sua volta, va a sistemarsi in difesa del caposaldo di Gott el Ualeb[27], situato a circa 20 Km verso nord. All’incrocio di carovaniere, il luogo di Bir Hacheim è segnalato da due modeste protuberanze del terreno, soprannominate « Les Mamelles » (Quota 186) a nord, e per alcune rovine di un fortino senusso a sud. Partendo da una linea tracciata tra questi due punti, il terreno scende leggermente in direzione nord-ovest. I due punti suddetti costituiscono i vertici di un triangolo (di diagonale di circa 3 km) grosso modo equilatero con la terza punta volta verso l'est.[28][29]

Il completamento delle difese

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Nel caposaldo già organizzato a difesa per tre battaglioni, Koenig piazza i suoi: il Bataillon de Marche de l’Obangui (BM 2) a nord, il battaglione du Pacifique (BP 1) a sud, il 2º battaglione della Legione Straniera (BLE 2) a est, il 3º battaglione della Legione Straniera (BLE 3) al centro a difesa del Posto di Comando e in riserva. Il 1º reggimento d’artiglieria (quattro batterie) è disposto circolarmente assieme alla contraerea. Una fitta striscia di mine, grosso modo circolare - e guarnita di ulteriori lingue minate a maggior protezione dei tre centri di resistenza - circonda tutto il caposaldo su un perimetro di circa di 17 chilometri.

Koenig subito dispone lavori di scavo per le trincee individuali, le postazioni di anticarro, antiaeree, e per la protezione interrata degli automezzi. L’esperienza di Koenig nella fanteria durante la 1ª guerra mondiale si rivelerà preziosa per la protezione di uomini, armi, materiali, mezzi e permetterà al caposaldo di resistere efficacemente e a lungo di fronte a forze nemiche soverchianti. La natura del suolo, una piattaforma rocciosa, si rivelerà una protezione eccellente, ma sottopone gli uomini ad un ingrato lavoro che durerà ininterrotto per tre mesi[30]. I legionari e gli artiglieri si adattano di buon grado, molto meno i fanti di marina e i soldati del Pacifico, provocando la collera di Koenig [31]. Racconta il comandante Pierre Ihélé (1º battaglione Fusiliers de Marine)[32]:

«…interrarsi, significava scavare strette trincee individuali, buche circolari per le armi, l’artiglieria, e soprattutto scavare dei piani inclinati per i motoveicoli, da far scendere a testa in giù in modo da proteggere motore e abitacolo..poi si perfeziona, si aggiungono sacchetti di sabbia, si scava ancora e non si vedono neanche più i camion, alla fine Bir Hacheim è una città sotterranea.»

Le «paludi» di mine

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Oltre al classico campo minato intorno al caposaldo, il capitano, e ingegnere André Gravier, con i suoi genieri si mette a disposizione del corpo d'armata britannico per stabilire due estesi campi di mine a forma di « V » con il vertice a Bir Hacheim e i due rami che coprono i circa 20 km che lo separano dal caposaldo della 150ª Brigata britannica: a Gott el Ualeb verso nord e a Bir El Harmat verso nord-est. Un'ulteriore striscia di mine unisce i due vertici nord lungo il Trigh el-Abd. Il tutto forma quindi un triangolo di poco più di 45 km lineari. Questi campi, meno densamente minati, vengono soprannominati marais (paludi, in lingua francese) di mine[33]

Missione delle FFL e «Jock Colonnes»

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La missione che il XXX Corpo d'Armata britannico[34] del generale Charles Norrie, affida alla FFL, è di presidiare lo spazio all’interno della zona minata a « V » in modo da interdire l’accesso al nemico verso est in direzione di El Adem. Allo scopo, pattuglie motorizzate esploranti[35] (le cd «Jock Colonnes») - costituite da «bren carriers», fanteria motorizzata, cannoni anticarro e anti aerei autoportati - iniziano subito continue azioni di pattugliamento a medio raggio intorno a Bir Hakeim e di sorveglianza all’interno della « V » per assicurarne la difesa. Queste unità mobili disturbano alquanto il nemico motorizzato ma poco possono fare contro mezzi blindati, per cui Koenig chiedera’ agli inglesi artiglieria pesante e un raggruppamento di carri per meglio adempiere alla missione, ma senza poterli ottenere[36].

Schieramento alla vigilia della battaglia

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Agli inizi di maggio quindi le opere di protezione del caposaldo sono compiute, col grosso delle forze ben trincerato a difesa. Una parte del contingente opera inoltre all’esterno del caposaldo in direzioni e con compiti diversi[37]:

  • Una «Jock Colonne» rinforzata: il Gruppo « Amiel» che opera verso ovest, come punta avanzata agli ordini della 7ª Div Blindata inglese (nome in codice "Tomcol") composto da una compagnia del BM nr.2, quattro 75 anticarro autoportati, due batterie d’artiglieria da 75 mm mototrainate, una sezione antiaerea di tre Bofors[38]
  • Il raggruppamento mobile che pattuglia all’interno della « V » meno fittamente minata. Ulteriormente potenziato il 20 maggio, è affidato ai legionari del 3°º battaglione L.E. agli ordini del capitano Lamaze, comprende: 15 bren-carriers, 3 anticarro da 75 e 2 cannoni da 25 su camion, oltre a una sezione del genio guastatori per la cura dei campi minati; raggio d'azione circa 15 km verso nord[39]

I due reparti mobili sono in collegamento radio con il quartier generale di Bir Hacheim, dove opera un nucleo inglese di trasmissioni per il coordinamento con il XXX Corpo d'Armata[40].

Alla vigilia degli scontri Koenig è fiducioso: ha ispezionato i due gruppi mobili, pensa che sia impossibile dare l'assalto al caposaldo senza che i nemico operi prima sminamenti notturni, a nord è protetto dalle estese paludi di mine, a est è impensabile che il nemico si insinui tra la sua piazzaforte e le forze blindate britanniche[41].

Nei primi mesi del 1942 in Africa Settentrionale, gli inglesi - già sorpresi due volte da Rommel – esitavano a riprendere l’offensiva e, nell’attesa, si erano fortificati tra Ain el-Gazala a Bir Hacheim, stabilendo capisaldi protetti da campi minati. Le forze dell’Asse invece avevano potuto rifornirsi grazie all’efficace blocco del transito britannico nel Mediterraneo, dovuto alla supremazia aerea e navale italo-tedesca che aveva permesso di paralizzare l’isola di Malta.

Rommel quindi voleva agire rapidamente: fin dal 15 aprile 1942 aveva reso noto al generale Enea Navarini[42] (con il quale intratteneva ottimi rapporti) il suo piano[43]. Si trattava di indurre il nemico a credere che l’attacco principale avvenisse verso Ain el-Gazala ma nel contempo di far effettuare ai mezzi blindati italo-tedeschi un ampio movimento aggirante verso sud per prendere sul tergo le posizioni britanniche[44].

Inizialmente il piano (nome: operazione Theseus)[45] prevedeva che il XX Corpo (101ª Div. motorizzata Trieste e Divisione Corazzata Ariete) effettuasse la manovra aggirante passando subito a nord di Bir Hakeim. Il Deutsche Afrikakorps (21ª, 15ª Divisione Panzer, nonché la 90ª Divisione Leggera) sarebbe invece passato attraverso il deserto aggirando il caposaldo da sud, per proseguire poi verso nord e prendere di spalle le forze blindate nemiche verso El Adem, Sidi Rezeigh e Knightsbridge a circa 40 km a nord-est di Bir Hacheim. Fine ultimo essendo, per tutta la massa aggirante, di ristabilire il contatto a nord con il X e XXI Corpo da est per affrontare poi assieme la piazzaforte di Tobruk.

Rommel peraltro prevedeva la possibilità - nell'imminenza del movimento avvolgente - di spingere ulteriormente a sud tutto il dispositivo, diramando la parola in codice ("Unternehmen"): "Venezia"[46]. Secondo la "Variante Venezia", anche il XX corpo (cioè Ariete e Trieste) sarebbe passato, non più a nord di Bir Hacheim, ma subito a sud, lasciando quindi Bir Hacheim alla sua sinistra e mantenendo il D.A.K. alla sua destra. Rommel ordino’ la variante quando si rese conto che l’esistenza di campi minati, individuati tardivamente[47] e/o il permanere di forze significative britanniche a sud, non ingannate dall’attacco dimostrativo frontale[48], gli avrebbero fatto perdere la sorpresa e comunque rallentato l’aggiramento[49][50].

Per quanto riguarda lo schieramento e consistenza delle forze della France Libre, il Comando dell'Asse aveva informazioni molto scarse sulla posizione di Bir Hacheim: si sapeva solamente che la 1ª Brigata della France Libre vi era attestata e che esistevano nei dintorni campi minati di estensione e ubicazione sconosciuta[51]. Tale incertezza si può riscontrare nell'«Ordine d’Armata per l’Attacco» dd 20 maggio, il cui testo riportava: « il nemico che si trovasse nella zona di Bir Hacheim deve essere attaccato e battuto»[52][53].

Rommel stesso nei suoi diari ricorda che alle ore 22 del giorno 26, «sia la DAK che tutto il XX corpo, inclusi reparti esploranti al completo, dovevano iniziare la marcia per il vasto attacco intorno a Bir Hacheim» e «procedere oltre Acroma fino alla costa» per annientare l'avversario».Rommel, pp. 129-130.[54]

Il primo investimento

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L'avanzata della «Panzerarmee Afrika»

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L'avanzata secondo i piani di Rommel

La sera del 26 maggio la Panzerarmee Afrika raggruppatasi nella zona di Rotonda Segnali, muove verso sud-est per aggirare l'estremità meridionale della linea Gazala - Bir Hakeim. Si tratta di circa 10.000 veicoli - blindati e non – che prendono contemporaneamente l’avvio, così viene descritta la scena da chi vi ha partecipato:

«La…marcia notturna della massa motocorazzata (due divisioni corazzate e una motorizzata tedesche, una corazzata e una motorizzata italiana, più due gruppi esploranti e uno autonomo tedeschi)… rimane come un ricordo incancellabile per quanti vi parteciparono… Migliaia… di macchine potenti avanzavano regolarmente a luci spente nella chiara notte di plenilunio, lungo una rotta ideale segnata dall’ago della bussola, in formazione compatta, come un blocco gigantesco…sulla sterminata pianura del deserto. L’ampia volta del cielo era piena del rimbombo cupo dei motori e il terreno sembrava irradiare all’infinito il fremito dei mille e mille colossi d’acciaio in marcia verso la battaglia»[55]»

La divisione motorizzata Trieste aveva peraltro dovuto cedere il passo alla 90ª Leggera tedesca[55] e poi – senza eseguire la variante «Venezia» (l’ordine di applicare la variante, diramato, a detta di Rommel, da lui personalmente solo alle 20:30 del 26 maggio[56]) aveva proseguito secondo il piano iniziale assumendo subito rotta verso est. Si venne così a trovare nella zona di Sidi Muftah, davanti alla « V » della «palude» di mine -già citata - che proteggeva il fronte della 150ª Divisione motorizzata britannica[57].

Lo scontro di Rugbet el Atasc (Quota 171)

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Alle 6:30 del mattino del 27 maggio pattuglie esploranti del III Gruppo Nizza Cavalleria avvistano le postazioni di quella che si saprà poi essere la 3ª IMB (Indian Motor Brigade: Brigata Indiana Motorizzata)[58] attestata a « quota 171 » a circa 6 km a sud-est di Bir Hacheim[59]. E – prese sotto il tiro nemico - ripiegano.

La 3ª IMB era giunta sul posto solo il 24 sera e aveva avuto giusto il tempo di attestarsi in «quadrato»[60][61]. Era loro mancato il tempo per disporre campi minati, ma gli indiani - avvisati fin dalla sera prima da pattuglie esploranti che importanti forze motorizzate avanzavano da ovest - avevano passato la notte a scavarsi le buche. A sua volta, anche il comando della 3ª IMB (generale di Brigata A.A.E. Filose) segnala che «l'intero Afrikakorps sta passando loro davanti come in una parata » ma è l’Ariete e alcuni carri del 21 Panzer che gli stanno venendo addosso; e alle 6:40 ordina di aprire il fuoco[62]. Ma la 21ª Panzer lascia che sia l'Ariete a cavarsela da sola, e tira dritto verso nord secondo gli ordini di Rommel[63].

Semovente da 75/18 M41, Musée des Blindés di Saumur (Francia)

È il 132º Reggimento carri dell'Ariete che si dispone per l'assalto alla Brigata Indiana, in linea di fronte su due colonne: a sinistra il IX battaglione e a destra l'VIII battaglione, rinforzati dai semoventi; segue il X battaglione e poi i mezzi dell'8º battaglione bersaglieri. In meno di un'ora i carri travolgono completamente le posizioni nemiche, neutralizzando i centri di fuoco e costringendo la Brigata Indiana alla resa. Ma la resistenza è stata coraggiosa, specie del 2nd Indian Field Regiment la cui artiglieria ha causato vittime e danni soprattutto all'VIII Battaglione carri, finché non è stata distrutta dai semoventi da 75/18[64]. A fine battaglia il 132º Reggimento Ariete ha perduto 15 carri (più alcuni danneggiati ma, rimorchiati e/o riparabili), 30 morti e 40 feriti[65]. Dal canto suo il IX battaglione carri (comandato dal tenente colonnello Prestisimone) si è imbattuto in una reazione meno efficace e ha potuto così travolgere gli altri tre lati del «quadrato» scompigliandone il fronte e ottenendo la resa degli indiani, che tuttavia continuarono a battersi isolatamente finché - con un po' di ritardo - arrivarono i bersaglieri per disarmarli e inquadrarli[66].

Alla fine furono circa 600 i prigionieri indiani, che era impossibile trattenere e dissetare. Dietro loro rimostranze fu deciso di avviarli disarmati e appiedati verso Bir Hacheim dove giunsero il 29 mattina[67]. Né Koenig, nelle sue memorie, né altri autori francesi - salvo errore - identificano nella Divisione Ariete gli attaccanti della 3ª IMB, al contrario degli inglesi.[68][69]

L'«Ariete» dà l'assalto a Bir Hacheim

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Il sopraggiungere dei bersaglieri e l'arrivo del X battaglione del maggiore Pinna, inducono il tenente colonnello Prestisimone a non indugiare oltre e proseguire[70] - come previsto - in direzione nord verso Bir El-Harmat, dando l'ordine in conseguenza al suo IX battaglione e alla 1ª Compagnia del X che è con lui, e probabilmente convinto che il resto del 132º Reggimento Carri seguirà. A velocità sostenuta le compagnie dei corazzati ai suoi ordini (seguiti da alcuni mezzi di bersaglieri) proseguono verso nord per circa 4 km, poi compiono una curva verso ovest dirigendosi (sono oramai le ore 8:00) sul caposaldo di Bir Hacheim[71]. Quando il primo carro salta su una mina della «palude di mine», gli 80 carri[72],[73] dell'Ariete (di cui 16 della 1ª compagnia del X battaglione) aprono il fuoco e si lanciano all’assalto contro il lato est tenuto dal 2º battaglione della Legione Straniera[74].

Numerosi carri sono colpiti o saltano sulle mine, ma 10 carri riescono a passare il campo minato più denso e sono presi d'assalto dai legionari. Cinque carri penetrano nella ridotta della 5ª Compagnia della Legione Straniera (la più a est) il cui comandante, capitano Morel, minacciato da un carro a soli 15 m davanti, brucia gagliardetto e documenti del PC[75]. Protetti da un'ultima lingua di mine, altri pezzi anticarro continuano il fuoco. I carri finiscono a questo punto per ripiegare, ma quelli penetrati sono immobilizzati o distrutti. L'Ariete conta alla fine quindici morti e una diecina di feriti e in tutto settantasei prigionieri. I carri distrutti sono 32, di cui un semovente[76] (della 1ª compagnia del X battaglione tornerà un solo carro superstite) le cifre concordano con quelle riferite da Koenig[77]. Nessuna perdita da parte francese[78].

L'episodio conferma il giudizio di Rommel, che - replicando alcuni giorni dopo a Kesselring, che reclama un attacco di forze corazzate contro Bir Hacheim – commenta che «ciò era impossibile, naturalmente, poiché nessun carro armato poteva essere impiegato in questi campi minati cosparsi di capisaldi»[10].

Il carro su cui è Prestisimone (che per ben due volte è sceso dal carro colpito per montare su un altro pur di continuare l’assalto), è arrestato a oramai 80 metri da una postazione francese,[79] probabilmente proprio il PC del capitano Morel, già citato[80]. Ustionato abbastanza seriamente alle gambe viene fatto prigioniero, ricevendo le congratulazioni personali del generale Kœnig per il coraggio dimostrato nell'azione[81]. Secondo la testimonianza di Roger Nordmann, ufficiale d'artiglieria – che fu tra i primi ad incontrarlo - Prestisimone fu estremamente sorpreso poiché non si attendeva proprio di trovarsi di fronte a dei francesi[82].

I mezzi superstiti del IX battaglione, richiamati dal comandante del 132º reggimento, maggiore Pinna, che aveva sostituito il comandante colonnello Maretti ferito a Rugbet el-Atasc,[83] tornano quindi verso quota 171, dove stava terminando il rastrellamento da parte dei bersaglieri dei prigionieri della 3ª IMB.

A questo punto il 132º reggimento riprende la rotta per ricongiungersi verso sera con il resto della Divisione Ariete, nei pressi di Bir el Harmat a circa 25 km a nord di Bir Hacheim.

Serventi di un pezzo antiaereo tedesco incavalcano il pezzo sull'affusto il 19 giugno 1942 presso Bir Hacheim

Mentre l’Ariete dava l’assalto a Bir Hacheim, le altre forze dell’Afrikacorps ne completavano l'aggiramento e già a fine giornata impegnavano in combattimento le forze motocorazzate britanniche nella zona tra Bir el Harmat e El Adem a circa 30 km a nord[84]. Le colonne mobili francesi potevano quindi liberamente avventurarsi all’esterno del caposaldo, oramai situato in retrovia[85]. Il 30 giugno ancora, una lunga colonna di camion era potuta arrivare senza problemi, con viveri ed acqua, e ripartire la sera con i prigionieri e i feriti, vi erano anche 91 italiani, tra cui i superstiti dell’Ariete, Ten. Col. Prestisimone compreso[86].Anche il giorno successivo - il 1º giugno - il generale De Larminat veniva in ispezione per congratularsi con Koenig e la guarnigione per l’efficace difesa del 27 maggio[87].

Lo stesso giorno il Comando britannico – convinto che Rommel fosse oramai in serie difficoltà a sud del Knightsbridge nella zona detta the Cauldron (Il Calderone)[88] – si concedeva una pausa per riorganizzarsi e dava addirittura ordine a Koenig di inviare una consistente colonna verso Rotonda Signali[89]. La colonna rientrò precipitosamente, quando - come si vedrà più avanti - oramai l’assedio della piazzaforte stava iniziando, senza aver incontrato significative resistenze, salvo attacchi aerei verso Rotonda Signali[90].

Potendo quindi manovrare all’esterno durante questo periodo di calma, le pattuglie motorizzate vengono lanciate in tutte le direzioni per molestare il nemico: i rifornimenti, i ritardatari, chi si perde, e prendere prigionieri[91]. In particolare continuano ad operare i due raggruppamenti già menzionati (vedi più sopra il paragrafo "Schieramento alla vigilia della battaglia"): il gruppo del comandante Amiel in direzione ovest, mentre il raggruppamento del capitano Lamaze opera verso Nord per proteggere le «paludi» di mine che si estendono fino al caposaldo della 150ª brigata britannica a Got El Ualeb[38]. Peraltro la colonna Lamaze - ogni volta che tenta di dirigersi verso l’estremità nord della «V» di mine - viene bloccata da tiri di artiglieria pesante, come lo stesso Koenig riconosce[92]. Trattavasi certamente dei 105 mm dell’artiglieria della «Trieste»[93][94] la quale - come già detto più sopra – aveva deviato e - trovatasi ad affrontare i campi minati - aveva iniziato ad aprirvi un corridoio, che restava tuttavia difficile da percorrere a causa della presenza della 150ª Brg a Got El Ualeb[95][96]. Rommel risolve il problema investendo da est e neutralizzando il caposaldo della 150ª Brigata: i collegamenti con il XX Corpo, lungo i varchi già aperti non solo dalla « Trieste » ma anche dalla Divisione di fanteria « Pavia » da est (e a nord della 150ª Brigata)[97]. sono così assicurati.

Il generale Koenig è oramai al corrente che il nemico può passare agevolmente a nord dei campi di mine[98], la missione affidata ai francesi di disturbare i rifornimenti nelle retrovie del nemico e di presidiare gli sbarramenti di mine al nord, volge così oramai al termine[99].

Il 2 giugno la Trieste e la 90ª leggera si dirigevano verso sud per iniziare l'assedio del caposaldo francese.

Nel periodo fra il 27 maggio e il 1º giugno il presidio aveva perso solo due uomini, distruggendo 41 carri (compresi i 32 distrutti il 27 maggio), 7 autoblindo, 1 cannone su autocarro[100].

I generali Rommel e Bayerleyn in uno Befehlsfahrzeug, leichter Schützenpanzer (Sd.Kfz. 250/3 "Greif"), un veicolo comando semicingolato (la "ringhiera" intorno allo scafo è l'antenna radio) vicino a Bir Hakeim nel giugno 1942.

Il vero e proprio assedio incomincia il 2 giugno, quando Rommel - potendo oramai ricevere rifornimenti senza aggirare da sud Bir Hacheim e in mancanza di minaccia seria e immediata britannica - può dedicarsi ai « Free French ». Egli, dopo difficoltà iniziali alquanto serie nella zona detta del "Calderone"), ha infatti ottenuto un successo tattico, avendo inflitto serie perdite all’avversario[101].

Il 2 giugno alle le 9 h 45 due parlamentari italiani si presentano per chiedere, a nome del generale Rommel, la resa. Gli ufficiali Sairigné e Babonneau li portano da Koenig, che cortesemente rifiuta[102]. I due se ne vanno non senza aver prima esclamato (rivolti ai francesi) «Grandi soldati!»[103]. Alle ore 11 i primi obici da 105 (italiani secondo Koenig)[104], iniziano a cadere sulla posizione. Tuttavia la « 90ª leggera » e la « Trieste » ostacolate da una tempesta di sabbia e dai campi di mine, possono completare l’accerchiamento solo il 4 giugno, disturbati dalla 2ª Rifle Brigade, ciò che permetterà il passaggio di due camion carichi di un migliaio di proiettili di contraerea la notte stessa per rifornire i Bofors del caposaldo a corto di munizioni[105].

Messaggio del 6 giugno con cui Rommel invita Koenig alla resa

Nel frattempo un'ulteriore proposta di resa, scritta e firmata da Rommel stesso, è portata da due prigionieri inglesi, subendo un ulteriore rifiuto di Koenig, il quale emette invece un ordine ai suoi che li incita a battersi fino in fondo.

Peraltro la Luftwaffe, fin dal 6 giugno, interviene con bombardamenti continui sul caposaldo, contrastata dalla Raf, che finirà però per perdere 76 aerei[106] mentre i tedeschi ne perdono 58.[107]. Inoltre la 15ª panzer e l'Ariete devono fronteggiare un energico attacco britannico che impegna da est anche la 21ª panzer (che si trova a nord dell’Ariete) ragion per cui un deciso attacco terrestre di Bir Hacheim non è ancora attuabile, fino a che il gruppo da combattimento Wolz, comandato personalmente da Rommel, risolve la situazione attaccando i britannici alle spalle e distruggendo 50 carri nemici[108].

Un ultimo convoglio di 15 camion passa la notte del 6 giugno portando acqua e munizioni da 75 mm e per la contraerea[109], mentre il cerchio si chiude definitivamente attorno al caposaldo: a nord i gruppi di combattimento della 15ª panzer e l'artiglieria d'Armata, la « Trieste » a est; e la 90ª leggera a sud[110]. Poi gli attacchi di fanteria[111] accompagnati da fuoco di artiglieria e attacchi aerei, diventano quasi continui.

Così Rommel descrive gli assalti e la coraggiosa e ostinata resistenza dei Francesi[112]:

«…la mattina del 7 giugno la fanteria si lanciò sulle posizioni francesi. Nonostante la decisione e l'energia, anche questo assalto si infranse… Solo a nord il gruppo d'assalto poté irrompere in diversi punti. Degna di ammirazione fu la resistenza dei difensori che nel frattempo erano rimasti completamente isolati. Anche l'8 giugno continuarono gli assalti. Per tutta la notte erano stati lanciati razzi luminosi e mitragliate le opere difensive allo scopo di stancare i francesi. Ma quando la mattina le mie truppe andarono all'assalto delle loro posizioni furono accolte da un fuoco di non diminuita violenza. Il nemico resisteva tenacemente nelle sue buche»

Dopo tre giorni di ripetuti attacchi senza ottenere una soluzione – cosa che provoca vivaci critiche di Kesselring, irritato per le perdite notevoli che subisce frattanto la Luftwaffe – e un intervento della 90ª leggera che subisce pesanti perdite[10], il Gruppo d'assalto agli ordini del colonnello Baade s'impadronisce il 10 giugno dell'osservatorio di quota 186 che domina da nord il caposaldo[110], il Gruppo, protetto da due panzer, soverchia una sezione di fucilieri dell'Aspirante Morvan e prende prigionieri una ventina di legionari[113] (solo 12 legionari secondo Koenig, che precisa trattarsi della sola breccia aperta all'interno di Bir Hacheim per l'insieme della battaglia)[114]. Una sezione di Nordafricani, presa dal panico, fugge verso l'interno del campo trincerato (scrive Messmer: « Passato lo stupore, infuriato per l'umiliazione, vuoto il caricatore della mia pistola sui fuggiaschi...ma ci vorrebbe ben altro per fermarli...»). Ma Koenig ordina di cannoneggiare la posizione senza riguardo per i suoi e sette Bren Carriers del tenente Dewey contrattaccano. Finalmente la breccia è chiusa e gli italo-tedeschi ripiegano.

Ma a questo punto Rommel considera che il caposaldo non può più resistere per molto tempo[115]: già il giorno prima, anche sul lato sud, la prima linea d'artiglieria da 75 era stata neutralizzata dagli assalitori e, sempre con un contrattacco di Bren Carriers, un tentativo di irruzione tra i campi minati era stato bloccato, ma Bir Hacheim era oramai a corto di munizioni e di acqua.[116]. Alle 15:30 del 9 giugno Koenig riceve un messaggio dal comandante della VII Armata che gli propone di evacuare il caposaldo[117] che si trova oramai in una situazione drammatica:

«Lo spettacolo di Bir Hacheim era lugubre, non vi erano che veicoli in fiamme, feriti sparsi che il posto di soccorso divisionale non poteva più accogliere e che si cercava di curare sul posto. Cadaveri ogni dove che non si aveva il tempo di sotterrare, ma – grazie alle molteplici trincee e posti di combattimento interrati, vulnerabili solo da un colpo diretto - il totale dei caduti cifrava in solo due ufficiali[118] e ottantaquattro tra sottufficiali e truppa, più un centinaio di feriti, su un totale di circa 3 500 effettivi,[119]»

perdite incredibilmente limitate se si pensa ai massicci bombardamenti aerei dell'artiglieria pesante e gli attacchi di fanteria che, a partire dal 6 giugno, non avevano dato tregua ai difensori. Ma oramai l'epilogo era imminente.

La sortita in armi

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Il generale Koenig decide per una sortita in armi, anche se si rende conto che potrebbe portare al disastro:

(FR)

«Il est exact que nous aurions pu sortir sans coup férir, tous à pied et pour ainsi dire sur la pointe des pieds. C’est de cette manière que l’effet de surprise aurait été obtenu en mettant de notre coté le maximum de chances. Mais dans ce cas, nous aurions volontairement abandonné nos blessés, notre armement e ceux des nos véhicules encore intacts. Agir ainsi eût été contraire à ma conception de l’honneur militaire et je ne pus m’y résoudre...Nous ne pouvons agir de même et partir à la sauvette…Mes réflexes d’officier de la Légion jouent à plein pour m’inciter à rejeter une solution de ce genre qui serait déshonorante. En conséquence j’ai prescrit que la sortie s’exécuterait de vive force…et les armes à la main.»

(IT)

«È vero che avremmo potuto uscire senza combattere, tutti a piedi e, per così dire, in punta di piedi. È così che l'effetto della sorpresa sarebbe stato ottenuto, mettendo da nostra parte il massimo delle possibilità. Ma in questo caso avremmo abbandonato volontariamente i nostri feriti, le armi e tutti i mezzi ancora intatti. Agire in questo modo sarebbe stato contrario alla mia concezione dell'onore militare e non potei risolvermi a farlo ... Inconcepibile di agire così e partire di nascosto... I miei riflessi di ufficiale della Legione agiscono in pieno per incitarmi a escludere questo tipo di soluzione che sarebbe disonorevole. Di conseguenza ho ordinato che la sortita sarebbe stata eseguita con la forza, e armi in mano»

Reticolato del tipo utilizzato per i campi minati intorno a Bir Hackeim

La sortita in armi è fissata nella notte dal 10 all'11 giugno. Sarà utilizzato il varco di sud ovest, direzione che sembra meno presidiata e da cui hanno ricevuto meno attacchi. La 7ª Brigata motorizzata britannica li accoglierà a circa 7 km dalla posizione al punto di riferimento B 837, azimut 213, che sarà segnalato da tre luci rosse[120].

Resta da aprire il varco nei campi minati, se ne occupa il capitano Gravier del genio pionieri: risulterà di una larghezza di soli 60 m (contro i 200 m che sperava Koenig)[121] e sarà impossibile spostare tutti i reticolati «a spirale»[122] su cui alcuni Bren e ambulanze s'impiglieranno[123].

La partenza del convoglio subisce alcune ore di ritardo, sono circa 200 mezzi, armati (Bren Carriers) o di trasporto, incluse quattro ambulanze e camion che trasportano 130 feriti[124]. Ma la sorpresa è mancata, i posti avanzati italo-tedeschi aprono un intenso fuoco di mitragliatrici (Breda 12,7 mm) traccianti e di mortai. I legionari del 2º e 3º battaglione della Legione Straniera - con in testa la 6ª Compagnia del capitano Wagner – affrontano per primi a piedi le postazioni nemiche, con armi leggere e bombe a mano, accompagnati dai Bren Carriers. Due Bren saltano sulle mine subito davanti all'auto di Koenig - la Ford Utility (C11 ADF), guidata dalla sua autista personale Susan Travers[125] [126]. Il generale decide allora di passare in testa, incitando il resto del convoglio a seguire la sua auto.

Il generale Koenig sulla sua Ford Utility con accanto l'autista Miss Travers, circa maggio 1942

Gli scontri sono cruenti, gli ufficiali della Legione Straniera Jacques Beaudenom de Lamaze, Charles Bricogne, Devé (detto Devey) tra gli altri, cadono nell'assalto. Alle prime ore del mattino molti fuoriusciti riescono a raggiungere il punto di raccolta dove li attende la 550ª Royal Army Service Corps (RASC) con camion e ambulanze, e il 2nd King's Royal Rifle Corps (KRRC). Da lì si dirigeranno verso Bir El Gobi.

L’auto di Koenig e Amilakvari, con alla guida la Travers, perde il contatto con il resto del gruppo, attraversa gli sbarramenti e si lancia nel buio. Tornata la calma tentano di mantenere la rotta con bussola e con le stelle, all'alba sono a circa 90 km a sud-est del punto d’incontro, ma trovano i britannici in località Gasr el Abid.[127].

Rommel commenterà[115]:

«"L'ultimo colpo doveva essere dato ai francesi il giorno dopo, ma essi, purtroppo, non ci usarono il favore di attendere… Protetti dall’oscurità i francesi scomparvero verso occidente e si unirono alla 7ª brigata motorizzata britannica… Si era ancora una volta dimostrato che un capo risoluto, che non rinunci subito a un'impresa pericolosa, può raggiungere notevoli risultati anche in situazioni apparentemente disperate.»

All'alba dell'11 giugno, circa 400 uomini che non erano riusciti ad attraversare le linee nemiche, oltre a un certo numero di feriti, furono fatti prigionieri dalle forze dell'Asse[128].

Il rapporto di Koenig stilato il 14 giugno presso il comando del XXX corpo[129] indicava le perdite tra i francesi in 1.200 fra uccisi, feriti, dispersi (di cui 200 feriti presenti in ospedali alleati), 53 cannoni persi, disabilitati o distrutti, 350 veicoli persi. Dall'altra parte, sempre secondo il rapporto di Koenig, le perdite erano state di 52 carri, 11 autoblindo, 5 cannoni su autocarro, 7 aerei abbattuti, "molti" veicoli, 10 ufficiali e 267 sottufficiali e soldati prigionieri. Le perdite in uomini (uccisi e dispersi) nell'assalto a Bir Hacheim fra gli italo tedeschi non sono indicate, essendo comprese in quelle della battaglia di el Gazala, ma dovrebbero essere comprese fra 2.000 e 3.000 uomini.

Le perdite di aerei sul campo di battaglia di el Gazala dal 27 maggio al 10 giugno furono di 58 aerei per le forze dell'asse e 77 aerei per la RAF[130], si può ritenere che più della metà sia stata persa nel cielo di Bir Hacheim. Nella Battaglia di Bir Hacheim la Regia Aeronautica perse 21 velivoli, otto in combattimenti aerei, benché disponesse di una forza d'urto maggiore della Luftwaffe, ma non poté successivamente ripianare le perdite con altrettanta rapidità.

Valutazioni tattico strategiche

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Una mina britannica ritrovata nell'area intorno al 1990

Il caposaldo di Bir Hacheim rappresentò, per tutta la prima fase della battaglia di el Gazala, un notevole ostacolo per le forze dell'Asse poiché, per garantirsi i rifornimenti, la Panzerarmee era costretta ad aggirarlo da Sud, con un notevole dispendio di tempo e risorse, elementi entrambi fondamentali nel corso di un'offensiva terrestre nel deserto. Tuttavia, dopo la distruzione della 150ª brigata inglese (avvenuta il 1º giugno), la sua importanza strategica era notevolmente diminuita, poiché in quel modo le truppe dell'Asse avevano stabilito una linea di rifornimento che passava dalla Rotonda Meitfel, a nord ovest di Bir Hacheim, quindi la presa del caposaldo non avrebbe modificato radicalmente la situazione dei rifornimenti. L'accanimento con cui Rommel tentò di occupare per tutta una settimana (dal 2 al 10 giugno) il caposaldo si può comunque spiegare col fatto che a Bir el Gobi si trovavano ancora reparti consistenti della 7ª divisione corazzata, che avrebbero potuto agire sulle retrovie italo tedesche (come dimostra il tentativo, comunque abortito, di operare ad ovest della linea iniziale del fronte del 7 giugno), quindi non era sensato lasciarsi dietro le spalle una forza organizzata e attestata in un punto favorevole.

Considerazioni generali finali

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Indubbiamente la valutazione iniziale delle capacità di resistenza del caposaldo furono sottovalutate da Rommel, anche per mancanza di informazioni adeguate[131], tuttavia nel corso della battaglia le forze dell'Asse furono costrette ad aumentare i reparti impegnati contro la singola brigata francese fino a circa due divisioni. I difensori comunque erano le truppe meglio addestrate dell'Esercito francese, che già un anno prima si erano battuti con grande efficacia contro le forze britanniche in Siria.

A Bir Hacheim per la prima volta dopo il 1940, truppe francesi e tedesche si ritrovarono di fronte sul campo di battaglia, permettendo così alla Francia di mostrare al mondo che non era stata la mancanza di spirito combattivo a determinare la capitolazione. Il valore - non solo simbolico - dell'ostinata resistenza francese può misurarsi dall'emozione con cui il generale De Gaulle commentava l'evento nelle sue memorie:

«Il 27 maggio, Rommel ha iniziato l'offensiva, Bir Hakeim è attaccata. Nelle imprese in cui si rischia tutto, il momento a volte arriva in cui colui che dirige la partita si rende conto che il destino si compie. Stranamente allora, le mille prove in cui egli si dibatte sembrano di colpo svanire di fronte all'episodio decisivo. Che questo si risolva felicemente e la fortuna gli arriderà. Ma che esso induca il comandante a confusione, ed ecco che tutta la partita è persa. Mentre che nel quadrato di 16 chilometri difesi da Koenig e dai suoi uomini si recita il dramma di Bir Hakeim, io a Londra - leggendo i dispacci, ascoltando i commenti, percependo negli sguardi a volte le luci a volte le ombre - misuro le conseguenze di ciò che sta succedendo laggiù. Se questi 5.000 soldati volontari - giunti con il loro carico di pena e di speranze dalla Francia, d'Africa, d'Oriente, dal Pacifico, e lì radunati dopo aver attraversato così tante difficoltà - subiscono una terribile disfatta, la nostra causa sarà purtroppo compromessa. Ma che al contrario, quest'oggi, su questo terreno, ottengano una brillante vittoria, e allora il futuro sarà nostro.»

(Tradotto da: Charles De Gaulle - Mémoires de guerre – tome 1 – L'Appel: 1940 - 1942)

  1. ^ Tricolor over the Sahara: the desert battles of the Free French, 1940-1942, Edward L. Bimberg, Greenwood Publishing Group, 2002, p. 109, 101
  2. ^ « Kesselring aveva assicurato di poter neutralizzare Malta con la Luftwaffe, ragion per cui Hitler e Mussolini ritennero che l’invasione di Malta poteva nel caso avvenire dopo la presa di Tobruk da parte di Rommel. Fu ciò che gli fu ordinato di fare e successivamente di mettersi sulla difensiva alla frontiera egiziana. Rommel concentrò dunque il suo piano sul compito che gli era stato fissato »Carver, p.180
  3. ^ « il piano comprendeva la rapida conquista della fortezza di Tobruk. La mia libertà di operazione era stata limitata dal Duce fino al confine egiziano » Rommel, p.130
  4. ^ Nel senso che la conquista di Tobruk costituisse l’obiettivo finale del piano di battaglia di Rommel cfr anche Rondeau, p.184, Lemay, p.229 e Playfair, p.195 e 219
  5. ^ "J'ai ortographié le lieu principal de nos combats Bir Hakeim et non Bir-Hakim ou Bir-Hacheim....Les cartes ou documents écrits ne nous ont fourni aucune certitude à ce sujet. Je pense que le problème est de peu d'importance"Koenig, p.16 (Ndr: Il nome di un ponte di Parigi e della relativa stazione di metropolitana vicino alla Tour Eiffel, dati in commemorazione della battaglia, è: "Bir Hakeim").
  6. ^ Sembra che i difensori del caposaldo utilizzassero comunque l'ortografia "Bir Hacheim" poiché si servivano di carte topografiche italiane Robinet, p.54
  7. ^ Viglione,  p. 634 e 638.
  8. ^ L'ordine di battaglia della "Trieste" prevedeva l'ausilio di artiglieria da campagna composta da: 2 batterie da 105/28 (24º Reggimento) e 3 batterie da 100/17 (21º Reggimento) per un totale di una ventina di pezzi, oltre a 6 batterie (tra 2 e 4 pezzi ciascuna) da 75/27 e 75/50. Il tutto moto-trainato (trattori Pavesi PC30 e TL37) e utilizzabile anche in funzione controcarro con munizioni apposite, cf: Montù, p.540
  9. ^ composto da tre battaglioni della 15A uno dei quali comandato personalmente da Rommel Fraser, p.329
  10. ^ a b c Rommel, p.150.
  11. ^ Bongiovanni, p.191.
  12. ^ A. Del Rosso, art. cit., pp. 20 -21
  13. ^ cf Mordal,  p.65: Unità che non hanno l'importanza numerica di un vero battaglione, ad esempio il 1º battaglione Fusiliers Marins è di 120 uomini e i due battaglioni della Légion sono di circa 500 uomini in tutto. Dati e CV dei comandanti si possono trovare qui: http://www.ordredelaliberation.fr/fr/compagnons/1038-compagnons. Utile anche i sito: http://www.birhakeim-association.org Archiviato il 20 novembre 2019 in Internet Archive.
  14. ^ Comandante della Compagnia Genio Guastatori (CSM 1) fu messo a disposizione del Comando d'Armata britannico per costruire la grande fascia minata tra Bir Hacheim e la 50ª inglese che farà ostacolo all'avanzata nemica, sarà ferito la notte della sortita in forze:
    (FR)

    «Le génie, que commandait le capitaine Gravier,...polytechnicien...fut mis à la disposition du commandant du génie de Corps d'Armée (britannique), qui dirigeait ..la construction d'un immense champ de mines qui prolongerait le nôtre et le relierait à la 50° brigade... Il etait secondé par le lieutenant Desmaison»

    (IT)

    «Il Genio, comandato dal capitano Gravier,... politecnico ...fu posto a disposizione del comandante del Genio del Corpo d'Armata (britannico). che dirigeva ... la costruzione di un immenso campo di mine che prolungava il nostro e lo collegava alla 50ª brigata ... Esso era aiutato dal tenente Desmaison.»

  15. ^ riuscirà a portare in salvo i suoi 250 feriti durante la notte della sortita di viva forza, facendoli caricare e scaricare dai veicoli ogni volta che venivano distrutti
  16. ^ è il numero preciso di mezzi che, secondo Mordal, p.66, gli inglesi lasciano a loro disposizione a Bir Hacheim, mentre Koenig, p.206, parla di una "quarantina" di mezzi.
  17. ^ Di cui una parte trasformata in "semoventi" attrezzati con un cannone anticarro da 75 mm in grado di far fuoco fissato sul pianale, in appoggio alla fanteria Koenig, p.126
  18. ^ così Viglione, p.581 e, con qualche variazione nei numeri, Mordal, p.65
  19. ^ a b Preda bellica: recuperati intatti, il 21 gennaio 1942, attraversando il campo dell'avvenuta battaglia di Sidi Rezegh, come precisa Koenig, p.138: "Fu l'occasione per recuperare discretamente alcune mitragliatrici Breda, tre o quattro mitragliatrici gemellate pesanti da 13,2 mm e due (ndr: forse di più) cannoni italiani da 47 mm. I nostri uomini avevano la passione per questo tipo di bottino, come tutti i francesi di tutte le guerre..."
  20. ^ Di cui 12 serviti dai Fusiliers Marins e 6 da soldati britannici Robinet,  p.103
  21. ^
    (FR)

    «Le Gouvernement français interdira aux ressortissants français de combattre contre l'Allemagne au service d'États avec lesquels l'Allemagne se trouve encore en guerre. Les ressortissants français qui ne se conformeraient pas à cette prescription seront traités par les troupes allemandes comme francs-tireurs.»

    (IT)

    «Il governo francese impedirà ai fuoriusciti francesi di combattere contro la Germania al servizio degli Stati con i quali la Germania si trova ancora in guerra. I fuoriusciti francesi che non si conformeranno a questo ordine saranno trattati dalle truppe tedesche come franchi tiratori.»

  22. ^ Lacouture, p.680.
  23. ^ Robinet, p.79: Lo stesso giorno Radio Berlino proclamava: "Per quanto concerne i militari francesi catturati durante i combattimenti, non vi è malinteso possibile. I soldati del generale de Gaulle saranno trattati come dei soldati" ed effettivamente fu così.
  24. ^ Un gruppo Sionista di circa 400 uomini, organizzato in «Jewish Brigade» (comandante il maggiore Félix Liebmann) alle dipendenze dell'VIII Armata, era parte del presidio britannico di Bir Hacheim quando, il 14 febbraio del 1942, le FFL rilevarono il caposaldo. Il generale Koenig, nell'occasione, si congratulò ufficialmente per la loro abnegazione e coraggio. Nel dopo guerra, ricevuto in Israele, fu calorosamente ringraziato per questo gesto (cf Robinet, p.55). Partita da Bir Hacheim, la brigata sionista si attestò a difesa dei campi minati tra Bir El-Harmat e Bir Hacheim. Rifiutata l'offerta di resa, contrastò valorosamente preponderanti forze italo-tedesche subendo gravi perdite cf: Milles. Kooenig peraltro non ne fa alcun cenno nel suo resoconto della battaglia di Bir Hacheim, cf: Koenig
  25. ^ Koenig ne fa uno dei motivi che lo spingono a tentare una sortita di forza: "non lasciare tra i feriti dei legionari tedeschi, italiani, spagnoli per non deliberatamente esporli al trattamento che sarebbe loro riservato" Koenig, p.350.
  26. ^ Koenig, pp. 414-418.
  27. ^ Koenig, p.155.
  28. ^ Mordal, p.61.
  29. ^ Viglione, Schizzo nr.6 a p.580.
  30. ^ Koenig, pp. 164-165.
  31. ^ Koenig stesso racconta un aneddoto: confuso nella nebbia mattutina, apostroferà un fuciliere di marina: «Allora si scava?» ottenendo come risposta: «Invece di rompere i c…perché non prendi sto’ manico, così vedrai come scavi!» (e naturalmente si opporrà ad una punizione, opinando di non essere stato riconosciuto) Koenig, p.191
  32. ^ Stephane, p.248, (trad dal francese).
  33. ^ Koenig, p.165 e p.209.
  34. ^ Che comprende - oltre alla 1ª Brigata FFL - la 7ª Divisione blindata britannica, la 3ª e la 5ª Brigate Motorizzate, indiane Koenig, p.209
  35. ^ L'attività esplorativa era normale tra i belligeranti: le pattuglie esploranti dell'Ariete erano composte ad es. da: due carri M 13/40, un semovente da 75/18, un «bren carrier» (preda bellica) cf.Viglione, pp. 561-564
  36. ^ «J'ai demandé que me soit affectée une batterie de 155 longs de façon à être en mesure d'allonger nos tirs...et assurer ainsi une liaison de feu minimale avec la 150° brigade, j'ai egalement demandé un escadron de chars pour assurer [...] l'interieur du « V ». Ni l'une ni l'autre..ne me sont accordée. Je le regrette vivement» Koenig, p.210
  37. ^ Koenig, pp 179 e 213.
  38. ^ a b Koenig, p.212.
  39. ^ Mordal, p.63.
  40. ^ Koenig, p.209.
  41. ^ Koenig, p.213 e 219.
  42. ^ Comandante del XXI Corpo d'Armata (102ª Divisione motorizzata "Trento" e 60ª Divisione fanteria "Sabratha")
  43. ^ (Lemay, p.228: « la majorité des unités (du corps motorisé italien) se tiennent prêtes à marcher vers le sud à fin de contourner le flanc de l’ennemi et de l’attaquer à revers »
  44. ^ Mancinelli, p.80.
  45. ^ Rondeau, p.169.
  46. ^ Tra gli altri il già citato Rondeau, pp. 169-170:"Rommel lancera son offensive, l'opération Theseus...qui doit aboutir à la prise de Tobruk. Dans les faits, c'est une variante de Theseus, Venezia...qui sera appliquée...(le plan Theseus prévoyait d'écraser Bir Hakeim...au lieu de dépasser le box par le sud)".
  47. ^ Montanari, p.203.
  48. ^ Mancinelli, pp. 85-86.
  49. ^ Rommel afferma di aver dato l’ordine di esecuzione «Venezia» solo la sera del 26 maggio, quando già le colonne erano in marcia, cf: Rommel, p.133
  50. ^ Così anche Walker, p.112: «This new information about enemy forces directly in the path of the planned Axis advance, caused a last minute adjustment to their plans: the Germans were ordered further south, while XX Corps was to capture Bir Hacheim before following DAK northward to the coast».
  51. ^ Mancinelli, p.53: «Era inoltre sfuggito che Bir Hacheim con il suo importante presidio...costituisse un pilastro dello schieramento», anche Montanari, p.206:«L'Unico elemento sicuro fornito da sommarie informazioni riguardava l'esistenza della 1ª Brigata France Libre a Bir Hacheim, oltre a colonne della 7ª Brigata Motorizzata (ndr: inglese) fluttuanti nella zona», e infine Walker, p.112: «unfortunately, reliable intelligence about the strenght of this position was almost completely absent».
  52. ^ cf Greene-Massignani, p.154: Bir Hakeim is mentioned in Army Order n.50/42 of 20 May 1942, issued by Rommel with the words: "Enemy who would be in the Bir Hacheim area should be attacked and defeated...In the area were supposed to be "some small minefields" but not a fully fortified box.
  53. ^ per il testo completo dell’Ordine d’Armata per l’Attacco n.50/42 cfr. Viglione, p.570.
  54. ^ E, il già citato Benoit Rondeau, descrive così il piano di Rommel:
    (FR)

    «L'Afrikakorps du général Nehring et les divisions motorisées italiennes entreprendront une vaste maneuvre d'enveloppement en débordant Bir Hakeim. Le plan Théseus prévoyait d'écraser Bir Hakeim avec l'Afrikakorps, au lieu de dépasser le box par le sud»»

    (IT)

    «L'Afrikakorps del generale Nehring e le divisioni motorizzate italiane intraprenderanno una vasta manovra di aggiramento superando Bir Hakeim. Il piano Théseus prevedeva di annientare Bir Hakeim con l'Afrikakorps, invece di oltrepassare il box da sud.»

    .
  55. ^ a b Mancinelli, p.90.
  56. ^ Rommel, p.133.
  57. ^ Dal Diario Storico del XX Corpo d'Armata risulta che il generale Azzi, comandante della Trieste, il 27 mattina informava che: «i reparti...non hanno potuto ricevere la parola Venezia e pertanto, attenendosi al piano previsto inizialmente, sono sfilati a nord di Bir Hacheim» Montanari, p.203.
  58. ^ Montanari, p.206: facente parte assieme alle FFL della 7ª Divisione Corazzata britannica
  59. ^ Questa distanza varia secondo gli storici: Hingston, p.110: a 2 miles (= 3,2 km),Koenig, p.208:«a circa 10 km». Ma è da tener presente che la 3ª IMB occupa un’area di 3,5 km di fronte e 2 km di profondità, cf: Viglione, p.627 il quale dà il grafico della zona (schizzo a p.607): la distanza da Q.171 a Q.186 (di Bir Hacheim) è di 6,5 km
  60. ^ Lato sud il 2º Royal Lancers, il 18º Cavalry lato ovest e l'11º Prince Albert Cavalry a nord. Sul lato est truppe del genio pionieri e due batterie anticarro del 2° Indian Field Regiment. Al centro tutti i restanti pezzi anticarro a disposizione e l’antiaerea. In tutto la Brigata aveva 24 cannoni da 25 pd, 30 cannoni contro carro da 2 pd, e 6 Bofors anti aerei> >Hingston, p.110
  61. ^ Auchinleck, spostando la 3ª IMB subito a sud di Bir Hacheim (nonché la 29ª Indiana a Bir el Gobi) intendeva permettere così maggiore libertà di movimento al resto della 7ª Divisione Corazzata Carver, p.173
  62. ^ ... e finalmente la divisione corazzata Ariete. Fu l'ultima nominata e alcuni (Hingston, p.111: « …and finally the Ariete Armoured Division. It was the last named and some (tanks) of the 21st Division, that was facing the 3rd I.M.B.»
  63. ^ È controverso l'intervento dei carri della 21ª Panzers nello scontro di Quota 171. Secondo Hingston, (v.nota prec.) e Carver, p.186 Cap. 8, almeno alcuni panzer vi parteciparono. Tuttavia secondo il diario storico della 21ª Panzer a quell'ora essa era già a Bir El-Harmat, e non vi è traccia della 3ª Indian Division. Il diario riporta per quel giorno: « 27.5.42 Adunata alle ore 4:30 per avanzare a nord...La Divisione raggiunge il Trigh el Abd a 6 km a sud-est di Bir Harmat. Ore 8:30: primo scontro con 80 carri "Pilot" nella zona di Bir Harmat». Sembra quindi oramai certo che l'Ariete fu la sola protagonista dello scontro di Rugbet el-Atasc: lo sostengono (inter alia): Montanari, p.287 (in nota),Walker, p.116 e, con ampi dettagli e descrizione Viglione, p.609.
  64. ^ Il cui comandante, Tenente Scalise, cadde sul campo (MOVM)Viglione, p.626
  65. ^ Viglione, p.630.
  66. ^ Viglione, p.634.
  67. ^
    (FR)

    «Vers 8 heures le PC fu alerté..une colonne d'infanterie en désordre progressait du sud vers (le) point d'appui du fortin. Une patrouille… annonça qu'il s’agissait de six cents Indiens de la 3ª motor brigade, faits prisonniers le 27 et abandonnés par leurs gardiens italiens… Les malheureux étaient fous de soif et epuisés.»

    (IT)

    «Verso le ore 8 il PC fu allertato...una colonna di fanteria in disordine procedeva da sud verso (il) punto di appoggio del fortino. Una pattuglia ... annunciò che si trattava di seicento Indiani della 3ª brigata motorizzata, fatti prigionieri il 27 e abbandonati dai loro guardiani italiani...Gli sfortunati erano assetati ed esausti...»

  68. ^
    (EN)

    «Representations were made to the captors that it would be necessary to find food and water, or to release them. As a result nearly six hundred were released and found their way to the Fighting French…»

    (IT)

    «Fu fatto notare ai catturatori che sarebbe stato necessario trovare cibo e acqua, o rilasciarli. Come risultato quasi seicento furono rilasciati e trovarono la loro strada dai Francesi Combattenti...»

  69. ^ Nota curiosa, Petacco, p.104 scrive al proposito che «un migliaio di indù affamati ...erano stati abbandonati al loro destino dagli inglesi (sic) perché...bocche inutili da sfamare»
  70. ^ Montanari, pp. 208-209.
  71. ^ I motivi che possono aver spinto Prestisimone a proseguire e poi deviare - nell’ambito degli ordini ricevuti (che erano: portarsi a tergo della linea di Gazala per la sera, ma affrontare resistenze eventuali verso Bir Hacheim) – possono essere: a) una «provocazione» avversaria: avvistamento della «Jock Colonne» del capitano Bablon del 2º battaglione della L.E. in ripiegamento Koenig, p.221, o tiro di artiglieria da Bir Hacheim oramai in vista; b) un errore di rotta: perso il carro di comando a R. el-Atasc, non aveva più bussola compensata o semplicemente, aveva inteso immettersi sulla pista che da Giarabub portava dritto sul caposaldo Viglione, pp. 637-641
  72. ^ secondo Koenig, p.222
  73. ^ ca 60 carri più i semoventi e i mezzi dei bersaglieri che sono più indietro, secondo Viglione, p.642
  74. ^ Mordal, p.74:"poi apparvero dei carri...aggiranti la palude di mine per presentarsi davanti alla porta est"
  75. ^ Koenig, p.223.
  76. ^ Montanari, p.212.
  77. ^ Viglione, p.656.
  78. ^ Tra le ragioni - oltre a quelle già note - il fatto che l'«Ariete» aveva con sé solo proiettili anticarro perforanti ma non a granata esplodente Viglione, p.648
  79. ^ Montanari, p.211.
  80. ^ Testimonianza del comandante Amiel: "il T.Col Prestisimone, in piedi, in mezzo a un gruppo dello Stato maggiore della Brigata FFL, tra cui il generale Koenig, risponde con cortesia alle domande. D'apparenza ancora giovane, abbastanza alto, un po' pallido, i suoi occhi attirano la simpatia, da parte nostra sappiamo riconoscere il coraggio ed egli merita la nostra stima...bloccato giusto in tempo dai nostri legionari. L'hanno tirato fuori, ferito e ustionato, dal suo ultimo carro vicino al capitano Morel "Lormier, p.191
  81. ^ Nel colloquio durante il quale Prestisimone – appena preso prigioniero - accennò alla sua partecipazione alla battaglia di Monte Tomba a fianco dei francesi durante la Grande Guerra, e Koenig tenne a congratularsi con lui per il coraggio appena dimostrato nella sfortunata azione, il primo ammise che ignoravano l'esistenza del campo di mine nel settore est su cui dodici carri erano saltati. Koenig peraltro – convinto che Rommel avesse espressamente preordinato e pianificato un attacco a Bir Hacheim - afferma che nei documenti trovati su Prestisimone, vi era scritto: « tra le 9 e le 9:15 distruzione della divisione gollista » Koenig, p.224
  82. ^ (FR) «Le colonel Italien qui les commandait [Prestisimone] possédait la Croix de guerre française 1914-1918. Au cours de l'engagement, il avait changé trois fois de char et trois fois son char avait été atteint par un obus ou avait sauté sur une mine. Quand il fut fait prisonnier, il fut extrêmement surpris de se trouver aux mains de la Légion Etrangère car il ne s'attendait pas du tout à trouver des Français.» cfr documento: " 4eme-partie-La-Bataille-26-Mai-2-Juin-1942.pdf " scaricabile da http://divisionfrancaiselibre.eklablog.com/1942-la-bataille-de-bir-hakeim-c24740476 Archiviato il 23 febbraio 2018 in Internet Archive.]
  83. ^ Viglione, p.660.
  84. ^ Rommel, pp. 134-135.
  85. ^ Il generale Koenig annota: « Décidément Rommel doit avoir d’autres chiens à fouetter et néglige Bir-Hakeim. A moins qu’il suppose que la «division gaulliste» est anéantie» e anche: « Le 30 au matin...nous ne rencontrions plus l’ennemi qui s’était comme évanoui »Koenig, p.225 e p.234 (trad: « Insomma Rommel deve avere altre gatte da pelare per trascurare così Bir-Hakeim. A meno che non supponga che la "divisione gollista" sia annientata », e: "La mattina del 30 ... non incontriamo più nessun nemico, erano come svaniti nel nulla »)
  86. ^ « Il colonnello (Prestisimone) resterà con noi prima di essere evacuato verso l’Egitto in occasione dell’interruzione provvisoria dell’accerchiamento, nel frattempo avemmo infine un quarto elemento per giocare al bridge al PC del gruppo » Boris, p.102 (trad del red.)
  87. ^ Koenig, p.248.
  88. ^ "alla sera del 28/ il generale Ritchie.. considerava giustamente che i piani di Rommel - noti da ordini scritti catturati - erano stati seriamente sconvolti… Rommel… aveva perso circa 200 carri e le sue forze erano disperse… Il problema dei rifornimenti stava diventando [per Rommel] sempre più serio poiché la via a sud di Bir Hakeim si era rivelata vulnerabile") Playfair, pp. 226-227
  89. ^ "Koenig decise di inviare il battaglione « du Pacifique » del tenente colonnello Broche, con pezzi anticarro, e una sezione di fucilieri di marina con contraerea Bofors … fino a Rotonda Segnali, cioè a circa 70 km ad ovest di Bir Hackeim coperta dalla 7ª Brigata Motorizzata inglese" Mordal, p.87
  90. ^ in tutto quattro attacchi di Messerschmit, tre morti e qualche ferito, un cannone distrutto, contro quattro aerei abbattuti dai Bofors Mordal, p.88
  91. ^ Koenig, pp. 225-226.
  92. ^ «. …la situation dans la «V» demeurait toujours confuse… Lamaze et Desmaison… avaient l’impression que l’ennemi avait procedé au déminage d’un chenal dans les marais de mines separant la 150ª (Brigata Britannica) du nord du «V».. Ils avaient d’ailleurs reçu des projectiles de 105 mm » e « Au nord-ouest et dans le «V» deux détachements… sont engagés sans cesse dans de vifs combats » Koenig, p.236 e p.254
  93. ^ La Divisione « Trieste » aveva al seguito 2 batterie da 105/28 e 3 batterie da 100/17 (per un totale di 20 pezzi di artiglieria da campagna) distaccate dal 21º e 24º reggimento Artiglieri del Corpo d’Armata, oltre a 6 batterie da 75 mm controcarro Montù, p.540, 547
  94. ^ Circa lo sbarramento d'artiglieria a nord della "V" tra il 27 e 28 maggio, anche: «le pattuglie del 3º B.F.L. in ricognizione tra i due rami della V (di mine) agli ordini del cap. Lamaze avevano avuto uno scontro vivace…con un distaccamento nemico venuto da Nord non si sa come (sic)... Il gruppo Lamaze fu continuamente disturbato da tiri da 105 sempre più nutriti.. e alla fine fu costretto a ritirarsi.. dopo aver neutralizzato una mezza dozzina di autoblindoMordal, p.75, mentre Lormier, p.197 dettaglia più precisamente della distruzione di « sette Autoblindo Fiat-Ansaldo»
  95. ^ «La crisi dei rifornimenti venne risolta dalle valorose truppe del X corpo d’armata italiano le quali, fin dal 28 maggio, riuscirono ad aprire nel fronte nemico due ampi corridoi che permisero di far passare i rifornimenti più urgenti… ostacolati all’inizio dalla presenza della 150ª brigata britannica di Got El Ualeb» Messe, p.85
  96. ^ cfr anche Carver, p.194: « L’azione più importante della giornata (28/5, ndr) fu compiuta dagli Italiani. La Trieste che non avendo ricevuto l’ordine modificato [la variante «Venezia»] aveva avanzato al sud della 150 brigata a Sidi Muftah, riuscì ad aprirsi un passaggio attraverso i campi minati. Ne risultò…l’apertura di una linea di rifornimenti per Rommel »
  97. ^ « c’era stato uno sviluppo di cui non si era compreso il significato: le divisioni Pavia e Trieste avevano aperto un varco nei campi minati presso il Trigh Capuzzo e il Trigh el Abd nelle zone non protette dal fuoco (del 150º battaglione) Playfair, p.226
  98. ^ «dei movimenti importanti del nemico sono segnalati nei due sensi su una pista est-ovest che attraversa la posizione di Gazala al Nord della «V» (di mine)... grosso modo lungo il Trigh El Abd… questo spiegherebbe il fatto che i suoi convogli non debbano più passare attorno a Bir Hacheim» Koenig, p.258
  99. ^ «la mission essentielle des Français libres est connue… assurer l’inviolabilité du terrein à l’intérieur du «V»… harceler les arriéres ennemis qui operéraient vers El Adem» Koenig, p.209
  100. ^ I carri e camion italiani, immobilizzati sui campi minati ma non distrutti, furono incendiati o fatti esplodere per evitare che la RAF continuasse a prenderli per bersaglio, cf Bénard, p.32 e Buffetaut, p.144
  101. ^ dall’inizio della battaglia di Ain el Gazala l’esercito britannico aveva perso oltre 500 carri, 300 cannoni, 2.000 automezzi e 10.000 prigionieri (ndr: prima ancora della presa di Tobruk) Mancinelli, p.101
  102. ^ Nel farne un resoconto alquanto ironico, Koenig nega decisamente di aver risposto come Pierre Cambronne, ma di aver detto testualmente: «Je regrette vivement, Messieurs. Allez dire à votre général que nous ne sommes pas ici pour nous rendre» Koenig, pp. 261-262
  103. ^ l’episodio e queste testuali due parole italiane sono menzionate da quasi tutti gli scrittori francesi che hanno trattato di Bir Hacheim, Koenig incluso
  104. ^ Koenig p.263
  105. ^ Mordal, p.107.
  106. ^ di cui sei abbattuti in pochi minuti dall'abilissimo pilota tedesco Hans-Joachim Marseille facente parte del famoso Jagdgeschwader 27 (27º Stormo caccia "Afrika")
  107. ^ Cifre per il periodo dal 7 al 10 giugno, riportate da: Carver, p.216
  108. ^ Rommel, pp. 147-148.
  109. ^ Koenig, p.309.
  110. ^ a b Carver, p.216.
  111. ^ … gli italiani mordono la sabbia giusto davanti a noi poiché hanno ancora avanzato da ieri. È formidabile come possono trincerarsi questi italiani, hanno un enorme valore e coraggio e spingono davanti a loro dei piccoli cannoni … anticarro che fischiano in maniera sgradevole » tenente Pierre Ihéle, in Stéphane, p.253
  112. ^ Rommel, p.149.
  113. ^ Messmer, p.102.
  114. ^ Koenig, pp. 344-345.
  115. ^ a b Rommel, p.151.
  116. ^ Sempre nel pomeriggio del 9 giugno una breve tregua: il nemico con bandiera bianca raccolse i feriti e uno fu perfino affidato da un infermiere tedesco alle cure del posto di soccorso francese Mordal, p.121
  117. ^ Testo del messaggio: « La posizione di Bir Hakeim non è più essenziale. Nelle condizioni attuali un'evacuazione può essere considerata? Altrimenti la brigata potrebbe essere rifornita per via aerea» Koenig, p.337
  118. ^ Il Ten Col Broche, comandante il battaglione del Pacifico, centrato da una granata da 50 mm assieme al suo secondo capitano Bricourt, che coraggiosamente non avevano abbandonato il loro PC malgrado fosse ormai esattamente inquadrato dall'artiglieria nemica Koenig, p.336
  119. ^ Mordal, p.126 (trad del red)
  120. ^ Koenig, p.353.
  121. ^ Koenig,  p.355.
  122. ^ Riportato negli appunti del capitano Gravier in: Revue FFL,  p.25
  123. ^ Revue FFL,  p.33 e 85.
  124. ^ Koenig,  p.356.
  125. ^ Susan Travers, inglese, infermiera e autista di ambulanza, è con i Legionari fin dall'episodio di Narvik. Era stata assegnata il 17 giugno 1941 quale autista personale del generale Koenig (cf Travers p.9 3). Attraente (occhi blu come Koenig), sportiva, di buona famiglia, ebbe una romantica love story col generale, che andò avanti durante i mesi del soggiorno in Siria, Palestina e Libano, (cf Cap. 9 delle memorie della Travers p. 99: «Days of wine and roses»). Sola donna durante l'assedio, condurrà in salvo con perizia e sprezzo del pericolo il generale Koenig e il Tenente colonnello Amilakwari. È, ad oggi, l'unica donna immatricolata nella Legione Straniera col grado di sergente maggiore (Adjudant Chef). Solo a tarda età scriverà la sua biografia (la liaison era restata segreta poiché Koenig era sposato) per raccontare la sua avventura di guerra e la sua sfortunata storia d’amore. Nel 1956 Koenig le aveva appuntato personalmente la «Medaille Militaire» (cf Travers p.269) ma «la Miss» (così era soprannominata) non lo rivedrà più. Riceverà la Légion d'Honneur solo a 84 anni. Lormier,  pp. 109-119 cf anche il colloquio dell'autore con Susan Travers nell'aprile del 2001 Lormier,  pp. 233-236
  126. ^ Nel suo resoconto su Bir Hacheim Koenig le dedicherà alcune righe di elogio: «era di un'eccezionale bravura…disciplinata come pochi uomini... durante l'assedio sempre così calma… Obbedisce come una macchina, il cielo potrebbe caderle sulla testa, non si sposterebbe di un centimetro» Koenig,  pp. 373-374
  127. ^ Robinet,  p.97.
  128. ^ Koenig, p.395.
  129. ^ Buffetaut, p.144 e 150.
  130. ^ Carver, p.260.
  131. ^ cf più sopra, e anche: Del Rosso, p.24
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