Ōyama Iwao

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Ōyama Iwao
NascitaKagoshima, 12 novembre 1842
MorteTokyo, 10 dicembre 1916
Dati militari
Forza armata Esercito Imperiale Giapponese
Anni di servizio1871 - 1914
GradoMaresciallo
元帥陸軍大将 Gensui Rikugun Taishō
Guerre
The Harper Encyclopedia of Military Biography[1]
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Ōyama Iwao[2] (大山巌?; Kagoshima, 12 novembre 1842Tokyo, 10 dicembre 1916) è stato un militare e politico giapponese nominato maresciallo (il grado massimo dell'esercito giapponese) e principe imperiale, e insignito delle più importanti onorificenze del paese..

La comunità di Oyama nel distretto di Lake Country, in Canada, è stata battezzata in suo onore.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il general Ōyama Iwao durante la guerra russo-giapponese
Ōyama Sutematsu al Vassar College

Ōyama nacque il 12 novembre 1842 a Kagoshima[4] membro di una famiglia di samurai del Dominio di Satsuma. Cugino di Saigō Takamori partecipò sotto la sua guida al rovesciamento dello Shogunato Tokugawa, giocando quindi un ruolo di rilievo nella Restaurazione Meiji. Alla battaglia di Aizu (1868) fu al comando delle postazioni di artiglieria dell'alleanza Satcho. Nel corso dell'assedio fu ferito da un'unità di guerriglieri al comando di Sagawa Kanbei.

Nel 1869 John William Fenton, istruttore britannico della prima banda militare giapponese fece loro notare che al Giappone mancava un inno nazionale e ne enfatizzò la necessità. I membri della banda chiesero all'allora capitano di artiglieria Ōyama, che sapevano esperto sia di letteratura giapponese che cinese di scegliere delle parole appropriate e questi scelse il poema che divenne l'inno nazionale giapponese, Kimi ga yo.[5]

Nel 1870 fu inviato come osservatore militare per il Giappone alla guerra franco-prussiana, dove rimase fino all'assedio di Parigi[6], ritornando in Giappone l'anno seguente. Fu promosso a maggior generale e inviato per ulteriori studi in Francia[4]. Al suo ritorno in Giappone fu impegnato nella creazione del nascente Esercito imperiale giapponese e fu comandante in capo della Prima brigata distaccata nella Ribellione di Satsuma (1877) contro la fazione ribelle guidata dal cugino Saigō Takamori[1][4]. Servì in diverse posizioni come vicecapo del Quartier generale dell'esercito e come ministro della guerra dal primo governo Ito fino al secondo governo Matsukata[4].

Durante la prima guerra sino-giapponese (1894-1895) fu nominato comandante in capo della Dai-ni gun ("Seconda Armata"), che dopo lo sbarco nella penisola di Liaodong conquistò Port Arthur[1], traghettando quindi le sue forze nello Shandong dove conquistò la base navale di Weihai nella battaglia di Weihaiwei.

Per questi servizi Ōyama fu insignito del titolo di marchese sotto il sistema nobiliare kazoku e tre anni fu nominato al più alto grado dell'esercito giapponese, gensui ("maresciallo")[4].

Nella guerra russo-giapponese (1904-1905) fu nominato comandante capo delle armate giapponesi in Manciuria, che guidò contro l'esercito russo guidato dal generale Kuropatkin, sconfiggendolo più volte a Shaho, Sandepu e infine a Mukden. Terminata la guerra fu elevato dall'imperatore Meiji al massimo rango nobiliare giapponese, principe (公爵?, kōshaku)[4].

Dal 1914 fino alla sua morte nel 1916 servì come lord del sigillo imperiale[4].

Vita familiare[modifica | modifica wikitesto]

Sawa, la prima moglie di Ōyama morì causa di disturbi post-parto. Sposò la seconda moglie Yamakawa Sutematsu nel 1882. Yamakawa era una sopravvissuta della battaglia di Aizu e sorella dei seguaci di Aizu Yamakawa Hiroshi e Yamakawa Kenjiro e fu una delle prime studentesse inviate negli Stati Uniti come parte della Missione Iwakura all'inizio degli anni settanta del XIX secolo, laureandosi nel 1882 al Vassar College.[7].

Nel 1901 Ōyama fu il primo candidato dell'imperatore Meiji per la cura del futuro imperatore Hirohito, come una sorta di padre surrogato, in accordo con le usanze della corte imperiale, ma Ōyama declinò e il ruolo fu invece assunto dal conte Kawamura Sumiyoshi.[8]

Takashi, il primogenito di Ōyama, morì nell'esplosione accidentale dell'incrociatore Matsushima nel 1908, mentre serviva come cadetto nella Marina imperiale giapponese.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Statua del generale Ōyama Iwao a Kudanzaka in Tokyo.

Onorificenze giapponesi[modifica | modifica wikitesto]

Gran Cordone e Collare dell'Ordine del Crisantemo - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Nibbio d'oro - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine dei Fiori di Paulonia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Sol Levante - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine della Corona Ferrea (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere con spade dell'Ordine al merito della corona prussiana (Impero tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Nera (Impero tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro Onorario dell'Ordine al Merito del Regno Unito (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Trevor Nevitt Dupuy, Curt Johnson e David L. Bongard, The Harper Encyclopedia of Military Biography, Castle Book, 1995, pp. 566-567, ISBN 0-7858-0437-4.
  2. ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Ōyama" è il cognome.
  3. ^ (EN) Oyama, su vancouverisland.com, 1998. URL consultato il 27 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2014).
  4. ^ a b c d e f g (EN) National Diet Library, Oyama Iwao, su Portraits of Modern Historical Figures. URL consultato il 27 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2013).
  5. ^ (EN) Aura Sabadus, Japan searches for Scot who modernised nation, su thescotsman.scotsman.com, Johnston Press Digital Publishing, 14 marzo 2006. URL consultato il 10 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2012).
  6. ^ (EN) Prince Iwao Oyama Is Dead in Japan, in The New York Times, 11 dicembre 1916. URL consultato il 27 aprile 2014.
  7. ^ (EN) Kinnosuke Adachi, The Wife of Japan’s Great General Oyama, in New York Times, 23 luglio 1905. URL consultato il 27 aprile 2014.
  8. ^ (EN) Herbert P. Bix, Hirohito and the making of modern Japan, New York, Perennial, 2001, p. 522, ISBN 978-0-06-093130-8.

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