Pinus mugo

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Pino mugo
Pinus mugo
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Pinus
Specie P. mugo
Nomenclatura binomiale
Pinus mugo
Turra, 1764
Sinonimi

Pinus montana Mill.

Nomi comuni

Pino mugo
Mugo
Pino montano

Sottospecie e Varietà

Il pino mugo (Pinus mugo Turra, 1764), o anche semplicemente mugo, è un cespuglio aghiforme sempreverde, dal portamento prostrato, appartenente alla famiglia Pinaceae.[2] È stato inserito nell'elenco delle piante officinali spontanee soggette alle disposizioni della legge 6 gennaio 1931 n. 99:[3][4] dai suoi rametti verdi, non ancora lignificati, viene infatti estratto l'olio essenziale di mugolio. Un bosco di pino mugo si chiama mugheto.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare di Pinus mugo
Portamento
generalmente arbustivo, ma molto variabile, da prostrato con rami ascendenti a cespuglioso fino ad alberello eretto a seconda delle varietà e delle condizioni ambientali. Piccolo e compatto, presenta rami caratteristici che nella parte inferiore possono crescere adagiati sul terreno nascondendo la base del tronco per non offrire resistenza al vento.
Corteccia
grigia scura a squame sottili.
Foglie
aghiformi lunghe 3–5 cm e riunite in verticilli di due, di colore verde scuro.
Fiori
meglio indicati come sporofilli, maturano in aprile-maggio e presentano sessi separati.
  • Macrosporofilli: fiori femminili, sono rosso-violacei e più piccoli dei fiori maschili. Sono riuniti in piccoli coni e spuntano in cima al fusto; una volta fecondati, diventano pigne color verde-rossastro.
  • Microsporofilli: fiori maschili, numerosi, gialli, molto più vistosi dei femminili. Sono situati alla base dei rami e producono polline che viene diffuso dal vento.
Strobili
di forma ovale-conica, sono lunghi 3–5 cm. Contengono dei piccoli semi scuri muniti di un'ala membranosa che li fa volare lontano.
Fiori femminili e foglie
Fiori femminili e foglie
Fiori maschili e foglie
Fiori maschili e foglie
Strobilo
Strobilo

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

Cresce spontaneo sulle montagne, tra i 1500 e i 2700 m (ha il suo "optimum" tra i 1600 e i 2300 m, ossia nel piano subalpino) nelle Alpi Orientali è presente nelle aree rocciose fin dai 400 m.s.l.m. (p.e. nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Tarvisano) spingendosi poi in alto oltre il limite della vegetazione forestale arborea. Amante della luce e del freddo, presenta aspetti morfologici molteplici e variati, accomunati tradizionalmente nel gruppo Pinus montana, di tal che se ne distinguono alcune sottospecie - da taluni autori descritte come specie a sé stanti - che vanno dal pinus mugo, cespuglioso e prostrato, al pinus uncinata, conico-arboreo, con versioni intermedie fra i due (forma cd. frutescens erecta). Predilige suoli detritici parzialmente consolidati, ad esempio alla base di ghiaioni o di conoidi di deiezione (la forma pinus mugo in particolare è prevalentemente calcifila ed i suoi rami forniscono un'utile protezione contro valanghe e slavine, frenando lo scivolamento delle masse nevose sui fianchi più inclinati delle valli).

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Particolare di una pianta nel Trentino alt. 1700 m

In Italia è presente, spontaneamente, sulle Alpi (prevalentemente centro-orientali per Pinus mugo ed esclusivamente centro-occidentali per Pinus uncinata); sulle Prealpi calcaree lombardo-venete e in alcune zone degli Appennini (Monte Cusna e Monte Falterona in Appennino settentrionale a Monte Lieto nei Sibillini dove è stato reintrodotto; autoctono in Monte Nero Piacentino, Maiella, Parco Nazionale d'Abruzzo e con alcuni esemplari anche sul monte Viglio nel versante sud nel comune di Civitella Roveto; reintrodotto a Campo Imperatore sul Gran Sasso d'Italia), nella sola forma Pinus mugo. In Europa il pinus uncinata si rinviene anche sui Pirenei; il pinus mugo sulla fascia alpina, con diffusione ingravescente procedendo verso est, sui Carpazi e sui Tatra, sulla dorsale dalmato-balcanica fino in Bosnia-Erzegovina e Bulgaria e, come detto, residualmente in Appennino. È usato come essenza ornamentale in molte zone d'Italia, anche dove il clima è molto differente da quello d'elezione, per l'aspetto aggraziato e le dimensioni ridotte che lo rendono ideale per giardini rocciosi e piccoli giardini in genere.

Sottospecie e varietà[modifica | modifica wikitesto]

Da un punto di vista tassonomico, Pinus mugo Turra veniva aggregata assieme a Pinus uncinata Miller sotto la specie collettiva Pinus montana Mill. Tuttavia, le differenze fra i due taxa sono tali che attualmente le più recenti flore li ipotizzano come specie separate. A Pinus mugo Turra sono da riferirsi, come sinonimi o come entità sottospecifiche: P. montana Mill. subs. mughus Heer, P. montana Mill. var mughus Willk., P. mughus Scop., P. mughus Scop. var mughus Zen., P. mugo Turra var. mughus Zen., P. mugo Turra var. pumilio Zen e P. pumilio Haenke. Pinus mugo var. pumilio è presente in alcune zone delle Alpi Occidentali (Val Ferret, Val Veny, Alpi del Cuneese). Il pino uncinato (Pinus mugo sottosp. uncinata) ha molte caratteristiche in comune con il pino mugo, ma tendenzialmente si sviluppa in forma arborea (albero con portamento piramidale alto fino a 10–12 m); inoltre, anche negli esemplari prostrati (prevalenti alle quote superiori del piano subalpino), i rami del pino uncinato si presentano eretti nella porzione terminale, le sue pigne sono infine maggiori (lunghe fino a 7 cm) e hanno base asimmetrica, gli aghi sono di colorazione più chiara, più eretti e pungenti; questa entità è diffusa solo in particolari distretti delle Alpi centro-occidentali (dove Pinus mugo ssp. mugo, invece, è sporadico) ed è meno calcifila della sottospecie nominale (adattandosi a vivere anche su ofioliti e perfino su substrati a debole reazione acida); la sua origine rimane incerta tant'è che taluni autori hanno supposto che sia un ibrido fissato tra Pinus mugo ssp. mugo (o forme analoghe già presenti sul territorio europeo occidentale durante la glaciazione Riss) e il Pinus sylvestris.

Ecologia[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta pioniera e stabilizzatrice di terreni sterili, incoerenti e pietrosi, dove, frammentando il manto nevoso invernale, contribuisce anche a proteggere i fondovalle dalle slavine, quindi utilissima ancorché ecologicamente legata alle sole quote montane. Offre riparo e rifugio a molte specie animali, fra cui il gallo forcello e il crociere, fra gli uccelli, ed il camoscio, fra i mammiferi ungulati, che è pressoché semi-simbiotico con la specie, dei cui germogli ed aghi si nutre nelle stagioni più ingrate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Farjon, A., 2013, Pinus mugo, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Pinus mugo, su The Plant List. URL consultato il 15 dicembre 2013.
  3. ^ Legge 6 gennaio 1931, n. 99 (PDF), su Regione Piemonte. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2017).
  4. ^ Regio decreto 26 maggio 1932, n. 772 "Elenco delle piante dichiarate officinali" (PDF), su Regione Piemonte. URL consultato il 6 maggio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adam Boratyński, Anna Katarzyna Jasińska, Krystyna Boratyńska, Grzegorz Iszkuło e Miroslawa Piorkowska, Life span of needles of Pinus mugo Turra: Effect of altitude and species origin (PDF), in Polish Journal of Ecology, 57 (3), 2009, pp. 567-572.
  • Aljos Farjon, World Checklist and Bibliography of Conifers, 2ª ed., The Royal Botanic Gardens, Kew, 2001, ISBN 978-1-84246-025-2.
  • Aljos Farjon, Conifer Database (June 2008), in Bisby F.A., Roskov Y.R., Orrell T.M., Nicolson D., Paglinawan L.E., Bailly N., Kirk P.M., Bourgoin T. e Baillargeon G. (a cura di), Species 2000 & ITIS Catalogue of Life: 2010 Annual Checklist, Reading, UK, 2010.
  • Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers, Leiden, Koninklijke Brill, 2010.
  • Schmidt, P.A., Pinus mugo agg., in A. Roloff, H. Weisgerber, U.M. Lang e B. Stimm (a cura di), Enzyklopädie der Hölzgewächse. Handbuch und Atlas der Dendrologie, 58. Erg. Lfg. 06/11, Weinheim, WILEY-VCH-Verlag, 2011, pp. 1–32.
  • Vidacović, M., Conifers; Morphology and Variation, Zagreb, Grafićki Zavod Hrvatske, 1991.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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