Monitoraggio

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Per monitoraggio (dal latino monĭtor -oris; con il significato di "avvisare", "informare")[1][2] si intende il controllo dell’andamento nel tempo di una o più grandezze variabili, con applicazione in vari campi scientifici e sociali, tra cui, ad esempio, la medicina (monitoraggio della pressione di un paziente), l'idraulica (monitoraggio del livello dei fiumi), la sociologia (monitoraggio delle preferenze di voto).[1] Nella gestione della qualità, per esempio secondo la norma ISO 9001, monitoraggio e misurazione sono due aspetti distinti.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Sistemi e metodi di monitoraggio presuppongono sistemi e metodi di programmazione con i quali si predispongono i valori assoluti o i valori di soglia o gli indicatori, o i valori desiderati che, in continuo o ad intervalli regolari, vengono usati per confrontare l'andamento (valori effettivi) del contesto che viene monitorato.

Programmazione e monitoraggio costituiscono un ciclo ad interazione continua dove il secondo influenza il primo.

In certi contesti la programmazione è la prima fase ed essere avviata, quindi eventualmente corretta con i primi monitoraggi. È il caso dei sistemi di monitoraggio continuo e critico, dove i valori desiderati sono noti e devono essere rispettati.

In altri contesti la prima fase ad essere avviata è il monitoraggio, che serve a costituire il primo, a volte unico, panorama di riferimento. Quindi si avvia la programmazione. È il caso, ad esempio del contesto di gestione aziendale, e ancor di più del contesto sociale.

Ci sono inoltre casi particolari in cui il monitoraggio è eseguito per raccogliere informazioni continue e particolareggiate di fenomeni poco noti o sconosciuti. In tali casi si parla di programma di monitoraggio.

Monitoraggio continuo[modifica | modifica wikitesto]

I sistemi più semplici[modifica | modifica wikitesto]

Si effettua con uno strumento che rileva senza soluzione di continuità un segnale / valore, tracciando, su carta, su mezzo magnetico o simile, l'andamento di una determinata variabile posta sotto controllo. Lo strumento può essere dotato di semplici meccanismi elettro meccanici di soglia che reagiscono acusticamente o visivamente al superamento di questa.

Esempi tipici sono i sismografi, i tracciatori di pressione, temperatura, umidità, ecc. negli impianti industriali a ciclo continuo. Un'altra applicazione del monitoraggio è, per esempio, nella filiera alimentare. Vengono utilizzati strumenti per il monitoraggio dei prodotti durante il trasporto e la distribuzione. Questo avviene con lo scopo di mantenere e preservare le qualità dei prodotti. Come, ad esempio, il monitoraggio della temperatura durante la catena del freddo[3]. Un esempio particolare è quello di un gruppo di continuità posto a monte dell'alimentazione elettrica di un personal computer, che ha il compito di rilevare la tensione di alimentazione e se necessario sostituirla, sia pure per breve tempo, con quella delle sue batterie.

Sistemi complessi in un contesto non critico[modifica | modifica wikitesto]

Sono ad esempio, i sistemi delle sale di registrazione e di diffusione delle sale di incisione e degli studi di diffusione televisiva. I segnali gestiti sono onde elettromagnetiche che ricadono nello spettro sonoro e visivo, trasformati in grafi a barre e forme d'onda, ma anche miscelati, amplificati o ridotti, modulati, per trasformarli in altri segnali utili per creare una matrice di riproduzione, oppure incanalati verso i mezzi di radio e telecomunicazione.

Sono tutti i sistemi di monitoraggio nelle telecomunicazioni e nella gestione di reti informatiche in genere. In questo caso vengono rilevate soprattutto presenze/assenze di dati o connessioni, e tali eventi fanno scattare procedure automatiche di backup o diverso instradamento, o procedure di salvataggio, ecc.

Sistemi complessi in un contesto critico[modifica | modifica wikitesto]

Sono veri e propri sistemi informatici (strumentazione più software specializzato) che rilevano più segnali / valori contemporaneamente, li trasformano in grafi in movimento su video (in forma di onda o barra verticale), li interpolano per determinare uno stato complessivo, anch'esso visualizzato in continuo, emettono segnali visivi ed acustici a determinate soglie, governano l'afflusso di liquidi o gas, o altri meccanismi elettronici.

Esempio tipici sono:

  • la complessa strumentazione in sala di rianimazione o di terapia intensiva nei pronto soccorso dove gli strumenti di monitoraggio rilevano in continuo pressione, temperatura ed altri valori critici.
  • i sottosistemi di automazione negli aeromobili e in tutte le moderne apparecchiature in movimento in cui sia necessario variare i parametri di lavoro di processo al variare delle stato dei avanzamento dello stesso.
  • i sistemi di controllo delle centrali elettriche e delle centrali termonucleari, ecc.

Sistemi molto complessi in un contesto non critico In questi casi si tratta in genere di sistemi creati ad hoc per acquisire informazioni tecnico scientifiche di contesti sconosciuti. È il caso tipico, in astronomia, dei programmi di monitoraggio di corpi o sistemi celesti.
In questi casi non esiste il ciclo programmazione-monitoraggio, ma è il monitoraggio che qualifica il programma.

Oggi sono da considerare critici anche i sistemi di monitoraggio del mercato finanziario, dato che l'andamento dei mercati che essi rilevano e mostrano, ha una diffusione globale e quindi un potenziale impatto critico sul mercato stesso. Qui i valori in gioco sono i movimenti dei certificati azionari, fiduciari e quant'altro, che generano variazioni positive o negative pressoché istantanee del valore attribuito agli stessi.

Monitoraggio ad alta frequenza[modifica | modifica wikitesto]

Si parla di monitoraggio anche quando la rilevazione non è esattamente continua, ma a frequenza sufficientemente alta rispetto al processo monitorato, tale da rendere significative e tempestive le eventuali correzioni al processo stesso.

Sono ad esempio le ben note centraline che nelle nostre città raccolgono i valori di determinati gas come CO2 e particelle sospese quali il PM10. A cadenze regolari vengono raccolti i campioni

Il monitoraggio aziendale, in contrapposizione alla antica e pur indispensabile pratica della consuntivazione contabile.
La consuntivazione (tipicamente contabile) agisce a posteriori, riguarda periodi prefissati, su informazioni spesso ormai sintetizzate, non più elementari, quindi non di generale utilizzo. Le informazioni sono vecchie di qualche giorno, se non di un mese, e le attività a cui si riferiscono sono probabilmente già terminate.
Non si può fare molto, se non accrescere l'esperienza per il futuro.
Con il monitoraggio, che segue la fase di programmazione, si assumono informazioni di percorso sull'impiego effettivo delle risorse, sullo stato di avanzamento delle attività, sulla produzione dei risultati. Le informazioni assunte vengono utilizzate sia per misurare l'efficienza della struttura che per correggere in corso d'opera.

Monitoraggio a medio-bassa frequenza[modifica | modifica wikitesto]

È quello tipico delle rilevazioni statistiche continue, sul territorio, sull'ambiente, sulla popolazione, sul mercato, condotto o da Enti a carattere Istituzionale o Società di provata e riconosciuta serietà operativa.

In questi casi le variabili in gioco sono generalmente molto numerose, mentre le rilevazioni hanno una cadenza che può essere giornaliera, mensile, trimestrale. Il tempo tra una rilevazione e l'altra è anche necessario a normalizzare, ordinare, correlare, interpolare, rapportare i dati e convertirli in informazioni fruibili e di semplice diffusione attraverso canali istituzionali o i media. Dato l'impatto sociale notevole ed i rivolti politici che ne possono derivare occorre sottolineare l'etica e la correttezza di azione degli enti che gestiscono questo tipo di monitoraggio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b monitorare in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 26 novembre 2021.
  2. ^ Monitor, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 dicembre 2020.
  3. ^ Come tutelare la qualità dei prodotti agroalimentari?, su FSTT, 23 aprile 2018. URL consultato il 23 novembre 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]