Susanna Agnelli

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Susanna Agnelli
Susanna Agnelli nella VIII legislatura

Ministro degli affari esteri
con delega agli Italiani nel mondo
Durata mandato17 gennaio 1995 –
18 maggio 1996
Capo del governoLamberto Dini
PredecessoreAntonio Martino
SuccessoreLamberto Dini

Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri
Durata mandato9 agosto 1983 –
11 aprile 1991
Capo del governoBettino Craxi
Giovanni Goria
Ciriaco De Mita
Giulio Andreotti

Sindaco di Monte Argentario
Durata mandato8 luglio 1974 –
20 ottobre 1984
PredecessoreEttore Zolesi
SuccessoreFlorio Zolesi

Deputata della Repubblica Italiana
Durata mandato5 luglio 1976 –
11 luglio 1983
LegislaturaVII, VIII
Gruppo
parlamentare
Repubblicano
CircoscrizioneCircoscrizione V
CollegioComo
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Senatrice della Repubblica Italiana
Durata mandato12 luglio 1983 –
22 aprile 1992
LegislaturaIX, X
Gruppo
parlamentare
Repubblicano
CircoscrizionePiemonte
CollegioPinerolo, Torino
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato17 luglio 1979 –
1º ottobre 1981
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
ELD
CircoscrizioneItalia nordoccidentale
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Repubblicano Italiano
Titolo di studioLaurea in lettere
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneImprenditrice, scrittrice

Susanna Agnelli, già coniugata Rattazzi (Torino, 24 aprile 1922Roma, 15 maggio 2009), è stata un'imprenditrice, politica e scrittrice italiana.

Ha ricoperto vari incarichi politici: prima come sindaco di Monte Argentario dal 1974 al 1984, successivamente è stata Sottosegretario di Stato del Ministero degli affari esteri dal 9 agosto 1983 all'11 aprile 1991 in vari governi del Pentapartito, e infine Ministro degli affari esteri nel Governo Dini dal 17 gennaio 1995 al 18 maggio 1996. È stata la prima donna a ricoprire la carica di ministro degli esteri in Italia.

È stata presidente della Fondazione Telethon dalla fondazione nel 1990 fino alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente, nonché esponente di spicco, della famiglia torinese Agnelli, proprietaria della principale azienda automobilistica italiana FIAT, la contessa Susanna, o Suni come la chiamavano in famiglia, era figlia di Edoardo e di Virginia Bourbon del Monte, nonché sorella di Gianni.

Durante la seconda guerra mondiale entra nella Croce Rossa per portare il suo aiuto sulle navi che trasportano i soldati feriti. Dopo una frequentazione con il principe Raimondo Lanza di Trabia, alla fine della guerra sposa il conte Urbano Rattazzi (Genova, 28 gennaio 1918 - Milano, 28 giugno 2012[1][2]), da cui ha sei figli (Ilaria, Samaritana, Cristiano, Delfina, Lupo e Priscilla) e dal quale divorzierà nel 1975.

Già laureata in lettere, nel 1984 riceve una laurea honoris causa in legge dalla Mount Holyoke University del Massachusetts, negli Stati Uniti d'America.

L'attività politica[modifica | modifica wikitesto]

Susanna Agnelli, Sindaco di Monte Argentario negli anni '80

Nel 1974 diventa sindaco del comune di Monte Argentario, carica che mantiene per 10 anni, fino al 1984. Nel 1976 viene eletta deputato e nel 1979 europarlamentare (dimettendosi nel 1981) e nel 1983 senatrice nelle liste del Partito Repubblicano Italiano. È stata la prima donna a ricoprire la carica di sottosegretario di stato agli Affari Esteri dal 1983 al 1991 sotto varie presidenze del Consiglio (Craxi I, Craxi II, Goria, De Mita e Andreotti VI). Tra il 1995 e il 1996, ha ricoperto il ruolo di Ministro degli affari esteri, ricevendo altresì la delega in materia di Italiani nel mondo con il DPCM del 24 febbraio 1995; fu dunque la prima donna nella storia italiana ad accedere al dicastero che ha sede alla Farnesina. In quel ruolo ha iniziato la battaglia, in seno alle Nazioni Unite, contro la diplomazia degli Stati Uniti d'America per impedire la riforma del Consiglio di Sicurezza[3] che avrebbe portato di fatto all'esclusione dell'Italia dal consesso dei grandi del mondo. Sarà poi il suo successore Lamberto Dini a completare vittoriosamente quella battaglia.

Eletta alle elezioni europee del 1979 per le liste del PRI, è stata membro della Commissione per le relazioni economiche esterne. Ha aderito al gruppo parlamentare liberaldemocratico. È rimasta in carica fino all'ottobre 1981. Negli anni ottanta è stata l'unico membro italiano della Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo, il cui rapporto è noto, dal nome della sua presidente, come Rapporto Brundtland.

L'attività di scrittrice[modifica | modifica wikitesto]

Scrittrice e memorialista, viene ricordata soprattutto per la sua autobiografia intitolata Vestivamo alla marinara (dove si trova la nota frase della governante Miss Parker: "Don't forget you are an Agnelli") che è stata un best seller in Italia e all'estero (Premio Bancarella 1975). Tra gli altri titoli si ricordano: Questo libro è tuo (1993), Ricordati Gualeguaychu (1982) e Addio, addio mio ultimo amore (1985). Per molti anni ha curato una rubrica di posta intitolata Risposte private sul settimanale Oggi.

La presidenza di Telethon[modifica | modifica wikitesto]

Susanna Agnelli insieme al presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini alla Conferenza stampa Telethon 2008.

Susanna Agnelli è stata presidente del Comitato Telethon onlus dal 1990, anno in cui la nota maratona benefica è arrivata in Italia, sino alla morte; le è succeduto Luca Cordero di Montezemolo, designato dalla "Signora" quando ancora era in vita[4].

In occasione della Maratona Telethon 2009, l'associazione culturale "Il Melabò", in collaborazione con l'UILDM di Lecco (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), ha organizzato, l'11 dicembre alle ore 21, presso l'Auditorium "Casa dell'Economia" della Camera di Commercio di Lecco, uno spettacolo in ricordo di Susanna Agnelli, dal titolo Fiori bianchi per Te...lethon, viaggio poetico-musicale fra solidarietà umanitaria e ricerca scientifica. Testi di Giuseppe Leone e Roberto Zambonini.

La Fondazione Il Faro[modifica | modifica wikitesto]

Susanna Agnelli ha dato vita alla Fondazione Il Faro 1997, che ha poi presieduto sino alla morte, con la finalità di accogliere, formare e inserire nel mondo del lavoro giovani in difficoltà. Il Faro aveva in Roma [Via Virginia Agnelli, 21] e realizzava ogni anno corsi di formazione professionale per oltre 200 giovani prevalentemente immigrati.

La Fondazione ha cessato la sua attività e nei locali, che erano adibiti alle attività della stessa, oggi ci sono uffici della Croce Rossa Italiana.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

«Si può amare un luogo come si ama un uomo? Avere la stessa vertigine guardando un sentiero nel bosco, tre cipressi improbabilmente inseriti tra i lecci e le querce, che si aveva, seduti al sole su una roccia nell'udire una voce? Il desiderio di rimanere, dall'alto, a guardare quel mare frastagliato dagli scogli che abbraccia il Giglio e Giannutri col suo azzurro profondo è quello stesso che ti incantava di fronte al sorriso di due occhi color del croccante? Ci si può dimenticare nel profumo della ginestra e del pitosforo come nell'odore dei capelli pieni di mare?

Credo di sì.»

Muore a Roma il 15 maggio 2009 al Policlinico Agostino Gemelli dove era ricoverata da oltre un mese per un grave trauma femorale dovuto ad una caduta accidentale in casa. Il rito funebre si è tenuto in forma privata nella chiesa del Convento della Presentazione al Tempio, più semplicemente detto Convento dei Passionisti di Monte Argentario. Per sua espressa volontà, la salma è stata cremata e le ceneri disperse nelle acque dell'Argentario in una giornata di tempesta[6].

Incarichi parlamentari[modifica | modifica wikitesto]

Camera dei Deputati[modifica | modifica wikitesto]

VII legislatura[modifica | modifica wikitesto]

  • Segretario della XIVª Commissione Igiene e Sanità Pubblica dal 27 luglio 1976 al 19 giugno 1979
  • Segretario della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla fuga di sostanze tossiche avvenuta il 19 luglio 1976 nello stabilimento ICMESA e sui rischi potenziali per la salute e per l'ambiente derivanti da attività industriali dal 28 luglio al 20 settembre 1977
  • Membro della XIVª Commissione Igiene e Sanità Pubblica dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979, dall'11 luglio 1979 al 29 aprile 1980 e dal 5 ottobre al 28 dicembre 1982
  • Membro della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla fuga di sostanze tossiche avvenuta il 19 luglio 1976 nello stabilimento ICMESA e sui rischi potenziali per la salute e per l'ambiente derivanti da attività industriali dal 27 luglio 1977 al 19 giugno 1979
  • Membro della Rappresentanza Italiana all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa dal 6 ottobre 1976 al 19 giugno 1979

VIII legislatura[modifica | modifica wikitesto]

  • Membro della IIª Commissione Interni dal 16 luglio 1981 al 28 dicembre 1982
  • Membro della IIIª Commissione Esteri dal 29 aprile 1980 al 16 luglio 1981
  • Membro della VIIIª Commissione Istruzione e Belle Arti dal 28 dicembre 1982 all'11 luglio 1983
  • Membro della Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi dall'11 agosto 1979 al 21 settembre 1981
  • Membro della Commissione di Vigilanza sulla Biblioteca dal 20 giugno 1979 all'11 luglio 1983
  • Membro della Commissione di Vigilanza sui Servizi di Documentazione dal 20 giugno 1979 all'11 luglio 1983
  • Membro della Sottocommissione Permanente per l'Accesso dal 19 settembre 1979 al 22 settembre 1981

Senato della Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

IX legislatura[modifica | modifica wikitesto]

  • Membro della IVª Commissione Difesa dal 25 settembre 1986 al 1º luglio 1987 (in sostituzione di Giovanni Ferrara Salute fino al 17 aprile 1987)
  • Membro della XIIª Commissione Igiene e sanità dal 9 agosto 1983 al 25 settembre 1986 (in sostituzione di Aride Rossi fino al 25 settembre 1986)

X legislatura

Parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

  • Membro della Commissione per le relazioni economiche esterne dal 19 luglio 1979 al 1º ottobre 1981

Ascendenza[7][modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Edoardo Agnelli Giuseppe Francesco Agnelli  
 
Maria Maggia  
Giovanni Agnelli  
Aniceta Frisetti Giovanni Frisetti  
 
Anna Lavista  
Edoardo Agnelli  
Leopoldo Francesco Primo Boselli Giuseppe Boselli  
 
Maddalena Lampugnani  
Clara Boselli  
Maddalena Lampugnani Luigi Lampugnani  
 
Maria Sanpietro  
Susanna Agnelli  
Ranieri Bourbon del Monte, III principe di San Faustino Francesco Bourbon del Monte, marchese di Monte Santa Maria  
 
Carolina Scarampi di Pruney  
Carlo Bourbon del Monte, IV principe di San Faustino  
Maria Francesca Massimo Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo, II principe di Arsoli  
 
Maria Giacinta Della Porta Rodiani  
Virginia Bourbon del Monte  
George Washington Campbell Jr. George Washington Campbell  
 
Harriett Campbell  
Jane Allen Campbell  
Virginia Watson Alexander Watson  
 
 
 

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Vestivamo alla marinara, Milano, A. Mondadori, 1975.
  • Gente alla deriva, con Giuliano Zincone, Milano, Rizzoli, 1980.
  • Ricordati Gualeguaychú, Milano, A. Mondadori, 1982.
  • Addio, addio mio ultimo amore, Milano, A. Mondadori, 1985.
  • Questo libro è tuo, Milano, A. Mondadori, 1993. ISBN 88-04-37902-2.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Laurea honoris causa in legge dalla Mount Holyoke University del Massachusetts - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa in legge dalla Mount Holyoke University del Massachusetts
— 1984

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dalla Ferrania all'Ifil, addio a Urbano Rattazzi, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 30 giugno 2012. URL consultato il 28 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  2. ^ Urbano Rattazzi, su findagrave.com. URL consultato il 27 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2016).
  3. ^ All'ONU siamo in zona retrocessione, su archivio.panorama.it, Panorama. URL consultato il 19 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2009).
  4. ^ La nostra storia, su Telethon. URL consultato il 6 marzo 2016.
  5. ^ MaremMare, su maremmare.com. URL consultato il 15 giugno 2020.
  6. ^ L' ultimo applauso a Susanna Agnelli Le sue ceneri nel mare dell'Argentario, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 6 novembre 2016.
  7. ^ Come indicata nelle "Note Azzurre" n. 2871,2872,5504,5689 e 5572
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana
con delega agli Italiani nel mondo
Successore
Antonio Martino 17 gennaio 1995 – 17 maggio 1996 Lamberto Dini
Predecessore Presidente Telethon Successore
nessuno 1990 – 2009 Luca Cordero di Montezemolo
Predecessore Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri Successore
9 agosto 1983 – 11 aprile 1991
Predecessore Sindaco di Monte Argentario Successore
Ettore Zolesi 8 luglio 1974 – 20 ottobre 1984 Florio Zolesi
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