Niguarda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Niguarda
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
L'ospedale di Niguarda
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Milano
Città Milano
CircoscrizioneMunicipio 9
Altitudine137 m s.l.m.
Nome abitantiniguardesi
Patronosan Martino
Mappa di localizzazione: Milano
Niguarda
Niguarda
Niguarda (Milano)
Coordinate: 45°31′00.8″N 9°11′30.72″E / 45.516888°N 9.191866°E45.516888; 9.191866

«Ha belle contrade, deliziosi giardini e amene villeggiature. Merita particolare osservazione la villa Melzi, grandioso palazzo costruito nel secolo XVII»

Niguarda (Ninguarda o Linguarda in dialetto milanese, IPA: [nĩˈɡwarda] o [lĩˈɡwarda]) è un quartiere di Milano posto nella zona settentrionale della suddetta città e appartenente al Municipio 9. Precedentemente comune autonomo, venne annesso a Milano nel 1923,[1] così come gli era già successo nel 1808 durante il periodo del Regno d'Italia napoleonico, salvo essere nuovamente scorporato nel 1816 col ritorno degli austriaci.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La villa Clerici nel 1913

Si pensa che il nome derivi da un composto di warda, preceduto dall'aggettivo nova (da cui il restringimento di "no-" in "ni-"). Una possibile analogia con Niardo tuttavia consente l'ipotesi di una derivazione da nome germanico (forse Niward), volto al femminile (in dipendenza da casa o villa). Il cognome di un Niguarda di Morbegno, vescovo di Como nel secolo XVI, sarà derivato dal nome del paese.[3]

La prima testimonianza dell'insediamento di Niguarda si ha nel secolo IV, datazione di alcuni reperti archeologici paleocristiani, fra cui un sarcofago rinvenuto durante i lavori di restauro di Villa Corio. In età moderna risultava ancora un piccolo villaggio agricolo con 540 abitanti nel 1751, 865 nel 1771, e 810 nel 1805. Nell'Ottocento la zona è celebre luogo di soggiorno per le famiglie nobili, nota per la salubrità dell'aria di campagna. Si presentava come un borgo contadino, conosciuto per la produzione vinicola e tessile. L'agricoltura era particolarmente fertile grazie alle acque del Seveso. Con l'aumentare della popolazione, anche in conseguenza dell'annessione della Bicocca nel 1841,[4] si ampliò la vecchia chiesa: nel 1837 Giacomo Moraglia la rese più lunga e la dotò della navata destra. Per far fronte alla mancanza di fondi, i niguardesi offrirono la loro manodopera gratuita per l'ampliamento della chiesa. Cinquant'anni dopo, nel 1887, viene aggiunta anche la navata sinistra. Per la realizzazione del campanile si dovrà attendere fino al 1926, quando il quartiere era entrato in Milano come una piccola cittadina: dai 2231 abitanti del 1861 si era infatti saliti ai 3109 del 1901 e ai 7676 del 1921.[5] Durante la fine della Seconda guerra mondiale, Niguarda è stato il primo quartiere di Milano ad insorgere contro l'occupazione nazifascista, libero dalla sera del 24 aprile 1945.[6]

Il quartiere si fregia della presenza di splendide tenute, soprattutto la villa Clerici (costruita tra 1722 e 1733, passata poi di proprietà a varie nobili famiglie, tra cui anche Melzi) dal primo proprietario Giorgio Clerici, commerciante di seta, su progetto di Francesco Croce, già architetto della principale guglia del Duomo e del Palazzo Sormani, la villa contiene anche la Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei e numerose organizzazioni sociali come una scuola per l'infanzia, scuole di musica e un Centro di Aggregazione Giovanile, ma anche le ville Trotti (abbattuta nel 2019 per far posto ad un moderno complesso residenziale), Calderara, Mellin (ora sede di un centro di formazione della Polizia di Stato), Lonati (costruita nel Quattrocento, detta anche Cascina Lunara e oggi sede del settore Verde e Agricoltura del Comune di Milano) e Corio (già rifugio dalla peste per lo storico Bernardino Corio, oggi sede della biblioteca comunale, dell'ufficio anagrafe e del comando di polizia locale, in via Passerini).

Un altro luogo di storia è la chiesa di San Martino in Niguarda costruita nel secolo XII. Celebre è la trattoria/pizzeria cascina California di inizio Novecento, famosa per il breve passaggio di Buffalo Bill e della sua compagnia.

Niguarda dispone di molteplici accessi al Parco Nord.

Famosa è la annuale festa di Niguarda, strutturata come una sagra con mercatini e bancarelle dei negozi niguardesi e spettacoli. A Niguarda si trovano anche il Teatro della Cooperativa e numerose sedi di partiti politici. Per quanto riguarda le scuole, nel quartiere si trovano numerosi nidi e asili, le scuole primarie "Vittorio Locchi" e "Duca degli Abruzzi", la scuola media statale "Gino Cassinis" (che unita alle due scuole primarie va a formare l'Istituto Comprensivo "Vittorio Locchi") e gli istituti superiori "Luigi Galvani" e "Bertrand Russell".

Nel quartiere sorge anche l'Ospedale Maggiore di Niguarda, uno dei più importanti di Milano e dell'intera nazione, accessibile da Viale Ca' Granda, che riprende il nome dall'Ospedale Maggiore - Ca' Granda, costruito per volere di Francesco Sforza (nell'attuale via omonima) nel secolo XV, oggi sede dell'Università Statale di Milano. In realtà, l'ospedale si trova appena fuori dei confini dell'antico comune di Niguarda, che erano delimitati ad occidente proprio dalla prospiciente via Graziano Imperatore.[7]

Negli ultimi anni è stata completata la costruzione di un centro commerciale, finanziata dal gruppo Il Gigante, nella zona confinante tra il quartiere e il comune di Bresso,[8] e la costruzione di un ponte che collega le due parti del Parco Nord divise dall'incrocio stradale di via Ornato, via Aldo Moro e via del Regno Italico; in questo modo si può andare attraverso il parco da Sesto San Giovanni ad Affori senza mai dover attraversare una strada con traffico veicolare. Inoltre nel 2015 è stata terminata la realizzazione del Lago di Niguarda a nord del quartiere.

Dal 2015 è stata aperta al pubblico la Cittadella degli Archivi del Comune di Milano, sita in via Gregorovius, un imponente polo archivistico sede di attività amministrative, artistiche e culturali.[9]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere di Niguarda è attraversato da nord a sud dalla strada Valassina che collega Milano (Piazzale Maciachini) a Giussano. All'interno del quartiere, questa strada assume i nomi di via Benefattori dell'Ospedale, via Renato Donatelli, via Graziano e via Luigi Ornato. Presso il quartiere si trova uno dei pochi tratti già costruiti della futura Strada Interquartiere Nord (che nel quartiere assume la denominazione di Via Ettore Majorana), che è la strada che, secondo un progetto in discussione da decenni, dovrebbe collegare tra di loro i quartieri settentrionali di Milano.

Il quartiere non è servito da linee metropolitane o ferroviarie. Tuttavia, poco distante dal confine con il quartiere, si trovano, all'interno dell'attiguo quartiere della Bicocca, le stazioni Ponale e Bignami della linea M5 della metropolitana di Milano.

Nel dicembre 2003 nel quartiere, fino ad allora attraversato dalla tramvia interurbana per Desio, è stata inaugurata la cosiddetta Metrotramvia Nord, la costruzione della quale ha comportato una riqualificazione urbanistica della zona, in particolare della sua parte più settentrionale, presso la Cascina California e verso il confine con Bresso. A partire da quella data, la tranvia Milano-Carate/Giussano ha spostato il proprio capolinea meridionale proprio a Niguarda. A partire dal 30 settembre 2011, questa tranvia interurbana è stata soppressa.

Oltre alla linea tranviaria di cui sopra, altre linee di tram e di autobus, gestite da ATM, collegano Niguarda ai quartieri limitrofi e al centro di Milano: in particolare, il quartiere è servito dalla linea tranviaria 4 (Niguarda Parco Nord - Via Ricasoli), mentre al confine con Prato Centenaro transita il tram 5 per il quartiere Ortica.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1912, art. 1
  2. ^ Sotto il Regno d'Italia, il 9 febbraio 1808, un decreto impose l'unione della città murata di Milano con il circondario per un raggio di 4 miglia. Così facendo, si trovarono ad essere annessi alla città trentacinque comuni (Affori, Bicocca, Boldinasco, Casanova, Chiaravalle, i Corpi Santi, Crescenzago, Dergano, Garegnano Marcido, Gorla, Grancino, Lambrate, Lampugnano, Linate superiore ed inferiore, Lorenteggio, Macconago, Morsenchio, Musocco, Niguarda, Nosedo, Poasco, Precentenaro, Precotto, Quarto Cagnino, Quinto Sole, Redecesio, Ronchetto, San Gregorio, Segnano, Sella Nova, Trenno, Turro, Vajano, Vigentino, Villapizzone). Tuttavia con il ritorno degli Austriaci tornarono immediatamente autonomi, e il comune di Milano tornò a coincidere con la cerchia dei Bastioni (notificazione del 12 febbraio 1816).
  3. ^ Dante Olivieri. Dizionario di toponomastica lombarda, Milano, La Famiglia Meneghina Editrice [1931], pagina 384, voce "Niguarda"
  4. ^ Nel 1853 si registrarono complessivamente 1906 abitanti nel comune ampliato.
  5. ^ Lombardia Beni Culturali
  6. ^ 25-29 aprile 1945. Milano e i giorni della Liberazione, su panorama.it. URL consultato il 19 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2019).
  7. ^ Cfr. Archivio di Stato di Milano, progetto cineca. L'ospedale si trova invece sul terreno che al tempo faceva parte dei Corpi Santi.
  8. ^ URBAM, su urbam.it. URL consultato il 10 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2014).
  9. ^ http://www.ilmondodegliarchivi.org/rubriche/gli-archivi-si-raccontano/522-la-cittadella-degli-archivi-del-comune-di-milano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dante Olivieri, Dizionario di toponomastica lombarda, Milano, La Famiglia Meneghina, 1931.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Milano: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Milano