Deruta

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Deruta
comune
Deruta – Stemma
Deruta – Bandiera
Deruta – Veduta
Deruta – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Umbria
Provincia Perugia
Amministrazione
SindacoMichele Toniaccini (lista civica di centro-destra) dal 12-6-2017
Territorio
Coordinate42°59′N 12°25′E / 42.983333°N 12.416667°E42.983333; 12.416667 (Deruta)
Altitudine218 m s.l.m.
Superficie44,51 km²
Abitanti9 451[2] (30-6-2022)
Densità212,33 ab./km²
FrazioniCasalina, Castelleone, Pontenuovo, Ripabianca, San Nicolò di Celle, Sant'Angelo di Celle[1]
Comuni confinantiBettona, Collazzone, Marsciano, Perugia, Torgiano
Altre informazioni
Cod. postale06053;

06051 (Casalina, Ripabianca)

Prefisso075
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT054017
Cod. catastaleD279
TargaPG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 2 013 GG[4]
Nome abitantiderutesi
Patronosanta Caterina d'Alessandria, san Simplicio
Giorno festivo25 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Deruta
Deruta
Deruta – Mappa
Deruta – Mappa
Posizione del comune di Deruta all'interno della provincia di Perugia
Sito istituzionale

Derùta è un comune italiano di 9 451 abitanti[2] della provincia di Perugia, noto per la produzione delle ceramiche artistiche[5]. Posto su una collina situata a 15 chilometri da Perugia e a 150 da Roma, è inserito fra i borghi più belli d'Italia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Deruta fa parte della Comunità Montana Monti del Trasimeno.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'origine più probabile del toponimo è il latino díruta, participio passato di diruere, ovvero: abbattuta, rovinata e franosa, scoscesa. Da queste ultime accezioni sembra aver avuto origine il nome Déruta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Deruta rimangono in parte oscure. Lo storico e annalista Felice Ciatti (1592-1642) ipotizza che la città sia stata fondata dai perugini in fuga in seguito all'incendio di Perugia, atto finale del Bellum Perusinum (41-40 a. C.), per il Ciatti il toponimo deriverebbe quindi dal latino diruo ("distruggere"), da cui Diruta ("distrutta"). Della stessa opinione è lo storico Cesare Caporali (1531-1601), che troverebbe conferma di questa origine nel toponimo di Perugia Vecchia, località presso la frazione derutese di Castelleone. L'umanista Flavio Biondo, che tuttavia cita Deruta ("Dopo che il fiume Chiascio si getta nel Tevere, dapprima, non lontano dal Tevere, giace la cittadina di Deruta, vivacemente popolata"), contesta il Caporali affermando che tale nome non compare nel catasto della città prima del XVII secolo, dunque non collegandola al Bellum Perusinum.[6] Molti hanno tentato, nel corso dei secoli, ipotesi sulla derivazione del toponimo, tra cui Ruta, Rupta, Druida.

Sicuramente è sempre stata un valido baluardo di Perugia a sud, verso Todi. Di questo ruolo è tuttora testimonianza l'aspetto di castello fortificato, che il centro storico conserva.

Numerose sono le testimonianze di una presenza abitativa in epoca romana, tutte confermate da resti architettonici caratteristici, come capitelli, anfore ed epigrafi, ancora oggi visibili nell'atrio del Municipio. Dal ritrovamento di un frammento di lastra decorativa dell'VII secolo, si può risalire alla presenza di un borgo fiorente ed operativo già nell'Alto Medioevo.

Verso l'anno mille, l'Imperatore Ottone III cedette il paese ad alcuni nobili germanici, conferendo loro il titolo di Nobiles de Deruta. Nel XIII secolo Deruta ha un proprio Statuto (andato perduto), seguìto nel 1456 da un nuovo documento in volgare. Quest'ultimo prevede la presenza nel castello, oltre che di un podestà inviato da Perugia, di quattro boni omini, eletti tra gli abitanti. Le continue pestilenze della seconda metà del Quattrocento sterminarono la popolazione, tanto da comportare una riduzione della cinta muraria.

Durante la Guerra del sale (1540), Deruta, dopo essersi schierata contro il Papa, consegnò addirittura le chiavi del paese a Pier Luigi Farnese, capitano di ventura al soldo papale, ma nonostante ciò subì saccheggi e devastazioni. L'assoggettamento di Perugia alla Chiesa portò alla cittadina anche un lungo periodo di pace. È proprio in questi anni, che si ebbe il massimo sviluppo della lavorazione della maiolica artistica, attività che, nel corso dei secoli, ha fatto conoscere Deruta nel mondo.

La sottomissione al governo pontificio durò fino al 1860, a parte due brevi interruzioni legate al dominio francese: tra il 1798 e il 1800 Deruta fu inclusa nella Repubblica Romana come quarto cantone del Dipartimento del Trasimeno e, fra il 1809 e il 1814, fece parte dell'Impero napoleonico.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma che rappresenta il Comune ha avuto una storia travagliata; dapprima era rappresentato da un grande vaso di terracotta, simile al vaso mitridatico, che racchiudeva antidoti contro i veleni. Successivamente fu sostituito da una torre merlata a due ordini, sovrastata da una pianta di ruta. A seguito dell'unione con la città di Perugia, apparve anche il grifo (simbolo comunale del capoluogo), coronato all'antica, accostato alla torre dello stemma.[7]

Lo stemma è stato riconosciuto con DCG del 13 luglio 1943.[8] Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Veduta del chiostro della Chiesa di San Francesco
Piazza dei Consoli
Porta di Sant'Angelo
La Porta Tuderte o del Borgo o del Cerro
La Porta Perugina o della Valle

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Porte[modifica | modifica wikitesto]

  • Porta Sant'Angelo è la principale porta che permette l'accesso al centro storico
  • Porta Tuderte o del Borgo o del Cerro
  • Porta Perugina o della Valle

Piazze[modifica | modifica wikitesto]

Fornaci[modifica | modifica wikitesto]

  • Fornace di San Salvatore facente parte del complesso del Museo regionale della Ceramica accessibile al pubblico.
  • Ex Fornace Grazia
  • Fornace di Francesco Baiano
  • Fornace di Sergio Calzuola

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT[10] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 1 072 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 25 novembre, festa di santa Caterina d'Alessandria, patrona dei ceramisti e san Simplicio patrono della città, si svolge la festa dei ceramisti, oltre alla premiazione in chiesa dei ceramisti più anziani del paese.
  • La prima domenica di settembre si svolge il Palio della Brocca, rievocazione storica con ambientazione ottocentesca, nel quale si sfidano i tre rioni Piazza, Valle e Borgo in competizioni ispirate dalla produzione tipica delle ceramiche artistiche. La manifestazione prende spunto dal documento dello storico Giuseppe Bianconi che ricorda la gestazione della costruzione della fontana e del nuovo acquedotto: "la magistratura e consiglio locale nel 1844 risolvette provvedere abbondanti acque potabili, anco perché non iscapitasse l'arte della maiolica, antico vanto del luogo ed attualmente risorsa della popolazione"[11].[chiarire con fonti terze e autorevoli la rilevanza degli eventi]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

A ridosso dell'antica cinta muraria si trova il borgo più vecchio da dove, salendo per tre porte dell'antico sistema difensivo, si accede al centro storico. La principale porta d'accesso è chiamata porta Sant'Angelo, le altre minori sono dette Porta Perugina e Porta del Borgo o Tuderte. Dal centro storico svettano le due torri civiche ed il campanile della Chiesa di San Francesco.

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

FRAZIONI PER NUMERO ABITANTI
POS. Località Abitanti Superficie Densità
1 San Nicolò di Celle 1.103 4,6 239,78
2 Pontenuovo 566 5,1 110,98
3 Ripabianca 481 3,6 133,61
4 Sant'Angelo di Celle 424 4,9 86,53
5 Casalina 298 4,3 69,30
6 Castelleone 78 4,5 17,33
Totale 2.850 27 105,55

Il capoluogo[modifica | modifica wikitesto]

La cittadina di Deruta si estende per 17,51 km² e conta 6.740 abitanti, con una densità di 384,92 abitanti per km².

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'artigianato a Deruta s'identifica con la produzione di maioliche artistiche. Il documento più antico su questa forma di arte risale al 12 agosto 1290. In questo periodo vengono prodotti oggetti d'uso comune, con scarse decorazioni; i colori dominanti sono il verde ramina ottenuto dall'ossidazione del rame e il bruno manganese.

Museo regionale della Ceramica.

Nei secoli successivi la maiolica derutese raggiunge il massimo splendore, diffondendosi nel Cinquecento nelle maggiori piazze italiane: artisti come Giacomo Mancini detto El Frate e Francesco Urbini firmano opere di grande rilievo. Piatti da pompa, coppe amatorie, impagliate e stemmi nobiliari presentano un repertorio di motivi con figure femminili, scene mitologiche, battaglie e immagini sacre. La tavolozza dei colori si arricchisce con l'arancio, il blu e il giallo. Appare anche la tecnica del lustro, con riflessi dorati nelle opere di maggior pregio. Il primo pezzo a lustro, attribuito a Deruta, è datato 1501, ed è una targa a rilievo che raffigura il martirio di san Sebastiano, conservata al Victoria and Albert Museum di Londra.

Pavimenti come quello della chiesa di San Francesco a Deruta, di Santa Maria Maggiore a Spello o della sacrestia di San Pietro a Perugia sono ulteriori testimonianze della migliore produzione delle maioliche derutesi. Nel corso dei tempi lo stile e i decori si trasformano nel "compendiario", dai tratti veloci, e nel "calligrafico", con intreccio di fiori, foglie, arabeschi, uccelli ed altri animali.

A Deruta si trovano botteghe, laboratori, fabbriche, sale di esposizione e due scuole d'arte ceramica: l'Istituto Statale d'Arte Alpinolo Magnini e la Scuola d'Arte Ceramica Romano Ranieri.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Fanciullata e Stazione di Deruta.

Deruta dispone di due stazioni ferroviarie entrambe sulla Ferrovia Centrale Umbra:

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è costeggiato dalla SS 3 bis.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
29 luglio 1985 30 luglio 1990 Orlando Monicchi Partito Socialista Italiano Sindaco [12]
2 agosto 1990 20 luglio 1993[13] Alvaro Verbena Partito Socialista Italiano Sindaco [12]
21 luglio 1993 22 novembre 1993 Antonio De Bonis Commissario prefettizio [12]
23 novembre 1993 16 novembre 1997 Remo Patacca Indipendente Sindaco [12]
17 novembre 1997 27 maggio 2002 Mauro Mastice Centro-sinistra Sindaco [12]
28 maggio 2002 28 maggio 2007 Mauro Mastice Centro-sinistra Sindaco [12]
29 maggio 2007 7 maggio 2012 Alvaro Verbena Lista civica Sindaco [12]
8 maggio 2012 13 giugno 2017 Alvaro Verbena Lavoro e progresso Sindaco [12]
14 giugno 2017 in carica Michele Toniaccini Cittadini per Deruta Sindaco [12]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La storica società calcistica per eccellenza del paese è il Deruta (fondato nel 1926) che ha disputato anche il campionato di serie D. Sono presenti 3 società calcistiche: Il Real Deruta (che conta anche una squadra di calcio a 11 femminile) e il San Nicolò che militano nella prima categoria regionale e l'Atletico Sant'Angelo che milita nella seconda categoria regionale. Inoltre è presente un'ulteriore società che possiede solamente il settore giovanile: il Deruta-San Nicolò. Il basket è presente, rappresentato dell'Associazione Dilettantistica Deruta Basket, che milita nel massimo campionato regionale (C2). Un altro sport presente a Deruta è la pallavolo, con una società costituita da una sola squadra in prima divisione di ragazze dai 14 anni in su, non solo di Deruta, ma anche di Marsciano. Queste due città hanno insieme formato la società Pallavolo Media Umbria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Deruta - Statuto
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ La maiolica italiana del Rinascimento (...) trova la sua massima espressione fra il 1505 e il 1525 (...). Alcune delle più belle maioliche dipinte (...) provengono da Deruta - Domenico Serra, Le maioliche di Deruta, sta in Antichità viva, Rassegna bimestrale d'arte, Firenze, Marzo - Aprile 1967
  6. ^ Stefania Zucchini, Deruta e il suo Territorio vol. I, 2011, Deputazione di storia patria per l'Umbria
  7. ^ Statuto autore Comune di Deruta (PDF).
    «Art. 5 - Stemma e gonfalone

    1. L'emblema del Comune è il suo stemma antico, rappresentato da una torre circolare, con due ordini di palchi merlati, avente sull'alto tre ramoscelli fioriti di ruta

    e a lato il grifo rampante di Perugia.»
  8. ^ Comune di Deruta – (PG), su araldicacivica.it.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 19 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  11. ^ http://www.paliodellabrocca.it/associazione.html
  12. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
  13. ^ Sospensione del Consiglio comunale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Federico Mancini, 1980, Deruta e il suo territorio
  • Ugolino Nicolini, Attilio Bartoli Langeli, 1997, Il paese dell'arte civile: scritti sulla storia di Deruta e della ceramica derutese.
  • Luca Nulli Sargenti, Giuseppe Fabretti, uomo e cronista del suo tempo: Le Memorie Ecclesiastiche di Deruta, in Paola Monacchia (a cura di) Giuseppe Fabretti (1787-1869) La storia del Risorgimento in Umbria attraverso le memorie di un derutese, atti dell'incontro di studio, Casalina di Deruta, 28

settembre 2013, Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, vol. CXI, Tomo II, pp. 1059-1111, Perugia, 2014. ISSN 0392-0372

  • Luca Nulli Sargenti, Don Gino Ciacci, Sant'Angelo di Celle: storia e vicende di una parrocchia e del circostante, Perugia, Futura Edizioni, 2016, ISBN 88-99527-43-1

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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