Richard Palmer Blackmur

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Richard Palmer Blackmur (Springfield, 21 gennaio 19042 febbraio 1965) è stato un poeta e critico letterario statunitense, importante soprattutto per i suoi saggi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

R. P. Blackmur, come si firmava, nacque nel Massachusetts e crebbe a Boston, frequentando senza iscriversi e senza laurearsi[1] alcuni corsi a Harvard. Incominciò la sua attività lavorativa presso una libreria e frequentò diversi scrittori a lui contemporanei. Nel biennio 1928-1929 diresse la rivista letteraria d'avanguardia Hound & Horn ("Segugio e corno"), con la quale collaborò fino al 1934.

Nel 1935 pubblicò il primo volume di critica intitolato The Double Agent ("Il duplice agente"), a cui seguì, cinque anni dopo, The Expense of Greatness ("Il costo della grandezza"). Lo stesso anno rinunciò all'indipendenza e si trasferì alla Princeton University, dove insegnò letteratura inglese per venticinque anni.

Fondò a diresse il Christian Gauss Seminars di critica letteraria, dedicato in onore del suo collega Christian Gauss.

Frequentò vari poeti durante la sua permanenza a Princeton, tra i quali W.S. (William Stanley) Merwin e John Allyn Berryman.

Tra i suoi principali saggi, si annoverarono Language as Gesture ("Il linguaggio come gesto") del 1952, The Lion and the Honeycomb ("Il leone e il favo") del 1955, Form and Value in Modern Poetry ("Forma e valore nella poesia moderna"), del 1957, e Eleven Essays in the European Novel ("Undici saggi sul romanzo europeo"), del 1966.

Come poeta si mise in luce con le raccolte From Jordan's Delight del 1937 e Second World del 1942 che influenzarono per esempio Robert Lowell o Delmore Schwartz, una cui scelta minima è stata tradotta da Alfredo Rizzardi in Poesie, Ed. del triangolo, Milano 1958.

Saul Bellow si rifece a lui quando modellò il personaggio snob del critico Sewell, nel romanzo Il dono di Humboldt (Humboldt's Gift, 1975)[2].

Pensiero critico[modifica | modifica wikitesto]

Blackmur si dimostrò un critico sensibile, acuto e inquieto. I suoi scritti su Henry James, Dostoevskij, Edgar Allan Poe, Henry Adams e David Herbert Lawrence generarono reazioni entusiastiche, tuttavia parve complicato incanalare Blackmur in una corrente critica determinata, anche se evidenziò qualche convergenza con la scuola dei New Critics.[3]

Il titolo del suo saggio Linguaggio come gesto esemplifica il suo pensiero letterario incentrato sul connubio fra espressività e simbolicità, a cui partecipano sia i doppi sensi e le ambiguità, sia il metro e la rima.

Nell'ultimo periodo di vita, Blackmur si immerse nel mondo dell'irrazionale, tentando sperimentazioni e innalzando la letteratura al livello del misticismo, suscitando reazioni contrastanti.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Walton Litz, "R. P. Blackmur", in The Johns Hopkins Guide to Literary Theory and Criticism, 1997.
  2. ^ Cfr. la biografia di James Atlas, Saul Bellow, New York: Modern Library, 2000, p. 178.
  3. ^ a b le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 290.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Richard Foster, The New Romantics, Bloomington, 1962
  • René Wellek, Concepts of Criticism, New Heaven, 1963

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN76363565 · ISNI (EN0000 0001 0917 2341 · SBN PALV039770 · LCCN (ENn80013420 · GND (DE118658964 · BNF (FRcb12197106h (data) · J9U (ENHE987007279124605171 · CONOR.SI (SL36321123 · WorldCat Identities (ENlccn-n80013420
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