Antonio Bosio

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Antonio Bosio (Malta, 1575Roma, 6 settembre 1629) è stato un archeologo maltese.

Nel 1587 si trasferisce a Roma con lo zio Giacomo, per conto del Sovrano Militare Ordine di Malta. Qui frequenta dapprima il Collegio Romano ove si perfeziona in lettere e filosofia, e poi l'università La Sapienza, ove segue i corsi di giurisprudenza. Appassionato di storia antica, frequenta i circoli di molti umanisti romani, tra cui Pompeo Ugonio e Alfonso Ciacconio.

Cultore della storia antica della chiesa, inizia una intensa attività di ricerca e di studio delle catacombe romane, il cui ricordo e la cui ubicazione si era persa nel corso dei secoli. E così il 10 dicembre 1593, per la prima volta, con l'amico Pompeo entra nella catacomba di Domitilla: fu un'esperienza unica ed insieme drammatica, visto che, probabilmente, rischiarono di morire:

«…Mancandoci i lumi, pensammo che ivi convenisse morire e con i nostri immondi cadaveri maculare quei sacri monumenti. Pigliammo dunque la risoluzione di ritornarcene indietro; et ancorché havessimo segnate in più luoghi le strade, contuttociò non senza grande difficoltà ci fu permesso di ritrovare l’adito.»

Percorrendo le strade consolari fuori dalle mura cittadine, negli anni successivi il Bosio rintracciò ed identificò oltre 30 catacombe. Nelle sue ricerche ed esplorazioni si fece accompagnare da disegnatori, che avevano il compito di riprodurre in immagini gli affreschi, i sarcofaghi e altri oggetti rinvenuti nelle catacombe. L'immensa mole di materiale raccolto fu pubblicato, tre anni dopo la sua morte, nel 1632, con il titolo di “Roma sotterranea”. «Si incaricò di curare la stampa postuma della Roma sotterranea del Bosio l’oratoriano Giovanni Severano, suo amico.»[1]

Per questa sua instancabile attività, il Bosio fu definito da Giovanni Battista de Rossi, il « Cristoforo Colombo della Roma sotterranea ».

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gabriella Marchetti, Giuseppe Simonetta e Laura Gigli, Sant’Agnese in Agone a piazza Navona: Bellezza proporzione armonia nelle fabbriche Pamphili, Gangemi Editore Spa, p. 104.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Biamonte e Leonella De Santis, Le catacombe di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, pp. 21–23.
  • Chiara Cecalupo, Antonio Bosio e i primi collezionisti di antichità cristiane (2 voll.), Città del Vaticano, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, 2020.

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