Leucocita

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Funzioni immunitarie di leucociti

I leucociti (dal greco λευκός, leukós, «bianco» e κύτος, cýtos, «cellula»), globuli bianchi o WBC (dall'inglese white blood cells), sono cellule mature della porzione corpuscolata del sangue. Essi sono presenti nella maggior parte dei distretti tissutali del corpo e viaggiano attraverso vasi linfatici e sanguigni.[1]

Il numero di leucociti nel sangue è spesso un indicatore di malattia, e quindi la conta dei globuli bianchi è un sottogruppo importante del totale emocromocitometrico. Il normale conteggio dei globuli bianchi è in genere tra 4 × 109 / L e 1.1 × 1010 / L. Solitamente viene espresso da 4.000 a 11.000 globuli bianchi per microlitro di sangue.[2]

La funzione principale dei leucociti è quella di neutralizzare gli effetti degli agenti patogeni (microrganismi come virus, batteri, miceti, parassiti e corpi estranei penetrati nell'organismo) che oltrepassate le barriere anatomiche dell'immunità innata (costituite principalmente dalla cute e dalle mucose) sono riconosciuti e aggrediti dai leucociti.

  • I meccanismi di immunità innata (naturale, aspecifica) sono garantiti dai granulociti e monociti;
  • I meccanismi di immunità acquisita (adattativa, specifica) sono garantiti dai linfociti.[3]

In oncologia essi rappresentano un fattore prognostico importante andando a costituire parte dei TILs (Linfociti infiltranti il tumore).

Origine staminale dei Leucociti[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i leucociti derivano da una cellula staminale multipotente (l'emocitoblasto) custodita all'interno di un tessuto linfoide e mieloide primario (il midollo osseo rosso).

Leucociti Maturi[modifica | modifica wikitesto]

Il termine generico leucociti comprende citotipi assai differenti tra loro. Essi possono essere raggruppati in base alle caratteristiche morfologiche del loro nucleo e alla presenza/assenza di granuli specifici. Distinguiamo infatti:

  1. Granulociti Polimorfonucleati, caratterizzati da un nucleo dalla forma variabile; esso può essere scomposto in sotto-domini definiti "lobi". Posseggono granuli specifici della loro funzione.
  2. Agranulociti Mononucleati, caratterizzati da un nucleo dalla forma regolare. Non posseggono granuli specifici.[3]

Leucociti Polimorfonucleati o Granulociti[modifica | modifica wikitesto]

Leucociti Mononucleati o Agranulociti[modifica | modifica wikitesto]

Tabella riassuntiva[modifica | modifica wikitesto]

Tipo Aspetto microscopico Immagine schematizzata Approx. % negli adulti Diametro (µm) Funzione Tipo di nucleo Granuli Vita
Neutrofili 54–62% 10–12

fagocitosi di

multilobato fine, di colore rosa da 6 ore fino a pochi giorni
Eosinofili 1–6% 10–12
  • parassiti di dimensione maggiore
  • risposta antinfiammatoria in corso di allergie
bilobato pieno di rosa-arancione 8–12 giorni
Basofili <1% 12–15
  • rilascio di istamina nella risposta infiammatoria allergica e nei casi di ipersensibilità
bilobati o trilobati blu da due ore a pochi giorni
Linfociti 28–33% 7–8 eccentriche Cellule natural killer e linfociti T Citotossici (CD8+) da settimane ad anni
Monociti 2–10% 14–17 I monociti migrano dal sangue verso gli altri tessuti e si differenziano in specifici macrofagi ed in cellule di Kupffer nel fegato. a forma di rene (o di fagiolo) nessuno ore o giorni
Macrofagi 21 (human) Fagocitosi di detriti cellulari e patogeni, e stimolazione dei linfociti e di altre cellule immunitarie che rispondono ai patogeni. attivati: giorni
immaturo: mesi o anni
Cellule dendritiche La funzione principale è quella di fungere da cellula presentante l'antigene permettendo l'attivazione dei linfociti T. simile a quella dei macrofagi

Motilità dei leucociti[modifica | modifica wikitesto]

I leucociti sono accomunati da alcune importantissime caratteristiche funzionali, tra le quali quella della motilità. Tali cellule, infatti, oltre che essere trasportate passivamente nel torrente circolatorio, sono in grado di sviluppare una locomozione attiva, utilizzando alcune proteine del citoscheletro. I leucociti, inoltre, sono estremamente deformabili: questa proprietà ne permette la fuoriuscita dai vasi sanguigni tramite un processo chiamato extravasazione leucocitaria. La fuoriuscita dei leucociti dai vasi si verifica nelle sedi dell'organismo dove è richiesta la loro azione ed è mediata da un insieme di stimoli di natura chimica (costituiti principalmente da citochine e chemochine).

Presenza di leucociti nel sangue[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Formula leucocitaria.

Nel sangue periferico i leucociti sono presenti con una quantità che varia dai 4.500 ai 9.500 per mm3,[4] a seconda del sesso, dell'età e delle condizioni di salute. Una conta leucocitaria al di sotto dei normali valori viene definita leucopenia, mentre un eccesso di leucociti di morfologia normale nel sangue periferico si definisce leucocitosi.

La presenza di valori superiori di globuli bianchi può essere determinata da infiammazioni o infezioni: se aumentano i neutrofili l'infezione è di natura batterica, se aumentano i linfociti è tendenzialmente di origine virale, se aumentano gli eosinofili si può sospettare un'allergia o un'infestazione da parassiti.

La leucemia non è un eccesso di globuli bianchi nel sangue, ma la presenza nel sangue periferico, anche in quantità esigue, di elementi anomali detti blasti.

Un calo di leucociti si può trovare in quadri di infezione molto gravi, sintomatici di stati di esaurimento del sistema di difesa, di danni al midollo osseo, che è anche il tessuto in cui si formano, (ad esempio a causa di esposizione a sostanze chimiche o a radiazioni ionizzanti), in molte infezioni da virus e in alcune malattie del sistema sanguigno.

La durata della vita dei globuli bianchi varia da poche ore per i granulociti, a mesi per i monociti, ad anni per alcuni tipi di linfociti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Williams Hematology, 9ª ed..
  2. ^ Hematological and Iron-Related Analytes— Reference Data for Persons Aged 1 Year and Over: United States, 1988–94 (PDF), su cdc.gov.
  3. ^ a b Rosati, Istologia, p. 466.
  4. ^ C. Boari, L. Macori, Emocromo: guida rapida all'interpretazione ragionata, Padova, Piccin, 2001, ISBN 88-299-1533-5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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